Ciao a tutti,
primo messaggio mio su questo forum, e probabilmente anche l'ultimo. Non ho più tempo per queste cose, purtroppo, ma vorrei dire due parole sull'argomento (che mi sta molto a cuore) per cercare di portarlo per una volta sui dati di fatto evitando i "partiti presi" e le questioni di principio che non portan mai da nessuna parte.
Questa legge è come minimo immotivata. Se fate un giro sul sito AINEVA e spulciate le statistiche vedrete che negli ultimi anni (incluso l'ultimo eccezionale inverno) in Piemonte si sono avuti da 0 (ZERO!) a 5 (CINQUE!) morti l'anno. Chiaro che non fanno piacere a nessuno, ma siamo ben lontani da un'emergenza sociale che rende necessario un intervento legislativo. La dimostrazione del fatto che si tratta di un provvedimento preso a tavolino da gente incompetente e non motivato da un problema concreto sta nel fatto che la prima emanazione parlava solo di scialpinisti e freerider, poi dopo sei mesi di pernacchie hanno esteso l'obbligo ai ciaspolatori. L'unica cosa che interessava realmente probabilmente era poter scrivere sui giornali "siamo all'avanguardia nella sicurezza".
Poi è inutile (la legge, eh!). Chi conosce l'argomento sa che l'ARVA è principalmente un dispositivo per l'autosoccorso che *aiuta* a trovare i sepolti se si verificano *tutte* le seguenti condizioni:
* si è in gruppo
* solo una parte del gruppo è travolta
* gli altri sanno usare bene ARVA, sonda e pala
* l'estrazione avviene entro un periodo breve
* i coinvolti non hanno subito traumi fisici
E' evidente che il semplice possesso di queste attrezzature non serve a nulla, servono capacità di gestire il panico e competenza nell'utilizzo. Chi ha queste doti e si muove in zone a rischio di solito è già attrezzato. Per gli altri è una zavorra inutile, se non peggio. Una sonda in mano ad un inesperto, da quando mi hanno spiegato quanta poca differenza "tattile" c'è fra un cranio e una crosta di ghiaccio, preferisco non pensarla neanche.
Qualunque paragone con caschi, cinture, airbag, abs e salvagenti è fuoriluogo e fuorviante. Questi sono dispositivi di sicurezza che intervengono da soli a prevenire il danno o limitarne l'entità. Con ARVA, pala e sonda la valanga non viene né prevista, né evitata, né viene ridotto il danno al travolto, né si evita di travolgere altri al proprio passaggio.
Per me l'unico punto realmente degno di valutazione è l'impatto dell'ARVA sul lavoro dei volontari del Soccorso Alpino impegnandoli per meno tempo. Questo è innegabile, e anche solo per soliderietà con chi si impegna per gli altri andrebbe valutato attentamente. Di fatto, se mai ho pensato di comprare un ARVA questo è l'unico motivo serio.
Io non ho i numeri relativi al costo per il soccorso valanghe, ma supponiamo pure che sia rilevante: basta stabilire che dopo un tot di ore se il travolto non aveva un ARVA le ricerche vengono sospese e se ne riparla col disgelo, a meno che qualcuno non si faccia carico dei costi per conto della vittima. A questo punto la faccenda ritorna nelle sue giuste dimensioni, cioè quelle delle scelte personali: ciascuno valuta per sè, possibilmente parlandone con chi gli sta vicino, e si assume le conseguenze delle proprie azioni.
Se proprio si devono forzare le cose, in quest'ottica, il massimo che peronalmente ritengo accettabile è l'obbligo di avere un *tramettitore* ARVA. Ma solo in zone identificate come non sicure (perché quelle sicure esistono e un sacco di gente non esce da lì) e imposto con un ragionevole anticipo in modo che i produttori immettano sul mercato dispositivi che fanno solo quello a un costo accessibile a chiunque. Ma sarebbe comunque una forzatura abbastanza inutile, visto la difficoltà di far poi rispettare il provvedimento in maniera seria.
Il succo è che, alla fine di tutto, non si può pretendere di trasformare per legge chiunque in un soccorritore, né in montagna né altrove. Ci vogliono una vocazione e delle capacità.
Chiudo con un invito: anzichè fare sempre gli italiani, che di fronte a ogni nuovo obbligo prima sbuffano, si indignano, fanno i gradassi ("tanto prima mi devono prendere") e poi o chinano la testa o sperano nella clemenza della corte, per una volta ricordiamoci che siamo in una democrazia e che abbiamo dei rappresentanti. Se ciascuno scrivesse civilmente le proprie ragioni al consigliere eletto nella propria zona magari si potrebbe anche ottenere qualcosa: hanno corretto il tiro una volta, magari l'aggiustano ancora.
Qui c'è l'elenco dei consiglieri regionali, dalla scheda di ognuno si arriva alla loro email istituzionale.
http://www.consiglioregionale.piemonte. ... /index.htm
E qui c'è l'elenco degli assessori
http://www.regione.piemonte.it/governo/ ... sessor.htm
Buona neve a tutti. :-)