TAGLI PREVISTI IN UN DECRETO
Indiana Jones? Lo Stato ti cura ma poi ti chiede i danni
Niente più soccorso gratuito per chi sceglie di correre rischi
ROMA
Vuoi sciare fuori pista, camminare sui carboni ardenti, avere per coinquilini una tigre siberiana, uno struzzo o un serpente a sonagli, fare «bungee jumping», improvvisarti sciamano con misteriose ricette a base di funghi allucinogeni o scalare a mani nude le impervie cime del Trentino come Sylvester Stallone nel film «Cliffhanger»? Se finisci fra le fauci della tua belva domestica, t?avveleni da solo, hai bisogno di un elicottero di soccorso per salvarti da un dirupo alpino, il Servizio sanitario prima ti soccorre poi chiede il conto. Ora chi insegue variamente i rischi deve metterne in preventivo uno in più: quello di dover pagare di tasca propria le eventuali cure mediche. Il decreto, che ora dal dicastero della Salute passa per l?approvazione al consiglio dei Ministri, riconosce allo Stato la possibilità di rivalersi per le spese mediche degli aspiranti Indiana Jones. Una montagna di denaro che ogni anno esce dalle casse delle Asl sotto forma di trasporti d?urgenza in eliambulanza o antidoti ai veleni di rettili esotici. Saranno presto un ricordo, quindi, i quasi 40mila euro sborsati dalla regione Toscana per assistere un commerciante che aveva trasformato l?appartamento in un rettilario. Una coabitazione da deserto messicano sfociata nel morso di un serpente a sonagli. D?ora in poi, assicura il ministro della Salute Francesco Storace, «si cambia registro». La sanità pubblica verrà rimborsata dei soldi spesi per curare coloro che hanno bisogno di interventi d?urgenza «a seguito di comportamenti ludico, sportivi e ricreativi ad alto rischio per la salute». Il Ssn, insomma, presenterà la bolletta per traumi e avvelenamenti dovuti a comportamenti irresponsabili. In pratica l?elenco delle attività pericolose servirà da «codice» per ridefinire i «Lea» i livelli essenziali di assistenza, gratuiti per i cittadini. Agli incauti emuli di «Mister Crocodile Dundee», l?assistenza verrà garantita, ma le cure prestate diventeranno, tutte o in parte, a loro carico. La lista delle attività a rischio è stabilita con decreto del ministero. All?origine della normativa c?è la sequela interminabile di incidenti che giunge ogni settimana ai funzionari della Sanità. Nel «bollettino di guerra» abbondano casi come quelli del 69enne Benvenuto Giovannini assalito dal suo struzzo a Narni o della tigre siberiana che ha aggredito il proprietario sgattaiolando dalla gabbia al giardino. Per non parlare delle evoluzioni sugli sci a ridosso di crepacci e pendii ghiacciati o dalla moda di saltare nel vuoto con i piedi legati ad un elastico. Campioni di imprudenza, come i sette ragazzi di Lucca finiti all?ospedale per essersi fatti una tisana con un allucinogeno letale raccolto nei boschi, la «datura stramonium», la famigerata «erba delle streghe». E ancora, i salti dai tetti delle baite e il «bob selvaggio», ossia teli di plastica lasciati scivolare, anche di notte, su ripidissime piste innevate o slitte legate l?una all?altra e rese ingovernabili dalla folle velocità. Escono dalla «copertura» del Ssn pure gli spericolati che slacciano i materassi di protezione che avvolgono i cannoni per la neve artificiale e li usano come micidiali snowboard. La norma, spiega Storace, introduce un principio di responsabilità del cittadino. Una «regolamentazione etica» alla libertà personale dell?individuo che svolge attività ad alto rischio. E il prezzo dei trattamenti sanitari sarà saldato dal cittadino e non più dalla collettività. Un criterio che nasce dalla valutazione di casi clamorosi come quello appunto dell?uomo morso nei giorni scorsi in Toscana da un serpente a sonagli che aveva in casa. Per assisterlo è stato necessario utilizzare un aereo, con un costo (a carico della Sanità) di 38 mila euro. Un salasso «sfora-bilancio», la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso tanto da spingere il governo a cambiare strada e a far scattare il meccanismo della rivalsa in modo da salvare i budget finanziari degli ospedali. Tempi duri, dunque, per gli amanti della natura più spericolati. Chi cerca avventure a contatto con la montagna selvaggia o vuol sciare laddove è proibito dovrà abituarsi in fretta a una inedita evenienza: mettere mano al portafoglio per l?assistenza medica in alta quota, qualora qualcosa non vada per il verso giusto. Le Regioni potranno essere risarcite delle spese sostenute nel soccorrere i cittadini che, per esempio, si slogano una caviglia durante un?arrampicata o si infortunano mentre sciano fuori pista. «L?opera di soccorso è difficile e dispendiosa e le condizioni ambientali rendono indispensabile l?impiego di mezzi come gli elicotteri che potrebbero essere fondamentali per salvare un infartuato - afferma Storace - a forza di sprechi poi finisce che non ci sono fondi per aiutare chi soffre di una malattia rara o deve andarsi ad operare all?estero».
ma chi ca@@o è il giornalista che ha fatto il pezzo...???
a metà del testo mi sono definitivamente perso...
ma forse ha fatto l'intervista a storace e quindi ne è uscito leso...