da lucasignorelli » sab gen 22, 2005 18:13 pm
Mi sembra che siano utili alcune precisazioni:
1) Non mettiamo per favore Maestri e Cesen nello stesso cesto. La polemica contro Maestri fu sicuramente strumentale (quando fu lanciata gli inglesi avevano mire sul Torre, ed esisteva una grossa rivalità fra le due "scuole" alpinistiche che datava dal pasticcio della prima alle Torri del Paine). La polemica si è poi alimentata da sola, anche per "merito" dei soliti giornalisti (e qui includiamoci anche molti italiani) a caccia della controversia a tutti i costi. Un sacco di "prove" adotte per sbugiardare Maestri si sono rivelate false, inconsistenti o male interpretate. Sulle capacità di Maestri e di Egger, e sulla loro possibilità di affrontare il Torre non si discute, come non si discute sulla carriera del Cesare. Chiunque abbia un minimo di conoscenza della Patagonia sa che, se non abbiamo la certezza che siano arrivati in cima, è molto, ma molto difficile che NON siano arrivati.
La storia di Cesen è tutt'altra. Foto rubate ad altri, scattate in luoghi diversi da quelli dichiarati, passaggi in luoghi dove altri alpinisti erano presenti ma non avevano visto ne lui ne alcuna traccia del suo passaggio, relazioni di arrampicata con errori incredibili, tempistiche impossibili, materiali "fantasma". E attorno a Cesen per un certo periodo hanno ruotato interessi monetari e (diciamolo pure) anche politici non indifferenti, certo anni luce distanti da Maestri e Fava. Il risultato è che, oltre al Lhotse e al Jannu, anche alle sue solitarie alpine (prima fra tutte la ripetizione di "No Siesta" alle Jorasses, ma mettiamoci pure le ripetizioni sul Brouillard) non ci crede più nessuno. E' probabile abbia salito almeno in parte la via Basca al K2 (solo fino alla spalla), ma anche lì ci sono tante bizzarrie da spiegare. Una storia veramente triste (che ha fatto molto male all'alpinismo sloveno) anche perchè chi 'aveva supportato e lanciato Cesen (e, secondo me, l'aveva motivato a mentire) ha poi nascosto la mano lasciandolo ai cani.
2) Maestri ha un caratterino terribile, ma questo vale per tanti altri alpinisti sulle cui capacità e probità non si discute. Lo stesso Bonatti, all'epoca dei suoi grandi exploit, era tutto tranne che una persona piacevole o facile con cui avere a che fare (ed in un certo senso lo è tutt'ora, mi dice chi lo frequenta). Penso che se avessimo dovuto passare gran parte della nostra vita a giustificare le nostre azioni oppure a rispondere a calunnie e insinuazooni, anche noi saremmo quanto meno "ruvidi" col prossimo.
3) La tanto malignata via del compressore fu in realtà un exploit molto avanti rispetto ai suoi anni. Jim Bridwell, che fece la prima ripetizione in stile alpino nel 1979 con Steve Brewster, ha detto che la considera una via incredibile sia dal punto di vista tecnico che estetico, certo con una chiodatura un po' abbondante per lo standard moderno, ma che non cambia la natura dell'impresa di Maestri. Il fatto che non arrivò in cima fu un'ennesima provocazione, e secondo me una provocazione riuscita. Bisogna stare attenti a certe "storicizzazioni" delle grandi vie degli anni 60 e 70, perchè spesso sono fatte su un'ottica tipica degli anni '80. Vedasi, tanto per non fare nomi, la via Gousseault aperta da Desmaison, Bertone e Claret sulle Jorasse - bistrattata per anni come un relitto dell'epoca, come via inutile, illogica e aperta per puro esibizionismo... e poi, quando è stata finalmente ripetuita, si scopre che è forse la più grande via di misto del massiccio del Bianco (parola di Francois Marsigny!), assai più bella e difficile di un sacco di vie strombazzate aperte negli ultimi dieci anni...