Salotto letterario - passaparola sui bei libri

Libri, riviste, web, link ecc.

Messaggioda Roberto » gio ott 27, 2005 16:37 pm

pasasò ha scritto:Ma con un nome così c'è da fidarsi?
Scherzi a parte, il titolo sembra interessante, ma puoi comunicare altre notizie/pareri/genere?
Merci!
P.
ps: buon inizio settimana a tutti
Dici a me?
Ascanio Celestini è un incredibile dicitore, un po sul genere di Dario Fo o Paolini, solo che non è del nord, ma del centro Italia e racconta stoire vere e bellissime di gente comune, stoire della tradizione, antica o meno. Si è fatto conoscere alla radio, su rai radio tre, per le sue storie ed il modo, tutto suo, ri raccontarle a voce.
Una specie di cantastoire che non perde smalto se lo si legge.
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Messaggioda pasasò » gio ott 27, 2005 16:55 pm

:!: Gracias :!: , il genere Paolini/Fò e in generale il teatro moderno e le orazioni civili mi interessa molto.

Per iniziare quale è meglio, visto che ho visto che Calestini ha scritto anche "La Fabbrica..." e un testo sulle fosse Ardeatine?

... quando si da il dito, c'è chi pretende... :wink:
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Messaggioda Roberto » gio ott 27, 2005 17:02 pm

pasasò ha scritto::!: Gracias :!: , il genere Paolini/Fò e in generale il teatro moderno e le orazioni civili mi interessa molto.

Per iniziare quale è meglio, visto che ho visto che Calestini ha scritto anche "La Fabbrica..." e un testo sulle fosse Ardeatine?

... quando si da il dito, c'è chi pretende... :wink:
Ha scritto vari libri, tutti molto interessanti, anche se il meglio lo si ha ascoltandolo in voce. Anche se è di origini romane, ha uno strano accento tra l'umbro, il marchgiano, il romano e l'abbruzzese. Credo che sia una sua scelta: lui è un narratore del centroitalia!
Se ti piace Fo o Paolini, Celestini non ti deluderà.

http://www.ascaniocelestini.it/
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Messaggioda Andrea62 » ven ott 28, 2005 0:11 am

Buona idea questo Salotto letterario: ho visto che si è parlato di libri e autori che conosco un pò anche io ("Armi acciaio e malattie", Buzzati, Baricco, Sepulveda, Fenoglio).
Colgo pertanto l'occasione per scrivere le mie impressioni su un libro che ho appena finito di leggere. Non è un libro di montagna ma è ambientato in alta moltagna.
Si tratta di "Il leopardo delle nevi" di Peter Matthiessen.

Nepal, autunno del 1973: strade ancora non ce ne sono, alcune aree interne non sono visitate da stranieri. L?autore, volendo reagire ad un grave lutto familiare, parte assieme allo zoologo Gorge Schaller e ad alcuni portatori per la semi-sconosciuta regione del Dolpo dove lo scienziato farà osservazioni faunistiche. La zona è battuta anche dai leopardi delle nevi, grossi felini rari ed elusivi. Il libro è la cronaca di questa piccola spedizione, decisamente autosufficiente ed isolata dal mondo moderno per due mesi.
L?autore, esperto praticante di discipline orientali, nel raccontare il viaggio compie parecchie divagazioni su Buddismo e Zen. Poiché io sono a digiuno di questi argomenti ho trovato difficile seguirlo in concetti e conoscenze che lui dà un po? per scontate.
Di conseguenza per me il libro è ?cresciuto? man mano che i protagonisti si avvicinavano alla meta e la narrazione si spostava su aspetti naturalistici e inerenti strettamente al viaggio. Fino a raggiungere il ?clou? quando, attorno al monastero di Shey, presso la Montagna di Cristallo, compaiono le orme dei leopardi delle nevi e l?autore si muove nella speranza di avvistare il felino.
Il libro offre più di una chiave di lettura. Dal punto di vista umanistico si parla di religioni, dei turbamenti dell'autore, della povertà e dei i ritmi ancestrali della gente incontrata. Dal lato naturalistico i protagonisti sono il paesaggio e gli animali: passi innevati, valli profonde, lupi, capre selvatiche e naturalmente la presenza invisibile del leopardo.
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Messaggioda BBB » ven ott 28, 2005 0:54 am

Andrea62 ha scritto:Buona idea questo Salotto letterario: ho visto che si è parlato di libri e autori che conosco un pò anche io ("Armi acciaio e malattie", Buzzati, Baricco, Sepulveda, Fenoglio).
Colgo pertanto l'occasione per scrivere le mie impressioni su un libro che ho appena finito di leggere. Non è un libro di montagna ma è ambientato in alta moltagna.
Si tratta di "Il leopardo delle nevi" di Peter Matthiessen.

Nepal, autunno del 1973: strade ancora non ce ne sono, alcune aree interne non sono visitate da stranieri. L?autore, volendo reagire ad un grave lutto familiare, parte assieme allo zoologo Gorge Schaller e ad alcuni portatori per la semi-sconosciuta regione del Dolpo dove lo scienziato farà osservazioni faunistiche. La zona è battuta anche dai leopardi delle nevi, grossi felini rari ed elusivi. Il libro è la cronaca di questa piccola spedizione, decisamente autosufficiente ed isolata dal mondo moderno per due mesi.
L?autore, esperto praticante di discipline orientali, nel raccontare il viaggio compie parecchie divagazioni su Buddismo e Zen. Poiché io sono a digiuno di questi argomenti ho trovato difficile seguirlo in concetti e conoscenze che lui dà un po? per scontate.
Di conseguenza per me il libro è ?cresciuto? man mano che i protagonisti si avvicinavano alla meta e la narrazione si spostava su aspetti naturalistici e inerenti strettamente al viaggio. Fino a raggiungere il ?clou? quando, attorno al monastero di Shey, presso la Montagna di Cristallo, compaiono le orme dei leopardi delle nevi e l?autore si muove nella speranza di avvistare il felino.
Il libro offre più di una chiave di lettura. Dal punto di vista umanistico si parla di religioni, dei turbamenti dell'autore, della povertà e dei i ritmi ancestrali della gente incontrata. Dal lato naturalistico i protagonisti sono il paesaggio e gli animali: passi innevati, valli profonde, lupi, capre selvatiche e naturalmente la presenza invisibile del leopardo.


L'ho addocchiato per caso in libreria. Conclusioni?
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Messaggioda Andrea62 » ven ott 28, 2005 15:16 pm

Carlo78 ha scritto:L'ho addocchiato per caso in libreria. Conclusioni?


Secondo me il libro non è un capolavoro ma è comunque un buon libro.
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Messaggioda MarcoS » lun ott 31, 2005 13:52 pm

Consigliovi un saggio interessante di Michel Onfray: "Trattato di ateologia" Fazi Editore

chissà se fok o il.bruno lo leggeranno mai...

http://www.fazieditore.it/catalogo/categorie/scheda_libro.asp?id=637

http://www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?isbn=8881126788

http://cadavrexquis.typepad.com/cadavrexquis/2005/10/contro_il_pensi.html
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Messaggioda dogon » mer nov 02, 2005 14:32 pm

...giornata uggiosa quella di ieri. Così ho messo da parte la pigrizia, per riportare alla luce libri che da 5 anni, causa trasloco, si trovavano in cantina rinchiusi in scatoloni.

Tra questi, uno che che viene da lontano, in tutti i sensi. Si tratta de 'Lo scimmiotto' di Wu Ch'eng-en edito da Adelphi. Un viaggio alla ricerca della saggezza, ricco di piacevoli paradossi...tra fiaba e religione. Può piacere anche agli amanti del genere fantastico. Ho iniziato a rileggerlo.


Approfitto per segnalare un libro di tutt'altro genere, che i più avranno già letto, essendo stato edito oltre un anno fa. Si tratta di 'La signora di Narmada' di M.Forti. 25 cronache di oppressione, sconvolgimenti sociali ed ambientali, per garantire il nostro sviluppo e l'esportazione del nostro progresso. E i cattivi non risultano essere necessariamente solo quelli che ci aspettiamo
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Messaggioda Micol » gio nov 03, 2005 18:42 pm

Approfitto del post per chiedere lumi su bei libri che riguardino i Templari. Libri storici, romanzi, fantasy...ogni cosa. Magari potete darmi dritte in mp, così non rompiamo le scatole a chi magari l'argomento non interessa.

Ricorderei anche un libro che a me era piaciuto un sacco e che ho riletto poco tempo fa perché non ricordavo i particolari: "Il senso di Smilla per la neve" di Peter Hoeg. Mi piace proprio. E il film che ne è stato fatto non gli rende giustizia.
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Messaggioda MarcoS » ven nov 04, 2005 10:38 am

poi... "la quarta verità" di iain pears e, dello stesso: "il sogno di scipione"

http://www.tealibri.it/scheda.asp?idlibro=1538

http://www.cafeletterario.it/275/cafelib.htm

e poi a scelta qualsasi cosa di Arturo Pérez-Reverte, tipo:

l'ombra dell'aquila, il club dumas (da cui èstato tratto il film "la nona porta"), la pelle del tamburo, Il Capitano Alatriste, la tavola fiamminga...
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Da "Diario in clinica", IC

Messaggioda cialtrone » sab nov 05, 2005 0:29 am

Viene quando il resto del personale è andato via. Entra nella stanza a passi silenziosi, s'informa sottovoce, con un'intonazione di dolcezza uniforme, se voglio la camomilla, se riesco a riposare, se ho bisogno dell'iniezione calmante. Non guarda in viso: il suo sguardo resta fisso lontano, fermo in quel suo viso spoglio e rigido, senza età, da infermiera notturna, sotto la cuffia bianca. Torna dopo un'ora, - ha lasciato la porta socchiusa, - guarda se dormo, e se mi vede sveglio ripete le sue domande di anonima consolazione. Non ha mai cambiato il suo tono, il rituale della sua apparizione che è quello stesso che certo usa nelle stanze dei sofferenti e degli agonizzanti, dalla sera prima dell'operazione (in cui, nel pieno delle mie forze, non ancora abituato al clima ospedaliero, mi diede d'improvviso il senso che ero entrato in un al di là) ad ora che sono ormai convalescente. Abitatrice della notte, e del dolore, s'è identificata oramai tanto con questa condizione (che forse marcò la sua giovinezza e fissò la sua vita in una ripetizione di gesti d'astratta misericordia) che non le interessa di distinguere tra gli afflitti (e del resto altro non è tenuta a sapere, nulla oltre le prescrizioni che la Suora le lascia scritte per ogni malato, non so se su una lavagnao un quaderno). Del dolore ha compreso non la infinita varietà e gradualità ma l'inesorabile esser uguale a se stesso. Senza la speranza che dietro una di quelle porte - o dietro tutte - una sera il dolore sia finito, non commette mai quello sbaglio - quell'entrata rumorosa e ridente - che potrebbe portare, in un dolore che non finisce, la speranza. Ma la notte è piena di campanelli che suonano smorzati, insistenti, di gemiti: lei si muove nel suo regno silenziosa e sicura.
cialtrone
 

Re: Da "Diario in clinica", IC

Messaggioda Silvio » sab nov 05, 2005 0:34 am

cialtrone ha scritto:Viene quando il resto del personale è andato via. Entra nella stanza a passi silenziosi, s'informa sottovoce, con un'intonazione di dolcezza uniforme, se voglio la camomilla, se riesco a riposare, se ho bisogno dell'iniezione calmante. Non guarda in viso: il suo sguardo resta fisso lontano, fermo in quel suo viso spoglio e rigido, senza età, da infermiera notturna, sotto la cuffia bianca. Torna dopo un'ora, - ha lasciato la porta socchiusa, - guarda se dormo, e se mi vede sveglio ripete le sue domande di anonima consolazione. Non ha mai cambiato il suo tono, il rituale della sua apparizione che è quello stesso che certo usa nelle stanze dei sofferenti e degli agonizzanti, dalla sera prima dell'operazione (in cui, nel pieno delle mie forze, non ancora abituato al clima ospedaliero, mi diede d'improvviso il senso che ero entrato in un al di là) ad ora che sono ormai convalescente. Abitatrice della notte, e del dolore, s'è identificata oramai tanto con questa condizione (che forse marcò la sua giovinezza e fissò la sua vita in una ripetizione di gesti d'astratta misericordia) che non le interessa di distinguere tra gli afflitti (e del resto altro non è tenuta a sapere, nulla oltre le prescrizioni che la Suora le lascia scritte per ogni malato, non so se su una lavagnao un quaderno). Del dolore ha compreso non la infinita varietà e gradualità ma l'inesorabile esser uguale a se stesso. Senza la speranza che dietro una di quelle porte - o dietro tutte - una sera il dolore sia finito, non commette mai quello sbaglio - quell'entrata rumorosa e ridente - che potrebbe portare, in un dolore che non finisce, la speranza. Ma la notte è piena di campanelli che suonano smorzati, insistenti, di gemiti: lei si muove nel suo regno silenziosa e sicura.




è così, è proprio così, la notte in ospedale non passa mai.
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Messaggioda Micol » dom nov 06, 2005 11:18 am

MarcoS ha scritto:poi... "la quarta verità" di iain pears e, dello stesso: "il sogno di scipione"

http://www.tealibri.it/scheda.asp?idlibro=1538

http://www.cafeletterario.it/275/cafelib.htm

e poi a scelta qualsasi cosa di Arturo Pérez-Reverte, tipo:

l'ombra dell'aquila, il club dumas (da cui èstato tratto il film "la nona porta"), la pelle del tamburo, Il Capitano Alatriste, la tavola fiamminga...



Grazie mille! Ho provveduto a farmi recuperare in quel di Modena una copia di La quarta verità. E pian piano mi procuro gli altri :wink:

E nel mentre mi son fatta prndere anche La storia dei Templari di Malcolm Barber.


Qualcuno ha letto Il matematico impertinente di Odifreddi?
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Messaggioda steazzali » dom nov 06, 2005 11:51 am

Micol ha scritto:Qualcuno ha letto Il matematico impertinente di Odifreddi?


interessa anche a me... me l'hanno regalato ieri, com'è?
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Messaggioda Micol » dom nov 06, 2005 19:58 pm

steazzali ha scritto:
Micol ha scritto:Qualcuno ha letto Il matematico impertinente di Odifreddi?


interessa anche a me... me l'hanno regalato ieri, com'è?



Non lo so, me lo hanno consigliato, speriamo sia bello. :wink:
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Messaggioda dogon » lun nov 07, 2005 8:55 am

Micol ha scritto:
steazzali ha scritto:
Micol ha scritto:Qualcuno ha letto Il matematico impertinente di Odifreddi?


interessa anche a me... me l'hanno regalato ieri, com'è?



Non lo so, me lo hanno consigliato, speriamo sia bello. :wink:

...ho visto la presentazione da parte dell'autore. Promette bene, qualcosa che va oltre la provocazione! Volevo acquistarlo sabato, ma sono già alle prese con tre titoli in contemporanea!
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Messaggioda yinyang » lun nov 07, 2005 13:51 pm

dogon ha scritto:
Micol ha scritto:
steazzali ha scritto:
Micol ha scritto:Qualcuno ha letto Il matematico impertinente di Odifreddi?


interessa anche a me... me l'hanno regalato ieri, com'è?



Non lo so, me lo hanno consigliato, speriamo sia bello. :wink:

...ho visto la presentazione da parte dell'autore. Promette bene, qualcosa che va oltre la provocazione! Volevo acquistarlo sabato, ma sono già alle prese con tre titoli in contemporanea!


che libro è?
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Messaggioda dogon » lun nov 07, 2005 14:05 pm

yinyang ha scritto:
che libro è?

Contenuto:
Impertinente, in senso letterale, è chi "non appartiene": ad esempio, a una politica, una religione o una filosofia. E, non appartenendo, suscita i risentimenti e le stizze di coloro che, appartenendo, lo tacciano di arroganza o insolenza.
Il matematico impertinente è una specie del genere, caratterizzata dal fatto di non appartenere, non per partito preso, o fede rappresa, ma per motivi mutuati dalla più pura razionalità esistente: quella matematica. E l'incarnazione del matematico impertinente è Piergiorgio Odifreddi, i cui interventi giornalistici, radiofonici e televisivi da qualche anno sgocciolano sulla pietra di cui sono fatti certi testoni e si spera contribuiscano, chissà mai, a scalfirla. I saggi di questo volume, che toccano la politica, la religione, la letteratura, la filosofia, la matematica e la scienza, sono raccolti in sezioni che si aprono con interviste immaginarie a personaggi del passato (Hitler, Gesù, Dante, Aristotele, Archimede, Newton) e si chiudono con interviste reali a quelli del presente (Chomsky, Dalai Lama, Saramago, Kripke, Nash e Watson).
Nel mezzo, il matematico impertinente dispiega l'arsenale della ragione per argomentare che non è affatto vero che non possiamo non dirci cristiani, o che siamo tutti americani, o che la cultura è solo quella mitologica e (pseudo)filosofica sulla quale vive l'informazione. Ed è invece vero che non possiamo non dirci tecnologici, che siamo tutti africani, e che la cultura è anche (o soprattutto?) quella matematica e scientifica che informa la vita.

http://www.lafeltrinelli.it/istituziona ... px?i=15049[/quote]
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Messaggioda Sextans Uraniae » gio nov 10, 2005 20:32 pm

Ciao, prima di entrare, per ingraziarmi i veterani del salotto, offro fin dalla soglia tocchetti di cioccolata speziata (non di marca, di solito la prendo nelle botteghe di commercio equosolidale, a me piace). Spero stavolta di scrivere qualcosa di accetabile :roll: ... soprattutto perchè è un consiglio di lettura dedicato all'Afghanistan, alle sue genti, alla sua natura stagliata senza equivoco. Si tratta di "Il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini, ed. Piemme, dove il presente è tempo martoriato e il passato ricordo che brucia di libertà e di bellezza lancinate. A me è piaciuto, spero piaccia anche a voi :wink: .
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Messaggioda Buzz » gio nov 10, 2005 23:27 pm

Sextans Uraniae ha scritto:Ciao, prima di entrare, per ingraziarmi i veterani del salotto, offro fin dalla soglia tocchetti di cioccolata speziata (non di marca, di solito la prendo nelle botteghe di commercio equosolidale, a me piace). Spero stavolta di scrivere qualcosa di accetabile :roll: ... soprattutto perchè è un consiglio di lettura dedicato all'Afghanistan, alle sue genti, alla sua natura stagliata senza equivoco. Si tratta di "Il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini, ed. Piemme, dove il presente è tempo martoriato e il passato ricordo che brucia di libertà e di bellezza lancinate. A me è piaciuto, spero piaccia anche a voi :wink: .


me lo ha consigliato un'amica i cui appunti si sono rivelati preziosi,
per cui è già nella mia lista di acquisti.

:-)

http://www.internetbookshop.it/ser/serd ... S3G3K9F1QQ


PS. grazie della cioccolata :-)
Buzz
 
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