VECCHIO ha scritto:Paura, ora ho proprio paura.
Il controllo della paura era il sistema che adottavo per non rischiare, appena arrivavo all'80% delle mie capacità cominciavo ad avere paura e dovevo sforzarmi sempre più e raramente riuscivo ad arrivare al 100%.
Ora tutto è cambiato, ci sono gli spit, le soste sono eccezionali, tutto è molto più chiodato e le attrezzature sono omologate, ma io ho sempre più paura.
E ve ne dico un po'.
Mentre cammino sui sentieri, perché potrei farmi una storta: dopo due o tre storte anche forti la mia caviglia destra è diventata un po' rigida.
Se mi attacco ad un chiodo perché potrebbe uscire: due volte ero volato così al Ciavazes ed al Medale.
Un sasso che mi colpisce: devo dire che in Civetta sono stato un bersaglio ?mobile? già in due incontri dei quali uno proprio traumatizzante per un mio mese, ma chi si è rotto è stato il sasso.
Scendere le ferrate perché una volta mi era scivolato un piede, avevo perso la fissa e mi ero messo a correre in discesa per non cadere, poi ero riuscito a rallentare ed a riprendere la fune: salvo! Avevo vicino l'orrido Horefeli.
Paura del freddo perché per combatterlo so che devo continuare a muovermi, ma muovermi di continuo per tanto tempo è molto difficile, sopratutto quando si dorme.
Paura della pioggia, della neve, del vento, perché poi ho freddo.
Paura del socio che magari va in crisi.
Paura degli altri che magari fanno ?errori?: ogni tanto staccano dei frigoriferi e bisogna evitarli senza che si rompa l'attrezzatura.
Ma anche le corde che si possono tagliare sugli spigoli, o per una sassata.
Paura di non avere acqua o gas e cominciare a non capire bene ciò che sto facendo e ciò che succede.
Paura di bivaccare nel posto sbagliato, imprevisto, scomodo, passando ore senza dormire e soffrendo appoggiato sui sassi o sulla neve.
Quando arriva un temporale: una volta al Cristallo un finanziere davanti a noi era stato ?inchiodato? da un fulmine, in Brenta Alta su uno spigolo un fulmine aveva fatto esplodere il pilastrino dove poco prima ci eravamo riparati; ma i fulmini sono tanti e ne ho paura, una paura profonda.
Le valanghe poi sono immense: noi la sera eravamo scesi sotto ed il mattino dopo ne è venuta giù una che ha distrutto tutto e sopra ha fatto scomparire tre persone, però un'altra l'abbiamo trovata che vagava coi calzettoni rossi nella nebbia quando siamo risaliti poche ore dopo.
Ho paura di prendermi un bronchitaccia quando sto in parete e di non poter sudare di notte per guarire.
Non mangiare indebolisce sempre più, ma per un po' ci si adatta, poi si va via di testa.
I serpenti, le zecche, gli animali ?grossi?, le sanguisughe: per me è un misto di schifo e paura che non dipendono da me.
E i buchi dove bisogna passare: una volta mi sono incastrato e non riuscivo a spostarmi, ora penso di soffrire di claustrofobia.
Traversare un fiume: con un mio amico a 4000 ne abbiamo attraversato uno, la freddissima acqua diventava sempre più profonda, ci avvicinavamo alla cascata per non andar sotto, l'acqua ci arrivava sopra la vita, cominciavano i crampi, la corrente quasi ci portava via, i piedi scivolavano, poi siamo usciti, ora ricordo, non ci abbiamo pensato più.
E se la doppia si stacca, e se il nodo si disfa, e se l'imbrago si apre, e se il cordino si rompe: un poco provate già, però prima che succedesse qualcosa di ?funereo?.
Adesso la smetto perché ne ho dette da preoccuparmi.
No, dimentico quando si fila dentro un crepaccio ed il socio non ce la fa a tirarti fuori e devi inventare qualcosa che sembra disperazione.
Avete capito perché ho paura ad andare in montagna?
Ho paura perché qualcosa so, perché qualcosa ho ?sperimentato? o visto.
Dico che ho paura perché ho vissuto.
Ma come faccio ad andare in montagna se ho sempre più paura.
Vivere vivo, ma a scalare certa roba non ci riesco più.
Però quando sto bene, ho un buon socio, son legato, scalo sui miei gradi e non devo assicurarmi a roba ?umana?, ma nemmeno assicurarmi di continuo, allora scalo sentendo solo la roccia, non ho paura, la mia testa funziona al massimo e sono felice.
Si, io sono proprio felice quando scalo, mi sento bene se tocco la roccia.
Ma forse se vedo o sento che l'uomo è intervenuto troppo, allora io non sto bene, ho paura.
Dico sempre: se non hai paura allora muori, ma se la controlli scali felice.
Ma allora ho capito: ho più paura dell'uomo.
si insomma.. ti è sempre andata bene, della serie "bàsa manina"

