da savsav » ven mar 30, 2007 12:43 pm
...Al lunedi' giacevo di nuovo sotto l'autombile.Ore 7.30.Sentivo i soliti discorsi di fine settimana,della birra e delle ragazze,delle sbronze e dei 150km all'ora sull'autostrada."E tu Karl, cos'hai fatto?"."Io sono andato in montagna, a scalare!".Risa.
"Avrai arrampicato sulla tua vecchia"."No, sono andato ad arrampicare, con corda e chiodi, in una vera parete verticale.
Era fantastico, non avevo mai vissuto una cosa simile.Non potete immaginare, quanto vuoto ci sia sotto".
Proprio come per loro, i fine settimana mi erano sempre stati un orrore, benche' potessi uscire dalla tuta unta d'olio, potessi dormire e non dovessi scopare l'officina.
La cerimonia di mezzogiorno con il profumo della salsa d'arrosto, la passeggiata domenicale e le chiacchere di noia sul sofa' davanti al caffe' e alla torta provocavano un senso di vuoto, sopra il quale non si poteva passare nemmeno con il film di Peter Alexander o di Eddie Constantine.
E andando al cinema a ragazze, ben pettinato, con i vestiti comperati con i miei pochi soldi, i vestiti che bisogna avere, che dovrebbero darmi la sicurezza, che abisso, che vita crudele.
Ma - pensavo - grazie a Dio ora tutto questo e' finito, ora sono un'alpinista, potete ridere quanto volete.Voi non sapete cosa significhi arrampicarsi verso l'alto.Essere in alto, anche se si ha paura.
E questa infinita' di automobili non aggiustate, che bisogna smontare tutte e rimontare di nuovo, tutte che mi attendono, e i clienti e il capo, questa vite senza fine, che non termina mai.
Oscurano la mia vita solo ancora cinque giorni alla settimana, poi esco da sotto le automobili come il Luis Trenker dei prussiani e vado al Battert, e li' e' tutto diverso: li' c'e' l'aria pulita, la roccia, la luce, le nuvole, il sole e le stelle, che brillano sopra di noi quando dormiamo all'aperto sulla Falkenwand - quando bivacchiamo.
E li' ci sono gli altri scalatori, che mi prendono sul serio; non sono il Karl, l'essere sporco d'olio che avvita nel box numero due della sala numero uno, che fa' tutto quello che gli si dice, per quanto spiacevole e sporco possa essere.
Qui sono il Reinhard, una persona del tutto rispettabile.
Veramente non sono ancora molto di piu', ma sono gia' il Reinhard; essere me stesso, e' gia' incredibilmente tanto.
REINHARD KARL
Montagna vissuta,tempo di respirare. 1982.