Dicevamo,
Degli schemi per esemplificare la vignettatura:
Il problema è nei fish-eye o nei grandangolari veramente estremi l'effetto di distorsione è così forte che l'osservatore se lo aspetta ed quindi lo si accetta facilmente.
Invece bisogna accorgersene nelle focali meno spinte, guardate il bordo sinistro di queste immagini:
Donatello non sbaglia parlando di postelaborazione, ma col digitale si può fare ancora di più. La distorsione è una caratteristica dell'obiettivo (in uno zoom varia con la lunghezza focale) quindi conoscendo l'esatto ammontare percentuale della distorsione in relazione alla distanza dal centro dell'immagine, con un programma si potrebbe correggere molto bene. E' quello che fa la Minolta con il programma che allega ad una delle sue macchine di alto livello: conoscendo i parametri esatti di distorsione (l'obiettivo lo hanno fatto loro...) questa può essere corretta pressoché perfettamente.
Per quanto riguarda la vignettatura, è purtroppo un difetto, specie nella foto di paesaggio dove spesso in alto c'è il cielo.
Dubito che la foto di Danielrock possa essere accettata da una rivista a meno che non venga corretta in postproduzione (è possibile, specie se si ha un cielo molto pulito).
Sono d'accordo comunque sull'uso "creativo" della vignettatura, lo vediamo spesso in alcune pubblicità e nel cinema, mi vengono in mente le immagini dei precog in "Minority Report". Ma in fotografia è riservato ad una fotografia particolare, dove evoca atmosfere irreali. Comunque allora deve essere veramente molto accentuata, tipo in questo esempio:
Già che ci siamo, nella foto di Danielrock si evidenzia il problema del "purple fringing" che è un alone violaceo-azzurro nelle zone di contrasto molto forte, in questo caso i rami degli alberi contro il cielo, facendo diventare l'albero di colore azzurro elettrico.
E' un problema che affligge molti sensori delle macchine digitali e contro il quale in ripresa ci possiamo fare poco, se non stare molto attenti nella scelta delle inquadrature.