ettore ha scritto:detto questo, porto un'altra provocazione riguardante l'insegnamento:
una guida ha interesse nel rendere autonomo un cliente o preferisce che rimanga tale?
ed un istruttore che magari crede veramente nella trasmissione di insegnamenti, ha davvero le competenze adatte per farlo?
(e se le avesse, ha la possibilità di insegnare, spostandosi in gruppi così numerosi e caotici?)
sono un po' incasinato con il lavoro per cui ho tempo di scrivere giusto due righe...
Per me guide ed istruttori sono due figure diverse con ruoli diversi. come rilevato da Callaghan, uno è un professionista l'altro è un volontario. Uno porta in montagna gente, organizza corsi in autonomia e viene pagato per questo, l'altro ha un altro mestiere può insegnare nello stretto ambito di corsi organizzati da una scuola seguendo un programma i cui contenuti sia tecnici che pratici sono condivisi a livello centrale.
al di là di curriculum, quando ci sono ragazzi che chiedono di entrare nella nostra scuola di alpinismo, una delle prime cose che gli diciamo è che il requisito base per un istruttore di alpinismo è essere un alpinista con la passione di insegnare: non è possibile insegnare qualcosa che non si vive "quotidianamente" come essere alpinisti fortissimi non vuole dire essere automaticamente in grado di insegnare.
Per il discorso delle possibilità di insegnamento rilevato da Ettore, un'altra cosa che chiediamo è che l'istruttore che da la disponibilità per un corso deve darla per tutte le uscite (salvo ovviamente imprevisti), questo per far si che possa crescersi i suoi allievi (che rimango quelli per tutto il corso) secondo quanto questi siano in grado effettivamente di apprendere, dando la giusta misura né troppo né troppo poco.. su quest'ultimo punto noi facciamo così, tante altre scuole fanno scelte differenti, ma è una cosa alla quale crediamo molto e che abbiamo visto nel corso di tanti anni che ha riscontri molto positivi.
volevo scrivere due righe, ne ho scritte venti... ma cazzi vostri!
