
Le giornate eccezionalmente belle del dopo ferragosto passate a casa a lavorare ci hanno messo addosso una voglia terribile di ghiaccio.
Partiti inizialmente con l'idea di fare la Suldengrat allo Zebrù, abbiamo ripiegato sulla hintergrat; non perchè sia un mezzo grado più facile, quanto piuttosto per le condizioni di discesa dallo zebrù, totalmente ghiacciato in questa stagione.
E così partiamo per la Hinter. Bella cavalcata, mai difficile, pochi i rischi oggettivi sulla salita. Pernottamento al Rif. Coston (simpatici gestori?mah! crucchi), partenza rimandata di un' ora per il forte temporale della notte, già in dubbio se partire o no, alla fine incominciamo a camminare alle 4.50. 1300 mt alla cima raggiunta alle 9,15, in 4 ore e 30' scarsi , salita buona parte slegati, anche sui ghiacciai sommitali tanto erano secchi. Legati in cordata per i brevi passi su roccia. Temevamo per la discesa, raccontata come terribile sul web. Alla fine trattasi di una "via normale" più impegnativa di altre, presenta qualche tratto attrezzato, passi di II e attraversamento di qualche ponte. Solo un po' lunga ma alla fine, reduce dalla kuffner, qualsiasi discesa mi pare corta.
La relazione, vi copio incollo quella di aria di montagna, molto ben fatta tranne, a mio avviso, per la parte della discesa che come ripeto è esageratamente drastico. Ecco:
Ortles, cresta del Coston - via Hintergrat, 3905 m (Valle di Solda)
Regione: Trentino Alto Adige
Gruppo montuoso: Forni - Stelvio
Dislivello: 1300
Tempo di percorrenza: Dalle 4 alle 6 ore, molto in funzione delle condizioni, anche di affollamento, della via
Difficolta: ADMateriali:
1 mezza corda da 50 metri, 4 rinvii, 2 friends medio-piccoli, 2 dadi medio-piccoli, cordini, fettucce, moschettoni,
discensore, casco, 2 chiodi da ghiaccio, piccozza normale, ramponi.
Periodo migliore: Le minori difficoltà si trovano quando la cresta è pulita dalla neve. Valutare tuttavia anche le condizioni della via
Normale per la discesa, a volte molto delicata e con insidiosi crepacci. In genere da fine Giugno a metà
Settembre.
Famosissima cresta di misto, molto frequentata e molto consigliabile per raggiungere la bellissima vetta
dell'Ortles seguendo un percorso alternativo alla via Normale.
L'itinerario oppone qualche difficoltà alpinistica (peraltro molto dipendente dalle condizioni nevose della
cresta) solo nell'ultimo quarto, mentre per la restante parte di salita si sviluppa su sfasciumi instabili, noiosi
ma facili.
Il passo chiave della via, un diedrino fessurato di 5 metri valutato di IV-, è molto unto ed impegnativo da
superare con scarponi e ramponi, tuttavia è facilmente azzerabile. Gli altri tratti di arrampicata sono invece
più semplici ma richiedono costante attenzione perchè spesso sono estremamente friabili oppure perchè, nei
rari punti dove la roccia è solida, questa è unta.
I tratti prettamente nevosi sono tre, due dei quali piuttosto esposti e su pendenze max di 40°. Generalmente
non difficili da superare, richiedono solo prudenza sopratutto in caso di cornici.
In definitiva questa via è spettacolare non per i singoli passaggi, ma se la si valuta nel contesto globale della
traversata dell'Ortles. L'arrivo in vetta segna infatti il superamento di solo metà delle difficoltà, in quanto la via
normale di discesa è parimenti lunga e complessa.
Attacco
Dal rifugio Coston, imboccare il sentiero, ben evidente anche alla luce della pila frontale, che si dirige verso NO puntando alla base della cresta del Coston. Traversata la piana erbosa del rifugio, si mette piede sul vasto deposito morenico deposto dal ghiacciaio di Solda e lo si risale rimanendo sul dorso della morena orografica sinistra (ometti). I primi pendii della cresta vengono attaccati per alcune roccette e sfasciumi del suo lato Sud. Descrizione dell'itinerario
Per evidenti tracce di passaggio si risalgono le prime roccette sbucando in una conca ghiaiosa ricoperta di neve ad inizio stagione. A fatica, con ripidi zig zag, si inizia la risalita del pendio di ghiaioni e roccia decisamente instabile (in alcuni punti il sentiero è poco evidente), fino a raggiungere, intorno ai 3200 metri di quota, una prima fascia di rocce. Senza rilevanti difficoltà, ma con molta attenzione per via del terreno instabile, si scalano le roccette traversando a sinistra ad aggirare uno sperone pronunciato. Una risalita in un canale instabile (attenzione a
quelli che stanno più in basso!) porta sul filo di cresta, ancora ampio ma ormai ben definito. Proseguendo con qualche passo di II, si sale all'elevazione di quota 3466 m (Oberer Knott). Qui si deve superare il primo tratto nevoso, comunque né ripido né affilato, raggiungendo le rocce a monte dello stesso. Prestando attenzione a non smuovere pietre, si sale lungo il filo di cresta sino alla base di una torre rocciosa. Traversando sul lato Est si scalano alcune roccette, poi ci si riporta sul lato sud e si gira a sinistra presso un terrazzino con anello cementato (se non lo si è già fatto, legarsi in cordata). Con una delicata discesa sul lato Ovest, si raggiunge una cengia orizzontale che permette di aggirare facilmente l'elevazione rocciosa. Alcuni metri di cresta esposta ma pianeggiante conducono al diedrino del passaggio chiave (IV/A0, 3 ch). Più sopra altre roccette conducono al secondo diedrino, molto unto (III), oltre il quale si continua per roccia più facile, ma di pessima qualità, sino a toccare l'elevazione del Signalkopf. Un altro tratto di cresta pianeggiante conduce alla seconda fascia nevosa: qui la pendenza raggiunge i 40° e la parte alta è insidiosa per alcune eventuali cornici. Le rocce successive divengono più solide: ancora un vago diedro di III oppone le ultime difficoltà, poi un breve tratto nevoso pianeggiante ed affilato conduce sui gradoni terminali, che si scalano con divertente
arrampicata sbucando al loro termine presso la croce di vetta.
Discesa
Si svolge lungo la via Normale, lunga, complessa e per nulla facile, nonostante in genere molto ben battuta. La descrizione dettagliata dell'itinerario di salita per la via Normale dal rifugio Payer si trova <a href="http://www.ariadimontagna.net/testo_gita.php?IDX=179">qui</a>: di seguito si danno solo alcune indicazioni generali. Dalla vetta scendere per placido ghiacciaio verso Ovest compiendo un ampio giro a semicerchio per aggirare un tratto ripido. Tornati verso destra, si perde quota zigzagando tra i seracchi (breve pendio a 40°) e si raggiunge lo sperone roccioso dove sorge il bivacco Lombardi (in pessimo stato di conservazione). Una traccia nelle ghiaie dello
sperone si inoltra verso Nord e conduce presso una sosta attrezzata sopra ad un muro verticale di 15 metri. Con una breve doppia si scende sul ghiacciaio sottostante e si prosegue portandosi al di sotto di una fascia di seracchi (pericolosi per scaricamenti al pomeriggio) dove il pendio è meno ripido. Più in basso, dove il ghiacciaio forma una piccola conca, si va a destra e, per ghiaie o ghiaccio a seconda delle condizioni, si traversa orizzontalmente raggiungendo il filo della rocciosa cresta Nord. Tolti definitivamente i ramponi, eventualmente con un paio di corde doppie (chiodi in loco) si scavalcano alcuni passaggi esposti e si raggiunge una parete verticale da scendere arrampicando (II, tratto attrezzato con corde fisse). Altri saliscendi sul filo di cresta (I, II) permettono infine di calare alla forcella che separa la cresta dalla punta Tabaretta. Una breve risalita in un canale permette di accedere ad una forcella del lato Ovest, scavalcata la quale un ultimo tratto di sentiero conduce al vicino rifugio Payer.
Dal rifugio, per comodo sentiero, si torna a Solda.
Qualche foto!

Preparativi! (abbiam portato troppo materiale ripensandoci)

Igienizziamoci!

La verdissima Sulden, sotto lo stelvio.

Nepal evo + Braghette ultra corte = sensazioni impareggiabili


Paesaggio dal rifugio Coston, da quando siamo arrivati fino a notte non ha smesso di scaricare, sia roccia che ghiaccio.

Prime roccette, verso le 5.00.

Alba inoltrata, zona ObererKnott a 3600.

Sui primi ghiacci in cresta, a circa 3650.

Da sinistra a destra, Cima Cevedale, Monte Cevedale e Gran Zebrù (pareti N).

Verso NE.

Claudio, lato B


Roccette e sfasciumi, Claudio.

Vagabondaggio tra i ghiacci sospesi della cresta.

Verso E.

Verso SE.

Claudio.

La cresta percorsa, sono circa le 7.

Signal Knopt - 3700 circa.

Passaggino facile di IV.

In cima, le nuvole cominciano ad affiorare.

Cima.

Croce di vetta, 3905 mslm.



Inizia la discesa che ci impegnerà un' due ore scarse su ghiaccio e un' oretta abbondante su roccia e passi di II.


Le guide calano vergognosamente come sacchi i clienti. A vederli ci siam preoccupati più del dovuto (temendo ghiaccio). Alla fine si trattava solo di un po' di pendenza che si sarebbe fatta benissimo con una picca e ramponi.

Posa stupida del sottoscritto per un paesaggio da urlo.

Claudio.

La nord dell' Ortler...le condizioni ci sono, non è vero?


Cielo limpido.

Si, va bene, domani sistemiamo.
Insomma, nulla di eccezionalmente impegnativo,
ma tutto di terribilmente grande soddisfazione;
me l'aspettavo qualcosina più tosta specie per i passi di roccia.
Andato tutto fin troppo liscio

E poi aggiungiamo la parentesi Confortola, trovato in cima, ritrovato al rifugio, ci abbiam fatto amicizia e ci ha offerto da bere!un gran personaggio e gran manico in moto (è iniziato tutto da qui la discussione, vedendone uno che superava tutti come un pazzo sullo stelvio, con un ktm sverniciava le supersportive

A presto,
Michele.
