Ho appena finito di leggerlo, e in generale direi che non mi è piaciuto... è poco più di una lunga lista di salite. Però ci sono delle cose belle, come l'idea di un alpinismo fatto non di "eroi" o "conquistatori" ma di "pellegrini".
Vi riporto qualche passaggio:
- (parlando delle cenge) "Ci passo sempre con un sentimento di attesa riverente. Come quando si attraversa, senza invito, un parco signorile, e si aspetta d'imbatterci nel padrone"
- "Quello fu il mio primo bivacco nelle Alpi occidentali e allora potei notare la diversità da quelli delle Apli Giulie. Non una costante colonna di fuoco e fumo, ma soltanto un magro focherello al momento del pasto, perchè costa fatica portare la legna fin lassù. Non un letto resinoso di mughi e rododendri, ma duri sassi di granito e il respiro gelido dei ghiacciai. Non il silenzio sognante e magico della notte: i ghiacciai parlano nel sonno, minacciano, gemono, mormorano e urlano, di modo che tutto il creato sta in ascolto, con terrore."
- (parlando delle stelle alpine) "Sui pendii meridionali della Rodica crescono ancora molto numerose. Risparmiatele! Lasciate alla montagna, se l'amate, il suo più nobile ornamento! Che scopo c'è a lasciarle avvizzire sui vostri cappelli? Non crediate che vi stiano bene. Guardatevi allo specchio e contemplate la vostra misera faccia di cittadini! Non è uno sfoggio il vostro, è un'accusa che la montagna vi fa tacciandovi di saccheggiatori maleducati."