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Grande ROCHEUSE, 4102m
Armand Charlet fut le plus grand guide de sa génération. Natif d'Argentière (1900), il vouait un véritable culte à l'aiguille Verte, qui domine le village, au point de la gravir 100 fois exactement dans sa vie, et d'y ouvrir un grand nombre d'itinéraires nouveaux.

Due mesi fa, con Mara, quando poi salimmo il Couturier, l?assaggio della crepaccia terminale del couloir NE del Colle Armand Charlet ci aveva lasciato un po? di amaro in bocca. Come ogni conto in sospeso, aspettavamo solo di poterlo chiudere. La funivia apre settimana prossima ma la cosa non ci ferma: sarà una salita by fair means . Sono più di 5 ore di salita, ma la voglia è tanta. Quando vediamo di nuovo la crepaccia rimaniamo un po? delusi: la neve nuova aveva per un periodo migliorato la situazione, ma è già tornata delicata. Dall?invernale del Rifugio d?Argentière studiamo e speriamo nell?indomani. Siamo in una quindicina, ma solo noi diretti su quel versante. La notte dopo un po? di giustificata indecisione e tentativi riusciamo a superare la crepaccia (solitamente di agghiacciante neve pressata) e tramite le rocce a lato entrare, dopo del bel misto, nel couloir vero e proprio. Cominciano qui 300 metri di ghiaccio ?commovente?: una stagione di cascate trova qui la sua apoteosi. Giunti a 3500 al bivio per la parte superiore, il sole comincia a scaldare la neve in alto e delle scariche ci consigliano le migliori linee di salita: infatti i versanti che tornano in ombra già al mattino presto sono ottimi e si trovano anche linee poco esposte alla caduta dall?alto. Dopo un centinaio di metri di misto, comincia la parete nella parete: un pendio a 60 gradi costante, di 400m, ma in ottime condizioni: entra solo la punta del piede. Al Colle Armand Charlet tanta emozione. Affrontiamo le rocce sporche dell? Aiguille du Jardin e, dopo 2h di tentativi, finalmente scoviamo un passaggio per la vetta. Ma siccome il nostro non è un alpinismo da ?metti la X?, consideriamo che un ritorno con più calma sarà altrettanto di soddisfazione (magari per l?Arete). Quindi lanciamo una doppia (che fatalità si incastra, ne perdo 3 metri ;-( ?era destino non temporeggiare) e attraversato il Colle proseguiamo per l?affilata cresta della Grande Rocheuse, 4102 m per giungere al Colle della Verte e scendere dal couloir Whymper con le ormai ?familiari? doppie

Un pensiero particolare, infine, alla suddetta guida Armand Charlet che appunto sali 100 volte la Verte e apri numerosi itinerari nuovi, tra cui questo nel 1932 (!!!!) e a Karl Blodig, il primo grande collezionista di 4000, che appena la Jardin fu aggiunta alla lista ufficilae, venne da solo, salì il couloir e pure lo discese alla veneranda età di 74 anni!!!!
Come al solito il report completo allo: http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=11052
Ed alcune foto:



