Gian Piero Motti

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Re: Gian Piero Motti

Messaggioda funkazzista » mar dic 09, 2014 19:21 pm

espo ha scritto:
funkazzista ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Gianni Brera e Osvaldo Soriano hanno scritto pagine memorabili sul calcio, e non mi risulta che nessuno abbia mai rimproverato loro di non aver vinto un mondiale. O dovremmo leggere solo libri scritti da Pelé e Maradona?

Non fa una piega.
Però scommetto che adesso arriva quello che dice che lalpinismo non è uno sport [cit.] e quindi non si può paragonare al fùtbol [cit.] :mrgreen:


la differenza sta che è difficile trovare qualcuno che scriva di alpinismo con competenza senza aver mai fatto alpinismo seriamente (magari di non livello di eccellenza). quindi diventa difficile scindere le cose. mentre è pieno di gente che scrive di altri sport senza averli praticati a un certo livello .

La differenza, a mio insignificante parere, è che negli altri spor... ahem giochi, e quindi anche nella relativa letteratura, non ci si fanno pipponi (amichevolmente, eh...) come quelli che ci si fa in alpinismo/arrampicata: la motivazione, lo stile, l'etica, ecc. ecc.
Quali altri spor... ahem, giochi possono vantare, ad esempio e per restare in topic, un periodo come quello quello del nuovo mattino? (lo scrivo minuscolo per intendere il movimento di rinnovamento in senso lato e senza confini geografici, non il movimento torinese)
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda Payns » mar dic 09, 2014 20:01 pm

VECCHIO ha scritto: come fai tu senza mettersi in gioco di persona, tenendosi nascosto.


8O 8O 8O La chiudo qua anche perché ora e per i prox giorni sono infognato (per fortuna) di lavoro.

Guarda vecchio che almeno metà della popolazione attiva del forum sa chi sono, ha il mio recapito telefonico :roll: e con quasi tutti siamo in contatto più su FB che qua....

E parecchi poveri diavoli, attratti da subdole tecniche di persuasione 8) hanno avuto la sventura di provare la mia perfetta memoria (cit.) :mrgreen: e legarsi con me.

Se vuoi gavarti la nata e conoscermi di persona non c'è mica problema. Mandami un MP e ti invio volentieri nome cognome codice fiscale stato civile e recapito telefonico. L'unica cosa che non posso fornirti è la tessera CAI. Buttata e mai più rinnovata dal 1983. :mrgreen:
Vivevamo in uno stato di magnifica confusione (A. Gobetti)

Io, ancora adesso...(Payns)

Le vie vecchie sono bellissime....
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda espo » mar dic 09, 2014 20:23 pm

funkazzista ha scritto:Quali altri spor... ahem, giochi possono vantare, ad esempio e per restare in topic, un periodo come quello quello del nuovo mattino? (lo scrivo minuscolo per intendere il movimento di rinnovamento in senso lato e senza confini geografici, non il movimento torinese)


oddio la zona e il fuorigioco :D hanno rivoluzionato il calcio e prima il metter il libero...

sai quante pippe si fanno al processo del lunedì? da ragazzino ero troppo scemo per capirlo... le pippe fanno parte della ns cultura. troppo parlare poco fare

cmq che la ns attività sia un poco diversa è evidente a tutti
massimo

Ci sono nomadi che si sentono a casa ovunque
altri che non si sentono a casa da nessuna parte

Io sono uno di questi.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda Il Profeta » mer dic 10, 2014 1:10 am

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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda funkazzista » mer dic 10, 2014 10:47 am

espo ha scritto:
funkazzista ha scritto:Quali altri spor... ahem, giochi possono vantare, ad esempio e per restare in topic, un periodo come quello quello del nuovo mattino? (lo scrivo minuscolo per intendere il movimento di rinnovamento in senso lato e senza confini geografici, non il movimento torinese)


oddio la zona e il fuorigioco :D hanno rivoluzionato il calcio e prima il metter il libero...

sai quante pippe si fanno al processo del lunedì? da ragazzino ero troppo scemo per capirlo... le pippe fanno parte della ns cultura. troppo parlare poco fare

cmq che la ns attività sia un poco diversa è evidente a tutti

Non vorrei essere frainteso: io NON sostengo che alpinismo/arrampicata siano in qualsiasi modo superiori a qualsiasi altro sport/gioco/attività sportiva/ecc., ma bensì che abbiano, esattamente come tutti gli sport/giochi/attività sportive/ecc., le proprie peculiarità.
Detto questo, e senza addentrarmi in analisi che non avrei né gli strumenti né le capacità né le competenze di affrontare, mi sembra di poter dire che tutti gli sport (dai, lo dico tanto per capirsi, non farmi ripetere tutta la pappardella) abbiano avuto dei cantori, ma non tutti -anzi forse nessuno- abbiano avuto dei pensatori come, per dire i primi che mi vengono in mente, Preuss, Messner, Motti, ecc.
Pensatori, fra l'altro, non solo dediti alle pippe mentali, ma anche e soprattutto all'azione.
Tutto qua.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda giudirel » mer dic 10, 2014 11:43 am

Parmi doveroso premettere che dell'ira funesta del pelide senza la penna dell'orbo ce ne saremmo squaccherati gli scocchioloni.
Aggiungo che il concetto di cui si dibatteva , se ben mi sovvengo, non era la letteratura (in cui confermo che a parer mio, che il greco e persino quel cialtronazzo del Gobetti son di molte tese superiori ai Messner, Bonatticassin) ma la capacità di pensare, concepire, praticare, percorrere qualcosa di nuovo e originale dal punto di vista dell'esperienza umana.
Esperienza umana che non si riduce meramente al numero di chiodi, numeri e lettere obbligatori o palmianamente mandatori piuttosto che alle mistiche e glorificate possibilità di magnificamente immolarsi o distrorcersi caviglie o procurarsi persino fastidiose tendiniti.
E non ha neppure niente a che vedere con la simpatia.
Vecchio dice che Motti non era simpatico, persino che se la tirava un casino. Di persona non ci ho avuto a che fare ma mi sembra verosimile, anzi persino molto probabile.
Anche Guerini, che ho conosciuto bene, soprattutto finchè non mi sono affrancato dalla subalternità che era riuscito a cavezzarmi perchè io ero rinco e lui affabulatore, era simpatico come un cactus nelle mutande.
Vi ricordate di quello che ne raccontava un'altra delle sue ex vittime adoranti, il nostro amico Rampik?
Eppure Motti e Guerini hanno fatto della loro parabola alpinistica qualcosa di artistico e visionario, hanno dato un'occhiata dietro l'angolo.
Altri, magari più forti o molto più forti, sia strizzar prese che a costruire il loro impiegatizio curriculum invece no.
Hanno fatto dell'alpinismo facendo crocette e linee rosse sulla guide ma non pensato niente di originale.
O magari non pensato niente tout court.
Anch'io appartengo a questa seconda più modesta categoria e neanche son stato forte.
Ma non essere forte mi ha aiutato un po' ad essere consapevole della mia condizione e perlomeno a tratti ho provato a divertirmi un po'.
A volte nutro persino la spocchia di esserci pure riuscito.
Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda Spartaco » mer dic 10, 2014 11:57 am

la montagna.e maestra di vita.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda Vigorone » mer dic 10, 2014 12:08 pm

giudirel ha scritto:Vi ricordate di quello che ne raccontava un'altra delle sue ex vittime adoranti, il nostro amico Rampik?


Era roba dilla' vero? Mi fai un sunto (o un link, cheèmeglio)?? :D :D
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda il Duca » mer dic 10, 2014 12:12 pm

Sono d'accordo. In alpinismo c'è un dibattito sull'etica (ETICA). Cioè: negli sport c'è una regola che è quella e se si gioca bisogna giocare secondo quelle regole. In alpinismo ci sono le discussioni sull'etica: spit no / spit si, aritificiale / libera, quanti chiodi usare, con l'ossigeno, con gli sherpa, usando la funivia, la vetta a tutti i costi / una canna e via, cazzi, mazzi e seghe mentali.
Ora, qualcuno avrà fatto pure degli studi sociologici sul calcio, ma quanti calciatori si scanneranno su quale sia il senso autentico del calcio? Probabilmente non capirebbero neppure la domanda :twisted: ed è anche giusto così. In alpinismo però la domanda diventa legittima anche perché secondo me è dettata da tante cose "eroiche": il rischio, la solitudine, la sofferenza (tanta cara al Vecchio).
Però secondo me tutta sta riflessione viene comunque dopo, nel senso che è un tentativo successivo di dare un senso al proprio andare per monti.
A me capita che sto li a cercare di spiegare quello che secondo me è l'alpinismo, ma poi quando mi ritrovo in montagna, mi accorgo che quelle parole sono gravemente insufficienti (e peggio ancora quelle degli altri, Messner in testa). In questo senso continuo a sostenere che le grandi pagine dell'alpinismo sono date dalle salite, non dalle spiegazioni (cosa ovvia ma da ricordare secondo me!)
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer dic 10, 2014 13:28 pm

Per quello anche nel calcio si tira in ballo l'etica. Anche nel ciclismo, nel tennis, nell'automobilismo...
Poi sulla querelle se l'alpinismo sia o meno uno sport sono stati scritti fiumi di inchiostro (mi viene in mente "la morte del chiodo" di Cassarà, ma chissà quanti altri).

Da quel poco che mi sembra di capire, una caratteristica distintiva dell'alpinismo rispetto agli "altri" sport non è tanto il confronto con il limite (che c'è anche, per dire, in atletica), quanto quello con il rischio: in un "campo da gioco" non addomesticato, o artificiale, ma (ancora) e (relativamente) "selvaggio".

Questo, sempre secondo la mia irrilevante opinione, può avere una valenza positiva, di crescita personale e conoscenza dei propri limiti. Non di rado, però tende a degenerare in quella che in altri tempi si chiamava "lotta con l'alpe" con le sue derive superomistiche, nazionalistiche e perfino parafasciste: più recentemente, invece, riemerge in altre forme, ma sempre caratterizzate da un certo celodurismo supercilioso e ipercompetitivo.

Uno meriti di Motti, per quanto mi riguarda, è di aver sottolineato questo rischio in tempi non sospetti.

Salud
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda pisolo » mer dic 10, 2014 13:39 pm

il Duca ha scritto:Però secondo me tutta sta riflessione viene comunque dopo, nel senso che è un tentativo successivo di dare un senso al proprio andare per monti.
A me capita che sto li a cercare di spiegare quello che secondo me è l'alpinismo, ma poi quando mi ritrovo in montagna, mi accorgo che quelle parole sono gravemente insufficienti (e peggio ancora quelle degli altri, Messner in testa). In questo senso continuo a sostenere che le grandi pagine dell'alpinismo sono date dalle salite, non dalle spiegazioni (cosa ovvia ma da ricordare secondo me!)


Secondo me invece è proprio il contrario.
Siamo sicuri che ci sia un senso? Voglio dire, non è che andare in montagna, se ci guardiamo allo specchio con onestà, non ha proprio alcun senso?
Siamo noi che attribuiamo valore alle cose, ma non è che a volte sbagliamo?

Per quel che ho capito io di Motti e dei suoi scritti, il fallito era colui che cercava di dare un senso alla sua vita attraverso la montagna.
Motti sosteneva che bisognava farsi un esame di autocoscienza, superare questa fase, capire che esisteva dell'altro, che salire la montagna poteva diventare un gioco, o che comunque non era che un hobby parallelo, era solo una questione di approccio mentale e che non c'era paragone con lo stare con la ragazza e gli amici, senza sentire il bisogno di salire pericolose cataste di piatti come il Cervino o croste di ghiaccio sospese come il Triolet e che, se proprio devi salire le montagne, sali quelle belle, solari, di bella roccia, dove non si rischia per il gusto di rischiare. Non fare dell'alpinismo la propria vita.

Puoi certamente anche salirti il Cervino e le Triolet, ma non tirartela, bardarti come un palombaro per salire più in alto degli altri è una tua scelta che non ti rende migliore. Non è quanti chiodi ho piantato o che altitudine ho raggiunto o se ho rischiato tanto o poco. La Cassin in Lavaredo mi ha raccontato di un alpinista con due palle così perchè su quei traversi mi veniva il mal di mare, ma di "Capocordata" o "50 anni di alpinismo" non mi ricordo una riga.
Quindi tra un Cassin, i cui libri non fanno che parlare di chiodi e di freddo, e un Motti, che, in un ambiente come quello dell'alpinismo conservatore italiano dell'epoca capisce che spostare senso e valore dalla vita vera ad un'attività inutile come l'alpinismo produce mostri, chi è il fallito?

Non so se ho ben interpretato la lezione Motti, non l'ho conosciuto di persona; è un peccato perché la persona la capisci soprattutto standoci accanto e interagendoci. Se poi si ha la fortuna di avere qualcuno che te la racconta senza strumentalizzazioni (e che magari mi spiegasse una volta per tutte la famosa scritta all'imbocco del vallone), hai un a chiave in più per entrare nel suo vissuto, in quello che ha portato, nel suo caso, a scrivere ciò che ha scritto e fare ciò che ha fatto. Non mi sento assolutamente di giudicare la persona e cosa ha fatto, mi piacerebbe semplicemente avere più strumenti di analisi, i più imparziali possibili. Per me la grandezza di Motti è stata nell'aver capito che è pieno di gente che anche davanti all'evidenza negherebbe di aver fatto dell'alpinismo un'attività totalizzante.
Fallito è chi si è pianificato già i fine settimana alla prima domenica del mese,
fallito è chi sta male quando è brutto tempo e non può andare sulla tal via,
fallito è chi si fa i selfie o le foto in diretta (al più in leggera differita) da mettere su facebook,
fallito è chi va in montagna per poter dire a tutti che è stato in cima al Bianco,
fallito è chi non vuole ammettere che la classica in Marmolada che è appena riuscito a salire ha uno o due tiri belli per il resto fa cagare,
fallito è chi preferisce seguire con fedeltà le imprese del climber del momento sul portale online piuttosto che andare a passeggiare col suo vecchio.
Fallito è chi cerca rivalsa (senso?) nell'alpinismo.

Se si è suicidato per non aver retto a tutto questo, beh, che dire? Ho appena finito Infinite Jest e a volte capisco perché DFW si sia suicidato e non mi sorprendo che la gente se ne sorprenda. Capire le persone è un'impresa, a volte basta saltare un paio di righe, o una smorfia, e non cogli più il disegno generale.
Forse se la tirava perchè vedeva lontano, come dice giudirel di Guerini, un peccato veniale se in cambio abbiamo i suoi scritti
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda Il Profeta » mer dic 10, 2014 14:03 pm

In questo momento c'è un sacco di gente che sta male perche non gela.... :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda il Duca » mer dic 10, 2014 14:03 pm

Negli altri sport si tira in ballo l'etica perché c'è chi non rispetta le regole. In alpinismo invece l'etica la si tira in ballo nella discussione sull'essenza stessa dell'alpinismo. Quando Bonatti si incazzava contro gli spit, non era come uno che si incazza contro chi fa uso di dopping (già vietato), ma è come se nel calcio si discutesse se è lecito o no fare goal con le mani.
In alpinismo non c'è un arbitraggio che decide, consultando un regolamento, che siccome l'alpinista x ha usato gli spit allora non ha "vinto" la montagna. Rimane più una discussione su ciò che è giusto e cosa no, su visioni diverse che potranno non avere mai un punto d'incontro. Nel calcio invece se non si stabilisce una regola diventa impossibile giocare. L'unica regola che rimane in alpinismo è che la montagna è fatta così e se vuoi scalarla devi avere a che fare con lei, per come è fatta.

Motti aveva una visione diversa, diversa da quella della maggior parte del suo tempo, questo bisogna assolutamente riconoscerglielo. La sua visione era migliore? Perché? Come si fa a dire. Io sinceramente ammiro molto di più un Comici che per primo si è infilato su certe pareti, anche se parlava di alpinismo eroico (e certamente ha cavalcato anche la retorica fascista), che non chi ha aperto le vie super sul sassone di Bismanotova. Certo mi sarei divertito di più a passare una vacanza in val di Mello con Guerini e le sue teorie da profeta hippy, che non col severissimo Cassin. Però rimango cento volte più affascinato dalle vie di Bonatti, Cassin, Buhl ecc, proprio per gli ambienti dove si infilavano, che sono tutt'altra cosa di quelli del "gioco" dell'arrampicata.
Ovviamente questo rimane un mio personalissimo giudizio, ma i prati di Bismantova per me non hanno proprio niente a che fare con la vetta del Bianco; non più di quanto possa avere a che fare il mare con la piscina sotto al culo di un trampolinista.
Ultima modifica di il Duca il mer dic 10, 2014 14:06 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda pisolo » mer dic 10, 2014 14:06 pm

Il Profeta ha scritto:In questo momento c'è un sacco di gente che sta male perche non gela.... :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


"Fallito è chi batte la morosa come un caco perché non si è ancora formata luianta"?
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda Il Profeta » mer dic 10, 2014 14:09 pm

pisolo ha scritto:
Il Profeta ha scritto:In questo momento c'è un sacco di gente che sta male perche non gela.... :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


"Fallito è chi batte la morosa come un caco perché non si è ancora formata luianta"?


Niente di nuovo, succede anche quando perde l'Inter... :lol:
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda il Duca » mer dic 10, 2014 14:24 pm

Pisolo, quello che intendevo sul senso è appunto che viviamo la montagna e poi cerchiamo di darle un senso. Quindi può darsi anche che questo senso non ci sia, come dici tu, può darsi invece che ci sia e sia nobilissimo, come dice la vecchia retorica. Però a me sembra comunque che ogni tentativo sia distante, le parola è già nel distacco da quel vortice di sensazioni che si prova.

pisolo ha scritto:fallito è chi non vuole ammettere che la classica in Marmolada che è appena riuscito a salire ha uno o due tiri belli per il resto fa cagare,


Su questo invece mi trovi completamente in disaccordo. Io sono uscito da certe ravanate di roccia dimmerda o di neve marcia con una soddisfazione mille volte più grande che non da vie "stupende". Anzi quest'ultime le dimentico facilmente, mentre le altre mi tornano sempre in mente, con grande piacere e mi piace ricordarle. Il mio piacere sta qui e l'andare in montagna mi aiuta a vivere bene tutti i giorni.

Il fallimento invece è vivere la montagna come evasione in contrasto con la merda in cui si sguazza tutti i giorni, desiderando di essere da qualche altra parte. Forse questo è successo a Motti (ma dico forse, perché non lo conoscevo)
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda pisolo » mer dic 10, 2014 14:27 pm

il Duca ha scritto:Motti aveva una visione diversa, diversa da quella della maggior parte del suo tempo, questo bisogna assolutamente riconoscerglielo. La sua visione era migliore? Perché? Come si fa a dire. Io sinceramente ammiro molto di più un Comici che per primo si è infilato su certe pareti, anche se parlava di alpinismo eroico (e certamente ha cavalcato anche la retorica fascista), che non chi ha aperto le vie super sul sassone di Bismanotova. Certo mi sarei divertito di più a passare una vacanza in val di Mello con Guerini e le sue teorie da profeta hippy, che non col severissimo Cassin. Però rimango cento volte più affascinato dalle vie di Bonatti, Cassin, Buhl ecc, proprio per gli ambienti dove si infilavano, che sono tutt'altra cosa di quelli del "gioco" dell'arrampicata.
Ovviamente questo rimane un mio personalissimo giudizio, ma i prati di Bismantova per me non hanno proprio niente a che fare con la vetta del Bianco; non più di quanto possa avere a che fare il mare con la piscina sotto al culo di un trampolinista.


A parte il fatto che i fascisti mi stanno sul culo a prescindere (Comici era un altro i cui libri mi riuscivano peggio che indigesti. Le sue vie? Alcune belle, alcune molto meno)...

Io parlavo di separare l'alpinismo dalla Vita, l'alpinista dalla Persona. A me non è che mi importi molto di dove sono state aperte le vie, in mezzo ai ghiacci o su una pila di rocce in bilico, non sta lì il valore, ma come le approcci e perché, e quale lezione ne trai. Le motivazioni di Cassin che sale la Walker sono tristemente prevedibili (e anche lì son convinto che più di un paio di tiri decenti non ci sono, il resto è una fetecchia, ma "il nome è tutto"), quelli di Motti che si ritrova su un prato dopo il Nanchez e coglie determinate cose sono, a mio parere, di gran lunga più intriganti :idea:

Su questo invece mi trovi completamente in disaccordo. Io sono uscito da certe ravanate di roccia dimmerda o di neve marcia con una soddisfazione mille volte più grande che non da vie "stupende". Anzi quest'ultime le dimentico facilmente, mentre le altre mi tornano sempre in mente, con grande piacere e mi piace ricordarle. Il mio piacere sta qui e l'andare in montagna mi aiuta a vivere bene tutti i giorni.


Buon per te, io uscito da viedimmerda ho sempre tirato una riga di porchi, maledicendomi di non essere stato a casa a leggermi un libro :(
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda valassina95 » mer dic 10, 2014 14:28 pm

Intervento a mio avviso molto interessante

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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda il Duca » mer dic 10, 2014 14:31 pm

pisolo ha scritto:...


Ok ok, a parte l'odio totale per i fascisti, visioni completamente diverse, niente di male :wink:
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Re: Gian Piero Motti

Messaggioda giudirel » mer dic 10, 2014 14:45 pm

Vigorone ha scritto:
giudirel ha scritto:Vi ricordate di quello che ne raccontava un'altra delle sue ex vittime adoranti, il nostro amico Rampik?


Era roba dilla' vero? Mi fai un sunto (o un link, cheèmeglio)?? :D :D


Sunto (dal vangelo secondo Rampik): io ero un grande ed invidiosissimo ammiratore di guerini, invidioso perchè negli anni della scoperta non c'ero ancora (ho ciccato una decina di anni sulla mia nascita). Lo conobbi in casa mia a poco più di vent'anni ed ero talmente venerante che in quella notte mi lasciai tirare un bicchiere di vino in faccia e stracciare la sua foto con la farfalla che avevo appeso in casa... (sì sì, ancora! - masochismo puro). La sua gentilissima e dolce compagna era la più dispiaciuta per quello che mi stava facendo.

Il link all'intero thread che ha spunti interessanti è: http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic.php?f=6&t=24962&start=180
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