Fokozzone ha scritto:Certe zone dell' italia sono tra le più densamente popolate al mondo. Questo genera già un certo stress, una mancanza di conoscenza tra la gente, un clima di diffidenza.
Se a questo si aggiunge la presenza massiccia di gente con lingua diversa, cultura diversa che vive in modo diverso, si ottiene che l' individuo è sempre solo, anche in mezzo alla gente, perché sono tutti estranei.
Allora ai singoli viene a mancare la difesa della gente, i malviventi possono scontrarsi con una vittima alla volta ed essere così più forti, perché non devono scontrarsi col muro della collettività.
Idem a scuola: se anziché aspettare che le ragazzine diano il ceffone di rito a chi allunga le mani, il ceffone lo anticipasse il genitore, il bambino inizierebbe a interrogarsi sull' opportunità del rispetto.
FKZ
Sono d'accordo col Fok (

oddio, mi stò ammalando

), per questo dico che l'arma migliore è l'interazione con la gente, tutta, anche quella diversa.
Ho vissuto per un anno in un quartiere di Brescia dove su un migliaio di persone saremo stati si e no 30 italiani, certo io sono un rompicoglioni dalla parlantina sciolta e ficanaso, ma dopo un mese conoscevo tutti nella strada, dalla sarta bresciana di 70 anni che viveva li da una vita a Josef l'algerino del kebab all'angolo.
Le teste calde c'erano ma non ho mai avuto un problema o uno screzio con nessuno, forse anche per il mio atteggiamento e non ci crederete ma io il mio furgone lo lasciavo aperto (quando parcheggiavo vicino a casa) e nessuno ha mai toccato nulla.
Questo per dire che a volte siamo noi stessi la concausa di un ambiente "malsano"; persone che con me si comportavano normalmente o addirittura amichevolmente le vedevi mutare espressione quando passava qualche "bianco" con lo sguardo schifato e ostile.
Se tratti le persone come delle bestie prima o poi si comporterano da bestie.
Il problema è che non si deve generalizzare, gli extracomunitari non sono tutti bravi e buoni, come non sono tutti delinquenti assetati di sangue, ci sono quelli che vogliono integrarsi e quelli che non ne vogliono sapere, bisogna incazzarsi e punire quelli che delinquono ma ci si deve anche ricordare di quelli che ogni giorno lavorano duramente (spesso più duramente di noi italiani) conducendo una vita semplice se non povera, ci si deve ricordare dell'extracomunitario che si è buttato per primo nel naviglio quando ha visto caderci dentro una macchina (che poi era vuota) e bisogna ricordarsi di informarsi bene prima di partire per le crociate perchè molto spesso si scopre che il bersaglio è sbagliato.
Un esempio per tutti che conosco bene: a Brescia cercano di amazzare un uomo, dagli agli albanesi che hanno anche cercato di violentare la moglie, tranne poi scoprire che erano stati la moglie e l'amante, o ancora la ragazzina che massacra madre e fratello e tenta di scaricare sullo straniero, o più recente la madre che affoga il figlio e simula un aggressione da parte del cattivo straniero di turno.
E' troppo facile identificare nello "straniero" la causa di tutti i mali, molti di voi sono giovani ma un pò di tempo fa questi stessi precisi discorsi (erano perfino uguali gli slogan di certi figuri) avevano come bersaglio i "terroni", gente votata alla delinquenza che rubavano il lavoro a quelli del nord e che rendevano le città invivibili.
I problemi non si risolvono urlando "dagli all'untore" per tranquilizzarsi e dire "io non centro niente, non è colpa mia", bisogna capire cosa c'è che non va in questa società che non è più un punto di coesione per i giovani, cosa c'è che non va in questa famiglia che non è più un riferimento, cosa c'è che non va in un mondo dove non conta chi sei ma cosa hai, in un mondo dove un rincoglionito che tira quattro calci ad un pallone diventa un semidio, dove una troietta con un bel culo e un cuore grande (nel senso di molto "generosa") diventi l'ideale di realizzazione.
Forse abbiamo bisogno di farci un pò più di domande e avere qualche certezza in meno.