Neocatecumenali: se li conosci li eviti?

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Messaggioda Enzolino » mar gen 31, 2006 14:22 pm

Carlo78 ha scritto:Ho messo in grassetto le parti che mi confermano il carattere contraddittorio del pensiero di chi in parte difende la chiesa cattolica, poi però si professa, in fin dei conti, un credente fai da te, che segue la propria coscienza.
Hai detto che trovi giusto che la chiesa cerchi di impedire questo accadimento (inevitabile secondo me), perchè non si snaturi completamente il messaggio originale.
Ma poi dici che a volte ti senti più cristiano, a volte più cattolico, e che non ti piacciono le etichette.
Ma la nostra è la Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
E' un'etichetta. Se non sei d'accordo con una sola parola dei suoi principi, o del suo re, non ne fai parte.
Oggi più che mai, dopo le parole di Ratzinger, i fedeli hanno un "aut aut" che è un'occasone da prendere al volo.
O seguite i vostri pastori e abbandonate il vostro cristianesimo-cattolicesimo-"relativista" ( :roll: )-FaiDaTe, o iniziate a dubitare di tutte le vostre certezze dogmatiche sulla base del fatto che proprio la vostra coscienza non si trova più d'accordo con chi pretende di condurvi.
La denuncia di relativismo è proprio nei confronti di chi sta in quella specie di "limbo" di credenti "non perfettamente in divisa", "non omologati", ma con una propria coscienza, capace di mettere in dubbio il verbo del Papa.
E' una contraddizione in termini, a mio parere, che uno si professi cattolico a volte, perchè a volte non apprezza il pensiero del Papa.
O lo sei, o è arrivato il momento di staccarti del tutto dal Cattolicesimo.

Possiamo rimanere sul "ognuno la pensi come vuole", ovviamente, ma non pensare che chi non crede (più) critichi superficialmente.
Molti sono stati dentro la scatola che ora guardano da fuori e in cui molti sono ancora chiusi dentro, e da cui alcuni come forse anche te
sotto sotto sperano di poter uscire.
Personalmente non mi entusiasma più fare tiro al bersaglio. Anzi.
Ho sperato di far uscire qualcuno da quella scatola per fargli vedere com'è fatta da fuori.
Perchè quando me ne sono accorto....beh...forse è l'unica volta in cui ho avuto qualcosa di simile ad una "illuminazione" :lol: .
Poi è evidente che siamo in una grande Matrioska, e che il processo tende all'infinito.
Ma secondo me le scatole delle religioni sono le più piccole e le più soffocanti per il pensiero.
Secondo me fai una confusione di piani.
Parlando di me stesso, ad esempio, io condivido i principi fondamentali della chiesa cattolica riportati nel Credo. Questo e' cio' che identifica il cattolico. Quindi, se uno mi dice se condivido il Credo dico di si, ma se mi chiede cosa ne penso del pensiero ufficiale della chiesa sugli anticoncezionali o sull'omosessualita', vagliandone criticamente le motivazioni affermo che sono una cazzata. Ma questo non lo penso solo io, ma decine di teologi. E per questo non sarei cattolico? Nient'affatto! Anzi! Sono un cattolico che si impegna a creare dibattito e dialettica.

Sulle etichette vorrei riportare una considerazione di San Tommaso. Colui che ha gettato le basi teologiche della dottrina cattolica. Sulla domanda se, in caso di conflitto bisogna seguire i dettami della chiesa o la propria coscienza, lui risponde "la propria coscienza, perche' e' la' dove ci parla dio".
Ecco, ci sono situazioni in cui una separazione tra chiesa e coscienza e' possibile e bisogna scegliere a quale dare la priorita', ed e' la chiesa stessa ad affermare, attraverso le parole di San Tommaso, che bisogna seguire la propria coscienza. Naturalmente il discorso non e' cosi' banale, perche' la propria coscienza bisogna anche saperla ascoltare. Questo pero' significa anche che le proprie scelte devono essere ponderate. Ne' realizzate con lo spirito del gregge, ne' con quelle dell'anarchico che fa quel che gli pare. Quindi, pur contestando il punto di vista della chiesa, ne tengo conto, di conseguenza il mio, come quello di altri, non sarebbe affatto una fede fai-da-te. Non so se mi son spiegato bene.

Quello che pero' ne' MarcoS, ne' altri, ne' mi pare tu stesso, sembra vogliate capire e' che c'e' una grossa differenza tra condividere i principi di fondo, o quello che ne deriverebbe espresso attraverso la morale. Per cui, basta che violi una postilla dell'enciclica X, che devo dichiarare al mondo di non essere cristiano cattolico!
Mi sembra che vogliate quasi bramosamente vedere i cristiani ben etichettabili ed inquadrabili come coloro che seguono i dettami del papa alla lettera ma, mi dispiace, non e' cosi'.

Per finire io non penso che chi non crede critichi superficialmente. ANZI!!!
Spesso la critica e' giusta, giustificata e pertinente, ed e' anche un'appello all'autocritica da parte dei credenti. Io stesso son stato un ateo ed agnostico sfegatato per un certo tempo. Il mio messaggio era pero' rivolto specificatamente a MarcoS che riportava delle falsita' contestate nel mio post precedente.

Spero di essere stato chiaro.

Ciao :wink:

Lorenzo
Enzolino
 
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Messaggioda BBB » mar gen 31, 2006 20:17 pm

Enzolino ha scritto:
Carlo78 ha scritto:Ho messo in grassetto le parti che mi confermano il carattere contraddittorio del pensiero di chi in parte difende la chiesa cattolica, poi però si professa, in fin dei conti, un credente fai da te, che segue la propria coscienza.
Hai detto che trovi giusto che la chiesa cerchi di impedire questo accadimento (inevitabile secondo me), perchè non si snaturi completamente il messaggio originale.
Ma poi dici che a volte ti senti più cristiano, a volte più cattolico, e che non ti piacciono le etichette.
Ma la nostra è la Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
E' un'etichetta. Se non sei d'accordo con una sola parola dei suoi principi, o del suo re, non ne fai parte.
Oggi più che mai, dopo le parole di Ratzinger, i fedeli hanno un "aut aut" che è un'occasone da prendere al volo.
O seguite i vostri pastori e abbandonate il vostro cristianesimo-cattolicesimo-"relativista" ( :roll: )-FaiDaTe, o iniziate a dubitare di tutte le vostre certezze dogmatiche sulla base del fatto che proprio la vostra coscienza non si trova più d'accordo con chi pretende di condurvi.
La denuncia di relativismo è proprio nei confronti di chi sta in quella specie di "limbo" di credenti "non perfettamente in divisa", "non omologati", ma con una propria coscienza, capace di mettere in dubbio il verbo del Papa.
E' una contraddizione in termini, a mio parere, che uno si professi cattolico a volte, perchè a volte non apprezza il pensiero del Papa.
O lo sei, o è arrivato il momento di staccarti del tutto dal Cattolicesimo.

Possiamo rimanere sul "ognuno la pensi come vuole", ovviamente, ma non pensare che chi non crede (più) critichi superficialmente.
Molti sono stati dentro la scatola che ora guardano da fuori e in cui molti sono ancora chiusi dentro, e da cui alcuni come forse anche te
sotto sotto sperano di poter uscire.
Personalmente non mi entusiasma più fare tiro al bersaglio. Anzi.
Ho sperato di far uscire qualcuno da quella scatola per fargli vedere com'è fatta da fuori.
Perchè quando me ne sono accorto....beh...forse è l'unica volta in cui ho avuto qualcosa di simile ad una "illuminazione" :lol: .
Poi è evidente che siamo in una grande Matrioska, e che il processo tende all'infinito.
Ma secondo me le scatole delle religioni sono le più piccole e le più soffocanti per il pensiero.
Secondo me fai una confusione di piani.
Parlando di me stesso, ad esempio, io condivido i principi fondamentali della chiesa cattolica riportati nel Credo. Questo e' cio' che identifica il cattolico. Quindi, se uno mi dice se condivido il Credo dico di si, ma se mi chiede cosa ne penso del pensiero ufficiale della chiesa sugli anticoncezionali o sull'omosessualita', vagliandone criticamente le motivazioni affermo che sono una cazzata. Ma questo non lo penso solo io, ma decine di teologi. E per questo non sarei cattolico? Nient'affatto! Anzi! Sono un cattolico che si impegna a creare dibattito e dialettica.

Sulle etichette vorrei riportare una considerazione di San Tommaso. Colui che ha gettato le basi teologiche della dottrina cattolica. Sulla domanda se, in caso di conflitto bisogna seguire i dettami della chiesa o la propria coscienza, lui risponde "la propria coscienza, perche' e' la' dove ci parla dio".
Ecco, ci sono situazioni in cui una separazione tra chiesa e coscienza e' possibile e bisogna scegliere a quale dare la priorita', ed e' la chiesa stessa ad affermare, attraverso le parole di San Tommaso, che bisogna seguire la propria coscienza. Naturalmente il discorso non e' cosi' banale, perche' la propria coscienza bisogna anche saperla ascoltare. Questo pero' significa anche che le proprie scelte devono essere ponderate. Ne' realizzate con lo spirito del gregge, ne' con quelle dell'anarchico che fa quel che gli pare. Quindi, pur contestando il punto di vista della chiesa, ne tengo conto, di conseguenza il mio, come quello di altri, non sarebbe affatto una fede fai-da-te. Non so se mi son spiegato bene.


Quello che pero' ne' MarcoS, ne' altri, ne' mi pare tu stesso, sembra vogliate capire e' che c'e' una grossa differenza tra condividere i principi di fondo, o quello che ne deriverebbe espresso attraverso la morale. Per cui, basta che violi una postilla dell'enciclica X, che devo dichiarare al mondo di non essere cristiano cattolico!
Mi sembra che vogliate quasi bramosamente vedere i cristiani ben etichettabili ed inquadrabili come coloro che seguono i dettami del papa alla lettera ma, mi dispiace, non e' cosi'.

Per finire io non penso che chi non crede critichi superficialmente. ANZI!!!
Spesso la critica e' giusta, giustificata e pertinente, ed e' anche un'appello all'autocritica da parte dei credenti. Io stesso son stato un ateo ed agnostico sfegatato per un certo tempo. Il mio messaggio era pero' rivolto specificatamente a MarcoS che riportava delle falsita' contestate nel mio post precedente.

Spero di essere stato chiaro.

Ciao :wink:

Lorenzo


Ti confesso che non sono capace di comprendere il pezzo che ho messo in rosso, se non,
partendo dalla mia precedente e conclusa esperienza e da quella di amici che a tuttoggi al contrario di me seguono la messa domenicalmente
e si definiscono credenti, considerando solamente affettivo il legame residuo che impedisce uno staccamento definitivo.
Una sorta di cordone ombelicale non reciso: mia madre (la Chiesa) ne dice di cose che non condivido,
ma tutto sommato è mia madre (per noi italiani poi) e non me la sento di rinnegarla.

Io la penso così anche per altri argomenti, come ad esempio "l'amore per Dio-Padre".
Stavolta non pretendo di convincere nessuno, mi basta compiacermi del fatto che non succede mai una volta che il comportamento del prossimo
contraddica questa teoria: quella dei legami affettivi non consapevoli.
E una teoria è buona finchè non crolla. :wink:
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Messaggioda Zio Vare » mar gen 31, 2006 20:45 pm

Carlo78 ha scritto:
Enzolino ha scritto:Sulle etichette vorrei riportare una considerazione di San Tommaso. Colui che ha gettato le basi teologiche della dottrina cattolica. Sulla domanda se, in caso di conflitto bisogna seguire i dettami della chiesa o la propria coscienza, lui risponde "la propria coscienza, perche' e' la' dove ci parla dio".
Ecco, ci sono situazioni in cui una separazione tra chiesa e coscienza e' possibile e bisogna scegliere a quale dare la priorita', ed e' la chiesa stessa ad affermare, attraverso le parole di San Tommaso, che bisogna seguire la propria coscienza. Naturalmente il discorso non e' cosi' banale, perche' la propria coscienza bisogna anche saperla ascoltare. Questo pero' significa anche che le proprie scelte devono essere ponderate. Ne' realizzate con lo spirito del gregge, ne' con quelle dell'anarchico che fa quel che gli pare. Quindi, pur contestando il punto di vista della chiesa, ne tengo conto, di conseguenza il mio, come quello di altri, non sarebbe affatto una fede fai-da-te. Non so se mi son spiegato bene.

Ti confesso che non sono capace di comprendere il pezzo che ho messo in rosso,

Io sinceramente non riesco a capire cosa ci sia di non comprensibile nelle parole di Enzolino. Personalmente mi sono trovato più volte a discutere con dei sacerdoti di determinate questioni etiche, morali, ma anche di interpretazione delle scritture, senza essermi sentito mai un eretico, un reietto dalla comunità cristiana. Quello che purtroppo capita e me ne dispiaccio moltissimo è che alla fine si venga "spinti fuori" da certi "ambienti" non per questioni di questo livello, ma perchè si litiga su banalità, perchè nessuno vuole lasciare il proprio orticello, perchè nessuno sa proporre a chi cerca un cammino di una certa profondità. Questo è quello che manca, perchè altrimenti non c'è differenza tra un cortile di un oratorio ed una piazzetta con le panchine su cui parlare della partita. Questi sono i reali problemi di cui in certi ambienti non si ha il coraggio di parlare e fare autocritica. Non l'interpretazione delle scritture e le conseguenze sulla morale.
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Messaggioda BBB » mer feb 01, 2006 1:13 am

Zio Vare ha scritto:
Carlo78 ha scritto:
Enzolino ha scritto:Sulle etichette vorrei riportare una considerazione di San Tommaso. Colui che ha gettato le basi teologiche della dottrina cattolica. Sulla domanda se, in caso di conflitto bisogna seguire i dettami della chiesa o la propria coscienza, lui risponde "la propria coscienza, perche' e' la' dove ci parla dio".
Ecco, ci sono situazioni in cui una separazione tra chiesa e coscienza e' possibile e bisogna scegliere a quale dare la priorita', ed e' la chiesa stessa ad affermare, attraverso le parole di San Tommaso, che bisogna seguire la propria coscienza. Naturalmente il discorso non e' cosi' banale, perche' la propria coscienza bisogna anche saperla ascoltare. Questo pero' significa anche che le proprie scelte devono essere ponderate. Ne' realizzate con lo spirito del gregge, ne' con quelle dell'anarchico che fa quel che gli pare. Quindi, pur contestando il punto di vista della chiesa, ne tengo conto, di conseguenza il mio, come quello di altri, non sarebbe affatto una fede fai-da-te. Non so se mi son spiegato bene.

Ti confesso che non sono capace di comprendere il pezzo che ho messo in rosso,

Io sinceramente non riesco a capire cosa ci sia di non comprensibile nelle parole di Enzolino. Personalmente mi sono trovato più volte a discutere con dei sacerdoti di determinate questioni etiche, morali, ma anche di interpretazione delle scritture, senza essermi sentito mai un eretico, un reietto dalla comunità cristiana. Quello che purtroppo capita e me ne dispiaccio moltissimo è che alla fine si venga "spinti fuori" da certi "ambienti" non per questioni di questo livello, ma perchè si litiga su banalità, perchè nessuno vuole lasciare il proprio orticello, perchè nessuno sa proporre a chi cerca un cammino di una certa profondità. Questo è quello che manca, perchè altrimenti non c'è differenza tra un cortile di un oratorio ed una piazzetta con le panchine su cui parlare della partita. Questi sono i reali problemi di cui in certi ambienti non si ha il coraggio di parlare e fare autocritica. Non l'interpretazione delle scritture e le conseguenze sulla morale.


Nelle piazzette da oratorio ho sempre riscontrato caratteristiche comuni:
-intolleranza a critiche o a "sollevamento di dubbi", con difesa per mezzo di risposte categoriche o frasi fatte. Che significa in soldoni:
paura di confrontarsi, di mettersi in dubbio, di fare autocritica.
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Messaggioda Enzolino » mer feb 01, 2006 10:44 am

Ciao Carlo,

io un po' capisco le tue perplessita' perche' spesso ce le ho anch'io. Ci son tante dinamiche di cui bisogna tenere conto.
- La tendenza dell'autorita' ecclesiastica a controllare la coscienza dei fedeli, per cui le personalita' critiche sono elemento di instabilita' e disturbo e vanno allontanate;
- La pigrizia di molti a non pensare e questo, purtroppo, fa si che le proprie responsabilita' vengano delegate ad altri. E' molto piu' facile ubbidire piuttosto che assumersi le proprie responsabilita'.

Piu' di una volta certe cose che mi son state dette dai preti mi hanno irritato fortemente, per poi scoprire che alcune di queste erano false, altre avevano una base fondamentalmente irrazionale, mentre altre ancora hanno suscitato delle riflessioni positive. Io credo che la chiesa ha ancora molti scheletri nell'armadio, ma allo stesso tempo e' comunque un punto di riferimento per tanti.
Molti ci tengono all'etichetta. Ad essere sicuri di far parte del gregge, per tanti motivi, ed uno di questi e' una paura atavica della morte.

Allora puo' capitare un paradosso: chi segue alla lettera molti precetti rituali, come andare alla messa, puo' tradire valori di fondo che costituiscono il cuore del messaggio evangelico molto di piu' di chi magari verrebbe considerato ritualmente o dottrinalmente eretico, ma che nella prassi si comporta come il tizio che viene appellato come il buon samaritano.

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda Spider » mer feb 01, 2006 18:23 pm

Altro intervento in profondo off-topic: leggevo ieri delle riflessioni di Primo Levi sull'antisemitismo.
Tra i vari motivi storico-socio-economico-cultural-religiosi, ne ha citato uno che mi ha lasciato senza parole: un passo di S.Agostino, che sostiene che la diaspora e la persecuzione degli ebrei è il segno e la punizione divina per ricordare che essi sono il popolo deicida, e pertanto essa è non solo giusta e legittima, ma dovrà continuare in eterno.

In sostanza, uno dei più autorevoli padri della Chiesa non solo giustifica la dispersione e la persecuzione del popolo ebraico, ma incita addirittura al loro mantenimento in eterno.

Conoscevo la menata del "popolo deicida", ma non sapevo avesse radici così profonde ed autorevoli (e, se non erro, mai rinnegate dalla Chiesa).

Io personalmente non ho mai letto S.Agostino, ma Levi non mi pare uno sprovveduto che sparava a caso senza documentarsi prima...

Qualcuno mi sa dire di più?
Le migliori escursioni e vie alpinistiche nelle Dolomiti su www.abcdolomiti.com
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Messaggioda BBB » gio feb 02, 2006 0:23 am

Spider ha scritto:Altro intervento in profondo off-topic: leggevo ieri delle riflessioni di Primo Levi sull'antisemitismo.
Tra i vari motivi storico-socio-economico-cultural-religiosi, ne ha citato uno che mi ha lasciato senza parole: un passo di S.Agostino, che sostiene che la diaspora e la persecuzione degli ebrei è il segno e la punizione divina per ricordare che essi sono il popolo deicida, e pertanto essa è non solo giusta e legittima, ma dovrà continuare in eterno.

In sostanza, uno dei più autorevoli padri della Chiesa non solo giustifica la dispersione e la persecuzione del popolo ebraico, ma incita addirittura al loro mantenimento in eterno.

Conoscevo la menata del "popolo deicida", ma non sapevo avesse radici così profonde ed autorevoli (e, se non erro, mai rinnegate dalla Chiesa).

Io personalmente non ho mai letto S.Agostino, ma Levi non mi pare uno sprovveduto che sparava a caso senza documentarsi prima...

Qualcuno mi sa dire di più?



Lo decide poi ognuno di noi chi è autorevole, Spider. :wink:
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Messaggioda Fokozzone » gio feb 02, 2006 9:11 am

Sì, ne so qualcosa in più.
A parte che la distruzione di Gerusalemme viene profetizzata da Gesù nel vangelo (mi sembra Matteo), ma parecchie scritture del nuovo testamento sostengono che la riunione del popolo eletto con la comunità dei salvati sarà l' ultimo evento che precederà la fine del mondo.
Tuttavia non viene suggerita nessuna persecuzione alle persone fisiche (e come sarebbe possibile?) nè viene proposto alcun atteggiamento antiebraico.
Ciò che si annuncia che sarà disperso e non ricostruibile è il popolo eletto, non l' etnia ebraica. Cioè la struttura teocratica degli ebrei e il loro culto, come unico depositario della promessa. Il simbolo e centro di questa situazione risiede nel tempio, distrutto, mai ricostruito e che mai si ricostruirà, perché l' antica alleanza è stata soppiantata dalla nuova.
Giuliano l' apostata, imperatore romano, provò a ricostruirlo, ma terremoti e prodigi (bruciavano le pietre) misero in fuga le maestranze e fecero desistere dal progetto. Il fatto è significativo perché l' impero romano di allora era la prima potenza mondiale, come se bush oggi approvasse la risoluzione di ricostruzione del tempio e inviasse tecnici e finanziamenti. E ancora oggi lo stato di israele gode dell' appoggio degli stati uniti, ma il tempio non lo ricostruisce. E' una profezia che regge da almeno 1975 anni e che sembra destinata a durare, visto che sull' area del tempio sorge la moschea di omar.

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Messaggioda Enzolino » gio feb 02, 2006 9:19 am

Spider ha scritto:Altro intervento in profondo off-topic: leggevo ieri delle riflessioni di Primo Levi sull'antisemitismo.
Tra i vari motivi storico-socio-economico-cultural-religiosi, ne ha citato uno che mi ha lasciato senza parole: un passo di S.Agostino, che sostiene che la diaspora e la persecuzione degli ebrei è il segno e la punizione divina per ricordare che essi sono il popolo deicida, e pertanto essa è non solo giusta e legittima, ma dovrà continuare in eterno.

In sostanza, uno dei più autorevoli padri della Chiesa non solo giustifica la dispersione e la persecuzione del popolo ebraico, ma incita addirittura al loro mantenimento in eterno.

Conoscevo la menata del "popolo deicida", ma non sapevo avesse radici così profonde ed autorevoli (e, se non erro, mai rinnegate dalla Chiesa).

Io personalmente non ho mai letto S.Agostino, ma Levi non mi pare uno sprovveduto che sparava a caso senza documentarsi prima...

Qualcuno mi sa dire di più?
Ho letto Sant'Agostino, ma solo le sue "Confessioni", ma la cosa non mi stupisce piu' di tanto.
Questo probabilmente e' uno degli scheletri nell'armadio del cristianesimo a cui mi riferivo prima. In altre occasioni mi e' capitato di leggere cose analoghe a quelle riferite a S. Agostino, ma affermate da Sacerdoti durante il nazismo-fascismo e credo sia risaputo che un contributo all'antisemitismo abbia radici cristiane. Se si legge il Corano l'antisemitismo e' abbastanza diffuso, anche se in un punto la gente del libro (cristiani, ebrei, mussulmani) vengono considerati come una sorta di fratellanza.
Insomma, credo che l'antisemitismo abbia radici che sono parecchio antecedenti il nostro secolo. Allo stesso tempo pero' credo sia diffusa l'abitudine ad attribuire eventi tragici alla volonta' divina, da parte del lato superstizioso della natura umana. Quindi non la cosa non mi stupisce piu' di tanto come non mi stupisce leggere che tutte le disgrazie del mondo sono volute da dio per punire questo o quel paese.

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda Fokozzone » gio feb 02, 2006 9:21 am

Tra l' altro a proposito di presunti atteggiamenti antisemiti della chiesa cattolica è vero il contrario: il papato in europa operò sempre a tutela degli ebrei (spesso mal visti perché praticavano l' usura). E anche in un recente passato sta emergendo lo stesso atteggiamento, da studi storici compassati, non polemici e ad opera di stessi ebrei. Vedi articolo.

IL DIBATTITO
Recenti studi di storici ebrei americani smentiscono la
«leggenda nera» antisemita divulgata dai connazionali
Cornwell e Goldhagen e «riabilitano» la figura di Papa
Pacelli

Il giurista Rychlak parla di mezzo milione di salvati,
mentre il rabbino Dalin propone il Pontefice come
«Giusto tra le Nazioni»


Stanno succedendo cose interessantissime nel campo
degli studi storici su Pio XII e la sua relazione
con il mondo ebraico. Dopo anni in cui autori diversi
l'hanno criticato, accusandolo di silenzi e ambiguità
nei confronti della Shoah e addirittura complicità con
il regime nazista, è in atto un riconoscimento dei
meriti di Papa Pacelli da parte di autori ebrei e
studiosi del mondo anglosassone.

A questo proposito negli Stati Uniti sono stati
pubblicati due libri importanti.
Il primo, scritto dal rabbino e professore di scienze
storiche e politiche David Dalin, ha per titolo The
Myth of Hitler's Pope («Il mito del Papa di Hitler»,
Regnery Publishing) e dimostra come falsi i presunti
legami di Pio XII col regime nazista, raccontando come
al contrario Pacelli abbia salvato gli ebrei dal
nazismo.
Per le sue opere in favore degli ebrei, Dalin propone
di fare Pio XII un «Giusto tra le nazioni».
Del suo libro, l'edizione online del Jerusalem Post ha
scritto una recensione molto positiva.

L'altro libro che sta facendo scalpore è stato scritto
da Ronald J. Rychlak, giurista, già consigliere della
delegazione vaticana alle Nazioni Unite.
Il suo lavoro s'intitola Righteous Gentiles. How Pius
XII and the Catholic Church saved half million Jews
from the Nazis («Il Giusto delle nazioni. Come Pio XII
e la Chiesa salvarono mezzo milione di ebrei dai
nazisti», Spence Publishing).
Anche questo libro, con una prefazione di Michael
Novak, è una puntuale e argomentata risposta a tutte
le obiezioni sollevate dai critici sul comportamento
di Pio XII nei riguardi degli ebrei.

Così - a fronte di autori contemporanei come John
Cornwell e Daniel Jonah Goldhagen, che hanno cercato
di demonizzare la figura di Papa Pacelli - Dalin
riporta gli studi autorevoli di autori ebrei come
Pinchas Lapide (Roma e gli ebrei) e Pio XII e gli
ebrei, scritto nel 1963 dal membro dell'Anti-Defamation
League Joseph Lichten, e poi Jenö Levai, lo storico
ungherese che davanti alle accuse di silenzio rivolte
al Papa scrisse Hungarian Jewry and the papacy. Pope
Pius XII did not remain silent («Gli ebrei ungheresi e
il papato. Pio XII non è stato in silenzio»),
pubblicato nel 1968 con una puntuale introduzione di
Robert M. W. Kempner, sostituto procuratore capo
statunitense a Norimberga.

Tra le opere uscite di recente il rabbino statunitense
Dalin sottolinea in particolare i lavori di sir Martin
Gilbert, tra i più autorevoli storici ebrei viventi,
biografo ufficiale di Winston Churchill e autore di
oltre 70 libri sulla Seconda Guerra mondiale e sulla
Shoah.
Gilbert ha raccontato quanto la Chiesa cattolica ha
fatto in difesa degli ebrei opponendosi al razzismo e
al nazismo, e in particolare ha affermato che «Pio XII
dovrebbe essere elogiato e non biasimato».

Molto interessante anche il capitolo in cui Dalin
analizza il comportamento dei vari Pontefici rispetto
al rapporto con gli ebrei.
La tradizione dei Papi che ebbero grande considerazione
e stima degli ebrei inizia, a giudizio del rabbino
americano, con Gregorio I (meglio conosciuto come
Gregorio Magno, 590-604) che emise lo storico decreto
Sicut Judaeis in difesa degli ebrei.
In seguito papa Callisto II garantì la sua protezione
ai giudei e Gregorio X (1271-1276) ribadì il Sicut
Judaeis.
Nel XIV secolo poi, quando gli ebrei furono biasimati
per l'epidemia di peste detta «la morte nera», papa
Clemente VI (1342-1352) venne in loro soccorso, e fu
l'unico leader europeo a farlo.
Bonifacio IX (1389-1403) allargò la protezione papale
agli ebrei, riconoscendone la cittadinanza romana nel
1402, e fu il primo Papa ad impiegare ebrei in
Vaticano.
I papi Martino V (1417-1431) e Eugenio IV (1431-1437)
ebbero come medico personale l'ebreo Elijah ben
Shabbetai Be'er, il quale grazie all'aiuto dei
pontefici divenne il primo ebreo a insegnare in una
facoltà universitaria europea, quella di Pavia.
Alessandro Borgia, Pontefice con il nome di Sisto IV
(1471-1484), fu il primo ad impiegare copisti ebraici
nella Biblioteca Vaticana e creò la prima cattedra di
Ebraico all'università di Roma; durante il suo
pontificato la popolazione ebraica raddoppiò in numero.

Dalin racconta anche di Nicola V, Giulio II, Leone X,
Clemente VII, Paolo III, Benedetto XIV, Clemente XIII,
Clemente XIV, Leone XIII e Pio IX, tutti intervenuti in
difesa degli ebrei.

Del XX secolo, infine, il rabbino ricorda Benedetto XV
- che pubblicò una condanna dell'antisemitismo
preparata dal giovane Pacelli.
Pio XI, il cui insegnante di ebraico era un rabbino, è
noto anche per aver affermato che «spiritualmente noi
siamo tutti semiti».

Pio XII viene citato per l'opera gigantesca in difesa
degli ebrei perseguitati, mentre Giovanni XXIII e Paolo
VI furono stretti collaboratori di Pacelli nell'opera
di salvataggio degli ebrei durante la seconda guerra
mondiale.

Per concludere con Giovanni Paolo II, che per primo
visitò la Sinagoga di Roma e che pregò di fronte al
Muro del pianto a Gerusalemme, e con Benedetto XVI e
la sua storica visita nella sinagoga di Colonia.

L'ultima parte del libro di Dalin è dedicata in
particolare alla storia e alle vicende del gran
Muftì di Gerusalemme Hajj Amin al Husseini, che
durante la seconda guerra mondiale incontrò Adolf
Hitler in numerose occasioni; amico di Adolf
Heichmann, visitò i lager di Auschwitz, intervenne
alla radio tedesca dichiarandosi d'accordo
sull'eliminazione degli ebrei europei al fine di
evitare la nascita di uno Stato ebraico.
E oggi, di fronte al rinascente antisemitismo, Dalin
propone di ristabilire la verità storica, studiare
le condanne del razzismo della Chiesa cattolica e
fare di Pio XII un «Giusto tra le Nazioni».

Antonio Gaspari
(C) Avvenire, 12-1-2006
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Messaggioda Spider » gio feb 02, 2006 15:26 pm

Enzolino ha scritto:Questo probabilmente e' uno degli scheletri nell'armadio del cristianesimo a cui mi riferivo prima. In altre occasioni mi e' capitato di leggere cose analoghe a quelle riferite a S. Agostino, ma affermate da Sacerdoti durante il nazismo-fascismo e credo sia risaputo che un contributo all'antisemitismo abbia radici cristiane.


mi sono riletto ieri sera il passo di Levi.
In effetti, nella sua lettura, S.Agostino sostiene proprio che l'eterna sofferenza del popolo ebraico è voluta da Dio come punizione per loro, e monito e "premio" per i Cristiani.
E addirittura il cenno al "deicidio" e alla diaspora per volontà divina, era presente nella liturgia pasquale.
In più, Agostino sostiene che gli ebrei vanno perseguitati e scacciati, ma NON uccisi, proprio perchè la loro diaspora deve continuare in eterno (se li elimino tutti, ovviamente addio diaspora).

Comunque, contrariamente a quanto mi ricordavo, la Chiesa ha ritrattato questa posizione, Levi conclude il paragrafo dicendo che il Concilio Vaticano II ha "ammorbidito" queste posizioni, togliendo questa parte del pensiero agostiniano dalla dottrina ufficiale.

Certo che il CVII è venuto parecchi anni dopo l'olocausto...
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Messaggioda Enzolino » gio feb 02, 2006 17:11 pm

Fok, quello che riporti forse rende piu' giustizia alle accuse nei confronti del cristianesimo per quanto riguarda l'antisemitismo. Credo comunque che molto delle idee di S. Agostino sia sedimentato nella cultura popolare visto che ho letto diversi aneddoti in cui per molti cristiani l'olocausto era considerato una punizione di dio nei confronti degli ebrei. Ricordo che avevo sentito una cosa del genere dalla mia catechista ...

Ci sono addiritture correnti religiose ebree che rifiutano lo stato ebraico perche' la diaspora dovrebbe continuare sino alla fine del mondo. Qualcuno mi corregga se sbaglio.

Spider, il CVII ne ha reiterato molte di posizioni, per fortuna ... ma mi chiedo quanto stia realmente condizionando la chiesa di oggi ... :roll:
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Messaggioda MarcoS » ven feb 03, 2006 13:27 pm

insomma, per vari motivi in sti giorni non mi sono potuto collegare e ho un po' perso il filo del discorso. comunque, in breve, enzo, per me non sono tanto falsità (magari un po' semplificazioni, questo si per i motivi che ho già detto) e tutta la faccenda è assai complessa in realtà.
Comunque non se ne va fuori e mi sono un po' stufato di stare a ravanare tra sti argomenti in sto modo (colpa mia che ho continuato, eh, lo ammetto :lol:). quindi fine, per me. E vuoi sapere in COSA credo? e perché bisognerebbe per forza credere o non credere a qualcosa? Come con la moto: il viaggio è più interessante della meta potrebbe essere una specie di risposta... :D
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Messaggioda gug » ven feb 03, 2006 16:28 pm

MarcoS ha scritto:insomma, per vari motivi in sti giorni non mi sono potuto collegare e ho un po' perso il filo del discorso. comunque, in breve, enzo, per me non sono tanto falsità (magari un po' semplificazioni, questo si per i motivi che ho già detto) e tutta la faccenda è assai complessa in realtà.
Comunque non se ne va fuori e mi sono un po' stufato di stare a ravanare tra sti argomenti in sto modo (colpa mia che ho continuato, eh, lo ammetto :lol:). quindi fine, per me. E vuoi sapere in COSA credo? e perché bisognerebbe per forza credere o non credere a qualcosa? Come con la moto: il viaggio è più interessante della meta potrebbe essere una specie di risposta... :D



....ooooh questo è un discorso che fila e mi sta bene: ti sei dato delle risposte, ne dai una argomentazione, queste ti soddisfano e quindi la cosa va benissimo (in parte, ti dico, ti invidio pure). Ciò che stona è invece quando cerchi in tutti i modi di attaccare o screditare chi quelle risposte se le è date in maniera diversa o le sta cercando da un'altra parte.
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Messaggioda MarcoS » ven feb 03, 2006 16:46 pm

gug ha scritto:..... quando cerchi in tutti i modi di attaccare o screditare chi quelle risposte se le è date in maniera diversa o le sta cercando da un'altra parte.


è che sono geneticamente bastardo 8)
e anche un po' un provocatore...sempre stato. :lol:
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Messaggioda Enzolino » ven feb 03, 2006 16:56 pm

Diciamo che sei furbo ... lanci la freccia e poi te ne fuggi ... sei quasi come Fokozzone ... :lol:
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Messaggioda MarcoS » ven feb 03, 2006 17:10 pm

Enzolino ha scritto:Diciamo che sei furbo ... lanci la freccia e poi te ne fuggi ... sei quasi come Fokozzone ... :lol:


aaagh! no! come il fok no!
:lol:

e poi non fuggo, mi sono solo stufato, che tanto, ripeto, non se ne va fuori...uff! :D
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