Sbob ha scritto:Quando qualcuno arriva da noi il problema secondo me e':
- Fare in modo che si possa rendere al piu' presto utile. E chissenefrega se non si e' ancora capito se e' legittimato a stare qui o no.
Vero, mi era piaciuta quella cosa fatta in Toscana, usati come forza lavoro per tenere il comune pulito (aiuole, giardini, marciapiedi etc). Cosa che secondo me si dovrebbe fare anche (part-time) con i disoccupati.
- Fare in modo che assimili gli aspetti buoni della nostra cultura: dobbiamo affascinarli e fare in modo che siano loro a portare in giro la nostra bandiera e ad essere onorati di essere italiani. Certo, per far questo dovremmo essere noi i primi a sentirci fieri di essere italiani e di rispettare le nostre regole democratiche.
Visione molto ottimista, quasi utopica, quando l'emigrazione è forzata e non una scelta. POCHISSIMI, ripeto, POCHISSIMI sono in grado di apprezzare davvero un'altra terra, lo vedo anche tra gente stralaureata, dottorata etc. Per il 95% e passa dei casi, si tratterà sempre di un matrimonio di convenienza.
Inolte, le ore di un giorno, i giorni di una settimana etc sono finiti, contati. Se il sistema prevede che tu li debba passare tra altri rifugiati, semplicemente non avrai modo di passare abbastanza tempo ad assorbire la cultura che ti sta ospitando. Ma vorrei vedere quanta gente che si dice molto a favore di rifugiati e/o immigrati sarebbe DAVVERO pronta a dedicare loro non so un 5, 10, 15 ore al mese?
Io, dal mio, vieterei di aprire un business con dipendenti prima di un tot di tempo ad un qualunque straniero. Nulla ti fa capire se il tuo nuovo paese è sufficientemente giusto per te come avere un capo/a della nazionalità che ti ospita. Il ristorante cinese con cuochi e camerieri cinesi è destinato a limitare le loro possibilità di integrazione.
- Fare in modo che le loro professionalita' vengano sfruttate (ho conosciuto uno, pilota di caccia al suo paese, che qui faceva consegne con l'ape perche' il suo brevetto non e' riconosciuto)
Al di là del brevetto non riconosciuto, l'italiano relativo al lavoro di pilota di caccia lo sapeva?
Onestamente, abbiamo bisogno di loro. Senza immigrati le nostre pensioni ce le possiamo introdurre nel deretano.
Assolutamente discutibile. Continuo a fare fatica a credere che gli immigrati di cui l'Italia è ricca costino meno di spesa pubblica di quanto non paghino in tasse e/o riversino nell'economia generale e che la loro presenza abbia un effetto netto positivo
per il cittadino comune e medio. Se il problema di un paese è la natalità negativa, "importare" gente che in media "costerà" più della media nazionale e "renderà" meno della media nazionale è una delle maniere peggiori di risolvere il problema.
Inoltre decidiamoci: ci va bene prenderli perché è giusto farlo o perché va bene per il tornaconto?
ALTRA COSA IMPORTANTE:
Possiamo smetterla con i paragoni tipo "ah ma i veneti in Argentina", "ah ma i siciliani a Nuova Iocche", "ah ma i campani in Venezuela".
Un conto era emigrare 150 anni fa in terre vastamente sottopopolate, in paesi o meglio epoche con un welfare minimo, con lingue grossomodo simili e con differenze di professionalità pure minime. Certi paesi avevano tutto l'interesse di raggiungere una massa critica di "teste" per poter raggiungere le cosiddette "minimum efficiency scales", la massa critica di produzione e consumo per poter avere certe industrie, certe infrastrutture, certi servizi.
Un conto è ciò che sta succedendo oggi.