La valle del ritorno - Romanzo di Falco5x

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La valle del ritorno - Romanzo di Falco5x

Messaggioda najaru » ven dic 28, 2007 0:42 am

....l ho appena iniziato.

perchè non c era un topic aperto qui e solo in "generale"?
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Messaggioda grizzly » ven dic 28, 2007 9:25 am

Ancora non comprato. Però è nell'elenco...
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Re: La valle del ritorno - Romanzo di Falco5x

Messaggioda O'tello » ven dic 28, 2007 9:32 am

najaru ha scritto:....l ho appena iniziato.

perchè non c era un topic aperto qui e solo in "generale"?


Perchè l'autore, nonostante lo SPAM, è modesto... :D

Io l'ho finito da poco, appena ho un po' di tempo ne parliamo.
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Messaggioda najaru » ven dic 28, 2007 12:10 pm

io ci metto molto...è molto articolato.
grizz non so precisamente i tuoi gusti.....ma ho paura che te lo consiglierò....

io ne ho una copia utografata con dedica...... :D
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Messaggioda kala » dom dic 30, 2007 23:58 pm

ATTENZIONE
Quanto scrivo più in basso non è una recensione vera e propria, piuttosto l'impressione che ho ricavato dalla lettura del libro; e comunque, pur non citando esplicitamente i fatti narrati nel libro, potrei rovinarvi il piacere della prima lettura: vi aspetto allora volentieri per un confronto una volta che l'avrete letto anche voi. ;)



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Innanzitutto non è un libro di montagna.
Con buona pace del Gogna e del Visentini. ;)
O meglio, se è un libro di montagna lo è forse per accidente, per un caso della vita (dell'autore).
Oppure - se proprio vogliamo - è un libro di montagna se la montagna assurge a simbolo prediletto della barriera: barriera sì che blocca, che preclude, ma soprattutto che raccoglie, protegge, impreziosisce.
Montagna come limite, dunque, ma non limite invalicabile: perchè la valle di cui l'autore vuole parlarci è quella "del ritorno", una valle che in qualche modo deve avere uno sbocco sul mondo.

Non è dunque un racconto di montagna questo di Flavio Favero, tantomeno una guida; se di storia si tratta non dev'essere certo in senso classico, piuttosto una storia che parla dell'anima, di quel qualcosa che ci spinge a cercare noi stessi, a spiegarci i nostri segreti aneliti, a guardare in faccia i nostri dubbi, a scavare a fondo nei nostri perchè, ad esplorare i recessi del nostro vivere. Il romanzo - perchè di un romanzo, alla fine, si tratta - si sviluppa intorno alla figura di un uomo che esiste a più livelli: è un uomo ma allo stesso tempo più uomini, archetipo di colui che cerca, di colui che non limitandosi all'apparente inganno della realtà brama la conoscenza. Conoscenza non di un fuoco sacro, non di una sapienza che è fuori di noi ma - anzi - di quel nostro nucleo più intimo che ci rende uomini e rende una vita degna d'esser vissuta. Così la vita dell'anziano cercatore si intreccia a quella del giovane insoddisfatto ed ancora a quelle di altre persone nel futuro che - come loro - si sentiranno mosse all'indagine del senso profondo della propria esistenza.

La narrazione, muovendosi all'inizio forse un po' a fatica, quasi che il protagonista ancora a stento riesca a mettere a fuoco i propri pensieri, si sviluppa poi sulla traccia di un diario (una guida?) che ha più la forma di appunti di viaggio, un viaggio iniziatico. Si potrebbe in tal senso parlare di romanzo di formazione, perchè la ricerca che ci conduce dal fondo della valle isolata sempre più su lungo i sentieri e poi fuori da ogni traccia conosciuta verso i confini della nostra vita altro non è che il lento progredire di un'anima verso la sua affermazione, la sua piena consapevolezza. Così l'autore, ammiccando ogni tanto con qualche traccia lasciata qua e là a chi - come noi - di montagna mastica qualcosa, ci mostra come l'incedere lento del passo in montagna possa portare a traguardi che non si lasciano facilmente tracciare sulla carta. Ed anche il linguaggio, a volte involuto e tortuoso a seguire i nostri intricati pensieri, a volte poetico e sublime quasi ad anticipare con slancio le nostre più alte intuizioni, ha spesso quel non so che di inafferrabile che sottende qualcosa che - se tenuto troppo stretto in pugno - sarebbe ormai svuotato d'ogni suo valore.

L'autore ci parla, in fondo, del perchè si può scegliere di rinchiudersi tra le montagne: non tanto per la solitudine in sè, non tanto per il solo contatto la natura, non tanto per la sfida, il rischio, la ricerca dell'ignoto: perchè una volta giunto sulle cengie, sulle crode, sulle cime, il protagonista si accorge che la sua ricerca è appena iniziata e che dovrà scendere fino al piano per poi riscoprire che il suo posto in fondo è in quella valle in cui ha sempre vissuto. E questo percorso circolare non è chiuso in se stesso, perchè il ritorno alla valle nascerà da una maggiore consapevolezza, da un salire ad gradino più alto della conoscenza. E a noi cittadini di un tecnologicissimo futuro che è già oggi, che non possiamo (o non vogliamo?) vivere in una valle troppo stretta per le nostre frenetiche abitudini, non resta che scendere a patti coi nostri desideri più profondi e concederci - quando si può - un'escursione ogni tanto in quella valle e tra quelle montagne così cariche di significato.

Perchè alla fine - secondo me - Flavio ha cercato di dirci che non esiste vita vera se non sappiamo far rinascere dentro di noi i sentimenti più puri e che forse tali sentimenti hanno bisogno d'essere alimentati in uno spazio silenzioso che dobbiamo saperci ritagliarci in mezzo al vuoto frastuono che ci circonda. Ha cercato di dirci - insomma - cosa significa per lui l'andare in montagna. E in un modo curioso e originale - a mio parere - c'è riuscito.
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Messaggioda kala » mar gen 08, 2008 22:42 pm

Sull'ultimo Le Alpi Venete c'è una buona recensione di Armando Scandellari...

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Messaggioda najaru » mer gen 09, 2008 9:04 am

falco mi sta concedento il piacere di un intervista (ma le domande riguardanti il libro IO le potro fare solo piu in la xke devo ancora finirlo.

http://www.cuneoclimbing.it/forum/index ... wtopic=131

chi vuole puo fare domande all intervista (leggere il regoalmento prima, grazie)
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Messaggioda najaru » mer gen 16, 2008 13:27 pm

ho finalmente finito il libro. molto bello lo consiglio
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Messaggioda kala » mer gen 16, 2008 15:23 pm

najaru ha scritto:ho finalmente finito il libro. molto bello lo consiglio


Allora? Chettenepare? Commenti? ;)

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Messaggioda najaru » gio gen 17, 2008 14:19 pm

kala ha scritto:
najaru ha scritto:ho finalmente finito il libro. molto bello lo consiglio


Allora? Chettenepare? Commenti? ;)



eeeeee.
non penserai mica che ti tiro fuori un commento coe il tuo....povero me.

mi è piaciuto tanto per il lato pseudofuturistico annebbiato completamente dalla forza millenaria delle montagne. io ci ho visto molto di me stesso in tutti quelli che sono andati via.
ho spesso malinconia delle mie montagne. e anche quelle che ho vicino a casa non riesco a goderne appieno causa le solite cose lavoro andare in giro ecc..
mi dispiace che sia finito e mi dispiace che l autore non ne abbia scritto un altro xke avrei ricominciaTo subito...

ciao
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Messaggioda kala » gio gen 17, 2008 16:45 pm

najaru ha scritto:mi dispiace che sia finito e mi dispiace che l autore non ne abbia scritto un altro xke avrei ricominciaTo subito...


L'autore (che "scrittore" non vuole definirsi) su questo punto nicchia, o proprio si nega: ma forse, rompendogli le palle adeguatamente,... :twisted: :twisted:

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Messaggioda kala » sab mar 15, 2008 21:00 pm

Anche sull'ultimo Lo Scarpone c'è una breve recensione.
Inoltre nelle migliori librerie di montagna della mia città lo vedo sempre in evidenza nel primo posto dove uno posa lo sguardo.
Chissà che non pensi seriamente ad un prossimo libro.
Magari una raccolta di pensieri, raccontini, aforismi o quello che gli viene in mente... :roll:

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Messaggioda najaru » lun mar 17, 2008 8:54 am

lui questo topic lo legge di sicuro ma non interviene xke é modesto.

o forse xke sta gia scrivendo il prossimo.....
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Messaggioda Falco5x » lun mar 17, 2008 9:16 am

najaru ha scritto:lui questo topic lo legge di sicuro ma non interviene xke é modesto.

o forse xke sta gia scrivendo il prossimo.....

No, no, non sto scrivendo niente perché sono un fankazzista autentico io, e scrivere questo libro mi ha prosciugato le (poche) energie; il forum mi impegna già fin troppo! :D
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Messaggioda najaru » lun mar 17, 2008 14:45 pm

Falco5x ha scritto:
najaru ha scritto:lui questo topic lo legge di sicuro ma non interviene xke é modesto.

o forse xke sta gia scrivendo il prossimo.....

No, no, non sto scrivendo niente perché sono un fankazzista autentico io, e scrivere questo libro mi ha prosciugato le (poche) energie; il forum mi impegna già fin troppo! :D


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Messaggioda Falco5x » mar mar 18, 2008 0:59 am

najaru ha scritto:
Falco5x ha scritto:
najaru ha scritto:lui questo topic lo legge di sicuro ma non interviene xke é modesto.

o forse xke sta gia scrivendo il prossimo.....

No, no, non sto scrivendo niente perché sono un fankazzista autentico io, e scrivere questo libro mi ha prosciugato le (poche) energie; il forum mi impegna già fin troppo! :D


si ma sul forum scrivi solo gran cazzate

Sì, ma cazzate impegnative! :D
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Altra recensione

Messaggioda ongo » ven mag 02, 2008 12:12 pm

Il romanzo esprime la visione salvifica della montagna tipica di un cittadino compresso e costretto nella vita moderna. Non è altro che la trasposizione romanzata e quindi fantastica delle motivazioni che spingono l?Autore verso i monti. Pervade tutta l?Opera la Ricerca, impersonata da una figura emblematica che addirittura porta il nome di Cercatore. Tutte le domande e le risposte si concentrano nella lirica finale del diario di Pietro dal quale traspare l? accettazione per la risposta unica che abbiamo tutti di fronte al nostro frenetico cercare: la Morte. Solo accettando la Morte Pietro ritrova i suoi monti e convive serenamente con quel traguardo che lo aspetta: anche qui siamo di fronte alla presa di coscienza di un uomo, l?Autore, che ha superato gli anta. La serena consapevolezza del nostro traguardo ultimo costringe a pensare alla vita con più attenzione e sensibilità. Lo dimostrano i passaggi del libro in cui il sesso è protagonista ma anche le diafane descrizioni dei paesaggi; lo dimostra infine il messaggio di speranza lanciato dalle pagine finali nel quale i singoli individui ritornano a pensare e credere come una società, consci che il loro può essere un singolo contributo che avrà un senso solamente se frutterà nelle generazioni future. Ecco quindi emergere dall?intreccio del romanzo un uomo, l?Autore, innamorato della vita, della natura, delle donne, dei monti, deluso forse della Società in cui vive ma convinto che il suo contributo la possa salvare: per tutto questo pronto a morire perché non ha altro da cercare.
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Re: Altra recensione

Messaggioda Brio_Kolpo_ITA » ven mag 02, 2008 15:47 pm

ongo ha scritto:Il romanzo esprime la visione salvifica della montagna tipica di un cittadino compresso e costretto nella vita moderna. Non è altro che la trasposizione romanzata e quindi fantastica delle motivazioni che spingono l?Autore verso i monti. Pervade tutta l?Opera la Ricerca, impersonata da una figura emblematica che addirittura porta il nome di Cercatore. Tutte le domande e le risposte si concentrano nella lirica finale del diario di Pietro dal quale traspare l? accettazione per la risposta unica che abbiamo tutti di fronte al nostro frenetico cercare: la Morte. Solo accettando la Morte Pietro ritrova i suoi monti e convive serenamente con quel traguardo che lo aspetta: anche qui siamo di fronte alla presa di coscienza di un uomo, l?Autore, che ha superato gli anta. La serena consapevolezza del nostro traguardo ultimo costringe a pensare alla vita con più attenzione e sensibilità. Lo dimostrano i passaggi del libro in cui il sesso è protagonista ma anche le diafane descrizioni dei paesaggi; lo dimostra infine il messaggio di speranza lanciato dalle pagine finali nel quale i singoli individui ritornano a pensare e credere come una società, consci che il loro può essere un singolo contributo che avrà un senso solamente se frutterà nelle generazioni future. Ecco quindi emergere dall?intreccio del romanzo un uomo, l?Autore, innamorato della vita, della natura, delle donne, dei monti, deluso forse della Società in cui vive ma convinto che il suo contributo la possa salvare: per tutto questo pronto a morire perché non ha altro da cercare.





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