da kenzo » gio dic 09, 2004 2:58 am
da trivi » gio dic 09, 2004 15:38 pm
da carissimo » ven dic 10, 2004 19:13 pm
da Roberto » ven dic 10, 2004 19:32 pm
da kenzo » lun dic 13, 2004 17:41 pm
Roberto ha scritto:La tua carica è bellissima, avere uno scopo così preciso fa sperare in una sua realizzazione, ma ti invito a stare con i piedi per terra, anche nel caso tu sia un atleta in discipline di resistenza, con "due polmoni così" già in dotazione.
Scalare un 8000, sia pure "facile" come il Cho Oyu, non è solo questione di 4 anni di preparazione ed allenamento (oltre a molti euro), ci vuole esperienza e abitudine all'ambiente di alta quota, non prendere esempio da salite di ex campioni dello sci da fondo, quelle sono straorganizzate e la presenza di professionisti dell'alta quota, rende tutto più umano.
da kenzo » lun dic 13, 2004 17:43 pm
carissimo ha scritto:E' bello quello che dici Kenzo, mantieni forte questo spirito perchè non bastano quattro anni a contenere tutti i nostri sogni, ci saranno tutta la vita, così come la voglia di arrampicare, scalare, camminare, stare insieme, ci sarà tutta la vita. Vai in montagna, più che puoi, ogni giorno sarà speciale, ogni giorno sarà un piccolo sogno, perchè ogni metro conquistato con le nostre gambe è preziosissimo, che sia una collina, una parete, un colosso himalayano. Vedrai che i progetti poi arrivano. E soprattutto fallo con un compagno speciale. Buone salite, ciao
da Roberto » lun dic 13, 2004 20:39 pm
Non so cosa prendino gli "atleti-alpinisti" che salgono un 8000, di certo molti non sono del tutto "naturali". Nella mia esperienza extraeuropea non ho mai raggiunto simili quote, ma ti assicuro che anche a 6000 metri, se sei seriamente impegnato, sono dolorikenzo ha scritto:Roberto ha scritto:La tua carica è bellissima, avere uno scopo così preciso fa sperare in una sua realizzazione, ma ti invito a stare con i piedi per terra, anche nel caso tu sia un atleta in discipline di resistenza, con "due polmoni così" già in dotazione.
Scalare un 8000, sia pure "facile" come il Cho Oyu, non è solo questione di 4 anni di preparazione ed allenamento (oltre a molti euro), ci vuole esperienza e abitudine all'ambiente di alta quota, non prendere esempio da salite di ex campioni dello sci da fondo, quelle sono straorganizzate e la presenza di professionisti dell'alta quota, rende tutto più umano.
Grazie Roberto per i tuoi consigli. Sono proprio questi di cui ho bisogno, perchè sulla preparazione di una simile progetto sto trovando molta approssimazione/reticenza.
Verificare il grado di difficoltà e preparazione necessaria sembra più difficile che effettuare la spedizione vera e propria. Di recente ho cercato di saperne di più anche sulle spedizioni di un noto tour operator "avventuroso", sul cui ampio catalogo i trek e le salite in alta quota vengono presentati quasi che fossero addomesticati e alla portata di tutti (anche dopo aver letto le avvertenze).
Proprio per il livello di soggettività che considero molto alto voglio stare con i piedi ben piantati per terra. Gli spot di ex-campioni con frequentazioni pericolose tra gli stregoni del doping sono quanto di + brutto si voglia regalare a questa bellissima attvità.
Pensa che qualche sera ci siamo infognati in una discussione tra ki sosteneva con argomentazioni mediche ke "tutti-ma-proprio-tutti" coloro che vanno oltre gli 8000 fanno uso di "caramelle" e ki invece sosteneva che salire si può con i dovuti metodi, anche senza impasticcarsi.
ciao
kenzo
da mak » sab dic 18, 2004 15:54 pm
da lapippa » lun dic 20, 2004 14:07 pm
da pietrorrrago » lun dic 20, 2004 15:08 pm
da trivi » lun dic 20, 2004 16:34 pm
pietrorago ha scritto:Come già ti diceva Roberto, dagli ascolto lui è una vecchia volpe (soprattutto vecchia), sono molte le "doti" necessarie per muoversi nella "Death Zone".
Ci vogliono capacità tecnnica, allenamento, esperienza, fortuna e molta ma molta determinazione.
Quando devi fermarti a riprendere fiato per cinque minuti ogni volta che fai due passi, quando ti sembra che qualcuno ti succhi via l'aria dai polmoni, quando il freddo ti fa sembrare solida anche l'aria quello che ti fa andare avanti è la stupida cocciutaggine di un tizio determinato a concludere quello che ha iniziato.
Durante la mia singola esperienza a quelle quote (troppo poco per insegnare qualcosa a qualcuno) ogni passo che facevo mi ponevo la fatidica domanda "...ma chi me l'ha fatto fare...", ma alla prima pausa per respirare mi guardavo attorno e pensavo "...ecco perchè...", però quando riprendevo a muovermi mi riponevo nuovamente la domanda e così via per tutto il percorso.
Non me la sono goduta molto al momento (molto poco a dire il vero), ma dopo, al sicuro nella tendina al campo base, ho rielaborato ed ho potuto apprezzare a pieno la salita.
Ma la determinazione non deve prevalicare la ragionevolezza; posso raccontare la mia esperienza perchè ho avuto la "capacità" di tornare indietro a 200 metri dalla vetta, rinunciandovi, con grande scazzo, per non rimanere bloccato dal maltempo, che in effetti si scatenò violentissimo.
Certo se si cominciano ad usare "aiutini" chimici (e anche le bombole a mio avviso) o ci si fa portare a spalle da qualche scherpa le cose cambiano, ma si può "barare" con gli altri non con se stessi e con lo specchio non si può banfare.
Vedrai che qui troverai un sacco di persone in gamba che possono aiutarti e consigliarti per raggiungere il tuo progetto, parti avvantaggiato, hai già la determinazione giusta.
da Feo » lun dic 20, 2004 16:38 pm
trivi ha scritto:A proposito... mi accorggo solo ora che il tuo avatar è cresciuto!!![]()
da gug » lun dic 20, 2004 18:54 pm
pietrorago ha scritto:Durante la mia singola esperienza a quelle quote (troppo poco per insegnare qualcosa a qualcuno) ogni passo che facevo mi ponevo la fatidica domanda "...ma chi me l'ha fatto fare...", ma alla prima pausa per respirare mi guardavo attorno e pensavo "...ecco perchè...", però quando riprendevo a muovermi mi riponevo nuovamente la domanda e così via per tutto il percorso.
Non me la sono goduta molto al momento (molto poco a dire il vero), ma dopo, al sicuro nella tendina al campo base, ho rielaborato ed ho potuto apprezzare a pieno la salita.
Ma la determinazione non deve prevalicare la ragionevolezza; posso raccontare la mia esperienza perchè ho avuto la "capacità" di tornare indietro a 200 metri dalla vetta, rinunciandovi, con grande scazzo, per non rimanere bloccato dal maltempo, che in effetti si scatenò violentissimo.
da kenzo » mar dic 21, 2004 1:46 am
mak ha scritto:Ciao! Il mio titolo riassume un pò come la penso.
Io finalmente l'anno prossimo potrò avventurarmi per la prima volta oltre le amate Alpi. Lo farò in modo indipendente. Bolivia. Ho già lanciato un appello qui, ma andrò in ogni caso, mi sto organizzando. Se ti va fammi un fischio, anche solo per 2 chiacchere. Hasta luego!
da kenzo » mar dic 21, 2004 1:54 am
lapippa ha scritto:Bel progetto, non c'é che dire. Io mi tiro indietro da subito. Comunque credo che un progetto del genere debba essere fatto per passi. Prima sui 4000 di casa nostra, poi su 5-6000 andini, poi un 8000. Bisogna prepararsi e testare tecniche e persone. Insomma, un progetto che richiede tanta dedizione. Su un Alp di qualche anno addietro c'era un servizio su un tale di 60 anni che nel giro di qualche anno é andato a fare la nord dell'eiger in giornata. Daccordo, era con 2 guide...ma é sempre la nord dell'eiger!
Io inizierei a senrire qualcuno che l'esperienza l'ha già fatta...
da kenzo » mar dic 21, 2004 1:55 am
pietrorago ha scritto:Come già ti diceva Roberto, dagli ascolto lui è una vecchia volpe (soprattutto vecchia), sono molte le "doti" necessarie per muoversi nella "Death Zone".
Ci vogliono capacità tecnnica, allenamento, esperienza, fortuna e molta ma molta determinazione.
Quando devi fermarti a riprendere fiato per cinque minuti ogni volta che fai due passi, quando ti sembra che qualcuno ti succhi via l'aria dai polmoni, quando il freddo ti fa sembrare solida anche l'aria quello che ti fa andare avanti è la stupida cocciutaggine di un tizio determinato a concludere quello che ha iniziato.
Durante la mia singola esperienza a quelle quote (troppo poco per insegnare qualcosa a qualcuno) ogni passo che facevo mi ponevo la fatidica domanda "...ma chi me l'ha fatto fare...", ma alla prima pausa per respirare mi guardavo attorno e pensavo "...ecco perchè...", però quando riprendevo a muovermi mi riponevo nuovamente la domanda e così via per tutto il percorso.
Non me la sono goduta molto al momento (molto poco a dire il vero), ma dopo, al sicuro nella tendina al campo base, ho rielaborato ed ho potuto apprezzare a pieno la salita.
Ma la determinazione non deve prevalicare la ragionevolezza; posso raccontare la mia esperienza perchè ho avuto la "capacità" di tornare indietro a 200 metri dalla vetta, rinunciandovi, con grande scazzo, per non rimanere bloccato dal maltempo, che in effetti si scatenò violentissimo.
Certo se si cominciano ad usare "aiutini" chimici (e anche le bombole a mio avviso) o ci si fa portare a spalle da qualche scherpa le cose cambiano, ma si può "barare" con gli altri non con se stessi e con lo specchio non si può banfare.
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