da Buzz » mar lug 12, 2005 13:38 pm
ti posto un giro ad anello che avevo preparato anni fa per l'archivio gite di it.sport.montagna
magari trai qualche spunto interessante
1° - Lungo la parete nord-ovest
Trekking per Escursionisti esperti, con attrezzatura e allenati.
Consigliato all'inizio dell'estate o in presenza di neve una piccozza e un cordino.
Cartografia Tabacco 1:50000 foglio 4
Il trekking è previsto per 4 giorni.
Avvicinamento: dal versante Est - S.S 203 - da Listolade (678 m frazione pressapoco a metà strada fra Agordo e Cencenighe) attenzione alle indicazioni per una stradina asfaltata che conduce, inoltrandosi per la Val Corpassa, in 5 km circa a Capanna Trieste (1135 m tel 0437-660122 14 posti letto) dove è possibile parcheggiare e anche mangiare, bene e a prezzi abbastanza modici (info 2001).
Nella giornata dedicata al viaggio si può in realtà pernottare al rif. Vazzoler direttamente (1.a), ad 1,30 h di cammino da Capanna Trieste: il sentiero è assolutamente poco impegnativo.
1° Giorno (da Capanna Trieste al Rif. Coldai)
1.a - da Capanna Trieste a rif Vazzoler 580m 1,30 h (1714m 0437-660008)
Da Capanna Trieste si prosegue lungo la sterrata che costeggia il torrente. In 15 minuti circa si raggiunge la sbarra, alla testata della valle. La vista sulla Torre Trieste e sulla Torre Venezia è stupenda.
Si sale per numerosi e facili tornanti fino al Pian delle Taie, incontrando sia la deviazione (sula dx) per il rif. Carestiato, sia, poco dopo, per il sentiero 558, che si inoltra verso il Van delle Sasse, nel cuore della Civetta.
Altri 20 minuti e si arriva al rif. Vazzoler, splendido rifugio, in posizione incantevole, ricco di storia alpinistica, punto di partenza per le cordate dirette verso le torri, per le vie Tissi (parete sud della T.Venezia 460m V+) o Carlesso-Sandri (parete sud della T.Trieste 570m VI A1 o VIII-)
1.b - dal rif Vazzoler al rif. Tissi 610m dsl-2,30 h (2250m 0437-721644)
Si riprende a camminare, praticamente in piano, ancora lungo la mulattiera su cui corre l'Alta Via 1 fino a Casa Favretti, 1826m, ai piedi dell'impressionate parete sud della Torre Venezia.
Si prosegue, in leggera salita, fino a Sella di Pelsa, 1950m, e in breve ci si trova sui ghiaioni del Pian della Lora. Il sentiero prosegue lungo la Val Civetta, sui ghiaioni, con, alla nostra destra, la lunga bastionata rocciosa della mitica parete nord-ovest.
Ai 2107m della forcella di Col Rean c'è la deviazione per il rif. Tissi. Volendo si può anche evitare la salita al Tissi e continuare verso il rif. Coldai.
1.c - dal rif. Tissi al rif. Coldai 100m dsl-2,30 h (2135m 0437-789160)
Si prosegue dalla Forcella di Col Rean, lungo l'alta via.
Con leggeri saliscendi su ghiaione si passa sotto i 1000 metri di una delle pareti che hanno fatto la storia dell'alpinismo. Nella roccia gialla e nera è facile intuire, almeno nel tratto centrale, le linee pulite della via Solleder-Lettenbauer o quella, diretta, della Philipp Flamm, fino all'uscita sulla Punta Tissi.
Un brivido, a pensare che domani saremo lassù!
A sinistra, lo sguardo corre sulla valle di Alleghe e il suo lago, verde, 1000 metri più sotto.
Il sentiero non richiede grande concentrazione. Si può giocare a riconoscere le cime, le pareti, i paesi...ecco la Marmolada... e i bastioni del Sella...
Poi, dalla Forcella Col Negro 2249m, ci affacciamo sul blu del lago Coldai. Lo aggiriamo tenendoci sulla destra, scendendo e poi risalendo leggermente alla Forcella Coldai, dove ci appare il gigantesco Pelmo, e in 10 minuti siamo al Coldai, dove pernotteremo.
In totale, da Capanna Trieste, prendendocela comoda, con tutte le soste possibili per ammirare e fotografare, possiamo calcolare 7 ore. Di meno se non siamo passati per il Tissi.
2° - In cima per la Ferrata Alleghesi
2° Giorno Dal Rif. Coldai al Rif. Torrani (2984m 0437-789150)
Dal rif. Coldai, con una splendida vista sul Pelmo, ci inoltriamo in direzione sud lungo il Sentiero Tivan (Anello Zoldano), segnavia 557, costeggiando il versante est del massiccio. Ad un paio d'ore circa dalla partenza, superato lo Schenal del Bech (2318m) arriviamo alla Porta del Masarè, dai grandi massi.
Da, qui, anche in base alle condizioni meteo, possiamo decidere se salire per la Ferrata degli Alleghesi o per la via Normale.
2.a Alleghesi.
Dalla destra parte il sentierino che porta verso l'attacco della ferrata.
Il primo tratto di salita è abbastanza verticale e si supera con pioli e cavi metallici. Poi lo sperone si inclina e, per placche e un paio di canali, si arriva a circa metà parete. Il percorso devia quindi verso sinistra, si sale per un bel camino verticale, poi per salti rocciosi fino ad una sella. Quindi per un sentierino fino alla cresta, fra Punta Civetta e Punta Tissi. Si percorre l'ultimo tratto di cresta, in pratica sulla cima di Punta Tissi e quindi, proseguendo lungo la cresta, su roccette e sfasciumi, fino alla cima (3219m).
In ogni momento della ferrata, nel primo tratto verso la val Zoldana; nel tratto di cresta verso Alleghe, lo sguardo si perde a più di 2000 metri sotto. La vista è veramente vertiginosa. Il rifugio Tissi, da dove ieri avevamo ammirato l'imponente parete, è un puntolino a sbalzo verso il lago.
In ogni direzione lo sguardo spazia sui gruppi montuosi circostanti e, nelle giornate terse, fino alla laguna veneta.
Macchina fotografica con grandangolo e/o videocamera, binocolo, cartina 1:100000 per riconoscere tutti i gruppi montuosi attorno: se la giornata è bella in cima il tempo passa velocemente!
Dalla cima, in circa 30 minuti si scende al rifugio Torrani, su facile sentiero per roccette.
Dal rifugio Coldai al Torrani 6/7 ore più le soste. 1100 m di dsl.
2.b Via Normale
Dalla Porta del Masarè si continua lungo i saliscendi dell'anello zoldano per circa 30 minuti. Quindi evidenti indicazioni ci portano a sinistra, a risalire un ripido ghiaione, fino all'attacco della parete (2420m).
Si superano, con l'aiuto di un cavo metallico, alcune balze inclinate (I°), poi si arrampica una fessura (II°) di circa 20 metri, con cavo.
Sempre aiutati da un cavo si traversa a destra, su una placca inclinata e spesso bagnata, esposta: il Passo del Tenente.
Si sale quindi per circa 200 metri superando un camino e belle placche di roccia ottima (II°), sempre aiutati, volendo, da cavi metallici. Si piega poi a destra su un'ampia cengia per un centinaio di metri.
Si arrampica un camino (II°) di 3/4 metri e, piegando obbliquamente verso sinistra, divertendosi su ottima roccia con passaggi di I° e II° fino ad arrivare al rif. Torrani.
Dal rif. In circa 45 minuti si arriva alla croce in ferro della cima della Civetta.
Dal rifugio Coldai alla Cima circa 6 ore più le soste. 1100 m di dsl.
Attenzione.
In caso di cattivo tempo sia la Ferrata degli Alleghesi che la Normale possono presentare passaggi delicati. A parte l'ovvio pericolo dei fulmini sui cavi metallici, in caso di neve, anche alcuni centimetri, la discesa dalla normale diventa problematica: impossibile individuare il percorso dall'alto. Specie nel tratto iniziale, i primi 300 metri di discesa, non assicurati, possono essere pericolosi.
In caso di tempo incerto, partire presto può assicurare alcune buone ore prima dell'arrivo delle nuvole e della pioggia, verso la tarda mattinata.
Al piccolo rif. Torrani le brande sono nello stesso ambiente in cui si consumano i pasti. E' un rifugio di cat. E, quindi abbastanza costoso.
Il consiglio, anche per il giorno successivo, è di essersi portati qualche provvista, con cui confezionare panini.
Probabilmente avremo una parte del pomeriggio e la serata per riposare e "fissare" nella mente le emozioni della salita.
L'ambiente attorno è una gioia per gli occhi di chi ama la montagna.
3° - Ferrata Tissi e Anello Zoldano
3° Giorno - Dal rif. Torrani al rif. Carestiato (1834m 0437-62949)
Ci attende subito la discesa per la ferrata Tissi, che inizia ad alcune decine di metri dal rifugio.
Attenzione: se nel ripido colatoio prima dell'attacco della ferrata c'è neve è probabile che sia gelata, qui la piccozza e il cordino saranno utilissimi. Se ha piovuto e la temperatura si è abbassata è probabile incontrare tratti di ghiaccio in ferrata, che così diventa più atletica, dovendo effettuare alcuni passaggi a forza di braccia.
Particolarmente presente il pericolo di caduta di sassi. Il caschetto è più che obbligatorio.
La ferrata inizia con una lunga traversata verso destra fino al superamento di uno sperone, da dove poi il percorso attrezzato scende verticale lungo diedri e lastroni, con bei salti verticali.
L'ultimo tratto, non assicurato, è da scendere arrampicando (II°).
Siamo scesi di circa 400 metri e siamo a quota 2600, sul desolato paesaggio del Van delle Sasse 1,30 h circa per la discesa.
Continuiamo a scendere per roccette e ghiaione, tenendoci sulla sinistra del Van, fino ad incontrare, su un tratto praticamente in piano, il sentiero 558, che dall'Alta Via sale verso la Forcella delle Sasse. Si salgono circa 50 metri e siamo alla Forcella (2473m). Ci riaffacciamo su uno scorcio della Val Zoldana.
La Forcella separa la Civetta (Cima di Tomè 3002me Campanile Pesaro 2971m) alla nostra sinistra, dalla Moiazza (Cima Moiazzetta della Grava, 2726m) a destra.
Scendiamo velocemente sui detriti rocciosi, per circa 300 metri, quindi incontriamo la deviazione verso destra per il Sentiero Angelini.
La prendiamo (il 558 scende verso valle) e risaliamo velocemente verso una selletta prativa, posta fra Moiazzetta e il Col del Vant.
Si scende obbliquando verso sinistra, sul Vant della Moiazzetta della Grava, lo si attraversa, quindi si comincia a riguadagnare quota, lungo una cengia, larga ma detritica, quindi da affrontare con prudenza.
Oltre la Forcella Inferiore delle Crepe (2300m) si scende dapprima lungo un tratto che, se non può essere definito alpinistico, richiede a volte l'utilizzo delle mani, poi fra prato e rocce affioranti, verso il punto rosso del Biv. Grisetti.
Siamo a circa 4,30 ore dalla partenza.
Dal bivacco Grisetti proseguiamo verso sud. Alla nostra destra l'ampio vallone di prati e rocce biancastre affioranti del Vant della Moiazza, in fondo al quale la corona detritica che scende dalla Cresta delle Masenade.
Domani, saremo lì, lungo la cresta, fino alla cima della Moiazza Sud (2869m) sul percorso della Ferrata Costantini.
Superiamo un promontorio, sempre scendendo su sentiero a tratti molto ripido, fra i mughi. Il sentiero si congiunge sul Triol de Burangol e prosegue ancora verso sud. Attraversa il Livinal del Bus, dove per la prima volta da questa mattina incontriamo l'acqua, risale un vallone e nel bosco attraversa il terreno paludoso nei pressi di Passo Duran (1614m)
6,30 ore.
Dal Passo Duran (alberghi, bar) in 1 h circa su strada bianca si arriva al rif. Carestiato (250m dsl).
Al rif. Carestiato, si gode di un'ottima cucina. Il simpatico gestore, se interpellato, sarà prodigo di consigli sulla "sua" creatura: la Ferrata Costantini, di cui, comodamente seduti sul prato antistante il rifugio potremo studiare il percorso sulla prospicente parete.
Totale circa 7/8 ore; 500 m circa in salita / 1600 in discesa
4° - Ferrata Costantini e Moiazza Sud
4° Giorno - Ferrata Costantini - Bivacco Ghedini - Rif. Vazzoler
La Ferrata Costantini è lunga, faticosa, con passaggi duri fisicamente, ma sempre perfettamente assicurata, con cavi ben tirati e fittoni ravvicinati nei tratti verticali.
L'esposizione a sud riduce i problemi di ghiaccio o neve nel primo tratto, ma è possibile incontrare nevai dalla cresta delle Masenade in poi. Il dislivello complessivo è di oltre 900 metri, + 140m se si vuol raggiungere la cima della Moiazza Sud.
La ferrata ha inizio a pochi minuti dal rifugio.
Un tratto in traverso di circa 20 metri fino ad un evidente diedro, che si supera in un traverso obliquo in aderenza o di forza. Come su tutte le ferrate, il primo tratto è fatto per spaventare. Passato il diedro la salita è più semplice. Si prende quota velocemente sul versante sinistro della Pala del Belia. Fra camini e placche si arriva a quello che è considerato il passaggio più difficile: una traversata ascendente su una placca strapiombante con appoggi minimi.
Prosegue poi con minore difficoltà fino a raggiungere il pulpito che corrisponde alla sommità della Pala del Belia (dalla quale si può uscire a sx su una cengia non assicurata ma larga).
Si continua a salire su tratti di anche abbastanza duri, fino al canale che porta alla Cattedrale; oltre questa la salita si mantiene in genere sul I° grado, con brevi tratti di II°.
In breve si giunge alla Cresta delle Masenade (2740m). Il panorama è grandioso: a destra sul Vant della Moiazza, il bivacco grisetti un puntolino rosso quasi invisibile; a sinistra e davanti gli spalti rocciosi della Moiazza, con ampi squarci verso la valle agordina.
Il cammino lungo la cresta è facile. Solo un tratto attrezzato, un verticale camino, esposto, che immette sulla piccola sella da dove si diparte la deviazione a destra che permette l'uscita sul Vant della Moiazza (attenzione lungo la discesa sul ripido ghiaione: forte pericolo di provocare cadute di sassi! attenti a non provocare guai a chi ci precede, ma anche occhio a chi ci segue.)
Fin qui possiamo calcolare 4 ore.
Si prosegue lungo la Cresta verso nord-ovest, fino a sotto la Moiazza Sud (2878m), è possibile salire in cima e ridiscendere per la stessa via, ma non è obbligatorio. Da qui inizia il tratto della Cengia Angelini, bellissimo, non faticoso, fino alla sommità del Van delle Nevere.
Si scende quindi su facili detriti verso il Bivacco Ghedini (2575m).
La Ferrata Costantini piegherebbe quindi verso sud per scavalcare la forcella delle Nevere e scendere lungo il ripido vallone detritico del Van dei Cantoi.
E' senza dubbio la parte meno interessante della ferrata; possiamo abbandonarlo senza rimpianti per iniziare la lunga discesa lungo i ghiaioni detritici incassati fra il Cimon della Moiazza nord (destra) e gli spalti del Castello delle Nevere (sinistra) che in circa 2,30 ore ci porterà a quota 1700m ad incrociare l'Alta Via 1 a 15 minuti dal Vazzoler dove potremo rifocillarci e anche farci una bella doccia.
Oppure scendere a capanna trieste