GUIDE ALPINE/FASI e GALERA

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda smaz » ven ott 28, 2005 15:22 pm

yinyang ha scritto:
Spider ha scritto:NB che io sapessi, il livello richiesto per un istruttore FASI è di 7a a vista


eh la madonna! :roll:

comunque anche se fosse...su roccia o su plastica? :roll:


Io sapevo 6b/6b+... ora non so se sono cambiate le cose...
Quando feci il corso con VS, roberto e co. non erano ancora istruttori fasi, c'era infatti anche una guida alpina, senza dubbio così il corso è stato più interessante e completo, ma per inseganre ad andare in falesia mi pare una qulifica eccessiva! 8O
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Messaggioda Topocane » ven ott 28, 2005 15:29 pm

Mr.Mojo ha scritto:mi pare però che le scuole CAI siano uno strumento ANCHE per fornire strumenti e conoscenze a persone, in maniera che possano andare in montagna "in sicurezza" anche senza le guide alpine.....


i corsi del CAI *sono* fatti per dare autonomia alla gente che li fa.
autonomia nn vuol dire esperienza, ehh.. cmq frequentando corsi in genere si forma pure un gruppo che, quasi sempre, si aggrega all'istruttore di turno, quello più esperto, etc,etc che fan si che si muovano in autonomia, poi.

le guide no. nn ci tengono proprio a *fornirti* autonomia...
andrebbe un po' contro i loro interessi, no?

8)
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Messaggioda anti-cialtrone » ven ott 28, 2005 15:29 pm

Eh, eh... :lol: Mi sembra che l'analisi di Vinicio sia dettagliata, esauriente e completa (http://www.planetmountain.com/home.html?-database=Mnetnews&-layout=scheda&-response=%2fNews%2fDetail1.html&-recordID=34949&-search).
Scordatevi però che le Guide Alpine possano cedere un po' dei loro spazi di lavoro ad altri... in un territorio, quello dell'Arrampicata Sportiva, che ritengono (non so se a torto o a ragione, certo per Legge) di loro esclusiva competenza. O forse pensate anche che i notai lasceranno "autocertificare" gli atti di vendita degli immobili... O che gli ingegneri rinunceranno alla firma sui progetti di costruzione, lasciandola magari ai bravi geometri...
Di fronte al dio denaro nessuno fa un passo indietro.
Anzi, la spasmodica "ricerca del profitto" spinge alcuni settori delle Guide Alpine non solo all'attacco di chi si avvicina "impropriamente" (da un pdv strettamente legislativo) al loro territorio (istruttori FASI, istruttori UISP ecc.) ma anche di chi frequenta tale territorio pur essendo in questo tutelato dalla Legge (istruttori CAI).
Qualcuno ha chiesto se c'è una via di uscita?
Qualcuno vorrebbe un mondo più libero dove vi sia la possibilità di INSEGNARE (perché di questo si tratta) l'arrampicata outdoor?
Certo si potrebbe cambiare la Legge, come suggerisce saggiamente Vinicio... Ma non credo proprio che sarà cosa facile: le Guide si opporranno, nonostante abbiano in ciò un evidente "conflitto di interessi" (cosa che nel nostro Paese è però del tutto ininfluente).
Quindi non resta che... :idea: diventare Guide Alpine.
L'unica via di uscita.
Per diventare Guida Alpina, d'altra parte, devi solo fare un corso pagando a caro prezzo... le Guide Alpine. 8O
E qui il cerchio si chiude.

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Messaggioda Zio Vare » ven ott 28, 2005 15:36 pm

anti-cialtrone ha scritto:Certo si potrebbe cambiare la Legge, come suggerisce saggiamente Vinicio... Ma non credo proprio che sarà cosa facile: le Guide si opporranno

Tu dici che ci sono poche possibilità, Maurizio è decisamente più fiducioso. Su cosa basate queste aspettative?



anti-cialtrone ha scritto:Quindi non resta che... :idea: diventare Guide Alpine.
L'unica via di uscita.

E' una follia :!:
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Messaggioda grizzly » ven ott 28, 2005 15:45 pm

Se si guarda la questione in termini di ?Legge? astratta diventa tutto inspiegabile. Come d?altra parte tutte le leggi? Infatti se si guarda il supporto (resina o roccia) son due cose diverse, se si guarda il gesto arrampicata sono identiche.
Se si guarda le tecniche di salita sono diverse (moulinette in montagna?) se si guarda la sostanza dell?assicurazione al primo/secondo sono identiche? Insomma non si capisce nulla? perché non c?è una reale differenza tra arrampicata e alpinismo? anche se c?è. Basta chiedere a yngyang? :lol:
Quindi l?inghippo salta fuori considerando il lato economico della faccenda. Che novità!
E su questo ci sarà sempre (bè non in eterno?) da discutere, perché l?interesse generale non esiste. Esistono degli interessi economici particolari e le leggi si adeguano? con buona pace delle fonti eterne del Diritto?
Quindi ripeto in generale si è in un letamaio.
Ciò detto, all?accordo ci si arriva, all?equilibrio provvisorio e instabile, santificato poi da un legge. Può capitare quindi che il buon Roberto paghi lo scotto di persona di questo accordo ancora non trovato?
I ?dirigenti? delle rispettive organizzazioni, se dirigono, trovino una soluzione? seppur sempre provvisoria. Che quella in vigore oggi è veramente schifosa...
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Messaggioda Maurizio » ven ott 28, 2005 15:51 pm

...secondo me quello schifoso di Cialtrone :lol: :lol: :lol: :wink: :wink: sta facendo il corso guide di nascosto, tanto abita in una regione ricca, magari Formigoni (che lui avrà sicuramente votato) glielo paga per il 70 per cento! :twisted: :roll: :wink:
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Messaggioda biemme » ven ott 28, 2005 15:56 pm

Spider ha scritto: ..........NB che io sapessi, il livello richiesto per un istruttore FASI è di 7a a vista, per cui mi fa ridere pensare che gli istruttori CAI (che spesso non vanno oltre il V) siano più qualificati a insegnare ad arrampicare...


ciao spider,

del cai, dei suoi pregi e dei suoi tanti difetti, ci sono kilometri di topic, ma parlando di oggi (tralasciando volutamente ciò che sinora è stato), ti fornisco alcune info :

oggi nel cai solo agli istruttori di scialpinismo, dove la roccia è una componente di molte altre discipline più importanti, viene richiesto un livello non superiore al 5° , mentre gli istruttori di alpinismo e arrampicata, già a livello regionale devono superare preselezioni ed esami su vie dal 5° in su

in particolare, per diventare istruttore cai di arrampicata (ial), oggi devi :
1) aver già effettuato almeno un paio di anni di attività didattica (aiuto istruttore) in una scuola del cai
2)superare una preselezione con arrampicata sul 6b a vista, manovre di corda, di autosoccorso e un test di cultura generale
3) frequentare un corso formativo di 4-5 gg
4) superare esami finali su un paio itinerari di 6b/6b+ da superare a vista, didattica dell'arrampicata, manovre di autosoccorso in parete e test + colloquio di cultura generale, primo soccorso, catena di assicurazione, attrezzatura siti d'arrampicata, responsabilità civili/penali, fisiologia/allenamento, ecc.

per diventare istruttore nazionale di arrampicata (INAL) devi essere istruttore di arrampicata e poi frequentare (e superare) un corso più o meno come quello sopra, ma con circa un grado di più a vista e manovre e nozioni teoriche più complesse e approfondite.

ora potremo discutere che il livello tecnico richiesto dal cai sarà pure basso, quel che vuoi, però la formazione di chi esce oggi (ripeto, oggi) con un titolo di istruttore del cai, secondo me è perfettibile, ma è anche quanto di meglio può dare un organismo non professionale, anche perchè non trascura affatto problematiche di ordine culturale, ambientalistico, la sicurezza, la responsabilità, ecc.

dell'istruttore fasi non so dirti

saluti
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Messaggioda anti-cialtrone » ven ott 28, 2005 16:05 pm

BIemme 1 - Spider 0

:D :D :D

Palla al centro :wink:

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Messaggioda tclimb_2 » ven ott 28, 2005 16:24 pm

grizzly ha scritto:
[cut]

I ?dirigenti? delle rispettive organizzazioni, se dirigono, trovino una soluzione? seppur sempre provvisoria. Che quella in vigore oggi è veramente schifosa...


i dirigenti delle rispettive organizzazioni tacciono, e non prendono posizione. ho scritto numerose volte alla UISP lega montagna, su come ci si debba comportare, ma assolutamente non mi e' stata data una risposta precisa. non e' mai stato messo nero su bianco sulla questione : puoi insegnare, non puoi insegnare;
e questa e' la situazione di chi opera nel settore.
una attesa snervante, con il rischio di incappare in una denuncia perche' sto spiegando un passaggio a mio figlio, figuriamoci quando esco con un corso...

concordo sulla necessita' di regolamentare seriamente il settore come succede in francia, perche' ho visto, come sara' capitato a molti di voi, cose in falesia che voi umani nemmeno immaginate. l'unica differenza che trovo sia necessaria e' la divisione tra vie alpinistiche e vie sportive.

sono pessimista, l'italia e' il paese del tiriamo a campare, del ci pensiamo poi; non credo se ne uscira' in breve tempo.
si potrebbe, vista la permeabilita' delle leggi UE che consentono il libero scambio di beni e servizi, prendere il brevetto in francia e poi insegnare in italia, sempre che i francesi ce lo permettano :).

ps : sono un istruttore UISP, oltre ad un curriculum come aiuto istruttore, il grado tecnico richiesto era 6c lavorato e 6b a vista; per accedere al corso istruttori sono stato presentato da marcheggiani dopo lungo tirocinio ed il mio esaminatore e' stato mallucci, tutti e due caai ed ina. praticamente lo stesso identico iter descritto da biemme
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Messaggioda biemme » ven ott 28, 2005 16:56 pm

tclimb_2 ha scritto: ...........i dirigenti delle rispettive organizzazioni tacciono, e non prendono posizione. ho scritto numerose volte alla UISP lega montagna, su come ci si debba comportare, ma assolutamente non mi e' stata data una risposta precisa. non e' mai stato messo nero su bianco sulla questione : puoi insegnare, non puoi insegnare;
e questa e' la situazione di chi opera nel settore.
una attesa snervante, con il rischio di incappare in una denuncia perche' sto spiegando un passaggio a mio figlio, figuriamoci quando esco con un corso.....sono pessimista, l'italia e' il paese del tiriamo a campare......

ps : sono un istruttore UISP, oltre ad un curriculum come aiuto istruttore, il grado tecnico richiesto era 6c lavorato e 6b a vista; per accedere al corso istruttori sono stato presentato da marcheggiani dopo lungo tirocinio ed il mio esaminatore e' stato mallucci, tutti e due caai ed ina. praticamente lo stesso identico iter descritto da biemme


ciao,
credo bene che non abbiano mai messo nero su bianco ciò che non potevano mettere, perchè, a scopo di diventare monotono :

L'UISP E ALTRE ASSOCIAZIONI NON POSSONO INSEGNARE ARRAMPICATA E/O ALPINISMO PERCHE' LA LEGGE CONSENTE CIO' SOLO ALLE GUIDE (a titolo professionale) e AL CAI (a titolo non professionale)

mi è capitato in più occasioni di chiedere a istruttori e responsabili uisp in base a quale normativa a me ignota insegnassero arrampicata in falesia, alpinismo, ecc. e ho scoperto che la normativa... era ignota anche a loro 8O . Questo semplicemente perchè non esiste (un po' come lo sketch di benigni di ieri, su cosa ha fatto di buono berlusconi per gli italiani :lol: )

quanto al resto non mi esprimo perchè non conosco l'iter formativo uisp, ma di certo, mi chiedo come faccia l'uisp a formare istruttori e organizzare corsi se questa attività non la può fare, anzi, aggiungo che se gli istruttori cai, sono tali per insegnare SOLO nell'ambito di corsi cai e a titolo non professionale, quando operano in ambito uisp, sono completamente fuorilegge

se sto sbagliando in quanto affermo, sarò grato a chi mi saprà dare delucidazioni in merito
grazie

saluti
biemme
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Messaggioda Yashin » ven ott 28, 2005 17:02 pm

Trovo piuttosto di bassissimo profilo il comportamento di quelle guide alpine di milano, sempre che sia vero e dimostrabile associare la posizione di quella ?allieva-talpa? al fatto che sia stata mandata apposta per quello scopo (che sarebbe veramente deprimente e meschino).


Caro Biemme,
prima della talpa ( reale, esistente, viva e vegeta ) le guide hanno effettivamente ammonito la FASI dal tenere corsi su roccia, così come ammoniscono il CAI di tenere corsi etc etc... ma poichè nessuno se le cagava membri... direi di un certo rilievo nel panorama guide alpine della lombardia... hanno deciso di far accadere un incidente che mettesse ordine ad una situazione da par loro intollerabile...e qui mi fermo...

Quando toccherà al CAI?
La potenza è nulla senza controllo...ma il controllo senza potenza a cosa c***o serve?
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Messaggioda yinyang » ven ott 28, 2005 17:04 pm

anche gli infiltrato della polizia! che bassissimo profilo che hanno! :evil:
ma non si vergognano a ciulare così i banditi!?!
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Messaggioda MarcoS » ven ott 28, 2005 17:12 pm

Yashin ha scritto:Caro Biemme,
prima della talpa ( reale, esistente, viva e vegeta ) le guide hanno effettivamente ammonito la FASI dal tenere corsi su roccia, così come ammoniscono il CAI di tenere corsi etc etc... ma poichè nessuno se le cagava membri... direi di un certo rilievo nel panorama guide alpine della lombardia... hanno deciso di far accadere un incidente che mettesse ordine ad una situazione da par loro intollerabile...e qui mi fermo...

Quando toccherà al CAI?


:?:
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Re: Non sono una Guida Alpina ma...

Messaggioda pietrodp » ven ott 28, 2005 17:34 pm

cialtrone ha scritto:
pietrodp ha scritto:
cialtrone ha scritto:
anti-cialtrone ha scritto:..


Urca, adesso abbiamo anche un'anti-cialtrone?! Ma cialtrone non era già abbastanza anti per conto suo?
Manfatti. L'anti-cialtrone, per la proprietà nota a tutti di grammatica italiana, è uno normale :mrgreen:
Ciao, neh? :-)


Dì la verità, anti-cialtrone è la personalità secondaria che hai dovuto crearti per poter tornare a dire cose normali! :lol:
mandi
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Messaggioda grizzly » ven ott 28, 2005 17:43 pm

Proviamo ad immaginare che le Guide, anziché percepire un lauto compenso per far un corso siano pagate diciamo come un buon operaio? vabbè non indiano. (Da chi al momento non ci interessa? è una astrazione scientifica?)
E che gli istruttori Cai, Fasi, Uisp nel periodo dei corsi vengano stipendiati (da chi al momento non ci interessa?) ad ugual livello. Con una pari (relativamente ad un corso base di arrampicata) preparazione tecnica.
Si discuterebbe ancora sulla superiore idoneità di qualcuno piuttosto che di un altro? Direi proprio di no? Quindi dove sono andate a finire tutte ste differenze ?oggettive? sui gradi, il tipo di terreno, le manovre, e quant?altro? Sulla Luna?
Quindi il discorso non è sul grado avvvista richesto? per un corso base poi? sia di arrampicata che di alpinismo.
Il discorso sarebbe molto interessante se qualcuno esponesse per bene come si è arrivati a questa situazione. Dove lo stesso, identico, medesimo istruttore, se in ambito Cai può insegnare? se in ambito Uisp no!!!
E si vedrebbe (ma sarebbe utile documentarlo in dettaglio) come la Legge attuale sia il prodotto di un rapporto di forza politico a favore delle Guide? che questo trovi una corrispondenza nella realtà sociale è un altro discorso.
Perché il bello di tutta la faccenda è che, la legge vien determinata da interessi economici? ma non è detto che li rispecchi fedelmente. Ossia può anche esserci sproporzione? e che si sia arrivati ad un determinato equilibrio, in virtù di un parallelogramma delle forze sociali, economiche, politiche ma che la leggi risulti a favore o a sfavore maggiormente di una o dell?altra.
Poi che le maggiori forze, nella particolarità italiana, sian le inerzie è ancora un altro discorso?
Non è qui in discussione la moralità delle talpe? ma le talpe della morale.
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Messaggioda gug » ven ott 28, 2005 17:50 pm

Spider ha scritto:

NB che io sapessi, il livello richiesto per un istruttore FASI è di 7a a vista, per cui mi fa ridere pensare che gli istruttori CAI (che spesso non vanno oltre il V) siano più qualificati a insegnare ad arrampicare...



....al tempo!
Stiamo parlando di due figure del tutto distinte. L'istruttore di alpinismo regionale (IA), è vero che può anche non arrampicare sopra il V (ma perlomeno in montagna). Per ciò che riguarda invece gli istruttori di arrampicata (IAL e INAL) viene espressamente richiesto e verificato all'esame il livello di, rispettivamente, 6b e 6c a vista. Non viene permesso di guardare la via d'esame, si viene portati lì e si deve salire.
Ora, richiedere 6b a vista e verificarlo mediante esame su più di una via, vuol dire che quel grado lo si deve possedere molto bene, dato che altrimenti un esame gioca brutti scherzi, e quindi ritengo che approssimativamente gli istruttori IAL si muovano sul 7a a vista e quelli INAL sul 7b.
Non conosco il livello degli esami FASI invece, ne come vengono tenuti.
Su quelli CAI invece posso dire che gli esami sono più che seri, anzi a volte troppo severi e a volte anche pignoli (e di questo mi sono spesso lamentato).
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda anti-cialtrone » ven ott 28, 2005 18:12 pm

grizzly ha scritto:Proviamo ad immaginare che le Guide... (CUT)
Il discorso sarebbe molto interessante se qualcuno esponesse per bene come si è arrivati a questa situazione. Dove lo stesso, identico, medesimo istruttore, se in ambito Cai può insegnare? se in ambito Uisp no!!! (CUT)
.


Eh, eh, Grizzlyyyy... Non sei stato attento! (Ri)leggi la Legge 6/89: "Il Club alpino italiano, ai sensi delle lettere d) e e) dell'articolo (CUT), conserva la facoltà di organizzare scuole e corsi di addestramento a carattere non professionale"

Quindi è molto semplice: il CAI "conserva" una prerogativa che già aveva. Gli istruttori del CAI insegnavano ad arrampicare (male o bene, questo è un altro discorso) da prima che le Guide ne facessero una professione, e il legislatore è stato costretto a tenerne conto. Non è che poteva cancellare oltre 100 anni di storia e di cultura... Diciamo che 100 anni di "esperienza nel settore" sono stati riconosciuti come sufficienti per dare al CAI una deroga rispetto all'esclusività professionale concessa alle Guide...

grizzly ha scritto: si vedrebbe (ma sarebbe utile documentarlo in dettaglio) come la Legge attuale sia il prodotto di un rapporto di forza politico a favore delle Guide? che questo trovi una corrispondenza nella realtà sociale è un altro discorso. Perché il bello di tutta la faccenda è che, la legge vien determinata da interessi economici? (CUT).


Eh, eh... la scoperta dell'acqua calda. D'altra parte... abbiamo un Presidente del Consiglio che ha costruito un'intera legislatura determinando la "Legge" con i suoi "interessi economici". Possiamo allora scandalizzarci perché le Guide si scagliano contro qualche poveraccio che, magari inavvertitamente, toglie loro i clienti?

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Messaggioda grizzly » ven ott 28, 2005 18:31 pm

anti-cialtrone ha scritto: Eh, eh, Grizzlyyyy... Non sei stato attento! (Ri)leggi la Legge 6/89: "Il Club alpino italiano, ai sensi delle lettere d) e e) dell'articolo (CUT), conserva la facoltà di organizzare scuole e corsi di addestramento a carattere non professionale"


Ho ben presente. Infatti l?esempio era riportato come curiosa antinomia, che un medesimo soggetto in ambiti diversi cambi proprietà è cosa possibile? ma ad insegnar nodi, sicurezza, progressione, tecniche base di arrampicata? ho dei dubbi possa verificarsi che depositata la casacca Cai s?intampi sul barcaiolo? :lol:

Per il resto son d'accordo... niente di nuovo sotto il sole... :wink:
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Messaggioda Enzolino » ven ott 28, 2005 18:35 pm

Copia e incolla da www.pareti.it

Mi chiamo Gigi e abito a Parma. Ma potrebbe essere Rovigo come Arezzo. Fatto sta che ho il raffreddore, la porta d?ingresso di casa mal protetta dall?acqua e un?idea che mi frulla in testa da un po? di tempo: imparare ad arrampicare come ho visto fare alla tele. Non immagino che la mia giornata sarŕ segnata da una immersione negli ordini professionali; piů che altro, non ci bado, mi ci avventuro senza nemmeno pensarci. Cosě esco di casa e vado in farmacia a comprare un?aspirina; piů tardi, passo dallo studio di un geometra che conosco, per spiegargli il problema dell?acqua e concordare prezzi e tempi per la richiesta di una Dia per una grondaietta nuova. Infine, telefono a un tizio che so che si occupa di arrampicata:
?Sa dirmi per un corso di roccia??
Non me l?aspettavo, ma quello mi risponde che su roccia loro non lavorano. Mi consiglia di provare a un numero di Milano, perchč lŕ abita la prima Guida Alpina effettivamente operativa, ammesso che non sia giŕ impegnata con altri clienti.
Mi propone un corso su plastica, ma a me la plastica non interessa.
Allora mi ricordo che avevo un?altra idea che mi frullava in testa a proposito dell? hockey subacqueo, cosě telefono a una piscina che so che organizza dei corsi e mi risponde una tipa gentilissima che mi dice ?non c?č problema, venga quando vuole che la facciamo provare?.
Mi chiamo Gigi e abito a Parma, ma potrebbe essere Rovigo come Arezzo; sono un?occasione persa per l?arrampicata sportiva e un?occasione colta per l?hockey subacqueo. Mi va bene cosě.
Ho mille altri pensieri e non mi ci soffermo piů di tanto, ma mi sembra strano che, avendo bisogno d?una aspirina, ed essendo obbligato a passare attraverso l?ordine professionale dei farmacisti per averla, io sia riuscito a procurarmela con straordinaria facilitŕ; cosě come non ho avuto problemi a riferirmi ad uno dei tanti geometri del relativo albo professionale per il mio problema dell?acqua.
Prima di abbandonare completamente la questione, la mia mente produce un ultimo semplice pensierino: ?A che cacchio serve questo ordine professionale delle guide se non copre capillarmente il territorio??.
Dopo quest?ultimo pensierino, non penserň mai piů all?arrampicata e vivrň felice e contento comunque.
Io, che non conosco Gigi e che invece dirigo una rivista d?arrampicata e ho dedicato alla attivitŕ verticale buona parte della mia esistenza, sono e rimango MOLTO rabbuiato per questa assurda situazione tutta italiana. Perchč odio le occasioni perse senza aver avuto la possibilitŕ di giocarmele.
Fino a Dicembre, quando una interpretazione probabilmente corretta della Legge Quadro 6/1989, riservava alle Guide Alpine l?accompagnamento professionale dei clienti in montagna e su roccia, lasciando l?attivitŕ non professionale a tutti gli altri, le cose funzionavano. Male, ma funzionavano: le troppo poche Guide Alpine effettivamente operative sul territorio faticavano a coprire la domanda proveniente dalle sale e dai turisti nelle localitŕ di montagna; le associazioni di arrampicata sportiva sprovviste di muri indoor portavano i loro associati in falesia, affidandoli ad istruttori per lo piů male e frettolosamente formati, ma li portavano.
Da dicembre a questa parte, da quando il giudice monocratico del tribunale di Milano Elisabetta Canevini ha dato una interpretazione diversa delle parole del Legislatore, il giocattolo che funzionava malissimo si č rotto.
Allo stato attuale dei fatti chiunque porti un amico in falesia, anche senza farsi pagare, e si azzardi ad insegnargli come si fa un otto e come si usa un gri gri... č potenzialmente denunciabile ed accusabile di esercizio abusivo della professione. Non entriamo nei particolari, ovviamente; scorrete qualche pagina e avrete modo di documentarvi ampiamente a riguardo a pagina 87.
Fatto sta che non serve a niente gridare che non č giusto. Perchč č evidente che non č giusto che Gigi che abita a Parma debba comportarsi come un rabdomante per trovare qualcuno che possa insegnargli a scalare in falesia senza rischiare due mesi di reclusione.
Bisogna trasformare questa contingenza bruttissima, che vede arrampicatori contro arrampicatori, questa rottura di un brutto giocattolo, nella migliore occasione per ridiscutere tutto, per creare un giocattolo bello, che funzioni e che soprattutto sia in grado di dare una risposta accessibile, pronta e professionale alla domanda crescente di arrampicata del nostro paese. Bisogna che Gigi, quando telefona, si senta rispondere: ?Certo, puň venire quando vuole, siamo professionisti specializzati sull?arrampicata sportiva, formati da corsi adeguati; se le interessano anche lo scialpinismo, o il ghiaccio o il canyoning abbiamo dei colleghi che sono abilitati anche in questi campi.? Questo deve sentirsi dire Gigi.
E perchč accada bisogna che FASI e Guide Alpine riprovino a mettersi insieme attorno ad un tavolo per creare una figura professionale specializzata sull?arrampicata sportiva su roccia.
Occorre che le Guide Alpine comprendano che č ora di riformare il loro organico, almeno di decuplicarlo, separando le competenze senza costringere un aspirante professionista dell?arrampicata sportiva a diventare anche un provetto sciatore o ghiacciatore; l?attuale onnicompetenza, pur ammirevole, non č piů moderna, non risponde alle esigenze di questi tempi; ed economicamente finisce per ritorcersi contro le stesse Guide Alpine, perchč riduce la loro possibilitŕ di venire a contatto con i clienti laddove i clienti oggi passano come primo approccio: le sale d?arrampicata; quelle - č un dato di fatto - sono per lo piů in mano alle societŕ sportive, soprattutto FASI.
La strada da seguire č in parte giŕ tracciata dai BE francesi e in parte č giŕ presente nei carteggi delle Guide dove si parla di monodisciplinaritŕ, non c?č da essere inventori (anche perchč il terreno della parificazione professionale in ambito UE č un terreno minato per chi litiga e una miniera d?oro per gli avvocati, ricordiamocelo bene).
La FASI da parte sua deve mettersi in testa che l?epoca della evangelizzazione verticale č finita: non si possono piů spargere sul territorio centinaia di ?istruttori? formati in pochi giorni pur di aprire nuove societŕ e creare nuovi tesserati. Adesso bisogna che chi insegna arrampicata sia adeguatamente formato, sia che operi su roccia che su artificiale che coi bambini. E? ora che quel grosso equivoco chiamato ?Operatore di sala?, formato in due (!) giorni scompaia quanto prima, perchč chi inizia, a qualunque etŕ, abbia un modello e un insegnamento corretto da seguire, non uno che ravana peggio dell?allievo.
L?alternativa a tutto questo c?č ed č la piů comoda: tenere tutto bloccato per anni fino al processo di appello, quando č possibile che una interpretazione della Legge Quadro piů vicina a quella che noi abbiamo sempre inteso... stravolga l?intera questione e i santi di oggi diventino i perdenti di domani. Bella soddisfazione...
Andrea Gennari Daneri
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Messaggioda biemme » ven ott 28, 2005 18:50 pm

anti-cialtrone ha scritto: .......Il discorso sarebbe molto interessante se qualcuno esponesse per bene come si è arrivati a questa situazione. Dove lo stesso, identico, medesimo istruttore, se in ambito Cai può insegnare? se in ambito Uisp no!!! (CUT)
.


....... è molto semplice: il CAI "conserva" una prerogativa.................. D'altra parte... abbiamo un Presidente del Consiglio.........[/quote]

grazie, anticialtrone, per avermi risparmiato la risposta. Vedo che siamo in perfetta sintonia sia su questioni "ludiche" che su quelle politiche :wink:

Yashin ha scritto:Caro Biemme,
prima della talpa ( reale, esistente, viva e vegeta ) le guide hanno effettivamente ammonito la FASI dal tenere corsi su roccia, così come ammoniscono il CAI di tenere corsi etc etc... ma poichè nessuno se le cagava membri... direi di un certo rilievo nel panorama guide alpine della lombardia... hanno deciso di far accadere un incidente che mettesse ordine ad una situazione da par loro intollerabile...e qui mi fermo...

Quando toccherà al CAI?


caro Yashin,
non metto in dubbio che la talpa fosse viva e vegeta, hai ragione, ho sbagliato termine, dovevo dire "esca viva". Ti ringrazio perchè mi è già di aiuto, per capire la dinamica di questa brutta storia, scoprire dalle tue parole (non lo si sapeva, almeno io) che le guide avevano già ammonito la fasi prima di quest'episodio, e che "nessuno se le cagava"(ulteriore aggravante per la federazione ei suoi responsabili). Così l'aspetto della questione già cambia, ma non al punto, secondo mio modesto parere, da decidere di mandare apposta una cavia a "trovarsi in difficoltà" durante un corso fasi. Avrei trovato molto meno "di bassissimo profilo" che il professionista o il collegio professionale che si sentiva (e su questo ha il mio totale appoggio) leso, denunciasse direttamente la cosa all'autorità giudiziaria, anche perchè quest'ultima avrebbe dovuto comunque agire automaticamente e aprire un'indagine, in quanto l'esercizio abusivo di professione è un reato procedibile d'ufficio (non necessità cioè di querela di parte).

Che significa quando toccherà al cai ? se una guida intravede un esercizio abusivo da parte di un'istruttore cai (che, ad esempio, opera extracai dietro compenso, magari mascherandosi in altre associazioni, ecc.) che si sbrighi a denunciarli (è un suo pieno e legittimo diritto) e troverà tutto l'appoggio di TUTTI, per primi, di quegli istruttori che al cai dedicano giornate e giornate di ferie non retribuite e di passione :wink:

personalmente ho sempre rispettato e ammirato il ruolo della guida alpina, ma in questo caso il "basso profilo" di cui parlo non riguarda il se, ma il come è stato portato all'attenzione questo problema dell'abusivismo

saluti
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