alpinisti

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Re: alpinisti

Messaggioda andreag » mer gen 11, 2006 12:07 pm

Buzz ha scritto:Narcisi in fuga, incatenati nelle proprie proiezioni, convinti della propria buona sorte. Ma liberi di provare in ciò che fa paura la nostra insicurezza.
Impegnati a ricomporre il puzzle di anime spezzate, senza pensare ai nostri limiti.
Mentre la giostra dell'inutile gira, illusione di un tempo che si finge eterno e di orizzonti illimitati solo dalla nostra incapacità di incontrarne il confine.

Finali scontati. Eppure vissuti. Raggiunti fra favole e bugie, raccontate soprattutto a se stessi.
Rincorriamo il nulla, e abbassiamo gli occhi di fronte a specchi insopportabili.

Il mondo è di chi promette il falso.


Bella, di chi è??

Erri??

A.
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Messaggioda Buzz » mer gen 11, 2006 12:14 pm

mio

un modo di vedere quello che facciamo

sottolineo un modo

non la Verità
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Re: alpinisti

Messaggioda Buzz » mer gen 11, 2006 12:42 pm

cica ha scritto:
Buzz ha scritto:Narcisi in fuga, incatenati nelle proprie proiezioni, convinti della propria buona sorte. Ma liberi di provare in ciò che fa paura la nostra insicurezza.
Impegnati a ricomporre il puzzle di anime spezzate, senza pensare ai nostri limiti.
Mentre la giostra dell'inutile gira, illusione di un tempo che si finge eterno e di orizzonti illimitati solo dalla nostra incapacità di incontrarne il confine.

Finali scontati. Eppure vissuti. Raggiunti fra favole e bugie, raccontate soprattutto a se stessi.
Rincorriamo il nulla, e abbassiamo gli occhi di fronte a specchi insopportabili.


sai robi, pensavo.
scorporando un attimo il tuo pensiero, dall'essere solamente alpinista, perchè io non lo sono.
ma.
penetra ugualmente e sposta l'irrilevante.
te l'ho già detto, ci sono dentro ma non mi ci trovo.
ma penso a noi, a noi persone che diamo sempre qualcosa a tutto ciò che incontriamo, ma scegliamo sempre cosa dare.
perchè tutto quello che diciamo, tutto quello che facciamo in fondo è diretto ad allestire lo scenario, lo sfondo per la vita che aspiriamo a cavalcare.

questo modo di vivere, (anche per l'alpinista?) forse è solo un'azione necessaria. non vacuità.

gli incontri con le persone, l'impatto con la roccia, sono tutte esperienze, e le esperienze sono sempre e comunque legami assoluti. arrivare a chiudere il cerchio di ciascuna esperienza, questo non è falsificazione.
forse è una ricostruzione del puzzle delle nostre psicologie fragili, questo si.

alla fine di questo tu pensi che si sia sempre allo stesso punto?
no, dimmi di no, è un processo del vivere in continua evoluzione, se mettiamo alla prova noi stessi, riusciamo a mettere alla prova le emozioni negative.

e se riusciamo a capire che queste ultime non sono mai un posto dove restare a lungo,
non ci siamo rincorsi la coda a vuoto, no?


mi erano sfuggite le tue parole, coperte dal cambio pagina

"arrivare a chiudere il cerchio di ciascuna esperienza, questa non è falsificazione"

si,
sono assolutamente d'accordo

ed è necessario, non vacuità

tuttavia,
quello che fa la differenza fra utile e inutile
è la consapevolezza

l'esperienza,
tutta l'esperienza è necessaria ... dove ci può portare non lo so, ma forse non importa

questa strada, l'importante è percorrerla,

l'importante è non tirarsi indietro

ma quando, in tutte le esperienze, si diventa come criceti che girano sulla ruota...

non nego il valore dell'esperienza di girare sulla ruota...

tuttavia quando capisci che è così occorre scendere.

occorre avere la forza di scendere e continuare la propria strada.


:::

Invece, l'esperienza forte, totalizzante, quella in cui sei vicino al limite... può diventare un bell'alibi, una bella via di fuga, un bel modo di abbassare lo sguardo di fronte allo specchio.
Compiacendosi dell'ammirazione degli altri.
Illudendosi che la proiezione di se stessi basti a riempire un vuoto esistenziale.
Qualcuno disse... "falliti"...

ecco... in fondo il discorso è sempre quello.
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Re: alpinisti

Messaggioda cica » mer gen 11, 2006 13:45 pm

Buzz ha scritto:
mi erano sfuggite le tue parole, coperte dal cambio pagina

"arrivare a chiudere il cerchio di ciascuna esperienza, questa non è falsificazione"

si,
sono assolutamente d'accordo

ed è necessario, non vacuità

tuttavia,
quello che fa la differenza fra utile e inutile
è la consapevolezza

l'esperienza,
tutta l'esperienza è necessaria ... dove ci può portare non lo so, ma forse non importa

questa strada, l'importante è percorrerla,

l'importante è non tirarsi indietro

ma quando, in tutte le esperienze, si diventa come criceti che girano sulla ruota...

non nego il valore dell'esperienza di girare sulla ruota...

tuttavia quando capisci che è così occorre scendere.

occorre avere la forza di scendere e continuare la propria strada.


:::

Invece, l'esperienza forte, totalizzante, quella in cui sei vicino al limite... può diventare un bell'alibi, una bella via di fuga, un bel modo di abbassare lo sguardo di fronte allo specchio.
Compiacendosi dell'ammirazione degli altri.
Illudendosi che la proiezione di se stessi basti a riempire un vuoto esistenziale.
Qualcuno disse... "falliti"...

ecco... in fondo il discorso è sempre quello.


si, se si continua ad ospitare in noi qualcosa che si ritiene di dover nascondere, allora non si fa alcun progresso,
e
se facciamo di noi un uso cattivo, se ciò che crediamo prima è sempre e solo ciò che crediamo ora,
allora non si fa alcun progresso,
è molto difficile a volte lasciar andare via qualcosa che ci appartiene, ma si compie anche in questo caso un'azione necessaria, e non bisogna considerarsi migliori o peggiori per questo mutare la nostra pelle.

se un alpinista (persona) è in grado di divertirsi con il giocattolo montagna (giocattolo vita), senza accanirsi, e riesce ad immagazzinare il ricordo di questo divertimento, alla fine è la montagna (vita) in sè ad essere desiderabile e quindi irresistibile, o è solo la sensazione di totalità che la montagna/giocattolo/vita stessa gli procura?

ma se l'alpinista/persona, scendendo dalla ruota, è riuscito a distinguere, imparando dall'esperienza, tra ciò che è alibi e ciò che è meraviglia ancorchè imperfetta, ha forse anche imparato a capire cosa si prova ad essere vivacemente vivi piuttosto che felicemente vuoti.
giusto?
non basta respirare per sentirsi vivi, no?

minchia forse mi sono attorcigliata su me stessa...
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Re: alpinisti

Messaggioda Buzz » mer gen 11, 2006 14:02 pm

cica ha scritto:
si, se si continua ad ospitare in noi qualcosa che si ritiene di dover nascondere, allora non si fa alcun progresso,
e
se facciamo di noi un uso cattivo, se ciò che crediamo prima è sempre e solo ciò che crediamo ora,
allora non si fa alcun progresso,
è molto difficile a volte lasciar andare via qualcosa che ci appartiene, ma si compie anche in questo caso un'azione necessaria, e non bisogna considerarsi migliori o peggiori per questo mutare la nostra pelle.

se un alpinista (persona) è in grado di divertirsi con il giocattolo montagna (giocattolo vita), senza accanirsi, e riesce ad immagazzinare il ricordo di questo divertimento, alla fine è la montagna (vita) in sè ad essere desiderabile e quindi irresistibile, o è solo la sensazione di totalità che la montagna/giocattolo/vita stessa gli procura?

ma se l'alpinista/persona, scendendo dalla ruota, è riuscito a distinguere, imparando dall'esperienza, tra ciò che è alibi e ciò che è meraviglia ancorchè imperfetta, ha forse anche imparato a capire cosa si prova ad essere vivacemente vivi piuttosto che felicemente vuoti.
giusto?
non basta respirare per sentirsi vivi, no?

minchia forse mi sono attorcigliata su me stessa...


8O :D

a volte basta respirare per sentirsi vivi...
l'importante è essere consapevoli di stare respirando

e qualunque cosa fai, secondo me, è bella e giusta
l'importante è la consapevolezza con cui si compie.

alla base della consapevolezza c'è la scelta... dopo la scelta viene l'attenzione.

l'attenzione può condurti ad una nuova scelta.

il brutto è vivere spazi di vita senza consapevolezza,
scelte che si trascinano per abbrivio.
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Messaggioda cuorpiccino » gio gen 12, 2006 15:27 pm

L'uomo è un animale strano. Sopra la soglia di sopravvivenza, passato il momento dei bisogli fisiologici elementari (più o meno) tipo mangiare , bere, dormire e zibidì-zibidé, tolto il tempo del lavoro, in quello che rimane deve pur fare qualche cosa.
Ma la serenità o l'inquietudine nella quale viviamo non so da che dipenda. Qualcuno sta bene su un prato, un altro appiccato su una parete.
Ma i parametri per giudicare un fallito o un "realizzato", chi li sceglie?
Il più grande alpinista è quello che si diverte di più
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Messaggioda smaz » gio gen 12, 2006 15:55 pm

Sviscerado i concetti ci si ritrova magari a fare i soliti discorsi anche un po' pallosi... qualche volta anche la forma ha la sua importanza, quando una emozione è racchiusa tra le giuste parole arriva con la giusta intensità...
Ringrazio buzz e cica per essere riusciti a solleticarmi nel profondo...
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