Considerazioni (molto) personali su ghiaccio e riviste.

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Considerazioni (molto) personali su ghiaccio e riviste.

Messaggioda Siloga66 » sab gen 07, 2006 12:35 pm

Non è un argomento nuovo ma stamattina ho comperato il nuovo alp wall dopo tanti mesi che non comperavo nessuna rivista del settore. Ci sono dei bei articoli sull'arrampicata ghiacciosa e dei test interessanti sulle picche. Poi c'è l'immancabile articolo che mi lascia perplesso.
-A pagina 80 si vede un "climber leopardato": che c***o è? Si vede uno con dei pantaloni stiratissimi con la riga in mezzo e con una maglietta a maniche corte leopardata che scala su un insidioso palo di legno! (al quale per non incorrere in rischi mortali è stata tolta la scorza esterna. Sai potrebbe essere friabile. Inoltre tiene una gamba verticale in alto lungo il palo. (a che servirà poi...).
-Nella foto a fianco si vede Anna Torretta vestita da spiaggia che fa "ghiaccio" su pannelli di legno e vetroresina. Eh si, perchè ormai a fare ghiaccio solo "noi retrogradi" andiamo con 3 felpe e gore-tex "oggi" si va a fare "ghiaccio estremo" con solo il reggiseno. (con tutto il rispetto per la Torretta, non ce l'ho con lei). Comunque i guanti li ha (col solo reggiseno).
-A pagina 81 in alto si vede uno che sta avendo un rapporto sessuale con un altro palo di legno (in orizzontale). Piu in basso si vede una con una giacca di piumino (era freddo?) con a fianco un'altra ragazza con il top sbracciata e scollata (ah..no, allora era caldo).
-A pagina 84 c'è l'apoteosi dell'idiozia: uno che scala con picche e scarpine ramponate una classica e frequente difficoltà da cascata di ghiaccio dura?! (ci vogliamo proprio rendere ridicoli. Ci piace farci male eh).
Per fortuna due pagine dopo arriva qualcosa di piu serio. Vabbè. Io sarò retrogrado e antico e ognuno si può divertire come vuole, ma lasciatemi dire che "quel mondo" non sarà mai il mio mondo.
Ciao ice-climber (quelli veri).
Passano le mode ma in Germania la moda dei calzini con i sandali passerà mai.
Ma i tedeschi son fighi lo stesso.
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Re: Considerazioni (molto) personali su ghiaccio e riviste.

Messaggioda lucasignorelli » sab gen 07, 2006 13:46 pm

Siloga66 ha scritto:Non è un argomento nuovo ma stamattina ho comperato il nuovo alp wall dopo tanti mesi che non comperavo nessuna rivista del settore. Ci sono dei bei articoli sull'arrampicata ghiacciosa e dei test interessanti sulle picche. Poi c'è l'immancabile articolo che mi lascia perplesso.


Quando ho chiesto ad un giornalista del settore il come mai sulle riviste si vedono sempre più spesso questo genere di cose, la risposta è stata - testuali parole - che tendono a rassicurare il lettore sul fatto che l'arrampicata (su ghiaccio e non) non è tanto uno sport estremo quanto un'attività "fun" tipo snowboard. L'opinione del giornalista in question è che il pubblico giovane adesso vuole questo, e che per mantenere le vendite è questo il tasto da battere, che piaccia o no. Il che dimostra come, ancora una volta, quando si parla di lavoro tutti diventiamo flessibili sui metodi per farlo continuare...

Vorrei precisare che Anna Torretta si farà pure fotografare in costume da bagno (beata lei che puo, lo facessi io farei cadere gli occhi ai lettori!) mentre arrampica sui pannelli, ma una che ha fatto la MacIntyre, per me nel tempo libero si può permettere qualsiasi cosa! (tanto per ribadire la mia ossessione Jorassiana... :roll:)
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Messaggioda ram| » sab gen 07, 2006 14:19 pm

stanno pompando questa orribile attività a più non posso.
le aziende devono vendere. il tooling è una roba inventata solo per vendere materiali improponibili.
r
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Re: Considerazioni (molto) personali su ghiaccio e riviste.

Messaggioda cialtrone » sab gen 07, 2006 14:21 pm

Siloga66 ha scritto:ma lasciatemi dire che "quel mondo" non sarà mai il mio mondo.
E questa che scrivi, lasciatelo dire, è una cosa apprezzabile.

Invece il resto sa di solita chiusura mentale verso cose che, non appartenendoti, sono "male", mentre quelle che ti appartengono sono "bene"...e lo dimostri concludendo "ciao ice climber, quelli veri", come se, nel caso specifico la sinuosa Torretta non lo fosse, un iceclimber (e mai esempio ci è più tagliato, visto che se non tira di piccozze questa fanciulla, e pure magistralmente, dimmi te chi ci tira, di piccozze, e ti starò ad ascoltare...)

E comunque, caro te, anche il mio mondo non è questo, e quando vedo 'ste robbe penso, ma guarda il cialtrone nudo con il cappello in inverno sul masso, come dire, nudo con il piumino in estate a Rimini, e poi ripenso, ma saranno c@zzi suoi, no?
C@zzi che, baideuei, ha però evidentemente "importato" da qualcuno che glielo ha mostrato, cosa fare, visto che non è proprio spontaneo atteggiarsi a tal modo davanti ad un sasso (se proprio c'è un modo spontaneo di atteggiarsi di fronte ad un sasso, certo...), mentre 9 bulderisti su 10 nelle riviste sono ritratti proprio in tale maniera.

E qui metti in evidenza cose giuste e note, che rientrano nella teoria della comunicazione, e a cui il Signorelli ti ha risposto nel merito, ovvero sulle riviste, ed in genere, ovunque, trovi scritte cose che possano essere recepite in maniera friendly, e non hard, in maniera tale che il "cliente" possa nutrirsi con esse, e possa dunque tornare pacificamente a chiederle a chi gliele ha fornite in maniera ottima... siamo bersagli di mercato, caro, ed il mercato va alimentato, altrimenti... ;-)

Buone picozzate, rigorosamente coperto, neh?
Byez.
cialtrone
 

Re: Considerazioni (molto) personali su ghiaccio e riviste.

Messaggioda lucasignorelli » sab gen 07, 2006 14:36 pm

cialtrone ha scritto:
E qui metti in evidenza cose giuste e note, che rientrano nella teoria della comunicazione, e a cui il Signorelli ti ha risposto nel merito, ovvero sulle riviste, ed in genere, ovunque, trovi scritte cose che possano essere recepite in maniera friendly, e non hard, in maniera tale che il "cliente" possa nutrirsi con esse, e possa dunque tornare pacificamente a chiederle a chi gliele ha fornite in maniera ottima... siamo bersagli di mercato, caro, ed il mercato va alimentato, altrimenti... ;-)


C'è una famosa strip di Calvin & Hobbes, dove Calvin mostra al tigrotto Hobbes tutte le riviste dedicate al Chewing-Gum che possiede (c'è quella per il consumatore casuale, quella giovanilistica, quella "gonzo", quella "extreme" per i recordman della masticazione... e la considerazione è quella ovvia, è la vecchia tattica del dividi e impera, creando una senso di (falsa) appartenenza ad una categoria si impongono consumi e bisogni che forse non esistono. Rimane il fatto che la gente poi li accetta entusiasta e quindi ritornianiamo alla vecchia diatriba se sia più da biasimare la prostituta o il clienti (o entrambi o nessuno!).

La contraddizione è che qui il mercato giornalistico di montagna l'è quello che l'è - modesto nella circolazione e certamente poco incisivo e "rilevante" , e il risultato è che certe "tattiche" sono usate talmente male e a sproposito che finisco per dare un'impressione di provincialismo estremo, invece che di sincera ricerca del nuovo. E qui torniamo all'inizio - Anna Torretta può ovviamente fare quello che vuole, anche perchè è una che le sue capacità le dimostra con i fatti - chi fa le riviste sembra invece sempre li con il fiatone a rincorrere i cambiamenti di vento.

Il problema non è quasi mai in chi arrampica - sta negli altri dieci che stanno a guardare e commentano!
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Re: Considerazioni (molto) personali su ghiaccio e riviste.

Messaggioda cialtrone » sab gen 07, 2006 15:21 pm

lucasignorelli ha scritto:La contraddizione è che qui il mercato giornalistico di montagna l'è quello che l'è - modesto nella circolazione e certamente poco incisivo e "rilevante" , e il risultato è che certe "tattiche" sono usate talmente male e a sproposito che finisco per dare un'impressione di provincialismo estremo, invece che di sincera ricerca del nuovo.
A te pare che il mercato giornalistico sia quello che sia, e pure poverello, come tattiche. Ti posso dare ragione, visto che sicuramente le redazioni delle alpi non pullulano di geni della comunicazione.
Ma, permettimi. Secondo me è che l'impressione tua sia determinata dal fatto che il giornalismo alpinistico nel senso moderno non è mai esistito, sino a 5 anni fa. Era cronaca per appassionati. QUindi anche se non sapevi coniugare un verbo ed il mercato era distante mille miglia, era sufficiente scrivere cosa era successo per fare giornalismo dell'alpe.
Ora invece la cosa un poco cambia. Il mercato è divenuto capillare. E stiamo velocemente arrivando alla legge economica, che non è quella della domanda ed offerta, ma è quella dell'offerta che genera la domanda.
Certo, per chi, come te, magari, è nell'alpinismo da allora, vedere queste cose fa tenerezza e ti paiono pure scoordinate e di poco spessore, ma, per chi si affaccia oggi all'alpe, e acquista la rivista del settore, la proposta di vita che a te pare spassosa, ad altri pare allettante. Credimi.
E per quanto maldestra e provinciale, come al solito, la comunicazione funziona.
E quindi non sono in accordo quando dici che nelle redazioni rincorrano la moda: la moda hanno capito che la devono proporre, dopo essersela inventata. Lascia che corra del tempo, e poi quello che tu definisci "provinciale" diverrà "trendy" (mi fa schifo solo a scriverlo, 'sto aggettivo, cristo).
Ma, come sempre, sarebbe bello discuterne de visu.
Ciàps.
cialtrone
 

Re: Considerazioni (molto) personali su ghiaccio e riviste.

Messaggioda lucasignorelli » sab gen 07, 2006 16:08 pm

cialtrone ha scritto:Ma, permettimi. Secondo me è che l'impressione tua sia determinata dal fatto che il giornalismo alpinistico nel senso moderno non è mai esistito, sino a 5 anni fa. Era cronaca per appassionati. QUindi anche se non sapevi coniugare un verbo ed il mercato era distante mille miglia, era sufficiente scrivere cosa era successo per fare giornalismo dell'alpe.


Non sono molto d'accordo - Il genere di cui parli tu mi sembra quello un tempo caro alla Rivista Mensile del CAI o alle varie riviste del CAAI, dell'UGET, etc.. Nel suo piccolo, la Rivista della Montagna, alla fine degli anni '70, non solo cavalcava piuttosto bene la "tigre" della transizione da alpinismo ad arrampicata sportiva, ma era sempre piuttosto in prima linea quando si trattava di proporre qualcosa di nuovo, sia essa la neonata arrampicata su cascata, lo sci alpinismo di un certo tipo, etc. E quando erano scoppiate le polemiche sullo spit selvaggio aveva preso posizioni polemiche e spesso impopolari. Alp, agli inizi, si era proposta come rivista "veloce", non solo di cronaca, ma anche di diffusione del cambiamento e di finestra sul "mercato" (al punto da avere in certi momenti toni quasi modello Mediaset!)

cialtrone ha scritto:Ora invece la cosa un poco cambia. Il mercato è divenuto capillare. E stiamo velocemente arrivando alla legge economica, che non è quella della domanda ed offerta, ma è quella dell'offerta che genera la domanda.
Certo, per chi, come te, magari, è nell'alpinismo da allora, vedere queste cose fa tenerezza e ti paiono pure scoordinate e di poco spessore, ma, per chi si affaccia oggi all'alpe, e acquista la rivista del settore, la proposta di vita che a te pare spassosa, ad altri pare allettante. Credimi.


Devo dire che più che "spassosa" la trovo sterile e un piuttosto noiosa. Io sono molto legato alla lettura delle riviste straniere, soprattutto quelle inglesi ed americane. Con tutti i loro difetti (e per esempio "Climbing" di difetti ne ha un milione), hai sempre la sensazione che tutto quanto viene proposto, per quanto a volte sconclusionato e imperfetto, comunque abbia uno spessore, una volonta di fare informazione e a volte di tirare qualche calcio ben assestato (anche se magari al bersaglio sbagliato)

Una "roba" come AlpWall il più delle volte sembra una specie di spottone fighetto, neanche fatto tanto bene (le foto sono spesso sgranate, l'impaginazione non è delle migliori - scusate ma qui è l'ex-redattore che prende il sopravvento), ma tutto sembra un po' vacuo, un po' pretenzioso... se poi ci aggiungi che (a parte i soliti bersagli risaputi che ormai non stupiscono più nessuno, tipo "spedizione del 54 sul K2", oppure "Maestri sul Torre"), difficilmente vedi "Alp Wall" fare della sana polemica oppure prendere posizioni che non siano perfettamente "centriste"... finisce che una rivistina come "Pareti", con tutti le sue magagne, ogni tanto è perfino più piacevole da scorrere - almeno qualche rischio lo corre!

cialtrone ha scritto:E per quanto maldestra e provinciale, come al solito, la comunicazione funziona.
E quindi non sono in accordo quando dici che nelle redazioni rincorrano la moda: la moda hanno capito che la devono proporre, dopo essersela inventata. Lascia che corra del tempo, e poi quello che tu definisci "provinciale" diverrà "trendy" (mi fa schifo solo a scriverlo, 'sto aggettivo, cristo).


Sono d'accordo che qui in Italia il provinciale si confonde con il trendy, ma provinciale è e provinciale rimane, almeno - e qui torno su un mio cavallo di battaglia - soprattutto nell'area Nord Ovest dove queste riviste sono fatte. Non riesco a vedere un Alp che crea una moda, perchè se riuscisse a farlo almeno dismostrerebbe una forza di catalizzazione che secondo me non ha. Al massimo - e qui mi sa che torniamo al tuo punto di vista - "banalizza" una tendenza per rendera consumabile ad un pubblico più grande...

Concordo con te che non sarebbe male discuterne a quattr'occhi.
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Re: Considerazioni (molto) personali su ghiaccio e riviste.

Messaggioda cialtrone » sab gen 07, 2006 16:47 pm

lucasignorelli ha scritto:
cialtrone ha scritto:Ma, permettimi. Secondo me è che l'impressione tua sia determinata dal fatto che il giornalismo alpinistico nel senso moderno non è mai esistito, sino a 5 anni fa. Era cronaca per appassionati. QUindi anche se non sapevi coniugare un verbo ed il mercato era distante mille miglia, era sufficiente scrivere cosa era successo per fare giornalismo dell'alpe.


Non sono molto d'accordo - Il genere di cui parli tu mi sembra quello un tempo caro alla Rivista Mensile del CAI o alle varie riviste del CAAI, dell'UGET, etc.. Nel suo piccolo, la Rivista della Montagna, alla fine degli anni '70, non solo cavalcava piuttosto bene la "tigre" della transizione da alpinismo ad arrampicata sportiva, ma era sempre piuttosto in prima linea quando si trattava di proporre qualcosa di nuovo, sia essa la neonata arrampicata su cascata, lo sci alpinismo di un certo tipo, etc. E quando erano scoppiate le polemiche sullo spit selvaggio aveva preso posizioni polemiche e spesso impopolari.
Te la do buona e mi correggo.
Anzi, mi vieni incontro. Proprio in quel periodo quella robetta lì ha creato una forte corrente di arrampicatori, tutti pantafuseaux e magliettine orribili...da cui nesssuno è restato immune, anzi: ricordo pezzi di storia dell'alpinismo aderire incondizionatamente... :-)

Riallacciadomi al tuo ottimo discorso, certo che il provincialismo delle riviste italiane è assodato, mi rimane difficoltosa la separazione tra riviste che creano consumo e riviste che assestano colpi anche nel punto sbagliato, in un ambito di pratica (spesso a basso contenuto di intelligenza, e non mi vergogno a dirlo) come può essere l'alpinismo (permettimi, nell'alpinismo io maldestramente ci butto dentro tutto, dal masso all'Anapurna, passando per Seregno...) e non di teoria (piglia queste mie per quel che sono, ovvio che non esistono ambiti puramente teoretici, ed altri puramente pratici...)

Per farti un esempio, mi piacerebbe che tu mi dessi una tua idea sulla rivista Pareti, tout court, ovvero parlando anche delle magagne che sottolineavi. Come penso tu sappia, Pareti è assai frequentemente criticata, e non da pochi, perchè dopo un primo periodo di euforia comune, da parte di chi scriveva e da parte di chi leggeva (finalmente una rivista di alpinismo che parla di alpinismo, con relazioni luoghi personaggi...si diceva), poi il Gennari Denari ha iniziato a dire la sua, e lui le sue ideuzze le tiene, al di là della pecunia... :mrgreen:

Di Alpwall posso dire che, di tanto in tanto, qualche articoletto, specie sottoforma di intervista, che tirava legnate ed anche nel punto giusto, l'ho trovato. E, invece, ho trovato fenomenali alcuni numeri speciali, le monografie; insuperabili quelle finalesi, sarde e lombardo-mellistiche, a mio umile avviso. Quella di finale, ad esempio, la tengo sempre sul pavimento accanto al letto (non tengo comodini...) e mi piace di rileggere qualche brano qua e là, a caso.

Resta il fatto, come ti dicevo, che stiamo parlando di Alpinismo: non credo sia possibile fare contenitori sovradimensionati per una roba che di fatto non ama molto sottoporsi ai commenti. Non trovi? (leggi pure: troppa poca trippa per gatti, nell'alpe...)
A questo punto, come forma intelligente di pubblicazione alpinistica vedo molto meglio un annuario, su cui possono scrivere penne più attente e capaci di analisi accurate (sempre che ci sia da "accurare", insisto...), piuttosto di una rivista che, partendo dalla carta patinata, non può che arrivare a stuzzicare fenomeni più "commerciali".

Ciao neh?
cialtrone
 

Messaggioda Siloga66 » sab gen 07, 2006 19:07 pm

Avete detto cose piu che legittime, e anzi a dir il vero io di editoria piu di tanto non ci capisco. Forse io ho una visione troppo romantica dell'alpinismo e dell'arrampicata in generale. Ma non per questo vado solo sulle montagne. Mi diverto anch'io ad andare in falesia e lo ritengo utilissimo, e sui sassi andavo a scalare 20 anni fa, solo che non aveva il nome di "bouldering" (ne ho 39 di anni mica 80). Solo mi è difficile accettare fotografie con su uno che con picche e ramponi scala su per una bicicletta?!. Oppure che deve attaccarsi ad un cilindro di ghiaccio che penzola da una corda. Anche se lo so, fa parte di un circuito di gara. Ma uno che non se ne intende e va a vedere una gara di ghiaccio cosa penserà vedendo una bici attaccata su un pannello? Si può dire "chissenefrega" ma resta sempre una ridicolata. E questo fa impazzire chi pubblica le riviste? Va bòn. Comunque nel titolo del topic l'ho detto. E' un opinione mooooolto personale. Il fatto è che alcuni numeri delle riviste specializzate non fanno altro che parlare di dry tooling e bouldering. E quando parlano di una parete alpina classica, in Italia, vicina a casa (si fa per dire, non è vicina per tutti), obiettivo normale del popolo arrampicatorio che vedi tutti i fine settimana in giro, come può essere la Civetta o la Marmolada o l'Agner, l'articolo è sempre deludente, fatto di cose che tutti sanno già, relazioni a dir poco oscene, e nessuna notizia veramente utile a chi ambisce salire una certa via. Prima bisognava dare spazio (giustamente) alle nuove discipline, ora però queste hanno soppiantato tutto il resto. Una nota di elogio la mando invece ad "alp, grandi montagne". Monografie ben fatte, foto stupende e originali, e pezzi che ti fanno capire lo stato delle cose attuali su di una certa montagna. Di fronte al dry tooling stanno scomparendo addirittura gli exploits extraeuropei (stando alle riviste).
Che volete che vi dica? Continuerò a sognare di andare un giorno a fare la via del Pesce o il Pilone Centrale del Freney, o l'Eigerwand e notizie recenti riguardanti queste vie me le andrò a cercare di persona.
Un esempio? avessi mai letto su una rivista in tanti anni qual'è il mese migliore per fare la nord dell'Eiger.
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Messaggioda cialtrone » sab gen 07, 2006 19:44 pm

Siloga66 ha scritto:Che volete che vi dica? Continuerò a sognare di andare un giorno a fare la via del Pesce o il Pilone Centrale del Freney, o l'Eigerwand e notizie recenti riguardanti queste vie me le andrò a cercare di persona.
Un esempio? avessi mai letto su una rivista in tanti anni qual'è il mese migliore per fare la nord dell'Eiger.
Crissssto, ma anche io sogno di andare a fare il Pesce. O forse mi nascondo dietro al sogno, visto che per quella scalata più che sognare ci si deve convincere.

Su questa cosa, come ti dicevo, ti do ragione, senza insultarti come faccio spesso... :mrgreen: :-)

Ognuno ha la sua montagna, i suoi momenti, ed i propri convincimenti, nati, cresciuti e maturati nella storia della cultura. E proprio per questo il rispetto deve essere grande, per ciascuno di noi, verso chiunque. E sono certo che per come parli tu non hai bisogno di sapere quale è il periodo migliore per l'Eiger: vai e vedi. Eventualmente sali. Eventualmente mangi un gelato e torni a casa. Io di anni ne ho 41. Per me il viaggio fa parte della salita. Io le pareti le guardo, le ammiro, le spio, ci passo davanti in inverno, ma anche in estate. Quando ho impedimenti fisici, faccio giri con la testa in su a guardare qualsiasi cosa si possa salire. Quante volte sono stato, armato di tutto punto, e tornato, disarmato di tutto punto. E' la mia montagna, questa. Non sono un serial alpinist, non tengo taccuini, ed ho dimenticato quello che ho salito l'anno passato, perchè, come si sa, i sogni durano il tempo della notte. Poi svaniscono.
Ma non mi scaglio contro chi pianifica e chiede tutto, e scala sui piloni della luce, e come massima aspirazione tiene quella di salire un boiler dell'acqua calda.
A ognuno il suo sogno. E ad ognuno la possibilità di dire che è il migliore: io ci credo.
Per questo non mi stupisco più di tanto nè mi accanisco su quello che ci sta sulle riviste, per quanto di pessima fattura.
Di certo, l'esposizione mediatica a cui eri esposto tu quando avevi ventianni non ha nulla a che vedere con quella a cui ora chiunque è sottoposto. Motivo per cui se è pur vero che ci voleva dell'estro a fare il traverso della Micheluzzi con i MoonBoot, o la Gervasutti con il frac, oggi è molto facile vederne di cotte e di crude in fatto di stranezze, per poi scoprire che stavano su di una rivista...

Ciao.
cialtrone
 

Messaggioda Siloga66 » sab gen 07, 2006 20:06 pm

cialtrone ha scritto:
Siloga66 ha scritto:Che volete che vi dica? Continuerò a sognare di andare un giorno a fare la via del Pesce o il Pilone Centrale del Freney, o l'Eigerwand e notizie recenti riguardanti queste vie me le andrò a cercare di persona.
Un esempio? avessi mai letto su una rivista in tanti anni qual'è il mese migliore per fare la nord dell'Eiger.
Crissssto, ma anche io sogno di andare a fare il Pesce. O forse mi nascondo dietro al sogno, visto che per quella scalata più che sognare ci si deve convincere.

Su questa cosa, come ti dicevo, ti do ragione, senza insultarti come faccio spesso... :mrgreen: :-)

Ognuno ha la sua montagna, i suoi momenti, ed i propri convincimenti, nati, cresciuti e maturati nella storia della cultura. E proprio per questo il rispetto deve essere grande, per ciascuno di noi, verso chiunque. E sono certo che per come parli tu non hai bisogno di sapere quale è il periodo migliore per l'Eiger: vai e vedi. Eventualmente sali. Eventualmente mangi un gelato e torni a casa. Io di anni ne ho 41. Per me il viaggio fa parte della salita. Io le pareti le guardo, le ammiro, le spio, ci passo davanti in inverno, ma anche in estate. Quando ho impedimenti fisici, faccio giri con la testa in su a guardare qualsiasi cosa si possa salire. Quante volte sono stato, armato di tutto punto, e tornato, disarmato di tutto punto. E' la mia montagna, questa. Non sono un serial alpinist, non tengo taccuini, ed ho dimenticato quello che ho salito l'anno passato, perchè, come si sa, i sogni durano il tempo della notte. Poi svaniscono.
Ma non mi scaglio contro chi pianifica e chiede tutto, e scala sui piloni della luce, e come massima aspirazione tiene quella di salire un boiler dell'acqua calda.
A ognuno il suo sogno. E ad ognuno la possibilità di dire che è il migliore: io ci credo.
Per questo non mi stupisco più di tanto nè mi accanisco su quello che ci sta sulle riviste, per quanto di pessima fattura.
Di certo, l'esposizione mediatica a cui eri esposto tu quando avevi ventianni non ha nulla a che vedere con quella a cui ora chiunque è sottoposto. Motivo per cui se è pur vero che ci voleva dell'estro a fare il traverso della Micheluzzi con i MoonBoot, o la Gervasutti con il frac, oggi è molto facile vederne di cotte e di crude in fatto di stranezze, per poi scoprire che stavano su di una rivista...

Ciao.

Quanto ti do ragione. Mi hai capito tanto bene che quello che hai scritto (e che ho evidenziato) l'ho fatto proprio quest'estate. Sono partito verso il Brennero, 2 giorni a Zurigo, poi giu a Grindelwald. Salito col trenino alla Kleine Scheideg, restato circa 3 ore sui prati a filmare, fotografare, sognare. Poi sono andato a Interlaken, fatto un'ottima cena con ottimo vinello, e il giorno dopo a casa passando per Como. Ora nella mia stanza "dei pensamenti", piena di libri, computer ed altro, troneggia un enorme poster con la nord dell'Eiger. :P
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Re: Considerazioni (molto) personali su ghiaccio e riviste.

Messaggioda Drugo Lebowsky » sab gen 07, 2006 20:11 pm

lucasignorelli ha scritto:Non sono molto d'accordo - Il genere di cui parli tu mi sembra quello un tempo caro alla Rivista Mensile del CAI o alle varie riviste del CAAI, dell'UGET, etc.. Nel suo piccolo, la Rivista della Montagna, alla fine degli anni '70, non solo cavalcava piuttosto bene la "tigre" della transizione da alpinismo ad arrampicata sportiva, ma era sempre piuttosto in prima linea quando si trattava di proporre qualcosa di nuovo, sia essa la neonata arrampicata su cascata, lo sci alpinismo di un certo tipo, etc. E quando erano scoppiate le polemiche sullo spit selvaggio aveva preso posizioni polemiche e spesso impopolari. Alp, agli inizi, si era proposta come rivista "veloce", non solo di cronaca, ma anche di diffusione del cambiamento e di finestra sul "mercato" (al punto da avere in certi momenti toni quasi modello Mediaset!)



concordo.
però credo che a monte ci vogliano idee e persone (giornalisti e/o alpinisti) che sappiano eleborarle e svilupparle.
non per fare discorsi nostalgici (in cui purtroppo scado sovente :oops: ) ma non dimentichiamo che fino ai primi anni 80 la RdM usciva ogni tre mesi e tale cadenza imponeva un'oculata scelta degli articoli.
ma soprattutto ricordiamo che le firme erano di mantovani, cassarà, ardito, bizzarro e tanti altri che, possono piacere o meno, ma erano almeno in parte dei professionisti.
oggi, senza nulla togliere a chi scrive di montagna, mi pare che tale attività sia quasi il dare un coronamento, una cornice a delle foto.
ed infatti, tralasciando la qualità ma valutando la quantità degli scritti, se su alpwall mi dilungo un pò in cesso... lo leggo tutto in un'unica seduta: tra interlinee larghissime e colonne strette... c'è veramnte poco da leggere.

mi fa piacere che a cialtrone siano piaciute alcune monografie: alcune di alcuni anni fa le conservo sopra alla pila di riviste... . però molte altre più recenti (tanto per dire sulla marmolada o su altri gruppi dolomitici) sono semplicemente penose. vi si trovano raccolte le stesse storie lette al tempo che fu. possono essere indubbiamente interessanti per chi è più giovane, ma ... possibile non ci sia niente di nuovo da dire?

mah, forse è la stessa materia del gioco che ha determinato con l'aumentare della componente sportiva (non sto criticando eh... solo constatando!) su quella ideale e romantica, una perdita di contenuti in quanto tutto è già stato detto e l'attenzione è solo rivolta ai numeri ed all'aspetto esteriore delle diverse attività. (frase contorta... :oops: ).
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Messaggioda lucasignorelli » sab gen 07, 2006 20:13 pm

Siloga66 ha scritto:Il fatto è che alcuni numeri delle riviste specializzate non fanno altro che parlare di dry tooling e bouldering. E quando parlano di una parete alpina classica, in Italia, vicina a casa (si fa per dire, non è vicina per tutti), obiettivo normale del popolo arrampicatorio che vedi tutti i fine settimana in giro, come può essere la Civetta o la Marmolada o l'Agner, l'articolo è sempre deludente, fatto di cose che tutti sanno già, relazioni a dir poco oscene, e nessuna notizia veramente utile a chi ambisce salire una certa via.


Qui c'è un motivo anche "tecnico". Il tipo di fotografie che le riviste di arrampicata cercano sono i cosidetti "action shots", cioè le foto di gente che sta (appunto) arrampicando. Quelle fatte in alta montagna sono ovviamente le più ricercate, perchè 1) più spettacolari e 2) più rare e 3) più difficili da fare (chiunque abbia tentato di fotografare il proprio compagno di cordata impegnato in un tiro difficile sa che cosa intendo dire). La rarità (e, nei casi di foto fatte in posti particolari - il costo) rende però queste foto più difficili da ottenere, e questo rende gli articoli relativi più difficili da preparare. Quelli su pratiche di bassa quota sono invece più semplici perche le foto sono più facili da ottenere, soprattutto per attività tipo bouldering o simili (dove uno si mette ad arrampicare e l'altro, o un terzo, può prendere le foto da una posizione vantaggiosa).

E - se proprio vogliamo essere cattivi! - di boulderisti, falesisti o arrampicatori su cascate ce ne sono parecchi, mentre di bravi alpinisti...
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Messaggioda Drugo Lebowsky » sab gen 07, 2006 20:23 pm

cialtrone ha scritto:Per questo non mi stupisco più di tanto nè mi accanisco su quello che ci sta sulle riviste, per quanto di pessima fattura.


già.
però consentimi di dire che tale pessima fattura dispiace a chi aspettava con curiosità l'uscita delle riviste.
dico curiosità perchè le riviste erano di stimolo: mi facevano conoscere cosa succedeva in giro per il mondo.
ora la cronaca grazziaddio la trovi in rete ed alla carta stampata spetterebbero gli approfondimenti o una cronaca ragionata: tali (mie) aspettative non sono appagate se non raramente.
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Messaggioda AlbertAgort » sab gen 07, 2006 20:28 pm

io so solo che leggere riviste di "montagna" mi annoia a morte
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Messaggioda cialtrone » sab gen 07, 2006 21:00 pm

Siloga66 ha scritto:Ora nella mia stanza "dei pensamenti", piena di libri, computer ed altro, troneggia un enorme poster con la nord dell'Eiger. :P
Certo che, c@zzo, quella parete è veramente un cumulo di sassi dimmmerda ebbasta... :-D (lo ha scritto e detto uno famoso, neh, mica io, che però lo straquoto alla grande...)
Ciao e buoni sogni.

Drugo ha scritto:vi si trovano raccolte le stesse storie lette al tempo che fu. possono essere indubbiamente interessanti per chi è più giovane, ma ... possibile non ci sia niente di nuovo da dire?
Ohilà, Drugo. Eh, ti sei risposto con il tuo pensiero contorto. Io non credo che in quel periodo là da romantici non ci fosse lo sport, anzi! Ci era a manetta, è che se ne sa molto poco, molto... E forse chi è informato, magari LucaSignorelli, potrebbe dire cose interessanti...ecco...su di un annuario (ed hai ragione quando dici della RdM trimestrale, e delle penne che ci stavano) o similli, bene ci vedrei degli approfondimenti non convenzionali. E che qui si entra in un campo interessante ma lungo: come è cambiato il rapporto tra notizia e fruitore di notizie... In sintesi, paradossalmente, come dici, le notizie le trovi sulla rete, però attendi con ansia la carta, e sulla carta ci trovi meno... Quindi, magari, una soluzione potrebbe essere meno carta, di qualità...ma allora dovrebbe passarti la scimmia che ti spinge, ogni mese, ad aspettare con ansia la rivistina e leggerla, ahimè ed ahitè, durante una cagata media.
Quindi, come vedi, il problema potrebbe anche essere di natura strutturale: nelle riviste, attualmente, ci sono poche persone in grado di scrivere cose interessanti in un arco di tempo breve, quello mensile...anche perchè, come dicevo, le cose interessanti di alpinismo hanno dimensione finita, e le hai già lette nell'etere. Una volta, invece, la lettura della rivista passava per un mucchio di notizie che non conoscevi proprio, assolutamente. Non so se mi sono spiegato...Se poi aggiungi pure il mutatis mutandis alpinistico, ovvero che per trovare cose "alpinistiche" da dire devi volare fuori dall'Europa, allora entra la questione costi: chi si può permettere di viaggiare a nastro per interviste a nastro a fronte di un ben preciso bilancio editoriale?

LucaSignorelli ha scritto:E - se proprio vogliamo essere cattivi! - di boulderisti, falesisti o arrampicatori su cascate ce ne sono parecchi, mentre di bravi alpinisti...
Parecchi sì, ma bravi...forse tanti quanti gli alpinisti bravi... va là, alpinistone! :mrgreen: (io gli alpinisti li ammazzerei tutti, gli alpinisti...come tutti gli "isti" dell'universo)
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Messaggioda Drugo Lebowsky » sab gen 07, 2006 21:01 pm

AlbertAgort ha scritto:io so solo che leggere riviste di "montagna" mi annoia a morte


già

tu leggi solo riza psicosomatica per ricercar te stesso... :twisted:

ah! guarda però che la riza no a xe quea de 'na muga! :lol: :lol: :lol: :lol:
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Messaggioda lucasignorelli » sab gen 07, 2006 21:17 pm

cialtrone ha scritto:Parecchi sì, ma bravi...forse tanti quanti gli alpinisti bravi... va là, alpinistone! :mrgreen: (io gli alpinisti li ammazzerei tutti, gli alpinisti...come tutti gli "isti" dell'universo)


In assoluto sicuramente sì - ma qui stiamo parlando di fare fotografie. Mettersi in posa plastica su un boulder non è la stessa cosa che "chiuderlo", come mettersi in posa plastica su una falesia oppure su una linea di misto. Puoi calarti dall'alto, oppure fare vari tentativi mentre qualcuno fa parecchi scatti, etc. Non devi essere un campione mondiale - oppure, se hai sotto mano il campione mondiale, basta andare a qualche gara e fotografarlo!

In alta montagna diventa tutto molto più complicato. Devi chiedere agli alpinisti di fare gli scatti (che spesso non sono di ottima qualità). Oppure devi affittare un elicottero e fare foto da fuori, con il costo del caso. In genere bisogna affidarsi ad una combinazione di buon alpinista (che sale itinerari interessanti, difficili e poco conosciuti!) che sia anche un buon fotografo... combinazione molto rara, credimi!!!
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Messaggioda cialtrone » sab gen 07, 2006 21:43 pm

lucasignorelli ha scritto:In genere bisogna affidarsi ad una combinazione di buon alpinista (che sale itinerari interessanti, difficili e poco conosciuti!) che sia anche un buon fotografo... combinazione molto rara, credimi!!!
Hai ragione, prima scherzavo un poco, ti chiedo scusa.
Ma sai, il sale dell'alpe è pure quello... da sempre: il classico sfottò da curva dell'Atalanta... :mrgreen:
Ciàps. :-)
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Messaggioda Siloga66 » dom gen 08, 2006 11:21 am

Inoltre spesso vedo che sulle riviste le foto sono capovolte. Vedo la foto e dico:"minchia che razza di tiro che si fa questo". Poi mi ricordo del vizietto delle riviste di ribaltar le foto. Giro il giornale e la riguardo e dico: "Ah beh, dai, non è poi cosi tremendo sto tiro".
Passano le mode ma in Germania la moda dei calzini con i sandali passerà mai.
Ma i tedeschi son fighi lo stesso.
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