Buzz ha scritto:
mi erano sfuggite le tue parole, coperte dal cambio pagina
"arrivare a chiudere il cerchio di ciascuna esperienza, questa non è falsificazione"
si,
sono assolutamente d'accordo
ed è necessario, non vacuità
tuttavia,
quello che fa la differenza fra utile e inutile
è la consapevolezza
l'esperienza,
tutta l'esperienza è necessaria ... dove ci può portare non lo so, ma forse non importa
questa strada, l'importante è percorrerla,
l'importante è non tirarsi indietro
ma quando, in tutte le esperienze, si diventa come criceti che girano sulla ruota...
non nego il valore dell'esperienza di girare sulla ruota...
tuttavia quando capisci che è così occorre scendere.
occorre avere la forza di scendere e continuare la propria strada.
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Invece, l'esperienza forte, totalizzante, quella in cui sei vicino al limite... può diventare un bell'alibi, una bella via di fuga, un bel modo di abbassare lo sguardo di fronte allo specchio.
Compiacendosi dell'ammirazione degli altri.
Illudendosi che la proiezione di se stessi basti a riempire un vuoto esistenziale.
Qualcuno disse... "falliti"...
ecco... in fondo il discorso è sempre quello.
si, se si continua ad ospitare in noi qualcosa che si ritiene di dover nascondere, allora non si fa alcun progresso,
e
se facciamo di noi un uso cattivo, se ciò che crediamo prima è sempre e solo ciò che crediamo ora,
allora non si fa alcun progresso,
è molto difficile a volte lasciar andare via qualcosa che ci appartiene, ma si compie anche in questo caso un'azione necessaria, e non bisogna considerarsi migliori o peggiori per questo mutare la nostra pelle.
se un alpinista (persona) è in grado di divertirsi con il giocattolo montagna (giocattolo vita), senza accanirsi, e riesce ad immagazzinare il ricordo di questo divertimento, alla fine è la montagna (vita) in sè ad essere desiderabile e quindi irresistibile, o è solo la sensazione di totalità che la montagna/giocattolo/vita stessa gli procura?
ma se l'alpinista/persona, scendendo dalla ruota, è riuscito a distinguere, imparando dall'esperienza, tra ciò che è alibi e ciò che è meraviglia ancorchè imperfetta, ha forse anche imparato a capire cosa si prova ad essere vivacemente vivi piuttosto che felicemente vuoti.
giusto?
non basta respirare per sentirsi vivi, no?
minchia forse mi sono attorcigliata su me stessa...