arrampicatori-alpinisti più influenti nella storia

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda Mago del gelato » mer feb 01, 2006 17:16 pm

:o WOW... :wink:
La liberazione dello spirito generò la liberazione del gesto, e nacque il Free Climbing
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Messaggioda bummi » mer feb 01, 2006 18:03 pm

anti-cialtrone ha scritto:...
La domanda mi ha incuriosito, bummi.
Cosa ha prodotto la meteora di Preuss nell'alpinismo?
Giammai per sostenere la mia nemesi originale (Cialtrone) :) :) :) ma mi permetto di intervenire per dire che, IMHO, Preuss ci ha straordinariamente (e biecamente) lasciato una COSCIENZA che, a dire il vero, prima non c'era (o era ben poco diffusa).
...
M


Mah, su questo avrei dei dubbi. Mummery sul Dente del Gigante certe considerazioni le aveva fatte decenni prima quando lasciò il famoso biglietto "assolutamente impossibile con mezzi leali".
Semmai è la coerenza l'elemento focale nelle idee di Preuss. E' morto pur di non accettare di essersi sbagliato. Quando dico "sbagliato" mi riferisco alla teoria di Preuss secondo la quale saper salire e scendere senza l'aiuto della corda aumentava la sicurezza.
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Messaggioda quilodicoequilonego » mer feb 01, 2006 18:13 pm

bummi ha scritto:
anti-cialtrone ha scritto:...
La domanda mi ha incuriosito, bummi.
Cosa ha prodotto la meteora di Preuss nell'alpinismo?
Giammai per sostenere la mia nemesi originale (Cialtrone) :) :) :) ma mi permetto di intervenire per dire che, IMHO, Preuss ci ha straordinariamente (e biecamente) lasciato una COSCIENZA che, a dire il vero, prima non c'era (o era ben poco diffusa).
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Mah, su questo avrei dei dubbi. Mummery sul Dente del Gigante certe considerazioni le aveva fatte decenni prima quando lasciò il famoso biglietto "assolutamente impossibile con mezzi leali".
Semmai è la coerenza l'elemento focale nelle idee di Preuss. E' morto pur di non accettare di essersi sbagliato. Quando dico "sbagliato" mi riferisco alla teoria di Preuss secondo la quale saper salire e scendere senza l'aiuto della corda aumentava la sicurezza.
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Scusa ma tu sai cosa è successo di preciso a Preuss ?
Io non lo so, potresti descrivermelo ?

Per quello che ne so io, puo' essergli arrivato un sasso/proiettile in testa e anche se fosse stato legato come un salame e avesse avuto soste e protezioni a prova di falesia, non avrebbe fatto una fine molto diversa.

Forse anche lui meriterebbe più rispetto
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Messaggioda gug » mer feb 01, 2006 18:40 pm

Buzz ha scritto:nel forum ci saranno anche un mare di cazzate

ma si leggono anche tante belle cose

ricordi, maurizio, il discorso sul "villaggio globale" e il superamento dei media tradizionali, operato nella circolazione delle notizie e nelle idee, dalla rete ?

prendi questa discussione, (ma anche altre)

ci sono tante idee...
la loro forza è di essere presentate alla rinfusa,
alcune intuizioni sono bellissime, altre più banali


Concordo pienamente con te, Buzz: a mio parere l'intervento di Anticialtrone è stato veramente bello e spiega perfettamente quello che, chi sostiene Preuss, voleva dire.
Bando alle ciance, allora: ribadisco la mia top five.

Paul Preuss
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Messaggioda gug » mer feb 01, 2006 18:46 pm

bummi ha scritto:
anti-cialtrone ha scritto:...
La domanda mi ha incuriosito, bummi.
Cosa ha prodotto la meteora di Preuss nell'alpinismo?
Giammai per sostenere la mia nemesi originale (Cialtrone) :) :) :) ma mi permetto di intervenire per dire che, IMHO, Preuss ci ha straordinariamente (e biecamente) lasciato una COSCIENZA che, a dire il vero, prima non c'era (o era ben poco diffusa).
...
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Mah, su questo avrei dei dubbi. Mummery sul Dente del Gigante certe considerazioni le aveva fatte decenni prima quando lasciò il famoso biglietto "assolutamente impossibile con mezzi leali".
Semmai è la coerenza l'elemento focale nelle idee di Preuss. E' morto pur di non accettare di essersi sbagliato. Quando dico "sbagliato" mi riferisco alla teoria di Preuss secondo la quale saper salire e scendere senza l'aiuto della corda aumentava la sicurezza.
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Non sono d'accordo: la coerenza è stata anche di Mummery, quando ha lasciato il biglietto. Tuttavia dubito che al suo tempo si fosse sviluppata un'idea di arrampicata libera, come la conosciamo. Probabilmente i Fairy means" potevano anche includere ganci o comunque chiodi di progressione. Preuss invece arrampicava sul V grado e le sue vie ancora oggi sono un bel banco di prova. Poi Preuss ha espresso le sue idee pubblicamente e formalmente, oltre a realizzare imprese che a quei tempi erano fantascientifiche (l'apertura di una via al limite del tempo, a vista e in free-solo).
Insomma, forse Mummery qualcosa aveva intiuito, ma è stato Preuss a esprimere compiutamente il concetto.
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Messaggioda bummi » gio feb 02, 2006 10:42 am

gug ha scritto:Non sono d'accordo: la coerenza è stata anche di Mummery, quando ha lasciato il biglietto. Tuttavia dubito che al suo tempo si fosse sviluppata un'idea di arrampicata libera, come la conosciamo. Probabilmente i Fairy means" potevano anche includere ganci o comunque chiodi di progressione. Preuss invece arrampicava sul V grado e le sue vie ancora oggi sono un bel banco di prova. Poi Preuss ha espresso le sue idee pubblicamente e formalmente, oltre a realizzare imprese che a quei tempi erano fantascientifiche (l'apertura di una via al limite del tempo, a vista e in free-solo).
Insomma, forse Mummery qualcosa aveva intiuito, ma è stato Preuss a esprimere compiutamente il concetto.


Calma. Occorre fare una premessa sennò non ci capiamo.
Considerare Preuss esclusivamente dal punto di vista gestuale, come alpinista che arrampica senza corda e che per questo diventa padre dell'arrampicata libera è riduttivo e fuorviante. Preuss arrampicava senza corda non perchè fosse un invasato che considerava solamente più "leale" o più gestualmente più puro salire senza mezzi di progressione "artificiali". Le sue non erano considerazioni legate esclusivamente a dei principi etico-sportivi.
Secondo lui l'arrampicatore doveva avere una preparazione superiore alle difficoltà che incontrava, ma questa superiorità veniva considerata come requisito necessario non solo per "un'onesta competizione sportiva", ma anche per avere una situazione di autentica sicurezza. Trasporre sulla corda e sui chiodi la sicurezza di chi arrampica per lui rappresentava un'autentica assurdità che dava una falsa percezione di quello che si stava facendo e non permetteva di cogliere la vera essenza dell'arrampicata. "Quando non si sa scendere, non bisogna neppure salire."
Se vogliamo analizzare compiutamente Preuss occorre farlo considerando tutta la sua visione dell'arrampicata, un'attività veramente sicura doveva prescindere dall'attrezzatura che si aveva dietro. In questo senso dico che la sua morte ha rappresentato il fallimento delle sue idee. L'amico che mi chiede se sappia come è morto fa una considerazione giusta solo se consideriamo la gestualità di Preuss fine a se stessa e non come la conseguenza delle sue idee e sei suoi rigidi principi.
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Messaggioda quilodicoequilonego » gio feb 02, 2006 12:58 pm

bummi ha scritto:Se vogliamo analizzare compiutamente Preuss occorre farlo considerando tutta la sua visione dell'arrampicata, un'attività veramente sicura doveva prescindere dall'attrezzatura che si aveva dietro. In questo senso dico che la sua morte ha rappresentato il fallimento delle sue idee. L'amico che mi chiede se sappia come è morto fa una considerazione giusta solo se consideriamo la gestualità di Preuss fine a se stessa e non come la conseguenza delle sue idee e sei suoi rigidi principi.
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Quello che a me dà fastidio, è la frequente critica al pensiero di Preuss, basata sul fatto di come sia morto. Ma cosa gli sia successo non lo sa nessuno ! E se non ci sono elementi certi per valutare ciò che realmente è accaduto, non mi pare giusto condannare in base a supposizioni. Soprattutto in casi nei quali l'interessato, ovviamente, non può replicare.

Che il suo modo di intendere l'arrampicata sia criticabile, è normale. Come lo sono tutti gli altri. Ma lo sarebbe anche se lui fosse vissuto fino a cent'anni.
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Messaggioda bummi » gio feb 02, 2006 13:50 pm

quilodicoequilonego ha scritto:Quello che a me dà fastidio, è la frequente critica al pensiero di Preuss, basata sul fatto di come sia morto. Ma cosa gli sia successo non lo sa nessuno ! E se non ci sono elementi certi per valutare ciò che realmente è accaduto, non mi pare giusto condannare in base a supposizioni. Soprattutto in casi nei quali l'interessato, ovviamente, non può replicare.

Che il suo modo di intendere l'arrampicata sia criticabile, è normale. Come lo sono tutti gli altri. Ma lo sarebbe anche se lui fosse vissuto fino a cent'anni.


Dopo Preuss nessuno arrampicò seguendo i suoi principi.
E' un dato di fatto che tutti dopo di lui siano andati verso l'altra direzione.
Il fatto che fosse morto congelato (quel giorno c'era bufera e lui venne ritrovato solo 5 giorni dopo ai piedi della parete sotto un bel po' di neve) o precipitando non cambia nulla. L'alpinismo ha interpretato la sua morte come un fallimento e ha scelto l'altra via.
Non solo, inizialmente si arrivò addirittura ad estremizzare la centralità del chiodo a tal punto che negli anni '50 ci fu il periodo delle superartificiali a goccia d'acqua. Poi nei 60-70 abbiamo avuto la correzione di rotta col free climbing, ma chiodo e corda continuavano ad esistere, eccome!
Per questo mi sembra assurdo chi oggi dice di rifarsi ad ideologie che sono state ripudiate dall'alpinismo settantanni fa. Non ha senso. L'alpinismo di oggi è il frutto dell'evoluzione dei chiodi e della corda, non dell'arrampicata slegati in salita ed in discesa.
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Messaggioda Fokozzone » gio feb 02, 2006 14:23 pm

L' alpinismo di oggi, più che della corda e dei chiodi è figlio della preparazione. Tecnica, fisica, informativa e meteorologica. Se pensiamo che quando Whimper fece il cervino aveva con sè un giovanotto alle prime armi, senza nessuna conoscenza del luogo si capisce quale sia stata la vera grande svolta dell' alpinismo. A parte che l' alpinismo di una volta è evoluto nello skyrunner/himalaysmo e l' arrampicata ha preso una sua strada abbastanza distinta, ma chi potrebbe immaginare oggi che un giovanotto si svegli una mattina di luglio e decida di fare una vacanza di alpinismo estremo, tentando una prima, in compagnia di un paio dei più forti in circolazione (allora furono Whimper e soprattutto Croz, oggi, che so, Huber e Kammerlander), sulla base del fatto che la montagna gli piace e ha già fatto qualche escursione...
So che Preuss era meticoloso in fatto di allenamento, ma non so abbastanza del resto.
Sarebbe interessante scoprire quali alpinisti abbiano influenzato la disciplina sotto il profilo della preparazione. Nei tempi moderni sicuramente Gullich, ma in epoca più lontana non so, magari qualche esperto ci sa dire qualcosa.

FKZ
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Messaggioda pietrodp » gio feb 02, 2006 16:25 pm

Fokozzone ha scritto:L' alpinismo di oggi, più che della corda e dei chiodi è figlio della preparazione. ...

Sarebbe interessante scoprire quali alpinisti abbiano influenzato la disciplina sotto il profilo della preparazione. Nei tempi moderni sicuramente Gullich, ma in epoca più lontana non so, magari qualche esperto ci sa dire qualcosa.

FKZ


Perfettamente d'accordo: la forza di un A.Huber oggi sono la preparazione meticolosissima e la consapevolezza di ciò che hanno fatto quelli che sono venuti prima.
Elementi che gli permettono anche, in certe occasioni, di farne a meno di corda e chiodi.

Padri di una preparazione scientifica ed esempi di applicazione in arrampicata sono stati sicuramente personaggi come John Gill o Pierre Allain. Nei tempi eroici dell'alpinismo dolomitico mi vengono in mente Comici, un vero ginnasta, o Vinatzer, uno dei primi ad allenarsi "a secco".
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Messaggioda anti-cialtrone » ven feb 03, 2006 18:52 pm

bummi ha scritto: (CUT)
Dopo Preuss nessuno arrampicò seguendo i suoi principi.
bummi


Ollallà... che affermazione perentoria!
Ma forse tu hai le prove per sostenere che, nella storia dell'alpinismo, è esistito qualcuno che ha arrampicato - sempre e pedissequamente - seguendo i principi di un predecessore.
Io invece faccio proprio fatica a trovare qualche nome di "emulo perfetto"... Ma si sa... non sono bravo in storia dell'alpinismo!

E poi, bella forza... Applicando lo stesso principio...
Dopo Pelé nessuno ha più giocato a calcio con la sua classe.
Dopo Ghandi nessuno ha mai più parlato veramente di pace.
Dopo Elvis Presley nessuno ha mai fatto rock&roll seguendo i suoi ritmi.

Il tempo invece è passato, la tecnica si è evoluta, i materiali anche.
E' vero, oggi ci sono corda e chiodi, c'è una maggiore consapevolezza di cosa sia la fisica del corpo umano applicata all'arte arrampicatoria, c'è forse - credo - un cresciuto rispetto e una maturata consapevolezza del valore della vita umana...
Tutto questo non significa la negazione, anche al giorno d'oggi, degli ideali e delle convinzioni di Preuss... Mentre credo invece che l'errore intrinseco (nel titolo stesso del forum) sia quello di forzare una decontestualizzazione storica delle idee dei grandi dell'alpinismo e dell'arrampicata.

Al suo tempo Mummery fu come Preuss. Al suo tempo, anche Messner fu come Preuss, quando si ribellò contro chi "assassinava l'impossibile". Al suo tempo anche il tanto decantato "nuovo mattino" seguì in un certo senso gli ideali di Preuss, liberandosi dei "pesanti fardelli dell'alpinismo classico".
Come si fa a dire che Preuss non ha fatto scuola?
Come si fa a dire che i Beatles non hanno fatto scuola?

bummi ha scritto: (CUT)
E' un dato di fatto che tutti dopo di lui siano andati verso l'altra direzione. bummi


E che dovevano fare, poveracci, se non andare dall'altra parte? Dove stava la scelta... Dove stava l'altra direzione da prendere? O forse dovevano provare ad arrampicare non solo senza chiodi e senza corda, ma pure attaccandosi delle incudini agli ammennicoli?

bummi ha scritto: (CUT)
Per questo mi sembra assurdo chi oggi dice di rifarsi ad ideologie che sono state ripudiate dall'alpinismo settantanni fa. Non ha senso. L'alpinismo di oggi è il frutto dell'evoluzione dei chiodi e della corda, non dell'arrampicata slegati in salita ed in discesa.
bummi


Quindi gli unici seguaci ortodossi di Preuss sono i "sassisti"... Arrampicano slegati in salita e in discesa. :D :D :D
Io, sinceramente, quello che tu chiami "alpinismo di oggi" lo vedo un po' più complesso che non una semplice "evoluzione di chiodi e corda" ... Ci vedo anche tanta attenzione allo stile, al gesto arrampicatorio, all'allenamento ginnico, alla ricerca della sicurezza nelle proprie capacità piuttosto che nei mezzi esterni...
Ma forse non erano neanche questi gli ideali di Preuss.

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Messaggioda Enzolino » sab feb 04, 2006 11:04 am

Bravo Anti-cialtrone! Quoto tutto quello che hai scritto.

Butto giu' altre riflessioni.
Bummi ... ti invito a leggere il libro Solitari, per capire che i climber che, piu' o meno consapevolmente, si sono ispirati allo stile di Preuss non sono cosi' pochi. La differenza sta nel fatto che la loro esperienza verticale si e' arricchita in altre direzioni, attraverso l'arrampicata sportiva, tradizionale o artificiale, offrendo gradi di liberta' che l'hanno resa decisamente piu' creativa.

Sul pensiero di Preuss, che quando ho iniziato ad arrampicare condividevo al 100% (ma per fortuna piccoli incidenti mi hanno fatto cambiare idea), ritengo che alcune delle sue assunzioni siano discutibili.
Salire dove si sia in grado di scendere si basa anche sull'assunzione di poter stimare i gradi di difficolta' di una via dal basso. Il che spesso non e' vero. Ignora la presenza di rischi potenzialmente gratuiti e relativamente oggettivi, come la rottura degli appigli o la caduta massi. In altre parole l'etica integrale di Preuss basata sull'essere in grado di e' sostanzialmente improbonibile perche' ignora l'incognita nascosta, l'imponderabile. Per cui solo pochissimi climbers votati alla scalata con un'atteggiamento quasi ascetico potrebbero realizzarla.

Sul topic, personalmente mi riferisco a coloro che, attraverso l'impresa o la parola scritta, hanno stabilito nuovi paradigmi. Per il resto trovo difficile anch'io stabilire una classifica. Se e' possibile identificare certi personaggi come l'incarnazione di un pensiero o di uno stile, e' anche vero che questo fatto e' maturato comunque attraverso il confronto con la realta' storica ed il contesto alpinistico. Personalmente ritengo che bisognerebbe tenere in considerazione il panorama mondiale e non solo italiano.

Mummery, ad esempio, credo che avesse fatto buone analisi sulle tappe dell'alpinismo (una percorso impossibile, una via difficile, un facile sentiero per signore) ed avesse in qualche modo promosso l'alpinismo senza guide.

Preuss e Dulfer hanno rappresentato un momento di svolta per l'alpinismo e, secondo un'analisi di Messner, l'uso del chiodo, e quindi il trionfo etico della scuola bavarese di Dulfer (correggetemi se sbaglio), e' dovuto alla morte prematura di Preuss. Costoro, quindi, penso che siano due pilastri da non ignorare.

Cassin credo che, sebbene fosse un gran risolutore, ed anche capace di aprire vie notevoli fuori dalle Alpi, sostanzialmente si inserisce in una corrente pre-esistente. Idem Herman Buhl.

Sull'artificiale trovo difficile identificarne un iniziatore.

Bonatti, invece, sebbene non introduca nulla di paradigmaticamente nuovo, ha ispirato generazioni di alpinisti nell'affrontare, anche da solo, pareti o vie apparentemente impossibili. Lo stesso Royal Robbins disse che ispiro' diverse delle sue imprese, comprese le sue solitarie.

Messner ha rotto parecchi tabu', come il suo libro sul settimo grado, o le sue ascensioni by fair means sugli ottomila senza ossigeno o in solitaria dal campo base alla vetta.

Non so quando il bouldering, ovvero il culto del movimento e non piu' della vetta o della via, sia iniziato, ma sicuramente John Gill e' un punto di riferimento. Paradossalmente fini' per aprire vie lunghe slegato grazie all'esperienza accumulata sui sassi.

Gullich lo vedrei come un'eclettico unificatore. Essendo in grado di prepararsi e godere l'arrampicata sportiva e trad in falesia o il bouldering come discipline a se stanti, ma anche come piattaforma per le imprese sulle grandi montagne.

E' stato citato Motti, ma non saprei quanto effettivamente abbia influenzato il mondo alpinistico. Lo si potrebbe forse considerare come riferimento nella dissacrazione della lotta con l'alpe dei decenni precedenti e nelle sue acutissime analisi dell'alpinismo ed arrampicata. Ma mi chiedo quanto di lui si sappia veramente e quanto effettivamente abbia potuto influenzare.

Ciao :wink:

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Messaggioda bummi » lun feb 06, 2006 12:13 pm

anti-cialtrone ha scritto:...
Il tempo invece è passato, la tecnica si è evoluta, i materiali anche.
E' vero, oggi ci sono corda e chiodi, c'è una maggiore consapevolezza di cosa sia la fisica del corpo umano applicata all'arte arrampicatoria, c'è forse - credo - un cresciuto rispetto e una maturata consapevolezza del valore della vita umana...
Tutto questo non significa la negazione, anche al giorno d'oggi, degli ideali e delle convinzioni di Preuss...


Stai mettendo assieme la gestualità di Preuss con le sue idee. Io sto cercando di esaminare le sue idee per vedere se e come abbiano influenzato qualcuno. La mia ipotesi è che pur avendo rappresentato un esempio di coerenza ai massimi livelli le sue idee successivamente siano state disattese.
I chiodi e la corda che lui rifiutava con decisione sono diventati un elemento centrale nell'attività di tutti i successori. Preuss negava la possibilità di usare dei materiali, di qualsiasi genere essi fossero. Era un minimalista che non contemplava la possibilità di nessuna "mediazione" nel rapporto fra uomo e montagna. Le sue idee erano talmente estreme da non ammettere alcun compromesso e quindi non possono essere applicate in parte come qualcuno cerca di fare oggi.
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Messaggioda anti-cialtrone » mar feb 07, 2006 16:31 pm

bummi ha scritto:
anti-cialtrone ha scritto:...
Il tempo invece è passato, la tecnica si è evoluta, i materiali anche.
E' vero, oggi ci sono corda e chiodi, c'è una maggiore consapevolezza di cosa sia la fisica del corpo umano applicata all'arte arrampicatoria, c'è forse - credo - un cresciuto rispetto e una maturata consapevolezza del valore della vita umana...
Tutto questo non significa la negazione, anche al giorno d'oggi, degli ideali e delle convinzioni di Preuss...


Stai mettendo assieme la gestualità di Preuss con le sue idee. Io sto cercando di esaminare le sue idee per vedere se e come abbiano influenzato qualcuno. La mia ipotesi è che pur avendo rappresentato un esempio di coerenza ai massimi livelli le sue idee successivamente siano state disattese.
I chiodi e la corda che lui rifiutava con decisione sono diventati un elemento centrale nell'attività di tutti i successori. Preuss negava la possibilità di usare dei materiali, di qualsiasi genere essi fossero. Era un minimalista che non contemplava la possibilità di nessuna "mediazione" nel rapporto fra uomo e montagna. Le sue idee erano talmente estreme da non ammettere alcun compromesso e quindi non possono essere applicate in parte come qualcuno cerca di fare oggi.
bummi


OK, bummi. Te la dò buona :)
Se si parla del semplice "pensiero", è infatti probabile che il purismo estremo di Preuss possa essere catalogato come "irraggiungibile".
E se le idee, private dei compromessi, divengono ideali... Questi ultimi, per loro stessa accezione, si possono certo perseguire e ricercare, ma non applicare (altrimenti cesserebbero di essere "ideali" e diverrebbero "fatti concreti")...

Il bene assoluto, per esempio, è un ideale. E come tale non può essere applicato né conosciuto nel concreto.
Ma questo non toglie che vi siano persone che, tendenzialmente, cercano di essere buone o buone vorrebbero essere.

Sul fatto dunque che né ieri, né oggi, alcuno "applichi" fedelmente gli ideali di Preuss, concordo.
Che invece nessuno "tenda" o "si ispiri", anche solo parzialmente, agli ideali di Preuss, beh, proprio non ci giurerei.

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Messaggioda lingerie » mar feb 07, 2006 16:39 pm

HappyFra ha scritto:
lingerie ha scritto:indubbiamente....... PATRIK EDLINGER


............................MARCO PEDRINI



.............................WALTER BONATTI............................


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Edlinger ce l'avevo anch'io, e vedere citare qui da qualcuno il Pedrini mi fa proprio piacere. A modo suo un innovatore come pochi altri lo sono stati.







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...camminate per la vostra strada, un piede avanti all'altro senza scordare di sorridere.

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Messaggioda gug » mar feb 07, 2006 18:48 pm

Secondo me, come al solito pecchiamo di provincialismo, dato che si sono citati molti italiani o europei, mentre pochi hanno citato Royal Robbins che come ispiratore è stato senz'altro più dirompente di Motti (che anzi da lui è stato ispirato) e ha realizzato imprese alpinistiche al top della sua epoca. Lui, o comunque uno dei grandi americani di quell'epoca, a mio parere non possono mancare in una top five, visto anche che in quegli anni l'alpinismo americano era anni luce avanti.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda Enzolino » mar feb 07, 2006 19:48 pm

gug ha scritto:Secondo me, come al solito pecchiamo di provincialismo, dato che si sono citati molti italiani o europei, mentre pochi hanno citato Royal Robbins che come ispiratore è stato senz'altro più dirompente di Motti (che anzi da lui è stato ispirato) e ha realizzato imprese alpinistiche al top della sua epoca. Lui, o comunque uno dei grandi americani di quell'epoca, a mio parere non possono mancare in una top five, visto anche che in quegli anni l'alpinismo americano era anni luce avanti.
Sara', ma anche lui fa lo stesso.
Ho seguito una sua presentazione sull'arrampicata e l'Europa la cito' solo quando racconto' la direttissima americana ai Dru ... allora gli chiesi quale ruolo ha avuto l'alpinismo europeo e se qualcuno l'ha inspirato. E lui mi disse che Uolter (= Walter) Bonatti ispiro' alcune delle sue ascensioni e soprattutto la sua solitaria sulla Salathe.

In effetti l'impresa dell'Half Dome, e' stata la prima tra tante imprese visionarie, il cui apice, a mio avviso, e' stato il Nose sul Captain (di Harlin & Co). Pur se lo stile fu discutibile fu un'impresa allucinante per quei tempi. QUello che li guidava era l'ignoto e l'impossibile.

Col tecnicismo odierno mi chiedo se esiste ancora questa mentalita'.

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda HappyFra » mar feb 07, 2006 23:45 pm

lingerie ha scritto:
HappyFra ha scritto:
lingerie ha scritto:indubbiamente....... PATRIK EDLINGER


............................MARCO PEDRINI



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Edlinger ce l'avevo anch'io, e vedere citare qui da qualcuno il Pedrini mi fa proprio piacere. A modo suo un innovatore come pochi altri lo sono stati.







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Un grandissimo! Tra l'altro, avendo un amico in comune, l'ho conosciuto abbastanza bene e sono andato ad arrampicare (... e altro) insieme a lui un sacco di volte. Grandissimo alpinista, grandissimo arrampicatore, e grandissima persona.
Ogni problema complesso ammette almeno una soluzione semplice. Sbagliata.


Siamo qui per scalare, mica per divertirci!
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Messaggioda lingerie » mer feb 08, 2006 9:35 am

HappyFra ha scritto:
lingerie ha scritto:
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lingerie ha scritto:indubbiamente....... PATRIK EDLINGER


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Edlinger ce l'avevo anch'io, e vedere citare qui da qualcuno il Pedrini mi fa proprio piacere. A modo suo un innovatore come pochi altri lo sono stati.







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mitico ...PEDRINI...... :wink:


Un grandissimo! Tra l'altro, avendo un amico in comune, l'ho conosciuto abbastanza bene e sono andato ad arrampicare (... e altro) insieme a lui un sacco di volte. Grandissimo alpinista, grandissimo arrampicatore, e grandissima persona.




io non lo conoscevo di persona......

ma so e ho letto di sue imprese anche in Valle dell'Orco vicino casa mia..... :wink:

e poi la spettacolare ascensione in solitaria al CERRO TORRE..... :wink: :!:


..NON SO SE MI SPIEGO cerro torre.... :!: :!: :!: :wink:
Un abbraccio a tutti voi...non scordate mai le piccole cose, le piu preziose...
...camminate per la vostra strada, un piede avanti all'altro senza scordare di sorridere.

(SCOTT)
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Messaggioda gug » mer feb 08, 2006 10:03 am

Enzolino ha scritto:Sara', ma anche lui fa lo stesso.
Ho seguito una sua presentazione sull'arrampicata e l'Europa la cito' solo quando racconto' la direttissima americana ai Dru ... allora gli chiesi quale ruolo ha avuto l'alpinismo europeo e se qualcuno l'ha inspirato. E lui mi disse che Uolter (= Walter) Bonatti ispiro' alcune delle sue ascensioni e soprattutto la sua solitaria sulla Salathe.



....Si, questo c'è scritto anche sul libro biografico, ma penso che in quegli anni, gli americani in Yosemite erano davvero molto più avanti degli europei e perciò c'era poco da attingere per loro quì da noi.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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