Roberto ha scritto:Andare slegati è bello, direi bellissimo e non è una cazzata, ma resto dell'idea che certe azioni non le si fanno solo per un gusto intimo e personale. Si, lo so, scaliamo perché ci piace, ma fino a quale punto oserebbero, certi adepti all'arrampicata slegata, se non ci fosse una ribalta? E' questo quello che mi domando.
A me dei "certi adepti" dell'arrampicata interessa poco se non lo spettacolo che offrono o quello che mi possono raccontare. Riconosco che forse si dovrebbe smitizzare un po' la freesolo da questo sensazionalismo, ed un modo di farlo e' parlarne e raccontare la propria esperienza invece di chiuderla in un alone di mistero. Su certe vie lunghe con gradi relativamente bassi rispetto al proprio limite ma marce ed improteggibili per 40-50 metri puoi rischiare molto di piu' rispetto ad una freesolo di 20 metri su una via difficile ma conosciuta ...
Parlando della mia esperienza, sino a 4-5 anni fa in Sardegna, ad esempio facevo delle solitarie in Gallura o attorno a Sassari, da solo, semplicemente per gusto e ricerca personale e per me, effettivamente, erano una cosa intima e da raccontare a pochi ... poi ho visto che in inghilterra sono in tanti quelli che lo praticano e non c'e' tutto questo sensazionalismo quasi devozionale come da noi, o riservatezza intimistica. Vedi addirittura gruppi di amici che insieme ripetono certe vie senza corda piu' o meno difficili a seconda dei climbers. Per cui mi sono un po' spogliato da questo velo di riservatezza e, se mi capita, ne parlo con naturalezza come fa un climber che parla delle sue vie in falesia, o addirittura lo pratico davanti ad altri se mi sento in vena ... senza troppe inibizioni o masturbazioni mentali ... d'altra parte se a volte mi cago sotto non ho paura a tirarmi indietro.
Come ho gia' detto sopra certe vie lunghe sono piu' pericolose delle freesolo, perche' in ogni solitaria slegato c'e' una certa consapevolezza di dove e come si sale e una certa preparazione mentale che compensano l'assenza di protezioni. Ad esempio, io evito le vie marce o quelle ultra-unte da innumerevoli ripetizioni e prediligo le fessure perche' mi danno piu' sicurezza. Prediligo le vie dure all'inizio e piu' facili alla fine perche' odio le sorprese quando credo di aver finito la via. QUindi ci sono tanti "trucchetti" dietro ogni freesolo. La vera sfida, invece sono le free-solo a vista su percorsi sconosciuti ... e questa esperienza e' una cosa rara ...
Per finire ogni bella esperienza puo' rimanere dentro di noi o puo' essere condivisa con gli altri, e questo non necessariamente significa essere esibizionisti ed ognuno sa per se'.
Ciao
Lorenzo