Differenze culturali: anarchy in the UK

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Messaggioda gug » mar ago 23, 2011 11:30 am

ncianca, una domanda OT che mi ha sempre incuriosito: nel mondo anglosassone quando viene utilizzato il titolo "Dottore" che del resto esiste anche lì?
Solo con il Dottorato? Solo per il laureati in medicina (Doctor House ad esempio?)
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda Vigorone » mar ago 23, 2011 11:33 am

ncianca ha scritto:Comunque per tornare in tema. Non e' delle universita' il compito di educare la popolazione. Quel compito spetta alle famiglie e, almeno in Italia, alla scuola dell'obbligo. Sempre IMHO.


...da qui quel che dice quel mio amico professore universitario (che beato lui va in pensione), docente nella specialistica di un corso di laurea scientifico: "se dovessi tener conto degli errori di italiano negli scritti non darei nemmeno una sufficienza". tanto per gradire...

in Italia a sentir parlare tutti sono bravi in tutte le scuole, insegnanti allievi genitori. allora dov'e' l'errore?
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
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Messaggioda Kinobi » mar ago 23, 2011 11:49 am

ncianca ha scritto:
Sul fatto che i bravi siano bravi ovunque non ci piove. Io infatti ho scritto che la differenza la fanno risorse e stimoli. Non certo la materia prima. Sarebbe razzismo altrimenti. ...


Ci si dovrebbe porre il problema di come i "bravi" diventano "bravi".
E perchè nella stessa scuola ci siano "bravi" e meno "bravi".

Ciao,
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Messaggioda ncianca » mar ago 23, 2011 13:47 pm

gug ha scritto:ncianca, una domanda OT che mi ha sempre incuriosito: nel mondo anglosassone quando viene utilizzato il titolo "Dottore" che del resto esiste anche lì?
Solo con il Dottorato? Solo per il laureati in medicina (Doctor House ad esempio?)


Qui il titolo di "dottore" si usa solo per chi ha un dottorato e per chi e' medico, che io sappia, ma io l'ho sentito usare esplicitamente solo in ambito molto formale e professionale. Un po' come l'"how do you do"... che quando me l'hanno detto per la prima volta ho pensato tra me e me "ma come c***o ti permetti" e ho risposto "cheers mate!" dal che si evince che la formalita' non e' il mio forte :-)

Ci si chiama altrimenti tutti per nome. L'opposto dell'Italia dove ci si chiama solo per titoli.
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Messaggioda giorgiolx » mar ago 23, 2011 14:28 pm

eh qui un dottò non si nega a nessuno...
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Messaggioda Franz the Stampede » mar ago 23, 2011 21:49 pm

Kinobi ha scritto:Ho un fratello che è associato universitario. Economia e matematica i sui campi.
[?]
La differenza è l'attitudine.
E' raro che veda email spedite alle 4 di mattina da un italiano, mentre regolarmente le vede da un yankee. Dice che hanno più voglia di sfondare.
Il che, se pensiamo da dove nasce il temrnine "mammone", avrebbe del senso.


Non vorrei fare quello che ti contraria sempre, però a quel tipo di attitudine da "ammmerica, fuck yeah" ci sputo veramente su. Hanno più voglia di sfondare perché la cultura americana è ASSOLUTAMENTE fuori di testa da questo punto di vista.
Il paese dove tutti possono diventare milionari è in realtà, da quello che ho potuto vedere negli anni, il paese dove o diventi milionario o sei phottuto (la Cina sarà presto così). E così tutti a lavorare 80 ore la settimana, a studiare giorno e notte etc etc...

Anche qui si torna al discorso di disuguaglianza di reddito, di accesso alle cure mediche, all'istruzione etc...

Il Regno Unito è già una via di mezzo tra l'Europa "tradizionale" e gli USA, ma credo continui ad avvicinarsi a questi ultimi. Io continuo ad augurarmi che la velocità con cui il mondo viaggia verso il "futuro" rallenti invece che aumentare.
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Messaggioda Callaghan » mar ago 23, 2011 22:19 pm

Un paese che ha creato la rivoluzione industriale e che di indole ha sempre avuto quella di andare da altri a fracassare i coglioni per appropriarsi delle risorse altrui, un paese tale non dovrebbe avere neppure il diritto di parlare di cultura e regole rigide.

quindi se i genitori denunciano i figli è perchè dei figli propri non gli è mai fregato una cazza fritta. e li denunciano che così si tolgono dai maroni i problemi se sono problemi.
altro che menate.

se Franz the stampade ci sputa sopra gli yankee, io cago sopra i fottuti british. A prescindere.
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Messaggioda Franz the Stampede » mer ago 24, 2011 0:21 am

Callaghan ha scritto:Un paese che ha creato la rivoluzione industriale e che di indole ha sempre avuto quella di andare da altri a fracassare i coglioni per appropriarsi delle risorse altrui, un paese tale non dovrebbe avere neppure il diritto di parlare di cultura e regole rigide.


Hai descritto il Regno Unito dell'800 e gli Stati Uniti del '900 allo stesso tempo (gli States hanno avuto la seconda rivoluzione industriale, quella della chimica).

Ti do ragione per l'andare a fracassare i coglioni altrui, un mio collega inglese con un forte interesse per la storia ha ammesso che il turismo britannico di oggi (addii al celibato nei paesi dell'est, vacanze in spagna) è la versione moderna del colonialismo: si tratta pur sempre di ubriacarsi all'estero e di disturbare i locali...

:lol:
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Messaggioda Kinobi » mer ago 24, 2011 6:12 am

Franz the Stampede ha scritto:...


Non mi ricordo che mi avessi contrariato.
Comunque...
Dissento da ciò che dici.
Ma non è grave.

Se in alcune opulente e decadenti nazioni pensiamo che lavorando meno del 90% della popolazione mondiale, manterremo lo status quo attuale, stiamo sbagliando di strabrutto.
Ed i risultati si vedono.
I giovani UK vanno per le strade a protestare per 1 (un) morto, e sfasciano una città. In realtà erano annoiati e non sapevano bene che fare. O, cosa probabile, hanno sfruttato il malcontento per fare una protesta sul fatto che dovranno lavorare per 50 ore alla settimana per essere pagati come i padri che ne lavoravano 35, e NON gli andava bene.
Ovvio dalla loro bella maglietta Adidas pagata pochi pounds, pontificavano sulla mancaza di opportunità: è bello avere l'opportunità di pagare una maglietta Adidas pochi pounds ma fatta da altri a meno pounds di loro all'ora.

Non critico l'atteggiamento anglosassone, perchè come lo descrivi te, per me, non è reale. Anzi, sono balle. Lavoreranno molto, ma l'efficienza è molto molto inferiore a quella di un veneto ad esempio. Questa è la mia esperienza di 22 anni di lavorare con yankees. Danno tanto fiato alla bocca, quello si, ed essendo tanti e parlando tutti la stessa lingua (più o meno...) hanno "massa critica enorme. Ma sul fatto che siano più capaci o esasperati di altri, per me è errato.

Ovunque puoi diventare milionario, se ne sei capace. Ovvio, è più difficile in Somalia che in USA (si parla di fetta della torta divisibile...), ma lo puoi fare.

Il mondo un giorno rallenterà la sua corsa.
Ma non lo farà per mancanza di voglia di lavorare...
Ciao,
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Messaggioda VYGER » mer ago 24, 2011 8:48 am

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Messaggioda Sbob » mer ago 24, 2011 10:53 am

Kinobi ha scritto:Non critico l'atteggiamento anglosassone, perchè come lo descrivi te, per me, non è reale. Anzi, sono balle. Lavoreranno molto, ma l'efficienza è molto molto inferiore a quella di un veneto ad esempio.

Nella grande industria la produttivita' di un italiano e' notevolmente inferiore a quella di un americano o un tedesco. Per esperienza, nel mio settore le aziende americane fanno gli stessi nostri progetti con la meta' di personale, il tutto penso che sia dovuto ad una grande capacita' organizzativa.
Da noi nella grande impresa si continua a lavorare con modalita' da "boita", col risultato che si corre come matti per non ottenere niente.
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Messaggioda ManWithTheSpinningHead » mer ago 24, 2011 11:13 am

ncianca ha scritto:la societa' inglese fa cagare come, se non di piu', le altre societa' sulle quali sono sempre bravi a sparare sentenze.


Callaghan ha scritto: io cago sopra i fottuti british. A prescindere.


Il mio sarà pure un contributo sciocco alla discussione ma vi stimo tantissimo.
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Messaggioda Kinobi » mer ago 24, 2011 12:35 pm

Sbob ha scritto:
Kinobi ha scritto:Non critico l'atteggiamento anglosassone, perchè come lo descrivi te, per me, non è reale. Anzi, sono balle. Lavoreranno molto, ma l'efficienza è molto molto inferiore a quella di un veneto ad esempio.

Nella grande industria la produttivita' di un italiano e' notevolmente inferiore a quella di un americano o un tedesco. Per esperienza, nel mio settore le aziende americane fanno gli stessi nostri progetti con la meta' di personale, il tutto penso che sia dovuto ad una grande capacita' organizzativa.
Da noi nella grande impresa si continua a lavorare con modalita' da "boita", col risultato che si corre come matti per non ottenere niente.


Per caso mi sono imbattutti in questo link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_d%27Italia
Ho visto il Piemonte e ho capito che i paragoni fatti da qui non sono reali.

Se tu dai la buricrazia italiana ad un tedesco, vedi che pure lui si calma...
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Messaggioda ncianca » mer ago 24, 2011 13:50 pm

Franz the Stampede ha scritto:Hai descritto il Regno Unito dell'800 e gli Stati Uniti del '900


Non posso parlare per gli States, ma guarda che la testa degli inglesi dall'800 ad oggi non ha fatto grandi passi.
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Messaggioda ncianca » mer ago 24, 2011 13:55 pm



Interessante, condivisibile o non, ma molto triste.
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Messaggioda gab_go » mer ago 24, 2011 14:56 pm

ManWithTheSpinningHead ha scritto:Tiocfaidh ár lá



Amico di Bobby Sands per caso?
Pensavo fossi solo un uomo con la testa roteante... :wink: :wink:
magari ti piacerà questa allora:
http://www.youtube.com/watch?v=DXzhEokVn0s
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Messaggioda Callaghan » mer ago 24, 2011 15:22 pm

uno stato che, come accade ormai in tutto il mondo, allontana da sè (mercificando) gestione e controllo di tutto, dalla sanità alla, soprattutto, cultura, dimostra una affezione per i propri cittadini pressochè nulla, relegandoli ad attorucoli necessari per l'alimentazione commerciale di qualsiasi cosa. Oggetti che consumano e basta.

l'assenza di un linguaggio di chiarezza è solamente metodo noto (e non obbiettivo) per chi voglia farsi i cazzi propri e dominare con valori che con l'esere umano pensante non hanno nulla da spartire; essere vaghi paga molto di più che un sano vaffanculo.

ed insisto: gli anglosassoni sono stati da sempre maestri nel rendersi corporativi solamente per farsi gli interessi propri e basta, fottendosene di tutto quello che poteva servire a far crescere uno stato che fosse tale, uno stato di diritto con valori condivisi e che avesse a cuore se stesso.
mi vien da ridere quando si afferma che gli US sono la maggior espressione della democrazia mondiale; sono semplicemente figli di quella manica di rottinculo che un tempo sono andati armati di schioppo a mettersi in tasca un pezzo di terra sgozzando chi gli si metteva tra le palle. Il "sogno ammmericano" null'altro è che la riproposizione in chiave moderna di quel bell'atteggiamento: se tu non inculi il tuo vicino, lui incula te, ed i soldi se li fa lui. Barbari armati di spada e con in testa due sole cose: la supremazia del sè ed il dio-soldo.

a costoro abbiam consegnato le redini della storia, e se una manica di vegetali fa irruzione con una mazza spianata in negozi di questa "civile società" per fottersi 10 tv e 20 telefoni son solo che contento. Ad ognuno i propri "effetti collaterali".

allego altro articolo "interessante".
ciao

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Quattro scintille per un rogo (di Boaventura de Sousa Santos, da Il Manifesto)
I violenti tumulti britannici non devono essere visti come un fenomeno isolato. Disegueglianze, visione mercantile della vita, razzismo, sequestro della democrazia: i combustibili con cui si brucia la società

I violenti disturbi in Inghilterra non devono essere visti come un fenomeno isolato. Sono un segnale dei tempi perturbatore. Nelle società contemporanee si sta producendo un combustibile altamente infiammabile che scorre nell'underground della vita collettiva senza che ci se ne renda conto. Quando arriva alla superficie può provocare un incendio sociale di proporzioni inimmaginabili.
Questo combustibile è costituito dalla mistura di quattro componenti: la promozione congiunta della diseguaglianza sociale e dell'individualismo, la mercantilizzazione della vita individuale e collettiva, la pratica del razzismo in nome della tolleranza, il sequestro della democrazia ad opera di élites privilegiate e la consguente trasformazione della politica in amministrazione del «furto» legale ai danni dei cittadini e del malessere che esso produce. Ciascuna di queste componenti ha una sua contraddizione interna. Quando esse si sovrappongono, qualsiasi incidente può provocare una esplosione.
Diseguaglianza e individualismo. Con il neo-liberismo, l'aumento brutale delle diseguaglianze sociali ha cessato di essere un problema per convertirsi in una soluzione. L'ostentazione dei ricchi e dei super-ricchi è divenuta il simbolo del successo di un modello sociale che lascia nella miseria la stragrande maggioranza dei cittadini presumibilmente perché essi non si danno abbastanza da fare per raggiungere il successo. Questo è stato reso possibile solo dalla conversione dell'individualismo in valore assoluto, ciò che, come sua contraddizione, solo può essere vissuto come utopia dell'uguaglianza, della possibilità che tutti godano in egual misura della solidarietà sociale, sia come agenti sia come beneficiari. Per l'individuo così costruito la diseguaglianza è un problema solo quando la subisce e quando questo accade non viene mai riconosciuta come meritata.
Mercantilizzazione della vita. La società di consumo consiste nella sostituzione delle relazioni fra le persone con le relazioni fra le persone e le cose. Gli oggetti di consumo cessano di soddisfare le necessità per crearle senza sosta e l'investimento personale in essi è tanto intenso quando si hanno che quando non si hanno. I centri commerciali sono la visione spettrale di una rete di rapporti sociali che comincia e finisce con gli oggetti. Il capitale, con la sua sete infinita di guadagno, è venuto sottomettendo alla logica del mercato beni che sempre abbiamo pensato fossero troppo comuni (l'acqua e l'aria) o troppo personali (l'intimità e le convinzioni politiche) per essere posti sul mercato. Fra il credere che il denaro sia la misura di ogni cosa e il credere che tutto possa essere fatto per ottenerlo passa una linea molto più sottile di quanto si pensi. I potenti passano questa linea ogni giorno senza che nulla accada loro. Gli spossessati, che pensano di poter fare lo stesso, finiscono in galera.
Il razzismo della tolleranza. I disordini in Inghilterra sono iniziati con una dimensione razziale. Lo stesso accadde nel 1981 e nei disordini che scossero la Francia nel 2005. Non è una coincidenza. E' il riaffiorare della sociabilità coloniale che continua a dominare le nostre società, decenni dopo la fine del colonialismo politico. Il razzismo è solo una componente, visto che in tutti i disturbi ricordati sono stati coinvolti giovani di varie etnie. Ma è importante perché unisce all'esclusione sociale un elemento di incontenibile corrosione dell'auto-stima, l'inferiorità dell'essere aggravata dall'inferiorità dell'avere. Un giovane nero delle nostre città vive ogni giorno in un clima di sospetto sociale che esiste indipendentemente da quello che lui o lei faccia. E questo clima di sospetto è tanto più virulento quando si respira in una società distratta dalle politiche ufficiali di lotta contro la discriminazione e dalla facciata di multiculturalismo e di benevolenza della tolleranza.
Il sequestro della democrazia. Cosa hanno in comune i disturbi in Inghilterra e la distruzione del welfare dei cittadini provocata dalle politiche di austerità ordinate dalle agenzia di rating e dai mercati finanziari? Entrambi sono segnali dei limiti estremi dell'ordine democratico. I giovani in rivolta sono criminali, ma non ci troviamo di fronte a una «criminalità pura e semplice», come ha affermato il premier David Cameron. Ci troviamo di fronte a una denuncia politica violenta di un modello sociale e politico che ha le risorse per salvare le banche e ma non per riscattare i suoi giovani da una vita di perenne attesa senza speranza, dall'incubo di un'istruzione ogni giorno più cara e più irrilevante visto l'aumento della disoccupazione, dal completo abbandono all'interno di comunità che le politiche pubbliche anti-sociali hanno trasformato in campi di addestramento per la rabbia, l'anonimato e la rivolta.
Fra il potere neo-liberista che si è installato e gli ammutinati urbani vi è una simmetria inquietante. L'indifferenza sociale, l'arroganza, l'ingiusta distribuzione dei sacrifici stanno seminando i germi del caos sociale, della violenza e della paura, e i seminatori diranno domani, sinceramente offesi, che quanto hanno seminato nulla ha a che vedere con il caos, la violenza e la paura piombati sulle strade delle nostre città. I seminatori del disordine sono al potere e di qui a poco potranno essere imitati da coloro che non hanno il potere per metterli in riga.
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Messaggioda Kinobi » mer ago 24, 2011 17:32 pm

Callaghan ha scritto:...


L'impero americano è durato meno dell'impero della Repubblica Serenissima.
:D :D :D :D :D
Non fasciamoci troppo la testa. Dopo tutto sono solo 100 anni che comandano loro.
Nella storia, 100 anni sono pagliuzze.
Vediamo cosa faranno i cinesi tra 25 anni (non 100).
Ciao,
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OT: visto il cammeliere disarcionato? Speriamo di non dover rimpiangerlo troppo tra poco.
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Messaggioda giorgiolx » mer ago 24, 2011 17:51 pm

Kinobi ha scritto:Nella storia, 100 anni sono pagliuzze.

però adesso è un po tutto accellerato :roll:

il cammelliere è stato disarcionato e finalmente l'inghilterra/america/francia/italia...sono riuscite a privatizzare il petrolio libico che da sempre era pubblico (o di proprietà del solo cammelliere)

se una volta al popolo libico arrivavano le briciole (comunque belle grosse visto che la libia era il paese più moderno dell'africa dopo il sud africa) mi sa che da oggi non arriveranno neanche più quelle.
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Messaggioda ncianca » mer ago 24, 2011 18:03 pm

Callaghan ha scritto:Quattro scintille per un rogo (di Boaventura de Sousa Santos, da Il Manifesto)
I violenti tumulti britannici non devono essere visti come un fenomeno isolato. Disegueglianze, visione mercantile della vita, razzismo, sequestro della democrazia: i combustibili con cui si brucia la società...


Dire che ci ha ricamato un po' su e' un eufemismo. Che ci siano gli ingredienti nell'aria per una qualche rivolta o sommossa a sfondo sociale o politico e' indubbio. Ma non e' quello che e' successo in Inghilterra. Peccato.
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