Quì nel forum prendiamo spesso in giro i Cajani, di cui anch'io faccio parte, ma su cui spesso scherzo con autoironia.
Però a volte è bello andare oltre i luoghi comuni, le leggende metropolitane e gli scherzi, e mi sembra che questa sia una di quelle occasioni.
Domenica in Gola della Rossa è morto Alberto Leggi di Macerata, per un fatale errore in corda doppia. Alberto aveva 71 anni, era l'istruttore CAI per antonomasia, decano di mille corsi, esaminatore di tanti aspiranti istruttori, presidente della Commissione CMI per tanti anni. L'ho sempre considerato uno dei miei maestri: quando feci il mio corso di roccia nel 1994 era già l'istruttore più esperto, con lui ho salito le prime vie impegnative in montagna, lui organizzava i soggiorni della scuola che mi hanno aperto le porte delle classiche in Dolomiti.
Non era una persona facile: era duro, ostinato, scostante, spesso superbo. Negli anni aveva accentuato tante idiosincrasie alpinistiche ed era diventato difficile legarsi insieme: l'ossessione per la velocità che spesso anteponeva a tutto, la voglia di autoaffermazione e di riconoscimento, la sottovalutazione di situazioni e rischi provocata dalla eccessiva fiducia nella sua grande esperienza. Per questo e per screzi personali legati alla vita associativa, negli ultimi anni ci eravamo allontanati.
Però ho continuato a rispettarlo per quello che mi aveva trasmesso come maestro e per la sua grande passione, che era diventata anche la mia.
L'anno scorso quando ho diretto il mio primo corso come istruttore a Bassano, ho invitato lui e Nelson Gironacci come istruttori ospiti in una uscita proprio in Gola della Rossa e lui mi ha fatto l'onore di partecipare: quando li ho presentati agli allievi mi sono commosso fino alle lacrime e mi sono dovuto interrompere più di una volta, perchè mi sembrava che si fosse chiuso un cerchio e di avere finalmente raccolto il testimone da parte dei miei maestri per continuare l'impegno e la passione per una attività da sempre amata.
Alberto Domenica era con Beatrice Tasso, una allieva dell'ultimo corso di roccia, quella che maggiormente era motivata a continuare l'attività in montagna e nella scuola: è stata lei a chiamare i soccorsi dopo che lui era caduto sfilando la corda dalla sosta da cui stavano scendendo. Conoscevo Beatrice perchè avevo partecipato ad alcune uscite dell'ultimo corso e ammiravo il suo entusiasmo che l'aveva portata a praticare un'intensa attività da Luglio ad oggi, spesso proprio con Alberto con cui era uscita spesso. Immaginavo perciò la sua angoscia in quei momenti e il suo sconforto dopo, quando proprio all'inizio di questa attività, quando la passione sta nascendo, ci si trova a fronteggiare una tragedia così immensa.
Oggi però è stata pubblicata una intervista a Beatrice che mi ha confortato e mi ha commosso e voglio rilanciarla quì.
Perchè a volte è bello essere Cajani...
http://www.ilrestodelcarlino.it/macerat ... tiva.shtml