cialtrone ha scritto:Senza togliere peso ed importanza al libro di Gullich, testo santo e sacro e bellissimo, vorrei ricordare che il libro di Caruso è il primo libro della storia dell'arrampicata che propone un metodo di progressione tecnica, una sorta di fondamentali, cosa questa assolutamente assente in qualsiasi libro, Gullich compreso.
E, scusa se è poco, questa è una trattazione "originale". E tu che sei universitario o universitabile, dovresti sapere che differenza corre tra un "review paper" ed un "original paper".
Sinceramente, non vedo per quale motivo dire cose inutili tipo "non c'è paragone" nel senso della classifica, quando realmente tra i due libri non è possibile un paragone.
Ma li metto assolutamente sullo stesso piano di valenza oggettiva.
E soggettivamente aggiungo che trovo sempre più interessanti i trattati originali che i riassunti...

Salut!

Entrambi i libri, quello di Caruso e quello di Gullich trattano l'argomento Arrampicata. Entrambi trattano anche di progressione nell'arrampicata. Un paragone quindi mi sembra ragionevole, come e' ragionevole confrontare altri libri scritti da altri climbers.
Caruso parla di fondamentali. Beh ... direi che il suo paradigma, nel mio umile parere e nella mia limitata esperienza, e' gia' fuori luogo di per se'.
Quali sono i movimenti fondamentali in arrampicata? In realta' non esistono perche', solo per fare un esempio, i "fondamentali" carusiani relativi allo strapiombo sono diversi rispetto a quelli relativi a muri o placche.
Faccio un banale esempio. Se su certi muri devi piegare le braccia per tenerti sul microappiglio e avere il baricentro sopra il punto di appoggio cosi' da applicare una forza minima per stare in equilibrio. Il fondamentale del "muro" entra pero' in contraddizione con quello dello strapiombo in cui e' quasi sempre conveniente mantenere le braccia distese.
In altre parole i cosiddetti "fondamentali" sono in realta' dei "relativi" da adattare alle circostanze.
In altre parole
gli unici fondamentali in arrampicata sono le circostanze.
In questo senso, gli stessi principi enunciati da Caruso vengono proposti da Gullich sotto il capitolo "la tecnica", ma senza darne enfasi come fa Caruso come se egli avesse scoperto chissa' cosa. Mi fa venire in mente i tizi che scrivono articoli con grande enfasi su scoperte di cui acclamano la paternita', ma che in realta' son state fatte vent'anni prima!
Aggiungo che la progressione del climber proposta da Gullich non solo include quella di Caruso, ma la supera sia esponendo le ultime conoscenze in termini di teoria dell'allenamento (supercompensazione allo sforzo, riposi, sforzi rispetto al massimale, ecc), sia trattando la progressione dal punto di vista della tecnica.
Ah ... e non e' vero che Gullich non tratta l'arrampicata dinamica ... c'e' un'intera sezione a riguardo. C'e' da aggiungere che Gullich razionalizza l'aspetto mentale e la strategia in maniera veramente lodevole!
Insomma, il libro di Caruso e' utile per chi inizia ad arrampicare, ma se dovessi suggerire un libro per tutti, sia il principiante che l'esperto, a mio avviso, il libro di Gullich non deve assolutamente mancare nella biblioteca del climber.
Ciao
Wolfgang