vie nuove

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda Roberto » ven ott 29, 2004 11:04 am

Aprire una via è una forma di creatività, per questo occorre prima di tutto, fantasia ed estro. Oltre a questo, è indispensabile l'esperienza, il saper "leggere" la parete ed intuire dove passare e dove agirare, ma questo varia molto da scalatore a scalatore. Spesso si bruciano le tappe, specie quando si ha "l'intuizione" innata, altrimenti vengono fuori brutte vie!
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Messaggioda berni » ven ott 29, 2004 11:40 am

Bravo Roberto, ma, soprattutto e specie se si ha il trapano in mano, sarebbe bene che chi apre lo faccia su difficoltà al proprio livello, giusto per non trovare spits ogni metro sul 6b (per ipotesi) e protezioni ogni 10m sul 5°....
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Messaggioda Roberto » ven ott 29, 2004 11:45 am

Diciamo che il trapano, e lo spit prima, hanno "democratizzato" un po troppo l'aperture di vie.
Mentre prima chi apriva aveva generalmente un bagaglio di esperienza e capacità sufficente a non fare danni, oggi molti si avventurano nelle aperure, confortati dal mezzo che ha semplificato notevolmente le problematiche dell'apertura.
Prima occorreva più "pompa", oggi più materiale!
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Messaggioda berni » ven ott 29, 2004 11:58 am

...da apritore di vie a "spits" oggi, ed a chiodi ieri, mi rendo perfettamente conto del vantaggio che ho "in mano", anche nei confronti di chi ripete; io posso scegliere dove proteggermi, chi segue no...
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Messaggioda stefano michelazzi » ven ott 29, 2004 12:44 pm

ombra ha scritto:
King Lizard ha scritto:Una pregunta ai Signori Apritori: a vostro giudizio occorre Cultura alpinistica nell'aprire itinerari? e dove si coglie questo strano tipo di Cultura?

Mi spiego meglio. Il buon scrittore ha letto, letto, letto, letto e ancora letto di tutto. Ha scritto, abbozzato, scribacchiato, buttato fogli, gettato bozze prima di dare alle stampe la sua prima opera. Di seguito l'esperienza fatta in precedenza, e che continua di pari passo con la sua età anagrafica, gli permette di valutare quali sono le pagine da cancellare e quelle da pubblicare.

Non è così anche nell'attività alpinistica?


Beh KL,
la tua analogia mi sembra azzeccata.

Il ripetere, ripetere, ripetere ... equivale a leggere.

Sbagliare attacchi, varianti, percorsi ... equivale ad abbozzare, scribacchiare.

Fare i primi brevi tentativi equivale ai mucchi di fogli appallottolati gettati nel cestino.

Poi alla fine ti sembra che venga fuori qualcosa di senso compiuto e la presenti agli altri.

Questo non vuol dire che sia un capolavoro... anzi.

:-)



esistono scrittori di best-seller e scribacchini di storielle...così è anche per le via d'arrampicata, allo stesso modo ci sono libri di narrativa, gialli, fantasy ecc. e vie a spit, a chiodi, in libera in artificiale...
direi che il paragone di KL sia abbastanza azzeccato, e come per chi scrive libri il fattore più importante a mio avviso è la fantasia, il saper cogliere la linea anche dove nessuno l'ha mai vista...
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Messaggioda quilodicoequilonego » ven ott 29, 2004 13:09 pm

...poi esistono le eccezioni, ragazzini che fanno capolavori.... che invidia 8O :cry:
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
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Messaggioda BAT » ven ott 29, 2004 13:28 pm

marco bernini ha scritto:Bravo Roberto, ma, soprattutto e specie se si ha il trapano in mano, sarebbe bene che chi apre lo faccia su difficoltà al proprio livello, giusto per non trovare spits ogni metro sul 6b (per ipotesi) e protezioni ogni 10m sul 5°....

Sì ma se si ha il trapano in mano si può chiodar dove si vuole e quindi sucire dal casino dove e quando si desidera... con i chiodi è meno facile.
Ho un vecchio cantiere di una via aperta dal basso con il trapano con protezioni distanti (10m)... però un po' troppo incasinato il discorso delle batterie del recupero di tutto il materiale...
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Messaggioda sergio63 » ven ott 29, 2004 15:51 pm

ho aperto poca roba sempre in posti fuori dal mondo e su difficoltà classich(V-VI max) sempre per cercare e godere dell'autonomia in un certo ambiente

mi è sempre piaciuta l'arte del posizionamento delle protezioni (chiodi, nut ....) perchè privare altri di questo piacere (poi i chiodi costano....) io salgo per mè non mi interessa se qualcuno ripete o no....

piace anche a me sentirmi dire bravo....ma sopratutto in altri campi, se riuscissi a salire altre difficoltà magari avrei atteggiamenti diversi

se devo parlarne con gli amici va bene, se devo scrivere a una qualche rivista mi sento un po' ridicolo...
non ho comunque alcun che da dire con chi lo fa magari alla prossima cambio idea

non sarei cosi rigido nei giudizi (pavone o no) le situazioni non sono standard e medesimi atteggiamenti di persone diverse possono scaturire da motivazioni opposte....
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Messaggioda dademaz » ven ott 29, 2004 17:03 pm

sergio63 ha scritto:ho aperto poca roba sempre in posti fuori dal mondo e su difficoltà classich(V-VI max) sempre per cercare e godere dell'autonomia in un certo ambiente

mi è sempre piaciuta l'arte del posizionamento delle protezioni (chiodi, nut ....) perchè privare altri di questo piacere (poi i chiodi costano....) io salgo per mè non mi interessa se qualcuno ripete o no....

piace anche a me sentirmi dire bravo....ma sopratutto in altri campi, se riuscissi a salire altre difficoltà magari avrei atteggiamenti diversi

se devo parlarne con gli amici va bene, se devo scrivere a una qualche rivista mi sento un po' ridicolo...
non ho comunque alcun che da dire con chi lo fa magari alla prossima cambio idea

non sarei cosi rigido nei giudizi (pavone o no) le situazioni non sono standard e medesimi atteggiamenti di persone diverse possono scaturire da motivazioni opposte....


bello sto post!
mi ritrovo abbastanza con sergio63....xchè anch'io tutto ciò che ho aperto non l'ho mai pubblicizzato....sono state salite venute fuori così, sulle quali ho lascito ben poca roba (qualche chiodo al max) e che rimangono mie, nei miei ricordi x l'avventura vissuta.
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Messaggioda BAT » ven ott 29, 2004 17:55 pm

dademaz ha scritto:...xchè anch'io tutto ciò che ho aperto non l'ho mai pubblicizzato....sono state salite venute fuori così, sulle quali ho lascito ben poca roba (qualche chiodo al max) e che rimangono mie, nei miei ricordi x l'avventura vissuta.

:twisted: BENE! :twisted:
Così se uno cerca tutte le info sulle pareti dove hai aperto le vie, come procede? Dove cavolo le trova le info?

Il mio discorso di pubblicare le vie su riviste non è tanto per poi vantarsi con gli amici, ma per rendere nota un qualcosa che riguarda, come dire, la collettività! Per non ingenerare confusione o difficoltà nel reperire informazioni.
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Messaggioda dademaz » ven ott 29, 2004 18:08 pm

BAT ha scritto:
dademaz ha scritto:...xchè anch'io tutto ciò che ho aperto non l'ho mai pubblicizzato....sono state salite venute fuori così, sulle quali ho lascito ben poca roba (qualche chiodo al max) e che rimangono mie, nei miei ricordi x l'avventura vissuta.

:twisted: BENE! :twisted:
Così se uno cerca tutte le info sulle pareti dove hai aperto le vie, come procede? Dove cavolo le trova le info?

Il mio discorso di pubblicare le vie su riviste non è tanto per poi vantarsi con gli amici, ma per rendere nota un qualcosa che riguarda, come dire, la collettività! Per non ingenerare confusione o difficoltà nel reperire informazioni.


hey BAT calma :D
in effetti il ragionamento che è emerso da questo post mi fa rivalutare la mia scelta di non comunicare nulla...o meglio x ciò che è stato è andata così....x ciò che verrà, forse :lol: , comunicherò!!!! :wink:
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Messaggioda pietrorrrago » ven ott 29, 2004 19:04 pm

BAT ha scritto:
dademaz ha scritto:...xchè anch'io tutto ciò che ho aperto non l'ho mai pubblicizzato....sono state salite venute fuori così, sulle quali ho lascito ben poca roba (qualche chiodo al max) e che rimangono mie, nei miei ricordi x l'avventura vissuta.

:twisted: BENE! :twisted:
Così se uno cerca tutte le info sulle pareti dove hai aperto le vie, come procede? Dove cavolo le trova le info?

Il mio discorso di pubblicare le vie su riviste non è tanto per poi vantarsi con gli amici, ma per rendere nota un qualcosa che riguarda, come dire, la collettività! Per non ingenerare confusione o difficoltà nel reperire informazioni.


Io ho quasi sempre fatto sapere agli amici quando aprivo qualche cosa (a meno che vicino non ci fosse qualche linea che volevo tentare), mi piace condividere le cose che mi danno piacere con loro (tranne le donne :wink: ), un pò per avere un riscontro sulle valutazioni ed un pò perchè fa piacere sentirsi dire che è bella

non sono del tutto sicuro però che si debba per forza pubblicizzare la cosa, io apro per il mio piacere o ambizione personale, seguo il mio criterio nel chiodare o meno, se metto un chiodo (o uno spit) non stò a pensare che magari a qualcun altro quella posizione può risultare scomoda

seguo una linea di salita che magari ha una logica solo per me ed è incomprensibile a chi la ripete

tutto questo per dire che forse lasciare qualche "incertezza" da più sale alla salita, senza trascurare la sicurezza (per chi vuole), basterebbe sapere se ti devi portare il martello e i chiodi (qualcosa di veloce lo porto sempre), sapere la difficoltà e la lunghezza, ma poi basta, cerchiamocela la via, da più soddisfazione

questo non per cercare l'avventura che secondo me non può esserci durante una ripetizione (a meno chè non la si fa per esempio in solitaria od in invernale che allora le cose cambiano) ma per non "confezionare" troppo una bella esperienza

certo che se dopo si sale solo per aumentare il curriculum il discorso cambia, ma a quel punto che differenza c'è con la falesia (che adoro)?
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Messaggioda Roberto » ven ott 29, 2004 19:16 pm

Per me, aprire una via è un piacere personale, una soddisfazione. Il nuovo itinerario lo comunico e lo relaziono, ma non è un lavoro altruistico, fatto per i ripetitori, per questo, sulle mie vie, a parte quelle corte, generalmente non lascio molto materiale, giusto qualche chiodo per indirizzare gli eventuali ripetirori.
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Messaggioda c.caio » ven ott 29, 2004 19:34 pm

Maurizio ha scritto:Ciao,

un'usanza (brutta) è quella di fare almeno una freccia scolpita alla base, anche se sulla via non si lascia nulla. Un'altra usanza è quella di lasciare un cordino nel primo tiro, che testimonia il passaggio. Proprio per questo redarre bene le guide presuppone una conoscenza del campo d'azione. E' impossibile capirci qualcosa se su quella parete non ci sei mai stato e non l'hai scansionata con gli occhi...

Per fare un esempio opposto a quello di Roberto (non per dargli contro, anzi), ho incontrato anche apritori che non facevano una piega se la loro via era stata stravolta e rimaneggiata completamente, praticamente non esisteva più. Magari dicevano che tanto era brutta...

Ma qui alla fine sconfiniamo nuovamente nel vano tentativo di capire se una via sia proprietà dell'apritore o della collettività che ha il diritto di tutelarla...

ciao

Maurizio


... mi attacco al post di Maurizio per raccontare quello che puo' anche succedere quando non si desidera essere troppo "pavoni" o troppo "presenzialisti". Racconto una mia esperienza anche se mi ritengo totalmente OT in questo thread perche' mi sono sempre e solo limitato ad aprire vie nello stesso posto (una "modesta" palestra di roccia" che nulla a che vedere con le vie di montagna... quindi chiedo umilmente scusa se intervengo qui...).
Anni fa mi e' capitato di attrezzare da solo e in circa un anno di lavoro un settore abbastanza particolare (non entro nei dettagli perche' non serve) e non ho voluto urlarlo ai quattro venti perche' questi atteggiamenti non mi interessano, approfittando del mio "silenzio" (e della mia buona fede) un'altra persona che c'entrava NULLA con questo progetto ha iniziato ad andare in giro a raccontare che era farina del suo sacco (con tanto di articoli sui giornali che parlavano solo di lui e di questo settore!).... roba da matti!
:-(
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Messaggioda stefano michelazzi » ven ott 29, 2004 19:51 pm

pietrorago ha scritto:Io ho quasi sempre fatto sapere agli amici quando aprivo qualche cosa (a meno che vicino non ci fosse qualche linea che volevo tentare), mi piace condividere le cose che mi danno piacere con loro (tranne le donne :wink: ), un pò per avere un riscontro sulle valutazioni ed un pò perchè fa piacere sentirsi dire che è bella



io credo che davide 62 avrebbe qualcosa da ridire sulla tua affermazione!!! :twisted: :lol:
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Messaggioda Maurizio » ven ott 29, 2004 20:22 pm

Prendendo spunto dai vs interventi...poniamo che il Signor Rossi trovi in una valle dimenticata delle Alpi una parete dove non ha mai aperto nessuno. Il suo livello è quello che è e non ha molta esperienza di aperture. Ho però trovato uno spazio libero dove esprimersi ed è entusiasta del fatto. Non riesce a trattenersi ed è felice che esista ancora in alpinismo questa libertà di esprimersi. Apre la sua via, tralasciamo se con gli spit o senza. Obiettivamente è venuta così così, un po' a zig zag, ha tirato dove non è riuscito, ha traversato dove era troppo duro.

A questo punto davanti a lui si prospetta una scelta:

1 - tiene l'esperienza per se e il suo compagno. Non dice nulla a nessuno e non comunica l'apertura della via ai media. E' cosciente del fatto che un giorno altri troveranno quella parete, e la sua via potrà essere cancellata da altre...

2 - Comunica la relazione alla Rivista del CAI (l'unica che pubblica tutto :lol: :wink: ) e si rimetto al giudizio di eventuali ripetitori.

In questa seconda ipotesi, evidentemente, Il Sign. Rossi non si potrà sottrarre ai criteri estetici ed etici secondo i quali verrà valutata "la sua "creatura" .

Dunque vi chiedo:

1) è possibile che molti alpinisti non dicano nulla proprio per sottrarsi a questo giudizio popolare, più o meno giusto che sia?

2) esistono dei criteri estetici universali sulla base dei quali si può sentenziare "bello" o "brutto", oppure no?

:D :D :D chiedo venia

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Messaggioda c.caio » ven ott 29, 2004 21:02 pm

Maurizio ha scritto:Prendendo spunto dai vs interventi...poniamo che il Signor Rossi trovi in una valle dimenticata delle Alpi una parete dove non ha mai aperto nessuno. Il suo livello è quello che è e non ha molta esperienza di aperture. Ho però trovato uno spazio libero dove esprimersi ed è entusiasta del fatto. Non riesce a trattenersi ed è felice che esista ancora in alpinismo questa libertà di esprimersi. Apre la sua via, tralasciamo se con gli spit o senza. Obiettivamente è venuta così così, un po' a zig zag, ha tirato dove non è riuscito, ha traversato dove era troppo duro.

A questo punto davanti a lui si prospetta una scelta:

1 - tiene l'esperienza per se e il suo compagno. Non dice nulla a nessuno e non comunica l'apertura della via ai media. E' cosciente del fatto che un giorno altri troveranno quella parete, e la sua via potrà essere cancellata da altre...

2 - Comunica la relazione alla Rivista del CAI (l'unica che pubblica tutto :lol: :wink: ) e si rimetto al giudizio di eventuali ripetitori.

In questa seconda ipotesi, evidentemente, Il Sign. Rossi non si potrà sottrarre ai criteri estetici ed etici secondo i quali verrà valutata "la sua "creatura" .

Dunque vi chiedo:

1) è possibile che molti alpinisti non dicano nulla proprio per sottrarsi a questo giudizio popolare, più o meno giusto che sia?

2) esistono dei criteri estetici universali sulla base dei quali si può sentenziare "bello" o "brutto", oppure no?

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... e io continuo a citare un vecchio detto adeguatamente modificato:
"chi FA puo' sbagliare, chi NON FA sbaglia SEMPRE!"...
:-)
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Messaggioda BAT » ven ott 29, 2004 21:04 pm

Beh, può essere...
Personalmente non mi faccio questi problemi. Se una via mi riesce male e quindi fa deviazioni. Pazienza. Se un giorno arriva un altro e la raddrizza, beh, tanto meglio.

E in effetti mi è capitata una cosa simile: Ho aperto con un mio amico una via, solo che per evitare un muro di 40m ho seguito una cengia e ho aggirato il muro. Dato che non mi piaceva questa soluzione, l'anno dopo, sono ritornato e l'ho raddrizzata.

Insomma, quando ho aperto una via, non mi faccio problemi se la gente la raddrizza o aggiunge protezioni, basta che nonne tolga o, in caso di raddrizzamento, non se ne faccia propria!!!
Se puoi aggiunge spit alle soste e nei passi più duri... sinceramente... non mi interessa, anzi, posso essere anche contento in quanto la mia via piace e io ho azzeccato un bell'itineario. Ma dubito che succeda, dato che oltre il 50% delle mie vie sono a 3 ore dalla macchina e per quanti spit ci siano saranno semrpe in pochi a scarpinare a lungo per una via poco conosciuta, o meglio, sconosciuta aperta da uno sconosciuto!
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Messaggioda Roberto » ven ott 29, 2004 21:18 pm

Maurizio ha scritto:Prendendo spunto dai vs interventi...poniamo che il Signor Rossi trovi in una valle dimenticata delle Alpi una parete dove non ha mai aperto nessuno. Il suo livello è quello che è e non ha molta esperienza di aperture. Ho però trovato uno spazio libero dove esprimersi ed è entusiasta del fatto. Non riesce a trattenersi ed è felice che esista ancora in alpinismo questa libertà di esprimersi. Apre la sua via, tralasciamo se con gli spit o senza. Obiettivamente è venuta così così, un po' a zig zag, ha tirato dove non è riuscito, ha traversato dove era troppo duro.

A questo punto davanti a lui si prospetta una scelta:

1 - tiene l'esperienza per se e il suo compagno. Non dice nulla a nessuno e non comunica l'apertura della via ai media. E' cosciente del fatto che un giorno altri troveranno quella parete, e la sua via potrà essere cancellata da altre...

2 - Comunica la relazione alla Rivista del CAI (l'unica che pubblica tutto :lol: :wink: ) e si rimetto al giudizio di eventuali ripetitori.

In questa seconda ipotesi, evidentemente, Il Sign. Rossi non si potrà sottrarre ai criteri estetici ed etici secondo i quali verrà valutata "la sua "creatura" .

Dunque vi chiedo:

1) è possibile che molti alpinisti non dicano nulla proprio per sottrarsi a questo giudizio popolare, più o meno giusto che sia?

2) esistono dei criteri estetici universali sulla base dei quali si può sentenziare "bello" o "brutto", oppure no?

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1) Tutto è possibile, ma se uno è coerente comunica anche le vie mal riuscite.
2) La bellezza di una via non dipende solo dall'apritore, ma da tanti altri fattori ed è spesso una cosa personale. C'è chi ha schifo di una via su roccia cattiva e chi trova un sottile piacere a rischiare tra roccette pericolanti. Ho aperto vie su roccia magnifica, sia calcarea che granitica, ma la via che mi ha dato la maggior soddisfazione, sia come avventura che piacere nella scalata, è stata quella della Nord del Camicia, una parete evitata e dimenticata, a causa della qualità della roccia!
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Messaggioda BAT » ven ott 29, 2004 21:38 pm

Confermo! Fino a difficoltà abbordabili, la roccia marcia è bella!
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