professione... FOTOGRAFO

Spazio per messaggi e discussioni a tema libero.

Messaggioda riccardo_mn » ven dic 02, 2005 18:34 pm

Ragazzi, non sono così esperto... questa è roba da X-files.

Comunque effettivamente sembra che ci sia un alone luminoso.
Sembra una mascheratura come si fanno col bianco e nero, ma non essendo stato così non può che essere o una sorta di illusione tonale / ottica oppure effettivamente un alone. Io, soprendentemente, propenderei per l'illusione.

Se è un'alone, a cosa è dovuto? Anche se l'obiettivo fosse "scarso", un alone di questo tipo non è che rientri nei difetti tradizionali degli obiettivi, almeno a quanto ne so io. Il sole sembra abbastanza alto e riflettendo su una superficie lucida può dare un effetto di alone intorno ad una tale superficie e questo potrebbe essere visibile se l'obiettivo non ha un "coating" adeguato, cioè uno strato antiriflesso. Ma ormai è dagli anni 70-80 che ce li hanno tutti, e per quanto il tuo Sigma possa essere scarso, problemi di coating non mi sembrano probabili. Inoltre qui manca proprio la superficie lucida! Le penne di un corvo possono esserlo ma non mi sembra questo il caso.
Dici che ti è capitato anche in altri frangenti, facci vedere qualche altro esempio.

Ingrandendo l'immagine fino a 500x si notano un po' di artefatti del jpg ma si limitano ad uno spessore di pochi pixel intorno al volatile e soprattutto non sono graduali in una sfumatura, ma piuttosto casualmente distribuiti.
Ho invertito la foto con Photoshop (ne ho fatto il negativo) e l'alone sembra meno evidente. Inoltre la differenza della tonalità dei pixel vicini al nero e quelli un po' più lontani (diciamo, dello sfondo), misurabile con il color picker (il contagocce) in media 5x5, non è così forte. Soprattutto alle estremità delle ali sembra che l'alone non ci sia.

In conclusione non mi stupirebbe se fosse solo un'illusione dovuta al fatto che l'uccello è stato ripreso su una zona dello sfondo che era leggermente più chiara del resto, specialmente verso la testa e la coda.
Lo sfondo infatti non è omogeneo, probabilmente è una bruma o una coltre di nuvole leggere per sua natura discontinua.

Di più non mi viene in mente...

ZioVare ha scritto:http://www.nadir.it/test/formati-a-confr.htm


Leggete l'articolo consigliato dallo Zio che secondo me è definitivo. E' perfetto.
(Anche se forse interesserà più agli accesi postatori di un recente topic...)
Riccardo

<i>"Because it's there."</i>
Avatar utente
riccardo_mn
 
Messaggi: 1429
Images: 2
Iscritto il: gio mag 02, 2002 16:22 pm

Messaggioda riccardo_mn » ven dic 02, 2005 18:38 pm

pasasò ha scritto::?: Una domanda cmq: la differenza teorica tra reflex normali e medio obiettivo la sapevo, qualcuno riesce a mettere un esempio concreto per vedere la diversità di resa fotografica con il fine di valutare l'opportunità di un eventuale acquisto.
Gracias


Inizia con il piccolo formato, senza alcun dubbio. Si possono fare grandi cose anche con quello (in taluni casi solo con quello, vedi macro e sport).

Vi sono dei fattori legati al costo delle attrezzature base, del materiale, dello sviluppo, della stampa che rendono proibitivo un inzio in tal campo.
Poi potrai valutare se, per piacere o perché la tua attività professionale lo richiederà, passare ai formati maggiori.
Riccardo

<i>"Because it's there."</i>
Avatar utente
riccardo_mn
 
Messaggi: 1429
Images: 2
Iscritto il: gio mag 02, 2002 16:22 pm

Messaggioda Donatello » ven dic 02, 2005 18:51 pm

riccardo_mn ha scritto:Ragazzi, non sono così esperto... questa è roba da X-files.


Beh, non sarai un esperto, però ho postato la stessa domanda su un forum frequentato anche da *esperti* e posso dire che i nostri svaccatori non sono nulla in confronto :twisted:

L'altra foto spero di averla ancora, forse l'ho cancellata perchè era orribile :roll: comunque le caratteristiche erano simili.

Questa l'ho fotografata quasi controluce, ho provato a risimulare il tutto ma senza risultati.

Grassie.
Immagine
Avatar utente
Donatello
 
Messaggi: 6175
Images: 165
Iscritto il: dom set 26, 2004 22:11 pm
Località: Milano

Messaggioda Zio Vare » ven dic 02, 2005 19:41 pm

riccardo_mn ha scritto:
ZioVare ha scritto:http://www.nadir.it/test/formati-a-confr.htm


Leggete l'articolo consigliato dallo Zio che secondo me è definitivo. E' perfetto.
(Anche se forse interesserà più agli accesi postatori di un recente topic...)

l'articolo in questione è questo, abbiamo fatto confusione con i link :D
http://www.nadir.it/tec-crea/pellicola-digitale.htm
è molto interessante, un po' lungo ma esaustivo

copio e incollo

PELLICOLA E DIGITALE:
CONFRONTARLI E VIVERE FELICI
Capita spesso di incontrare appassionati di qualcosa che, alla prova dei fatti, si dimostrino essere appassionati degli strumenti progettati per tale qualcosa.

Appassionati di automobili a cui interessi soprattutto smanettare in garage, anziché guidare; appassionati di computer che più che adoperarlo si divertono ad aggiornarlo ed ottimizzarlo di continuo (chi scrive, peraltro, in passato è stato membro di questa categoria?); o anche, appassionati di alta fedeltà e/o home video talvolta molto più avvinti dalle discussioni sulle qualità dei cavi che dal valore della musica o dei film che su quei cavi dovrebbero viaggiare. Non fanno eccezione i tanti appassionati di fotografia che, più che allo scattare foto, si votano con ardore all'incessante confronto tra obiettivi, pellicole e fotocamere.

Ebbene, l'avvento del digitale ha dato nuova linfa a quest'ultima categoria di persone. Sono sempre numerosi i dibattiti, sulle riviste cartacee o attraverso i siti ed i gruppi di discussione presenti sul Web, che ambiscono a capire se sia meglio la pellicola o il digitale. La recente pubblicazione di un test del genere sulla rivista Fotografia Reflex ha suscitato in numerosi lettori reazioni molto diverse ? sia riguardo i risultati che per la metodologia del confronto. Senza entrare nel merito del dibattito, vogliamo cogliere quest'occasione per qualche riflessione sull'argomento.

Tanto tempo fa, nell'Era dei Rullini (quella intermedia tra l'Era delle Lastre e l'Era dei Sensori), di tanto in tanto saltava fuori un confronto tra piccolo e medio formato. L'appassionato di turno prendeva la sua bella reflex 35mm, scattava qualche foto, e poi con una medioformato scattava foto identiche usando la stessa pellicola, ed adoperando una focale equivalente per angolo di campo (per esempio, 50mm sul 24x36 e 80mm sul 6x6). Dopodiché, stampe alla mano, non era raro che il giudizio fosse a favore del piccolo formato, perché più nitido ed inciso.

Ora, al di là delle mille solite considerazioni che si possono fare sulla qualità ottica (e che trovate in varie salse ripetute su Nadir: non è solo la risolvenza a fare la qualità di un'immagine, contano anche la correzione delle distorsioni, il trattamento antiriflesso, la tridimensionalità, ecc.), questo tipo di parere veniva solitamente contestato sulla base di due argomenti. Il primo è che le foto in piccolo formato risultano più incise perché, anche se l'angolo di campo è lo stesso, un 50mm ha pur sempre la profondità di campo di un 50mm, che è maggiore di quella di un 80mm. Quindi, anche se può sembrare corretto, è in realtà sbagliato confrontare una foto scattata in queste condizioni a parità di diaframma. Per compensare la cosa si dovrebbe usare l'ottica in medioformato ad un diaframma più chiuso, ma se già la definizione di profondità di campo è opinabile (come lo è la dimensione del circolo di confusione, su cui si basa l'ampiezza della PDC), figuriamoci che senso ha stabilire a naso (o ad occhio, se si preferisce) un valore di diaframma che si presume azzerare le differenze di PDC tra i due formati.

Il secondo argomento è che la dimensione delle stampe influenza notevolmente il giudizio. Il medioformato ha com'è noto meno grana ed una superiore gamma tonale, ma questi sono aspetti che per essere apprezzati richiedono dimensioni generose. E non è detto che siano l'ideale per tutti i soggetti. Insomma, non ci stupiremmo se tutto sommato il classico scatto di reportage, in un bel BN sporco stampato sul 20x30 da un negativo piccolo formato, sia più bello, più d'impatto, della stessa foto scattata con un'Hasselblad. Poi magari ci si vuol ricavare un poster, e lì il medioformato finisce con l'avere la meglio.

La conclusione qual è? E' che non ce n'è una oggettiva, univoca ed indiscutibile, perché anche lasciando fuori dal discorso tutti gli aspetti legati ai costi, agli ingombri ed alla praticità d'uso, il solo tema della qualità finisce con il dover essere talmente precisato e circostanziato da premesse e vincoli vari che, alla fine, il test ha un valore pratico prossimo allo zero. Un po' come i classici test estivi delle riviste ("Il tuo lui è geloso?", "Sei un turista comodo o un avventuriero?", ecc.): se sono fatti bene ci dicono cose che già sappiamo, se sono fatti male non servono a nulla.

Il digitale, da questo punto di vista, non ha cambiato le cose, anzi per molti aspetti le ha complicate. E' sempre più difficile stabilire uguali condizioni di partenza: prima almeno si poteva usare la stessa pellicola, la fotocamera non aveva molta importanza, e di fatto si confrontavano due obiettivi. Ora non più: per realizzare un test "pellicola contro digitale" bisogna stabilire quale pellicola e quale digitale. Tra i tantissimi obiettivi e le numerose pellicole a disposizione, bisogna scegliere una coppia di riferimento, non replicabile dall'altra parte visto che nel digitale la funzione della pellicola la svolge il sensore. Nell'Era dei Sensori, la qualità la fanno l'obiettivo e la coppia sensore/software; nell'Era dei rullini contavano l'obiettivo e la pellicola (nel caso del BN va aggiunto il rivelatore). Dunque non si può far altro che scegliere un binomio digitale fotocamera+obiettivo che sia il più possibile equivalente, ma come stabilire l'equivalenza? Con il prezzo? Il marchio? Il tipo di prodotto? Un possessore di una Nikon F100 con ottiche Nikon AF con chi dovrebbe confrontare il proprio corredo? Con una reflex digitale Nikon con le stesse ottiche? O con un corredo digitale che costi quanto il suo corredo a pellicola? Con cosa confrontare un sensore da 6 megapixel? Con una Velvia, una Provia, una Kodachrome? Ed uno da 8? Con pellicole da quanti ISO?

Ancora: si potrebbe pensare che usando lo stesso obiettivo su due corpi si introduca nel test un po' di uniformità. Mica vero: a parte che esistono sensori di diversi formati (e quindi anche qui abbiamo PDC diverse, senza contare che anche la nitidezza varia in funzione della distanza tra soggetto ed ottica), è stato spesso verificato come gli obiettivi dell'Era dei Rullini, una volta trapiantati nell'Era dei Sensori, abbiano una resa assolutamente imprevedibile (il Darwinismo ha un senso, in fondo). Pregiatissime ottiche che sulle reflex a pellicola davano risultati di qualità, montate sulle reflex digitali hanno una resa a dir poco modesta, talvolta visibilmente inferiore a quella degli zommettini da cento Euro forniti a corredo delle digireflex stesse. Allora cosa si deve confrontare? Uno zoom "a pellicola" che costava più di mille Euro con uno "digitale" che di fatto ne costa un centinaio? Si potrebbe dire "E' accettabile, anche perché il corpo a pellicola costa molto meno di quello digitale, quindi il costo complessivo dei due corredi è lo stesso". Ma questo non è sempre vero, perché si possono avere reflex a pellicola da 250 Euro o da 2.500 Euro da un lato, e digitali da 800 a 3.000 dall'altro (e cambiando la digitale, cambia anche tutto il test, perché la "pellicola" è il sensore: quindi non è solo una questione di prezzi equivalenti).

Un ultimo punto riguarda la destinazione delle immagini. Andranno stampate o visionate su un monitor? E se vanno stampate: come e dove? Serve della postproduzione, come ormai quasi sempre avviene? E con quale flusso di lavoro dobbiamo confrontarci? Le immagini verranno scandite? E come, con uno scanner da 100 Euro, uno da 2.000 o uno da 35.000? Per il digitale non c'è molto da decidere: si scatta, si fa postproduzione, e talvolta si va in stampa. Con la pellicola c'è più variabilità: le diapositive nascono per la proiezione, di solito gli amatori ne stampano una minima parte, mentre è noto che in ambito professionale la dia è stata il supporto di riferimento per la pubblicazione su libri, riviste, cataloghi e quant'altro. Le pellicole in BN vengono solitamente stampate in proprio (e spesso anche sviluppate in casa); le negative colore finiscono di solito nei laboratori verso flussi più automatizzati. Negli ultimi tempi alcuni fotografi, dotati di scanner per pellicola, anziché far stampare il negativo tal quale portavano al laboratorio un CD con le foto già postprodotte.

A ciascuno il suo, insomma: molte varianti, molte esigenze, molti flussi di lavoro diversi. Un enorme e variegato calderone decisamente difficile da rinchiudere in tre parole: chi è meglio? Il problema non è più definire cosa sia meglio, il problema è capire cosa sia il chi.

Il test di Fotografia Reflex citato in apertura non può sottrarsi a tutto questo, e si basa sul confronto tra due flussi di lavoro il più possibile simili e, soprattutto, realistici (soprattutto in ambito editoriale, dove ormai l'immagine nasce, sempre più spesso, direttamente in digitale). Quindi: gli si può obiettare che il formato è diverso e quindi la PDC è diversa e quindi la risolvenza ne è influenzata e così via, nonché che far passare la pellicola in uno scanner finisce con l'avvantaggiare il digitale. Ma un lettore attento dovrebbe trarre da articoli del genere quel che possono dare, senza lasciarsi fuorviare da ciò che non possono fornire, ovvero una verità assoluta che valga per qualunque tipo di utente e soddisfi ogni tipo di esigenza.

Ci spieghiamo meglio. Trovare due sistemi di produzione delle immagini che siano assolutamente identici ed equivalenti, con la sola differenza che uno usa il sensore e l'altro la pellicola, è impossibile. Dunque, tutto ciò che si può fare è mettersi nei panni di Mario Rossi che, sperso in un negozio di fotografia, prova a capire quale dei due insiemi di attrezzature sia più adatto alle sue esigenze, oggi, nel 2005, spendendo più o meno una cifra simile. Stabilite le premesse, un test di confronto sviluppa il suo ragionamento ed arriva a delle conclusioni che sono figlie di quelle premesse. Un lettore attento, una volta compresa la logica del confronto, dovrebbe inserire le proprie premesse a monte, così da ritrovarsi con risultati adatti a valle, e cosciente del fatto che si tratta di una risposta ad personam, che con enorme difficoltà si potrebbe applicare a qualcun altro.

Tutto ciò detto, la maniera migliore per concludere queste riflessioni è probabilmente con qualche esempio. Immaginiamo dunque alcune tipologie di fotografi e proviamo ad imbastire un ragionamento che consenta una scelta tra pellicola e digitale.

Tralasceremo, nel prosieguo, il discorso relativo alla qualità, soprattutto perché quella fornita dal 90% dei corredi in circolazione (a pellicola o digitali) è ampiamente oltre la sufficienza e, ferma restando una buona stampa, ci riesce davvero difficile sostenere che col digitale non si sia almeno pareggiata la resa di un'ottima pellicola 24x36mm usata con un obiettivo di qualità.

Partiamo dall'ipotesi più radicale (aggiungeremo poi ulteriori elementi per complicarci la vita): un aspirante fotografo privo di corredo, dunque al suo primo acquisto. In questa categoria possiamo inserire anche un fotografo alle primissime armi, che abbia iniziato a fotografare da poco con un'attrezzatura minimale e, diciamo così, priva di futuro: come una compattina digitale da due megapixel (magari un regalo di compleanno), o una reflex a pellicola di trent'anni fa probabilmente ancora in perfetta efficienza (il classico regalo delle zio appassionato in gioventù, ad esempio un corredo Fujica, uno Zorki, o anche un Canon FD).

La scelta non può prescindere da una semplice domanda: che cosa si vuol fare con la macchina fotografica? Per immortalare foto ricordo di feste e picnic va benissimo una compatta digitale di medio livello: genera stampine di buona qualità, regge anche un ingrandimento della foto del nipotino appena nato, ed ha la praticità del digitale; grazie ai computer ed all'e-mail diventa infatti molto facile diffondere le foto ai vari partecipanti, laddove un tempo iniziava, a fine gita, un lungo e costoso giro di negativi e ristampe (che spesso si concludeva con lo smarrimento dei negativi stessi, di solito ritrovati anni dopo nel cassetto del più pigro della compagnia). Chi invece aspiri a qualcosa di più ? a diventare cioè il classico fotoamatore, magari evoluto ? si trova dinanzi ad una scelta più complessa. Si può orientare fin da subito verso un corredo digitale di buon livello (una reflex ad ottiche intercambiabili, o anche una prosumer di fascia alta), ma in fondo anche un valido corredo a pellicola non sarebbe da sottovalutare, visti i prezzi in caduta libera, e magari di una marca che consenta poi di adoperare anche il digitale senza dover stravolgere tutto, riciclando cioè corpo macchina ed obiettivi. Questa scelta potrebbe essere più adatta a chi ancora non si senta troppo a proprio agio con il mondo del digitale e che abbia come ambizione finale quella di ritrovarsi con stampe e/o diapositive. A parte tutto, per distribuire le proprie immagini (ristampe alle zie a parte, l'internet è diventato il mezzo principale di scambio e di confronto tra i fotografi) può essere sufficiente uno scanner da poche decine di Euro, posto che i volumi di scatto siano contenuti (il discorso cade se poi ci si deve dedicare tutti i giorni ad ore ed ore di scansioni).

Aumentiamo ora la complessità della questione: non più un fotografo al suo primo acquisto, ma uno più smaliziato, con un corredo di buon livello (per esempio, una Nikon F90x con un paio di buoni zoom AF Nikon) e magari dotato di uno scanner per pellicole. Qui la scelta è più complessa, ma a guidare la scelta ci sono sempre le proprie esigenze. Cosa succede alle foto scattate? Quante vanno scandite? Quanto tempo si perde in post-produzione? E' chiaro che se il flusso di lavoro tipico è scatto-sviluppo-scansione del negativo/dia il passaggio al digitale è quasi obbligatorio (ed in tal caso è consigliabile rimanere con lo stesso produttore del corredo a pellicola, quando possibile). Se invece la maggior parte delle foto viene semplicemente stampata (dal laboratorio) o proiettata (nel caso delle dia), facendo intervenire scanner e Photoshop solo di rado per qualche foto da correggere o ritoccare, si può ancora lavorare senza troppi patemi come si è sempre fatto. E per le cinquanta foto ricordo della gita al mare va benissimo una compattina digitale da battaglia. Va detto però che spesso ci siamo accorti che sì, solo poche foto vengono postprodotte, ma ciò avviene proprio perché scandire è un'attività noiosa; il digitale, fornendoci la foto già sottoforma di file, ci spinge a metterci mano più frequentemente. In sostanza c'è una certa probabilità che una frase del tipo "scatto sempre in pellicola, visto che lavoro pochissimo in post produzione" possa anche essere letta come "lavoro pochissimo in postproduzione perché non scatto in digitale".

Un sottocaso particolare è il fotografo dotato di camera oscura: ingranditore, bacinelle e tutto il resto. Qui abbandoniamo la razionalità ed affidiamoci di più al cuore. La stampa manuale del bianconero è un processo antico, fascinoso, artigianale e per certi aspetti anche rituale. E quando ci sono queste parole di mezzo, è inutile tirare in ballo concetti quali comodità, praticità, e così via. Chi ami dilettarsi in camera oscura, e non ha il problema di dover accontentare un committente che voglia le stampe in mezz'ora, continui pure. Del resto, se è vero che con Photoshop è possibile intervenire sulle immagini con altrettanta se non maggiore efficacia e libertà, è anche vero che imparare a farlo non è roba di poche ore; chi dunque abbia una profonda esperienza in camera oscura potrebbe chiedersi perché mai dover buttare tutto a mare e reimparare da zero per ottenere, dopo molto sudore, gli stessi risultati che aveva in partenza. L'abbandono della camera oscura in favore del bianconero digitale dunque ci pare suggeribile solo a chi, pur apprezzando la manualità del processo e tutto ciò che ne consegue, sia tutto sommato disposto a fare a meno di quelle ore di buio in mezzo ai chimici, ed abbia verificato che i risultati che si ottengono dal BN digitale siano soddisfacenti. O magari sia abbastanza sincero da dirsi "sono uno stampatore mediocre, col digitale non faccio di peggio ma almeno risparmio un mucchio di tempo"!

Immaginiamo ora un terzo ed ultimo caso: un fotografo professionista, che scatti sia in piccolo che in medio formato, a colori e in bianconero, e che abbia strumenti di tutto rispetto (validi corredi a pellicola ma anche computer potenti, filmscanner e buona conoscenza dei software di fotoritocco). Quando si tratta di professione il tempo finisce con l'assumere un valore enorme, quasi esclusivo: poter consegnare le foto in tempi rapidi è essenziale per rimanere competitivi sul mercato, e non a caso quello dei professionisti è il mondo che per primo, ed in maniera più massiccia, è migrato al digitale. Chi non ha particolari esigenze di qualità (se le foto saranno stampate su un quotidiano, talvolta nemmeno a colori, ne basta davvero poca) com'è ovvio si avvantaggia il più possibile delle nuove tecnologie (portatile, cellulare, e la foto arriva in redazione poco dopo lo scatto), chi ne ha non corre dietro ad ogni ultima novità ma, calcolatrice alla mano, valuta in maniera attenta cosa gli conviene acquistare e cosa dismettere, considerando ricavi attesi, l'aspetto fiscale, i tempi di ammortamento delle apparecchiature e via discorrendo. Appare evidente che per soddisfare le esigenze ? di solito molto eterogenee ? di un professionista quasi sempre si rende necessaria una reflex ad obiettivi intercambiabili (anche per una migliore integrazione con i vari sistemi di illuminazione solitamente utilizzati), campo in cui il digitale solo da pochissimi anni è veramente competitivo sia in termini di qualità che di costi. Francamente a chi volesse iniziare oggi un'attività professionale non riusciremmo a consigliare altro che un buon corredo digitale (beninteso, se uno è in grado di sostentarsi alla grande scattando con una Leica M e stampando le foto in camera oscura siamo contenti per lui ma tendiamo a considerarlo un'eccezione), anche perché sono ormai sempre più numerosi i committenti (agenzie, case editrici, ecc.) che chiedono le immagini già in digitale. Per chi, infine, esercita la professione già da tempo il digitale è, se non già il presente, di sicuro un futuro che sarebbe un suicidio ignorare. E' probabile che in settori professionali molto specifici (pensiamo ad esempio a chi lavori col grande formato) passerà ancora del tempo prima che il digitale spadroneggi, ma chi lavora a quei livelli non ha certo bisogno di sentirselo dire da noi.

Agostino Maiello © 11/2005
Zio Vare
 
Messaggi: 9851
Images: 141
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda Zio Vare » sab dic 03, 2005 23:31 pm

Donatello ha scritto:
riccardo_mn ha scritto:Ragazzi, non sono così esperto... questa è roba da X-files.


Beh, non sarai un esperto, però ho postato la stessa domanda su un forum frequentato anche da *esperti* e posso dire che i nostri svaccatori non sono nulla in confronto :twisted:

Rubo un'immagine dalla gallery: guardate un altro effetto aureola

Immagine

La questione X-files si infittisce 8O
Zio Vare
 
Messaggi: 9851
Images: 141
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda Donatello » sab dic 03, 2005 23:36 pm

Zio Vare ha scritto:
Donatello ha scritto:
riccardo_mn ha scritto:Ragazzi, non sono così esperto... questa è roba da X-files.


Beh, non sarai un esperto, però ho postato la stessa domanda su un forum frequentato anche da *esperti* e posso dire che i nostri svaccatori non sono nulla in confronto :twisted:

Rubo un'immagine dalla gallery: guardate un altro effetto aureola

Immagine

La questione X-files si infittisce 8O


Bisognerebbe sapere se è stata postelaborata, io ho guardato il raw ed è praticamente identico all'immagine che ho postato :?

Boh, domani faccio qualche prova con la neve.
Immagine
Avatar utente
Donatello
 
Messaggi: 6175
Images: 165
Iscritto il: dom set 26, 2004 22:11 pm
Località: Milano

Messaggioda Zio Vare » sab dic 03, 2005 23:49 pm

Donatello ha scritto:Bisognerebbe sapere se è stata postelaborata

questa è una zoomata al 500%

Immagine

per te che hai a che fare più spesso di me con immagini digitali, cos'ha quel cielo? C'è una compressione troppo elevata?
Zio Vare
 
Messaggi: 9851
Images: 141
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda Donatello » sab dic 03, 2005 23:51 pm

Zio Vare ha scritto:
Donatello ha scritto:Bisognerebbe sapere se è stata postelaborata

questa è una zoomata al 500%

Immagine

per te che hai a che fare più spesso di me con immagini digitali, cos'ha quel cielo? C'è una compressione troppo elevata?


I puntini vicino ai bordi sono "la firma" della compressione jpg e anche quell'effetto simil plaid ne è la prova. altri sintomi non ne vedo.
Immagine
Avatar utente
Donatello
 
Messaggi: 6175
Images: 165
Iscritto il: dom set 26, 2004 22:11 pm
Località: Milano

Messaggioda Danielrock » dom dic 04, 2005 11:54 am

RECORD!!!! 4 pagine e nemmeno una vacca! credo che sia successo poche volte!!!! :wink: :wink:
Immagine Immagine
Avatar utente
Danielrock
 
Messaggi: 5780
Images: 100
Iscritto il: sab set 03, 2005 17:55 pm
Località: Val Rendena (TN)

Messaggioda Danielrock » dom dic 04, 2005 12:00 pm

Colgo l'occasione per fare anche io una domanda:

Nella foto sotto si vede a fianco della chiesetta, una macchia luminosa che stacca nella zona d'ombra, effetto che mi piace parecchhio ma che nn so assolutamente come ho fatto ad ottene,

Qualche esperto sa per caso dirmi il perche di tale "anomalia"? :?

Immagine

grazie mille!!!! :wink: :wink:
Immagine Immagine
Avatar utente
Danielrock
 
Messaggi: 5780
Images: 100
Iscritto il: sab set 03, 2005 17:55 pm
Località: Val Rendena (TN)

Messaggioda Donatello » dom dic 04, 2005 17:18 pm

Danielrock ha scritto:Colgo l'occasione per fare anche io una domanda:

Nella foto sotto si vede a fianco della chiesetta, una macchia luminosa che stacca nella zona d'ombra, effetto che mi piace parecchhio ma che nn so assolutamente come ho fatto ad ottene,

Qualche esperto sa per caso dirmi il perche di tale "anomalia"? :?

Immagine

grazie mille!!!! :wink: :wink:


Mah, potrebbero rientrane nei famosi "Flare" che non sono altro che riflessi dovuti ad anomali riflessi dovuti ad una forte sorgente luminosa, essendo nel tuo caso un quasi controluce.

Questo effetto (difetto) cambia come forma e intensità da lente a lente e spesso un paraluce aiuta assai!

Immagine
Immagine
Avatar utente
Donatello
 
Messaggi: 6175
Images: 165
Iscritto il: dom set 26, 2004 22:11 pm
Località: Milano

Messaggioda Zio Vare » dom dic 04, 2005 19:48 pm

sembrerebbe un flare, un bagliore: il controluce è molto forte, il sole praticamente dentro il fotogramma, credo che in questo caso anche il paraluce non aiuterebbe un molto, avrebbe più rilevanza il trattamento antiriflesso dell'obiettivo.
Zio Vare
 
Messaggi: 9851
Images: 141
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda Donatello » dom dic 04, 2005 20:37 pm

Zio Vare ha scritto:sembrerebbe un flare, un bagliore: il controluce è molto forte, il sole praticamente dentro il fotogramma, credo che in questo caso anche il paraluce non aiuterebbe un molto, avrebbe più rilevanza il trattamento antiriflesso dell'obiettivo.


Si, il paraluce serve se la sorgente luminosa non si trova direttamente nel campo visivo, ma in prossimità; nella mia foto non sarebbe servito assolutamente a nulla.
Immagine
Avatar utente
Donatello
 
Messaggi: 6175
Images: 165
Iscritto il: dom set 26, 2004 22:11 pm
Località: Milano

Messaggioda Zio Vare » dom dic 04, 2005 21:49 pm

Donatello ha scritto:Si, il paraluce serve se la sorgente luminosa non si trova direttamente nel campo visivo, ma in prossimità; nella mia foto non sarebbe servito assolutamente a nulla.

forse sarebbe servito lo stesso, data la grandissima quantità di riverbero che ha la neve; sarebbe interessante vedere se in un caso come questo il flare dovuto ad una sorgente luminosa molto intensi all'interno del fotogramma è così forte da far considerare irrilevante la presenza o meno del paraluce che eliminerebbe comunque la restante quota di luce parassita.
Ho trovato un articoletto sul paraluce
http://www.nadir.it/tec-crea/te_paraluce.htm
Zio Vare
 
Messaggi: 9851
Images: 141
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda Donatello » dom dic 04, 2005 21:53 pm

Zio Vare ha scritto:
Donatello ha scritto:Si, il paraluce serve se la sorgente luminosa non si trova direttamente nel campo visivo, ma in prossimità; nella mia foto non sarebbe servito assolutamente a nulla.

forse sarebbe servito lo stesso, data la grandissima quantità di riverbero che ha la neve; sarebbe interessante vedere se in un caso come questo il flare dovuto ad una sorgente luminosa fortissima nel fotogramma è così forte da far considerare irrilevante la presenza o meno del paraluce che eliminerebbe comunque la restante quota di luce parassita.
Ho trovato un articoletto sul paraluce
http://www.nadir.it/tec-crea/te_paraluce.htm


Peccato che quella foto l'ho fatta con una compattina in cui il paraluce non era nemmeno acquistabile a parte :wink:
Immagine
Avatar utente
Donatello
 
Messaggi: 6175
Images: 165
Iscritto il: dom set 26, 2004 22:11 pm
Località: Milano

Messaggioda Zio Vare » dom dic 04, 2005 21:55 pm

torna lassù, stesso posto, stessa ora dello stesso giorno, se non c'è la meteo giusta si rimanda di anno in anno 8)
ci vuole solo un po' di pazienza :P
Zio Vare
 
Messaggi: 9851
Images: 141
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda riccardo_mn » lun dic 05, 2005 11:39 am

L'effetto alone è interessante e nel caso postato dallo Zio anche più strano, visto che è molto ampio su tutto il contorno.
Non credo che sia un effetto dato dall'insieme macchina/obiettivo nè da artefatti riconducibili alla compressione (l'effetto "plaid": bellissimo, non l'avevo mei sentito definire così). Dobbiamo studiarci sopra.

L'effetto della foto della chiesa è invece più classicamente un effetto "flare", come anche quello del panorama del Dente.
In questo caso è corretto che il paraluce possa fare poco, visto la fonte diretta di luce all'interno del fotogramma.
Tre note al contorno di queste situazioni di cotroluce estremo che sono piuttosto belle specie quando il paesaggio è innevato e quindi rimane leggibile.

La prima è che il micidiale riflesso è maggiore quante più lenti ci sono nell'obiettivo. Fare queste foto con un obiettivo a motle lenti tipo un 18-35 o un 28-70 è impossibile senza riflessi multipli. I professionisti per queste foto utilizzano dei grandangolari a focale fissa con poche lenti, che tipicamente sono poco luminosi e magari anche meno performanti di altri, ma ideali per queste situazioni.
Paradossalmente gli obiettivi delle compatte hanno poche lenti e quindi andrebbero abbastanza bene (ed infatti nella foto si vedono relativamente pochi riflessi), purtroppo sono meno corretti riguardo alle aberrazioni cromatiche e tirano fuori l'effetto arcobaleno che si vede nella foto.

La seconda è che più entra luce diretta sulle lenti dell'obiettivo più è probabile avere riflessi. Per questo gli obiettivi hanno strati multipli di sostanze antiriflesso (il multicoating). Se dinanzi alla lente mettiamo un filtro (magari l'1A o l'UV che spesso si tiene "per protezione"), questo vanificherà la capacità antiriflesso dell'obiettivo, peggiorando la situazione di brutto. Allora in questi casi è meglio togliere il filtro o utilizzare filtri multicoated (ottimi ma che hanno lo svantaggio di costare molto).

La terza nota è che in un controluce che contiene il sole, più si chiude molto il diaframma più si avrà l'effetto di raggi che escono dal sole. E' un effetto di diffrazione e questi raggi sono in relazione al numero e alla forma delle delle lamelle del diaframma.
Riccardo

<i>"Because it's there."</i>
Avatar utente
riccardo_mn
 
Messaggi: 1429
Images: 2
Iscritto il: gio mag 02, 2002 16:22 pm

Messaggioda Donatello » lun dic 05, 2005 11:54 am

riccardo_mn ha scritto:(l'effetto "plaid": bellissimo, non l'avevo mei sentito definire così).

Infatto l'ho inventato al momento :lol: :lol:
Immagine
Avatar utente
Donatello
 
Messaggi: 6175
Images: 165
Iscritto il: dom set 26, 2004 22:11 pm
Località: Milano

Messaggioda Daffi » lun dic 05, 2005 15:45 pm

Bene visto che qui ci sono un sacco di esperti, faccio la domanda dell'ignorante in materia: a Natale mi vorrei fare regalare una digitale... mi date qualche buon consiglio :roll: ? non cerco una cosa troppo sofisticata, anche perche' credo non la sfrutterei appieno...
Dove saranno gli occhi tuoi
quando si chiuderanno i miei
Avatar utente
Daffi
 
Messaggi: 1461
Images: 31
Iscritto il: mer lug 02, 2003 17:28 pm
Località: ex Stalingrado d'Italia

Messaggioda Donatello » lun dic 05, 2005 15:52 pm

Daffi ha scritto:Bene visto che qui ci sono un sacco di esperti, faccio la domanda dell'ignorante in materia: a Natale mi vorrei fare regalare una digitale... mi date qualche buon consiglio :roll: ? non cerco una cosa troppo sofisticata, anche perche' credo non la sfrutterei appieno...


8O ma già non ce l'hai? 8O
Immagine
Avatar utente
Donatello
 
Messaggi: 6175
Images: 165
Iscritto il: dom set 26, 2004 22:11 pm
Località: Milano

PrecedenteProssimo

Torna a Parole in libertà

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 9 ospiti

Forum.Planetmountain.com

Il Forum è uno spazio d’incontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dell’alpinismo, dell’arrampicata e dell’escursionismo.

La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.

cron