Q ha scritto:Le vostre riflessioni sono molto interessanti ma sono rivolte al passato. Oggi dove siamo?
Secondo me vale ancora la metafora del rizoma, anche per l'arrampicata.
Niente centro, niente massimi sistemi, niente visioni titaniche.
È tutto un liquido sovrapporsi di approcci, visioni, stili di salita, imprese, arrampicate da merenderos, highball, ecc...
Siamo in una fase di dissoluzione [rizoma, per wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Rizoma; nelle fasi di dissoluzione di antichi sistemi di ordine il molteplice si amplifica a dismisura.
Da questa vampata di pluralizzazione sorgerà qualcosa di nuovo [non so quando, non so come].
E credo che, bene o male, il nuovo ricalcherà le strade che già altri hanno percorso [forse in forma più collettiva e socializzata: lo stile capsula di Comino in Italia e dei grandi inglesi degli anni Sessanta/Settanta del secolo scorso sarà appannaggio di poche cordate di consapevoli].
Tra i fattori da considerare in questa disgregazione/dissoluzione/rinascita collettiva vanno considerati:
1. I futuri cambiamenti demografici [un grazie a Piedenero per avermi fatto notare le dimensioni quantitative del problema]: tra 40/50 anni il nord Italia sarà abitato prevalentemente da migranti e da italiani single di mezz'età]; che tipo di tradizione culturale [anche in senso alpinistico e arrampicatorio] potrà tramandarsi, se il ricambio generazionale endogeno andrà via via spegnendosi?
2. I futuri cambiamenti economici: l'evoluzione demografica ci anticipa un'Italia come nazione marginale dell'eurozona, con al massimo industrie di trasformazione per lavorazioni a basso costo e impiego di manodopera malpagata; per arrampicare qualche sgheo ci vuole; magari il tempo libero ci sarà anche, eh? Tornerà l'alpinismo dei nostri nonni, a caccia di cinghiali e alla ricerca di funghi e frutti di bosco?
3. I futuri cambiamenti climatici: ritengo realistiche le proiezioni anticipate qualche post fa [altra news al riguardo qui, di un report dell'UE:
http://www.corriere.it/ambiente/15_agosto_14/turismo-2100-addio-mare-estate-spagna-italia-tutti-spiaggia-mar-baltico-03a97cd4-426f-11e5-ab47-312038e9e7e2.shtml; qui l'articolo:
http://www.feem.it/userfiles/attach/2014227163304NDL2014-019.pdf: se spariscono i ghiacciai, sulle Alpi non si farà più giazz; e poi le escursioni termiche tra giorno e notte ed estate e inverno altereranno la natura di roccia e pareti; meglio specializzarsi nel friabbile [come anticipava Funk]? O nel dws?
4. La diffusione virale di idee e modelli di comportamento favorita dai social: ci saranno pochi arrampicatori di punta [che impesteranno la rete delle loro imprese (chiedo scusa per il termine forte: al calcio guardato ho sempre preferito il calcio giocato]; quindi aumento dei praticanti [cash permettendo] e diffusione delle pratiche più varie: dal boulder alla falesia all'alpinismo; aumenteranno i morti, perché persone sempre più sprovvedute si avvicineranno alle discipline con scarsa consapevolezza...
Ecco, questo è quello che mi immagino..
Poi sarà la realtà ad affermare se stessa...
Mi sembro il Casalegno di Crozza.
Comunque io mi sogno di passare la parte di vita che mi resta da qualche parte, in un bosco a fare vita contemplativa.
La vita attiva è una vera palla.

Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot