Perché l' attività
alpinismo deve essere accoppiata al rischio?
Chi l' ha detto che per fare alpinismo si deve rischiare. Allora traversare sulla slackline tra una punta ed una guglia, senza assicurazione è alpinismo? Resta funambolismo, come resta prestazione atletica una via a quota 4000 protetta tutta a spit.
L' alpinismo è, ripeto, avventura, senza questione di grado o pericolosità.
Le alpi, come l' appennino, hanno tante pareti, molte talmente battute da essere ormai troppo familiari a molti. Ovvio per chi ha nelle tasche certi ambienti, certe pareti, andare per l' ennessima volta a ripetete quella via è una cosa diversa dall' alpinismo, è il piacere di scalare in montagna, la passione, ma non è alpinismo in senso stretto. Questo non significa che per altri, la stessa via, magari facilissima, non sia avventura pura, ovvero alpinismo.
Faccio un esempio. La via SUCAI sulla parete est della vetta Occ. del Corno Grande, al Gran Sasso, è una facile via di III, con un passo di IV. L' ho ripetuta in tutte le salse per una decina di volte, ma ricordo benissimo la mia prima salita, sbaglii percorso (come accade a molti), cercai la via e, infine raggiunsi l' uscita. "Facile" mi dissi, ma avevo fatto una salita alpinistica.
Oggi, come allora, quella via è molto frequentata, ma per quelli che iniziano, resta alpinismo, nonostante il cellulare, la guida CAI-TCI, l' amico che ti ha detto come evitare di sbagliare. Oggi, come allora, la devi cercare se non la conosci ... poi ci sono le vie "se le conoasci le eviti" ma è un' altro discorso
