chi fa vero alpinismo,non ha rispetto per i suoi cari!

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Re: chi fa vero alpinismo....

Messaggioda Bernardo » gio giu 21, 2007 11:45 am

AlpineMan® ha scritto:................ti limita sempre la tua coscienza di uomo di famiglia.........

a mio parere quando un alpinista tiene veramente alla sua famiglia..a quel passaggio....valutato che e' troppo rischioso,scende e fa cosa buona e giusta per se e per i suoi carI!

:wink:


Ho estratto queste due frasi dall'intervento di AM perchè mi hanno suggerito un'altra domanda:
Che cos'è veramente che limita la "voglia" di fare attività? Ovvero, che cos'è la coscienza di uomo di famiglia?

Nel mio caso non è la paura di avere incidenti, dato che cerco di "avventurarmi" su terreni sempre alla mia portata, con difficoltà basse (qualcuno potrebbe dire nulle), quanto la consapevolezza della necessità della mia presenza accanto a mia moglie e ai miei figli che stanno crescendo, per non ritrovarmi tra 5-6 anni (quando mia figlia sarà nel pieno dell'adolescenza e, probabilemnte non mi vorrà vedere neanche in fotografia) a rimpiangere i momenti che avrei potuto trascorrere con lei o gli altri figli, mentre le montagne staranno ancora lì ad aspettarmi con pazienza. [size=0]Scusate, a volte sono prolisso, cercherò di limitarmi.[/size]
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Messaggioda Roberto » gio giu 21, 2007 11:56 am

Come al solito, quando si parla di alpinismo e motivazioni (e compagnia bella) si va a finire nelle seghe mentali.
Senza riferirmi a nessuno in particolare, ma riferendomi a tutti: questi sono discorsi fini a se stessi.

L' alpinismo è un' attività pericolosa come molti lavori considerati normali.
Muore molta più gente cadendo dalle impalcature di un cantiere edile che dalle pareti rocciose, eppure le mogli e i figli non stanno tanto a preoccuparsi se il papà oggi cade dai ponti del quinto piano.

Il fatto è che noi alpinisti ci glorifichiamo con la nostra "attività rischiosa", noi ci sentiamo un po tutti degli eletti, che scalano montagne a rischio della propria pelle, con mogli e figli in trepida attesa a casa.

Noi alpinisti facciamo solo un' attività dove il rischio è tangibile, si sente e si vede e qualche volta si sperimenta. Ma quanti davvero rischiano la vita? Il fatto di vedere il chiodo lontano non significa che si volerà, anzi, è l' opposto.
Il rischio è quasi sempre calcolato, il rischio vero è quando non si ha più questa "tangibilità" del pericolo, quando si abbassa la guardia, quando non ci si preoccupa poi tanto della famiglia a casa ("tanto sto sul facile, che vuoi che mi accada").

La possibilità di morire è più alta nel pezzo di strada fatto in auto per andare ad arrampicare in montagna, ma noi chiudiamo gli occhi e vediamo solo il verticale e la nostra presunzione di essere alpinisti che rischiano.
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Messaggioda Dolmen » gio giu 21, 2007 12:06 pm

Si Roberto sono d'accordo con te, rischio di più a fare misure o direzione lavori in cantiere tutti i giorni piuttosto che andarmene a fare una via in montagna 1 volta ogni tanto o anche tutte le settimane in termini di probabilità ma il fottore psicologicho che ti lega alla famiglia nel mio caso è un limite. Se fossi da solo non mi farei dei problemi.
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Messaggioda MacOnions » gio giu 21, 2007 14:40 pm

Roberto ha scritto:L' alpinismo è un' attività pericolosa come molti lavori considerati normali.
Muore molta più gente cadendo dalle impalcature di un cantiere edile che dalle pareti rocciose, eppure le mogli e i figli non stanno tanto a preoccuparsi se il papà oggi cade dai ponti del quinto piano.


Fai un parallelo tra una cosa fatta per campa', con una fatta per "divertimento" (o quello che sia), tra l'altro i ponteggi non dovrebbero venire giù proprio per nulla e molti lavorano con questa idea in testa; in una disciplina "estrema" invece la componente rischio è altissima, ben presente, non ci si guadagna una mazza, si toglie tempo alla famiglia, se ci si rimane secchi la famiglia è con il culo per terra (vedi topic sulle assicurazioni), etc. etc..

Poi se non ricordo male hai la fortuna di avere una donna che condivide la tua stessa passione, questo aiuta moltissimo, IMO, sia lei che te.
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Messaggioda AlpineMan® » gio giu 21, 2007 22:06 pm

non entro nei casi specifici,perche' non ho il diritto di giudicare se un altro alpinista ha sbagliato o meno..men sapendo cosa aveva nella sua testa,gli stimoli ecc..

posso fare pero' un esempio,risale a 10 anni fa' circa..

un alpinista orobico(che ora ha panza,3 figli..una bella moglie e non si tiene piu' una sega..)
dicevo allora si era appena sposato ...vabbe' ebbe un rilento nell'attivita' alpina per aleo 1 anno credo,chiaro la casa nuova..nuovi impegni..si e' in 2..

poi torno' di nuovo all'alpe,abbastanza frequentemente,anche se non lo vidi piu' fare dei tratti in free o conserva come faceva abitualmente prima..

venneì organizzata poi una bella spedizione su di un difficile 6000 dell'est,una montagna a detta di chi la'veva anche solo sentita molto dificile..

piu di una volta mi disse ,trovandoci magari casualmente in parete che quella montagna la desiderava da sempre,ed era giunto il momento..pero' poi lo sentivo anche dire che la moglie non era della stessa idea..e che lui stesso si sentiva un po' egoista in quella sua scelta!

io gli consigliai di stare a casa,partire cosi indecisi per me resta ed e' pericoloso!

nel frattempo la moglie resto incinta..e fu cosa buona e giusta..

lui rinuncio' a quella spedizione!!

l'ho incontrato recentemente..quella per lui fu la scelta giusta..e come gli ho detto io..
"tu eri un gran alpinista...pero' poi hai fatto la scelta di aver accanto a te una famiglia,li hai messo una pietra eterna sopra le tue scoperte alpine.."

per me o si sceglie di fare alpinismo a grandi livelli,con i rischi che oggettivamente non faccciamo finta di nulla,ci sono e basta..

o si sceglie di moderarsi,perche' star li da grandi a giocare ancora sul filo del rasoio con qualcuno che a casa ha sempre il cuore in gola mi sembra disumano!!!
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Messaggioda davi » gio giu 21, 2007 22:27 pm

ma chi ve l'ha detto che le vostre compagne se ne stiano a casa in ansia ad aspettarvi col cuore in gola ????????????
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Messaggioda Siloga66 » gio giu 21, 2007 23:15 pm

Per me ci sono poche balle: l'alpinismo è pericoloso e basta. Si accetta il rischio e si va tira a campà. Questo è il fatto.
In macchina corriamo rischi? Ma anche li si dosano. Prima di una curva mica mi metto a sorpassare.
In un cantiere si corrono rischi? Vuol dire che la legge 626 non viene rispettata. Io ho una moglie che non arrampica, e mi riesce difficle a volte dirgli cosa ho in mente.
L' unica cosa da fare per me è: non avere SOLO le montagne in testa, e giudicare con coscienza l' attuale condizione fisico/psichica in modo da adeguarla agli obiettivi. Il resto non conta.
Passano le mode ma in Germania la moda dei calzini con i sandali passerà mai.
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Messaggioda davi » gio giu 21, 2007 23:20 pm

il primo topic di Alpineman che ha preso un andazzo serio.... comincio a preoccuparmi 8O
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Messaggioda Roberto » ven giu 22, 2007 11:57 am

davi ha scritto:il primo topic di Alpineman che ha preso un andazzo serio.... comincio a preoccuparmi 8O


Sarà il caldo estivo :roll:
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Messaggioda al » ven giu 22, 2007 12:47 pm

Io penso che gli altri siano una condizione dell'esperienza di se e non un limite.
Se diventano un limite si smette di amarli, nell'ordine: genitori, mogli/fidanzate, figli. (per mogli è fidanzate è una cosa possibile e reale, epr genitori e figli e un poco diverso)

Poichè "tengo famiglia" non mi avventuro in imprese che valuto per me impossibili, anche se non è detto che quelle in cui mi avventuro siano poi possibili. Cerco cioè di non fare cazzate senza senso, anche se poi non è detto che quelle che faccio abbiano un senso.

Lafaille che è rimasto in solitaria su una nord di un ottomila in inverno, aveva una moglie è un figlio, moglie che lo amava per quello che era, non per quello che lei desiderava che lui fosse.
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Messaggioda Siloga66 » sab giu 23, 2007 7:47 am

Lafaille era un alpinista fortissimo. Ma fare una nord su un 8000 in inverno da soli, è rischio per chiunque. Con una moglie ed un figlio a casa era il caso?
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Messaggioda AlbertAgort » sab giu 23, 2007 10:01 am

al ha scritto:
Lafaille che è rimasto in solitaria su una nord di un ottomila in inverno, aveva una moglie è un figlio, moglie che lo amava per quello che era, non per quello che lei desiderava che lui fosse.


quoto siloga.
A fa che mi domando? Ottimo esempio in cui prevale, anzi domina, l'egocentrismo e l'egoismo, rispetto al figlio per lo meno.
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Messaggioda federicopiazzon » dom giu 24, 2007 18:21 pm

Personalmente sono d'accordo con Siloga...ma a pensarci su mi viene un dubbio:

penso che l'alpinismo sia prima di tutto Sogno ed Amore, non per sè stessi,ma per la vita e le emozioni forti che ha in serbo per chi la vuole sperimentare... può vivere a fondo tutto ciò una persona che ha chiuso il suo cuore?Può essere davvero Leone in parete un uomo che giù nella valle non ha nulla e nessuno?Può capire e godere nella giusta dimensione la croda chi non vive anche nella valle con il romanticismo nel cuore??

Credo siano valutazioni soggettive e personali, per me gli affetti sono stimolanti ma anche limitanti...si potrebbero definire come l'orologio della mia vita.
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Messaggioda MarcoS » dom giu 24, 2007 19:48 pm

federicopiazzon ha scritto:..... può vivere a fondo tutto ciò una persona che ha chiuso il suo cuore?Può essere davvero Leone in parete un uomo che giù nella valle non ha nulla e nessuno?Può capire e godere nella giusta dimensione la croda chi non vive anche nella valle con il romanticismo nel cuore??...


tènaro Piasson: ghe ne xe, ghe ne xe de "forti" così. il loro cuore è apertissimo e provano un amore smisurato per l'alpe e la pietra...ma soprattutto per quel tizio che tutte le mattine li fissa dallo specchio. il resto, cose o persone che siano è un corollario. o una seccatura.
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Messaggioda al » lun giu 25, 2007 10:49 am

"il loro cuore è apertissimo e provano un amore smisurato per l'alpe e la pietra...ma soprattutto per quel tizio che tutte le mattine li fissa dallo specchio. il resto, cose o persone che siano è un corollario. o una seccatura."

In effetti talvolta la moglie o la morosa possono essere seccature.

Verso i figli si hanno "responsabilità".
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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » lun giu 25, 2007 11:27 am

:evil: :evil: :evil:

SE TUTTI TENESSERO AI FIGLI PRIMA DI TUTTO ANDREBBERO PIU' PIANO IN MACCHINA...

al tempo delle seicento il mio papà aveva sul cruscotto quelle cosine magnetiche con la madonna e la foto di noi e la scritta paà se ci vuoi bene vai piano... :twisted:

con tutta la paccottiglia che gira oggi potrebbero reintrodurle...

poi ci sono coppie in cui uno (quasi sempre l'ometto)

è sempre al bar...

è alcolizato

picchia regolarmente

se ne strafrega allegramente di prole e compagna...

e il problema è andare ogni tanto in montagna?


per tornare a bomba, nel mio caso i miei cari influenzano le cose a cui posso "mirare" ma una volta partito il rischio lo evito perchè mi cago adosso non per il pensiero dei miei cari...

se faccio mente locale la maggior parte degli alpinisti che conosco o con cui ho arrampicatato hanno figli...e non son senz'altro i peggiori papà che conosco...

un sistema poi è quello di portarseli dietro....ieri son salito sul campanile di val montanaia (rischio minimo) e i miei tre figli gironzolavano la sotto in tre comitive differenti :wink:
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Messaggioda MarcoS » lun giu 25, 2007 11:39 am

al ha scritto:"il loro cuore è apertissimo e provano un amore smisurato per l'alpe e la pietra...ma soprattutto per quel tizio che tutte le mattine li fissa dallo specchio. il resto, cose o persone che siano è un corollario. o una seccatura."

In effetti talvolta la moglie o la morosa possono essere seccature.

Verso i figli si hanno "responsabilità".


per i "di cui sopra" anche i figli fanno generalmente parte di corollario o seccatura.
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Messaggioda gug » lun giu 25, 2007 12:15 pm

Ciò che dice Roberto è giusto, come poi è stato anche ripreso da altri. L'Alpinismo è sicuramente un'attività pericolosa e in cui ci si trova a prendere dei rischi in prima persona e in piena coscienza.
Però è anche vero che quando si parla di Alpinismo si parla di almeno due cose diverse.
C'è l'Alpinismo di punta, o comunque di esplorazione, di apertura e di prime ripetizioni di vie top ed è quello a cui si adatta il discorso di Roberto.
Poi c'è l'alpinismo di quelli che amano andare a ripetere vie anche impegnative in montagna, classiche e moderne, dove invece il rischio la maggior parte delle volte è pari a quello di altre attività quotidiane, con l'unica differenza che la catena di sicurezza ce la si costruisce da soli e quindi occorre conoscere molti aspetti tecnici e della montagna in generale.
Parliamoci chiaro, l'estate scorsa ho fatto la Costantini-Apollonio: voi pensate sinceramente che su una via del genere si pratichi una attività "estremamente rischiosa"? Eppure è una grande classica, una via impegnativa che non si può andare a fare appena si comincia ad arrampicare. La maggior parte delle persone che praticano l'alpinismo rientra nella seconda categoria: gente come Roberto, che pratica la prima, è sicuramente una minoranza.
L'impatto che comunque sempre una attiivtà come questa sulla famiglia è che si deve sempre bilanciare il tempo, dato che ne porta via molto, che può essere sottratto ai propri cari. Penso però che questo è bilanciato da tanti altri aspetti importanti, anche nei confronti della famiglia stessa.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda AlpineMan® » lun giu 25, 2007 22:11 pm

Siloga qua non si parla se e' pericoloso o meno,per me non lo e' mai stato,per me i pericoli sono altri tipo il dopo scalata quando mi riesce difficile non alzare il gomito.. :lol:

qua si parlava che qnche in questo forum vi sono alpinisti che hanno avuto ad un certo puinto della loro vita un lieto evento in famiglia,o un imput sentimentale..

e costoro non vogliono ammettere che da quel preciso istante in poi sono diventati un po' piu pippe per crode...

gia'..non tutti lo ammettono,ma e' cosi..

il piu grande freno mentale in parete non e' il pericolo oggettivo che hai li sul posto..ma e' nella tua testa che non fa altro che pensare a chi si ha di caro da un'altra parte!


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Messaggioda gug » mer giu 27, 2007 12:52 pm

gug ha scritto:L'impatto che comunque sempre una attiivtà come questa sulla famiglia è che si deve sempre bilanciare il tempo, dato che ne porta via molto, che può essere sottratto ai propri cari. Penso però che questo è bilanciato da tanti altri aspetti importanti, anche nei confronti della famiglia stessa.


Quello che avevo scritto nasceva da alcune riflessioni che ho fatto dopo la nascita della prima figlia, Ilaria. Mia moglie sostiene molto la mia passione per la montagna, però qualche anno fa, mentre ero via tre giorni col corso di roccia al Pordoi, una nostra amica che aveva anche lei un bimbo di qualche mese si è molto scandalizzata della cosa e dopo aver fatto una bella ramanzina a Emanuela "perchè doveva essere meno buona con me", concludeva dicendo che "con i figli bisogna passarci il tempo e non trascurarli per girovagare per i monti".
Ora a me piace tantissimo stare con le mie figlie, quando è nata la prima ho anche preso un mese di permessi di allattamento al lavoro per dare il cambio a mia moglie nell'accudimento della piccola, e non mi tiro indietro davanti a pannolini, pappine e biberon perchè voglio avere al possibilità di essere in grado di badare a loro senza intermediari. Però non voglio rinunciare all'alpinismo perchè mi sembra che non potrei farne a meno, anche se mi rendo conto che devo mediare le due cose.

Quella frase della mia amica però mi ha fatto male e mi ha portato a riflettere e mi sono reso conto che spesso si trascura il fatto che se è vero che con i figli piccoli bisogna spesso mettere da parte alcune proprie esigenze per loro è anche vero che poi i figli crescono e secondo me se vedono i propri genitori anche come persone con le loro passioni e soprattutto capaci di entusiasmarsi per la vita è molto importante, primo perchè anche se non condivideranno le stesse scelte gli rimarrà l'esempio, secondo perchè spesso se condividono in un certo periodo questi entusiasmi questo potrà essere un grosso elemento di unione e comunicazione.

Mia moglie si è diplomata al conservatorio perchè ha seguito per tanti anni il padre che suona nella banda: questa comune passione è stata il loro più forte legame negli anni peraltro conflittuali dell'adolescenza.
Secondo me è giusto che i figli ci vedano come persone con una grande voglia di vita e non solo come genitori capaci solo di stare attaccati a loro.
Poi altrimenti può finire che si crea quel rapporto morboso che fatica a rompersi e ad attenuarsi quando i figli sono grandi.
Ho fatto un lungo intervento e mi rendo conto che forse è un pò OT e dovrebbe essere inserito in un topic apposta (magari si può farlo), ma volevo mettervi a parte di queste riflessioni e sapere cosa ne pensavate.
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