Il nostro è il tempo dell’ immagine fotografata, del filmato, dei social network, dei “mi piace”. L’ apparire è da un pezzo più importante dell’ essere e noi appariamo, senza pudore, senza accorgersi che al di la dell’ immagine resta poco. Momenti importanti davvero, o banali sul serio, vengono prontamente “stampati” in un file, pubblicati in rete e catalogati nel caos del nostro hard-disk, archiviati tra migliaia di altri istanti dimenticati. Tuttavia è impossibile trattenere ogni immagine e capita di non avere l’ opportunità per fermare un fotogramma o filmare la scena. Certi momenti restano tuoi soltanto nei ricordi. Ma ciò non significa che siano effimeri, anzi. Accade infatti che alcune di queste immagini siano talmente potenti da rimanere limpide nonostante il passare degli anni, come scolpite nella mente. Piuttosto, lo scorrere del tempo le completa, le arricchisce di colori, profumi, emozioni. Sono questi i momenti che contribuiscono a donare un significato alla vita, che la rendono unica, che ti fanno dire “io c’ ero”.
Per un alpinista questi “fotogrammi mentali” sono sempre colmi di vita, anche se, allo stesso tempo, questa vita l’ abbiamo messa a rischio. In quel momento siamo in balia di emozioni con un significato talmente alternativo da confondere le percezioni sensoriali. Il tempo e lo spazio si contraggono e si allargano, scopri un te stesso a volte inatteso, ti senti finalmente padrone della tua vita. Tutto dipende dalle tue dita che trattengono l’ appiglio e dal tuo alluce che spinge sull’ appoggio all’ interno delle scarpette. Un errore potrebbe essere soltanto tuo.
Io esisto perché arrampico in montagna, perché mi metto in gioco; al di la del ragionevole, al di la della vita di tutti i giorni. Scalo, quindi sono!
