Il fenomeno dello scioglimento progressivo dei ghiacciai non è da imputarsi esclusivamente alla diminuzione delle precipitazioni nevose in quota, che di per se non basta al rimpinguamento del ghiacciaio, ma anche e soprattutto all'innalzamento dell'isoterma degli 0 gradi e all'aumento della temperature nella zona di ablazione dei ghiacciai.
Un inverno nevoso non serve a molto, anche se seguito da un'estate fresca e breve.
Servirebbero parecchi inverni nevosi e moltissime estati fresche, nonchè un abbassamento drastico delle isoterme.
La neve che cade nella zona d'alimentazione del bacino glaciale per trasformarsi in ghiaccio ha bisogno di compressione dovuta al sovrapporsi degli strati, i quali letteralmente "scendono" verso il letto roccioso che supporta il ghiacciaio e scivolano sotto di esso, spingendo in tal modo verso valle altro ghiaccio, che nel corso di svariate decine d'anni (molto dipende dalla pendenza) raggiunge il fronte.
E' evidente che se la temperatura a valle è sempre piuttosto alta per parecchio tempo, ciò che si forma in alto non è sufficiente per rimpiazzare quello che è sparito in basso.
Interi canali sono scomparsi, altri stanno seguendo la stessa sorte, i ghiacciai si ritirano e si sgonfiano; insomma è in atto una trasformazione che sicuramente si è già verificata in ere precedenti.
Il punto è che oggi accade tutto molto più rapidamente.