Simone Moro: su e giu per l'Everest

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

Messaggioda lucasignorelli » mar mag 23, 2006 1:10 am

AlpineMan® ha scritto:
io parlavo di un altro..che con Moro ha fatto alcune cose anche ultimamente,mpersona che aparte alcune scorribande discutibili,ha cmq un approccio alla montagna decisamente piou selvaggio e classico ...che in parte mi riconosco..


Moro ha fatto insieme ad un amico (lo stesso con cui ha poi fatto l'Everest) una traversatona delle Orobie per lungo, sempre in cresta... ne aveva parlato ad un incontro di qualche anno fa, sembrava una cosa piuttosto interessante, stai parlando di questo?
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Messaggioda M@zzo » mar mag 23, 2006 11:40 am

lucasignorelli ha scritto:
AlpineMan® ha scritto:
io parlavo di un altro..che con Moro ha fatto alcune cose anche ultimamente,mpersona che aparte alcune scorribande discutibili,ha cmq un approccio alla montagna decisamente piou selvaggio e classico ...che in parte mi riconosco..


Moro ha fatto insieme ad un amico (lo stesso con cui ha poi fatto l'Everest) una traversatona delle Orobie per lungo, sempre in cresta... ne aveva parlato ad un incontro di qualche anno fa, sembrava una cosa piuttosto interessante, stai parlando di questo?


Chi Curnis?
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Messaggioda Hello Mountains » mar mag 23, 2006 13:35 pm

...evidentemente lo sconfinamento in Tibet non l'aveva previsto.
e alcuni passaggi della notizia confermano quanto detto da Alison ( rischio espulsione ..."accordo "con il governo etc)

Ok, giusto per la cronaca

Tutta la notizia qui
http://www.montagna.tv/?q=node/1453

Un'anticipazione
...Stavolta l'alpinista bergamasco ha completato in solitaria la traversata Sud-Nord dell'Everest salendo dal Nepal e scendendo dal Tibet..... Ma - ahimè - senza il permesso né il visto del governo cinese. In queste ore, sono in corso trattative diplomatiche per evitargli guai peggiori. - ..

...Solo che è arrivato in Tibet senza il visto e senza il permesso di scalata della montagna. Ed ora dovrà fare i conti con la burocrazia: sulla carta, l?alpinista rischia l'arresto e l'espulsione dal Paese. In questo momento Moro si sta dirigendo al campo base (5000 metri di quota) per incontrare gli ufficiali governativi con cui dovrà discutere della sua presenza in Tibet.

Simone Moro aveva acquistato solo i permessi per la salita di Everest e Lhotse dal versante Sud, in territorio nepalese. Nei suoi programmi c?era infatti la traversata Everest-Lhotse sulla cresta sommitale, un progetto che nessuno fino ad ora è riuscito a realizzare.

Ma in quota, l?alpinista si è reso conto che la cresta era troppo carica di neve e, lì per lì, ha dovuto cambiare traiettoria. Così ha deciso di scendere dal versante opposto a quello di salita. ..


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Messaggioda AlpineMan® » mar mag 23, 2006 20:07 pm

lucasignorelli ha scritto:
AlpineMan® ha scritto:
io parlavo di un altro..che con Moro ha fatto alcune cose anche ultimamente,mpersona che aparte alcune scorribande discutibili,ha cmq un approccio alla montagna decisamente piou selvaggio e classico ...che in parte mi riconosco..


Moro ha fatto insieme ad un amico (lo stesso con cui ha poi fatto l'Everest) una traversatona delle Orobie per lungo, sempre in cresta... ne aveva parlato ad un incontro di qualche anno fa, sembrava una cosa piuttosto interessante, stai parlando di questo?


esattamente Lui...nominato poi da Mazzo...diciamo che piu che a Lui mi riferisco cmq a tutto un insieme di alpinisti del suo periodo piu attivo..molti dei quali purtroppo non ci sono piu...erano tempi di alpinismo pioniero e selvaggio...ben lontani dalla melma di imprese shiaffate in prima pagina al giorno d'oggi!!
...il moderno uccide l'alpinismo classico...
........io resto nel passato!!!

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Messaggioda lucasignorelli » mar mag 23, 2006 21:46 pm

AlpineMan® ha scritto:esattamente Lui...nominato poi da Mazzo...diciamo che piu che a Lui mi riferisco cmq a tutto un insieme di alpinisti del suo periodo piu attivo..molti dei quali purtroppo non ci sono piu...erano tempi di alpinismo pioniero e selvaggio...ben lontani dalla melma di imprese shiaffate in prima pagina al giorno d'oggi!!


Simone ha raccontato una dettaglio che non sapevo (e dire che sono stagionatello!): nel '75 Curnis era stato escluso dal gruppo di vetta non per problemi fisici (come raccontato allora dai giornali e riportato anche da qualche libro) ma per via della sua non-appartenenza all'esercito e anche per i suoi rapporti non proprio entusiasmanti con Monzino. Devo dire che si è preso una bella rivincita!

Simone ha fatto vedere anche alcune diapo delle traversata delle Orobie (una zona che non conosco per nulla), devo dire che alcune erano veramente spettacolari, tra l'altro pare che abbiano fatto una traversata-traversata, senza aggirare manco i torrioni più piccoli!

Ha anche raccontato di un episodio sull'Everest: il regolatore della bombola di ossigeno di Curnis si è rotto e lui ha incominciato a far notare che "non arrivava più l'aria" (detto così non sembra un gran chè, bisogna sentirla raccontata con l'accento di Simone) - in pratica Moro non gli ha dato retta fin quando Curnis non ha cominciato a bestemmiare (il che, a 8500 metri sull'Everest, è già un bel record!). Deve essere un tipo veramente notevole!
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Messaggioda dags1972 » lun mag 29, 2006 10:31 am

Moro è stato immediatamente espulso dalle autorità cinesi una volta raggiunto il CB nel Tibet occupato
tanti saluti e buone salite a tutti
Alberto Giacomo Letizia Elena e Daniele
----
Un uomo rassegnato è un uomo morto prima di morire
---
Al diavolo il futuro, nel futuro siamo tutti morti
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Messaggioda quilodicoequilonego » lun mag 29, 2006 14:30 pm

tanto andava via lo stesso..... :mrgreen:

mica come chi arriva in Italia
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
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Messaggioda bummi » lun mag 29, 2006 14:54 pm

lucasignorelli ha scritto:
AlpineMan® ha scritto:esattamente Lui...nominato poi da Mazzo...diciamo che piu che a Lui mi riferisco cmq a tutto un insieme di alpinisti del suo periodo piu attivo..molti dei quali purtroppo non ci sono piu...erano tempi di alpinismo pioniero e selvaggio...ben lontani dalla melma di imprese shiaffate in prima pagina al giorno d'oggi!!


Simone ha raccontato una dettaglio che non sapevo (e dire che sono stagionatello!): nel '75 Curnis era stato escluso dal gruppo di vetta non per problemi fisici (come raccontato allora dai giornali e riportato anche da qualche libro) ma per via della sua non-appartenenza all'esercito e anche per i suoi rapporti non proprio entusiasmanti con Monzino. Devo dire che si è preso una bella rivincita!
...


La spedizione del '75 fu una delle pagine stilisticamente più brutte dell'alpinismo himalayano in generale. Una spedizione pesantissima organizzata e gestita criteri ancora più militareschi di quella sul K2 nel 1954. C'erano addirittura due elicotteri che traportavano quotidianamente viveri e quant'altro dal campo base al campo due.
Poi ci fu quasi un incidente diplomatico quando Hillary, interpellato sull'argomento, fece presente che una spedizione simile aveva poco a che vedere con l'alpinismo.
Per Curnis non avervi preso parte dovrebbe essere motivo quasi di orgoglio... ;-)
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Messaggioda lucasignorelli » mer mag 31, 2006 0:24 am

bummi ha scritto:La spedizione del '75 fu una delle pagine stilisticamente più brutte dell'alpinismo himalayano in generale. Una spedizione pesantissima organizzata e gestita criteri ancora più militareschi di quella sul K2 nel 1954. C'erano addirittura due elicotteri che traportavano quotidianamente viveri e quant'altro dal campo base al campo due.
Poi ci fu quasi un incidente diplomatico quando Hillary, interpellato sull'argomento, fece presente che una spedizione simile aveva poco a che vedere con l'alpinismo.
Per Curnis non avervi preso parte dovrebbe essere motivo quasi di orgoglio... ;-)


Sicuramente la spedizione fu abbastanza chiacchierata anche allora, per la profusione (qualcuno sostenne ?lo spreco?) di mezzi, per il coinvolgimento pesante dell?esercito, e per le bizze di Monzino, che già di suo aveva un carattere certamente poco accomodante, ma ? a quanto si legge ? ebbe un atteggiamento estremamente dittatoriale ed aggressivo con tutti, sherpa compresi, e pretese certo non compatibili con la situazione. Sicuramente con le attuali spedizioni commerciali che portano in vetta decine di persone, alcune spesso con pochissima esperienza, fa un po? sorridere l?uso di elicotteri e tonnellate di materiale per salire ?solo? la via normale.

Detto questo.. c?è una cosa che ci tengo a puntualizzare ? prendilo per uno sfogo. A noi italiani piace sempre pensare che quello che facciamo noi, soprattutto se è coinvolto lo Stato o l?esercito, sia sempre fatto peggio degli altri. La realtà è che la maggior parte delle spedizioni sugli ottomila fino alla metà degli anni ?70 erano gestite più o meno così ? non solo quelle italiane. Tanto per mettere i puntini sulle ?i?: sia la spedizione inglese del 1953 che quella americana del ?63 sulla cresta Ovest, che quella inglese del 75 sulla parete Sud-Ovest furono pesantissime come mezzi e finanziamenti, gestite con metodi militari e sponsorizzazioni governative a iosa. La leadership fu spesso autoritaria quanto bastava, ci furono in tutti e tre i casi esclusioni eccellenti dalle motivazioni più che dubbie (Shipton nel 1953 e, più clamorosamente Whillans nel 1975 ? leggiti la sua nuova biografia ?The Villain? per tutti i sordidi particolari di quella storia). In tutti e tre i casi ci fu chi ebbe a ridire sullo stile, prima e dopo ? divertente leggere di Hamish MacInnes che pianifica una bislacca ?spedizione? alternativa all?Everest nel 1953, per salire in due e senza corde fisse la cresta Ovest, e scendere dall?altro lato e piombare sulla testa della spedizione ?ufficiale? per fare loro le pernacchie!

La grossa differenza rispetto alla spedizione Monzino ?75 è, ovviamente, l?importanza dell?obbiettivo (una via nuova giustifica cose che una ripetizione forse non può). Ma la differenza rispetto al nostro K2 qual è? Ben poca, se guardi ? anzi, per quanto ?grossa? possa essere stata la spedizione Desio del 1954, era pur sempre poca cosa rispetto a quella di Hunt nel 1953, e confronto agli americani del ?63 (con il ?punto? degli alpinisti fatto col satellite etc.) o Bonington 1975 (pianificazione col computer etc.) letteralmente sparisce. E ripeto, metodi militari e autoritari, ripicche, gelosie, polemiche ci furono in tutti i casi. Forse l?unica vera differenza qualitativa fu il carisma dei capi-spedizione: sia Hunt che Bonington guidarono ?dal fronte?, e al di la dei loro caratteri, si conquistarono l?apprezzamento del resto della squadra. Desio è stato un grande esploratore e studioso (e organizzatore), ma come gestore di uomini temo che il giudizio migliore me lo abbia espresso un giorno il buon Ubaldo Rey: ?Sempre io, io, io, io!?. Temo che questo sia valso anche per Monzino.

La vera differenza è, in realtà, la percezione, anzi, la storicizzazione. Nessuno si sognerebbe di fare un articolo su una rivista inglese massacrando la spedizione del ?53 più di tanto, perché la risposta sarebbe, giustamente, ?Nel 1953 le cose si facevano così, e poi l?obbiettivo, raggiunto, era arrivare in cima per primi?. Al di la del fatto che quando si tratta di orgoglio nazionale inglesi e americani tendono ad essere sicuramente più cauti di noi (dalle nostre parti ce ne ricordiamo solo per i mondiali di calcio!), noi non riusciamo mai (soprattutto in campo alpinistico) a rileggere le cose nella loro prospettiva storica giusta. Diventa sempre tutto bianco o tutto nero seconda dei punti di vista ? vedi, a mio modesto parere, tutta la diatriba sul Cerro Torre.

D?altro canto, adesso si tendono ad idolatrare le spedizioni ?leggere?, su uno schema ideologico ?leggero ? buono, pesante ? brutto? che decontestualizzato a poco senso. Anche lasciando perdere le recenti polemiche su Diemberger e il Broad Peak, le spedizioni americane al K2 della seconda metà degli anni ?70 (e che passano per ?leggere? in molti tesi) furono una peggio dell?altra, con rapporti umani orribili, completa indifferenza nei rapporti con i ?locali? etc. etc. E altrove non è che le cose andassero meglio ? leggiti ?Nanda Devi? di John Roskelley per uno spaccato veramente nauseante di una spedizione pseudo-leggera nel Garhwal del 1976 (è significativo fare il confronto con la simultanea spedizione del CAAI, quella con Rabbi e Manera, che non raggiunse l?obbiettivo alpinistico ma fu decisamente una?occasione felice). E di esempi te ne potrei fare molti altri.

(E, tanto per chiudere, nell?alpinismo, la lista di contrapposizioni che fuor di contesto hanno poco senso ? ma su cui si discute sempre in termini rigidamente etici - è lunghissima: arrampicata libera vs artificiale, stile alpino vs. stile spedizione, spit vs protezioni mobili, etc etc etc
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Messaggioda bummi » mer mag 31, 2006 10:39 am

lucasignorelli ha scritto:
Sicuramente la spedizione fu abbastanza chiacchierata anche allora, per la profusione (qualcuno sostenne ?lo spreco?) di mezzi, per il coinvolgimento pesante dell?esercito, e per le bizze di Monzino, che già di suo aveva un carattere certamente poco accomodante, ma ? a quanto si legge ? ebbe un atteggiamento estremamente dittatoriale ed aggressivo con tutti, sherpa compresi, e pretese certo non compatibili con la situazione. Sicuramente con le attuali spedizioni commerciali che portano in vetta decine di persone, alcune spesso con pochissima esperienza, fa un po? sorridere l?uso di elicotteri e tonnellate di materiale per salire ?solo? la via normale.

Detto questo.. c?è una cosa che ci tengo a puntualizzare ? prendilo per uno sfogo. A noi italiani piace sempre pensare che quello che facciamo noi, soprattutto se è coinvolto lo Stato o l?esercito, sia sempre fatto peggio degli altri. La realtà è che la maggior parte delle spedizioni sugli ottomila fino alla metà degli anni ?70 erano gestite più o meno così ? non solo quelle italiane. Tanto per mettere i puntini sulle ?i?: sia la spedizione inglese del 1953 che quella americana del ?63 sulla cresta Ovest, che quella inglese del 75 sulla parete Sud-Ovest furono pesantissime come mezzi e finanziamenti, gestite con metodi militari e sponsorizzazioni governative a iosa. La leadership fu spesso autoritaria quanto bastava, ci furono in tutti e tre i casi esclusioni eccellenti dalle motivazioni più che dubbie (Shipton nel 1953 e, più clamorosamente Whillans nel 1975 ? leggiti la sua nuova biografia ?The Villain? per tutti i sordidi particolari di quella storia). In tutti e tre i casi ci fu chi ebbe a ridire sullo stile, prima e dopo ? divertente leggere di Hamish MacInnes che pianifica una bislacca ?spedizione? alternativa all?Everest nel 1953, per salire in due e senza corde fisse la cresta Ovest, e scendere dall?altro lato e piombare sulla testa della spedizione ?ufficiale? per fare loro le pernacchie!

La grossa differenza rispetto alla spedizione Monzino ?75 è, ovviamente, l?importanza dell?obbiettivo (una via nuova giustifica cose che una ripetizione forse non può). Ma la differenza rispetto al nostro K2 qual è? Ben poca, se guardi ? anzi, per quanto ?grossa? possa essere stata la spedizione Desio del 1954, era pur sempre poca cosa rispetto a quella di Hunt nel 1953, e confronto agli americani del ?63 (con il ?punto? degli alpinisti fatto col satellite etc.) o Bonington 1975 (pianificazione col computer etc.) letteralmente sparisce. E ripeto, metodi militari e autoritari, ripicche, gelosie, polemiche ci furono in tutti i casi. Forse l?unica vera differenza qualitativa fu il carisma dei capi-spedizione: sia Hunt che Bonington guidarono ?dal fronte?, e al di la dei loro caratteri, si conquistarono l?apprezzamento del resto della squadra. Desio è stato un grande esploratore e studioso (e organizzatore), ma come gestore di uomini temo che il giudizio migliore me lo abbia espresso un giorno il buon Ubaldo Rey: ?Sempre io, io, io, io!?. Temo che questo sia valso anche per Monzino.

La vera differenza è, in realtà, la percezione, anzi, la storicizzazione. Nessuno si sognerebbe di fare un articolo su una rivista inglese massacrando la spedizione del ?53 più di tanto, perché la risposta sarebbe, giustamente, ?Nel 1953 le cose si facevano così, e poi l?obbiettivo, raggiunto, era arrivare in cima per primi?. Al di la del fatto che quando si tratta di orgoglio nazionale inglesi e americani tendono ad essere sicuramente più cauti di noi (dalle nostre parti ce ne ricordiamo solo per i mondiali di calcio!), noi non riusciamo mai (soprattutto in campo alpinistico) a rileggere le cose nella loro prospettiva storica giusta. Diventa sempre tutto bianco o tutto nero seconda dei punti di vista ? vedi, a mio modesto parere, tutta la diatriba sul Cerro Torre.

D?altro canto, adesso si tendono ad idolatrare le spedizioni ?leggere?, su uno schema ideologico ?leggero ? buono, pesante ? brutto? che decontestualizzato a poco senso. Anche lasciando perdere le recenti polemiche su Diemberger e il Broad Peak, le spedizioni americane al K2 della seconda metà degli anni ?70 (e che passano per ?leggere? in molti tesi) furono una peggio dell?altra, con rapporti umani orribili, completa indifferenza nei rapporti con i ?locali? etc. etc. E altrove non è che le cose andassero meglio ? leggiti ?Nanda Devi? di John Roskelley per uno spaccato veramente nauseante di una spedizione pseudo-leggera nel Garhwal del 1976 (è significativo fare il confronto con la simultanea spedizione del CAAI, quella con Rabbi e Manera, che non raggiunse l?obbiettivo alpinistico ma fu decisamente una?occasione felice). E di esempi te ne potrei fare molti altri.

(E, tanto per chiudere, nell?alpinismo, la lista di contrapposizioni che fuor di contesto hanno poco senso ? ma su cui si discute sempre in termini rigidamente etici - è lunghissima: arrampicata libera vs artificiale, stile alpino vs. stile spedizione, spit vs protezioni mobili, etc etc etc


Concordo con te che certe cose vadano sempre contestualizzate. Confrontare una spedizione pionieristica avvenuta nel 1953 con una avvenuta nel 1975 sulla medesima montagna ha poco senso. Lo stile scelto da Monzino, con largo uso dell'elicottero (cosa che nemmeno gli inglesi nel 1953 avevano fatto), alla luce anche di questo fatto era ancora più anacronistico rispetto ai tempi in cui venne adottato. E lo dico da abruzzese italo-austriaco... :D
D'altronde era già stato dimostrato che era possibile effettuare delle spedizioni in modo diverso e alternativo, non solo da Diemberger & C. ma anche da altri. Nei primi anni '70 c'erano già state diverse spedizioni se non leggerissime quantomeno "diverse" nel metodo e anche con l'apertura di tracciati nuovi. Oltre allo stracitato Diemberger mi viene in mente la via degli inglesi aperta sulla parete Sud dell'Annapurna nel 1970 (Whillans & C.) la quale, nonostante avesse Bonington come capo-spedizione (non fu l'unica da lui guidata in cui alcuni componenti morirono...), ebbe grossi meriti soprattutto come concezione.
A quei tempi vent'anni erano veramente un lasso di tempo enorme. Pensa solo a cosa è significato in termini di sviluppo dei materiali. Chiodi, moschettoni, tende e tessuti di abbigliamento non erano nemmeno confrontabili con quelli adoperati prima.
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Messaggioda pisolomau » mer mag 31, 2006 18:22 pm

alison ha scritto:"se vai in cina senza permesso..."
è GIA PROGRAMMATO 8)

"solitaria..."
TANTE,TANTE TENDE AL COLLE SUD....PIENE DI ALPINISTI!!! 8) 8)

"salgo il Lhotse e poi scendo l'inviolata Cresta fino al Colle Sud e poi via sulla Cima dell'Everest....

IDEE NON RISPETTATE...O POCO CHIARE!!! 8) 8) 8)

"una pompatella di ossigeno per dormire e una per camminare..."
8) 8) 8) 8)

Ad ognuno i suoi Miti, ad ognuno le sue leggende, ad ognuno la LIBERTA di pensare quel che crede....

CIAO
ALI


Classico esempio di occasione perduta per fare silenzio.

Ragazzi, criticare Simone Moro per il suo stile vuol dire essere completamente fuori strada.

Prima di parlare, informatevi o meglio fatevi una chiaccherata con Simone o partecipate ad una delle sue serate.

Simone è uno uomo della montagna a 360 gradi, l'ha scelta come stile di vita e vi assicuro che non si è arricchito ne ha speculato sulle sue imprese.

Inoltre mi risulta che sia stato l'unico ad aver rischiato la sua vita, per salvare uno che neanche conosceva, al colle sud oltre 8000 metri e rinunciando per giunta alla sua spedizione.

Ha fatto un ottomila in invernale in stile alpino.

Ma al di la dei suoi meriti sportivi è un UOMO vero, sincero e disponibile, nonchè simpatico.

Spero che non legga tutte ste cattiverie che non solo non merita, ma non sono degne neppure di essere commentate.

Mi dispiace solo leggerle qui, in un sito di alpinismo ed ora capisco certi suoi sfoghi quando parla di "colleghi" invidiosi e poco capaci...
Ma si sa, l'alpinismo come ogni avventura umana, è il riflesso dei tempi che vive... Tempi fatti di odio, di perdita di valori, di critiche stupide e infondate, di parole dette solo per infamare.
Simone viene dalla vecchia scuola, è stato llievo del Camos è amico fraterno del Curnis, che esce dal cantiere alle otto di sera ed il giorno dopo parte per fare l'everest a 65 anni....senza tirarsela più di tanto. Imprese banali e ripetute? Forse, ma fatte con uno spirito vero e senza rubare niente a nessuno.
Tutto il resto è noia.
Afferra gli spiriti della montagna. La vera esplorazione è meditare, addentrarsi nei sentieri dello spirito, del corpo e della mente.
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Messaggioda biemme » mer mag 31, 2006 19:37 pm

pisolomau ha scritto: ........


ciao,
capisco il tuo sfogo, che lascia intendere che tu conosca di persona simone moro

comprendo però anche alison, quando in conclusione afferma "Ad ognuno i suoi Miti, ad ognuno le sue leggende, ad ognuno la LIBERTA di pensare quel che crede...."

io non lo conosco, moro, per cui posso solo ammirarlo come alpinista

ho notato però che diversi miei amici delle valli bergamasche e di bergamo, nutrono sentimenti molto contrastanti su di lui, situazione purtroppo esistente in tutte le parti del globo, e guarda caso, sempre riguardante i c.d. "big"

posso solo confortarti sul fatto che, grazie a dio, simone moro non è l'unico a rischiare di suo per salvare altri, al colle sud come altrove : ne conosco di persona almeno altri 2 altrettanto forti, e nel contempo incredibilmente modesti e generosi, e ce ne saranno sicuramente molti altri in circolazione, con ciò non negando che anche questo ambiente va sempre più degenerando (ne avevo accennato qui : http://www.forum.planetmountain.com/phpBB2/viewtopic.php?t=20663&start=20 )

non dimentichiamoci però che ci sono, e ci sono stati, tanti alpinisti anche nostrani, che ci hanno lasciato splendidi insegnamenti, roba tipo questa:

?E' sempre duro arrivare così vicino all' essenza della vita e poi, dopo, ritornare indietro e sentirsi imprigionati nelle strettoie del linguaggio, completamente inadeguato a tradurre in simboli i concetti e la totalità dell'esperienza vissuta. Un'esperienza lunga e sofferta che mi ha permesso di capire una verità fondamentale: alla base di tutto, di ogni azione che l'uomo compie, deve esserci sempre l' Amore?
?di ritorno dalla ?Ridge of no return?.

Concordo con te che parliamo di gente sempre più rara, oggigiorno :(

ciao
biemme
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Messaggioda pisolomau » mer mag 31, 2006 22:05 pm

Hai ragione, conosco di persona Simone e ti dico che è una persona molto umile, disponibile con tutti, alla mano ma soprattutto di una umanità sconcertante.

Quello che hai scritto:

?E' sempre duro arrivare così vicino all' essenza della vita e poi, dopo, ritornare indietro e sentirsi imprigionati nelle strettoie del linguaggio, completamente inadeguato a tradurre in simboli i concetti e la totalità dell'esperienza vissuta. Un'esperienza lunga e sofferta che mi ha permesso di capire una verità fondamentale: alla base di tutto, di ogni azione che l'uomo compie, deve esserci sempre l' Amore?
?di ritorno dalla ?Ridge of no return?.


è esattamente quello che dice Simone alla fine delle sue serate, non per retorica, ma perchè lo sente davvero dentro: conquistare vette, collezionare 8000, andare sempre e soltanto oltre i propri limiti non serve a niente se alla base non c'è l'amore. Amore verso i nostri cari che sono a casa ad aspettarci, amore verso noi stessi e ciò che rappresentiamo per gli altri, amore verso i propri ideali.

Questo è il credo di Simone. Non credo che sia poco.

Le sue capacità vanno ben oltre le sue imprese. Certo ognuno ha i suoi miti, Simone è indiscutibilmente il mio, come lo era Anatoly Bukreev, da cui Simone ha imparato molto. Guarda caso anche Anatoly era stato infamato da un famoso libro, scritto da uno che le montagne le aveva viste solo attraverso il filtro distorto del proprio interesse economico.

Mi è dispiaciuto leggere queste cose di Moro e spero che, dietro il nick name di chi le ha scritte, ci sia almeno qualcuno che abbia il coraggio di presentarsi davanti a Simone e dirgli personalmete ciò che pensa di lui. Sempre che nel frattempo, dopo averlo conosciuto almeno un minimo, non si sia ricreduto.
Afferra gli spiriti della montagna. La vera esplorazione è meditare, addentrarsi nei sentieri dello spirito, del corpo e della mente.
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Messaggioda alison » mer mag 31, 2006 22:26 pm

alison ha scritto:per l'amor di Dio...non ce l'ho con Simone, è un bravo professionista, penso solo che

scendendo in territorio cinese senza permesso, non si è comportato da professionista...poi i soldi, e se siete stati in himalaya lo sapete bene anche voi, i soldi sistemeranno il tutto, ed il "rigido" governo tornera mansueto, ora rischia l'espulsione.

Poi, non ditemi che sia una solitaria...bravo SI...ma dal colle Sud salgono fino in vetta corde fisse, appositamente piazzate dagli Sherpa delle spedizioni commerciali, ed in questo momento sono ben presenti.

Forse ci siamo dimenticati che una solitaria esige delle regole...quando intorno a te, ci sono decine di alpinisti di ogni generalita...
forse i giovincelli non si ricordano delle VERE solitarie, alla Casarotto per intenderci!

ORA NON VOGLIO polemizzare, comunque IO personalmente AUGURO un futuro ancora grandioso e ricco di Sogni al Simone, ma questa salita la metto nel mezzo e tra una bombola di ossigeno e l'altra...

Buoni Pensieri a TUTTI
ed un bravo a SIMONE che puo!!



come vedi CHIEDO UMILMENTE SCUSA...alcune volte, bisogna tenere i propi pensieri chiusi nel propio cassetto, IO NON VOGLIO polemizzare, e ammiro Simone, ma non per questa "salita"...

perdonatemi....

Adios Amigos
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Messaggioda xee » mer mag 31, 2006 22:40 pm

biemme ha scritto:ho notato però che diversi miei amici delle valli bergamasche e di bergamo, nutrono sentimenti molto contrastanti su di lui, situazione purtroppo esistente in tutte le parti del globo, e guarda caso, sempre riguardante i c.d. "big"

ciao
biemme


Parafrasando un noto detto popolare: la madre dei rosiconi è sempre incinta :lol:

Valli bergamasche, globo, forum di PM: i travasi di bile, nei confronti di coloro che dimostrano una marcia in più, sono all'ordine del giorno.
Un fenomeno caratteristico. Che fa e deve far sorridere.
Perché voglio dormire il sonno delle mele
per apprendere un pianto che mi purifichi dalla terra;
perché voglio vivere con quel bimbo oscuro
che voleva tagliarsi il cuore in alto mare.
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Messaggioda lucasignorelli » gio giu 01, 2006 0:29 am

bummi ha scritto:Confrontare una spedizione pionieristica avvenuta nel 1953 con una avvenuta nel 1975 sulla medesima montagna ha poco senso. Lo stile scelto da Monzino, con largo uso dell'elicottero (cosa che nemmeno gli inglesi nel 1953 avevano fatto), alla luce anche di questo fatto era ancora più anacronistico rispetto ai tempi in cui venne adottato.


La spedizione del 1953 - per l'epoca - ebbe mezzi molto pesanti, che erano però giustificati non tanti da una natura "pionieristica" dell'impresa (gli inglesi avevano quasi trent'anni di tentativi alle spalle) quanto dall'oggettiva difficolta dell'avvicinamento, che nel 1953 praticamente partiva - a piedi - da poco lontano Kathmandu, su un terreno certamente difficile. Detto questo, non esistevano nel 1953 elicotteri in grado di portare carichi fino a 5000 metri in modo affidabile: è quindi difficile dire a priori se Hunt li avrebbe usati o meno fossero stati disponibili.

Nel 1975 molto era cambiato, e certo gestire la logistica fino al campo base non era la stessa cosa di vent'anni prima (rendendo l'elicottero sicuramente un "sovrappiù"). Detto questo, ti ripeto che all'epoca spedizioni più o meno leggere all'Everest erano una rarità - la spedizione Monzino usò mezzi enormi, ma non TANTO più enormi di spedizioni tipo quella internazionale alla parete sud-ovest o simili.

bummi ha scritto:D'altronde era già stato dimostrato che era possibile effettuare delle spedizioni in modo diverso e alternativo, non solo da Diemberger & C. ma anche da altri. Nei primi anni '70 c'erano già state diverse spedizioni se non leggerissime quantomeno "diverse" nel metodo e anche con l'apertura di tracciati nuovi. Oltre allo stracitato Diemberger mi viene in mente la via degli inglesi aperta sulla parete Sud dell'Annapurna nel 1970 (Whillans & C.) la quale, nonostante avesse Bonington come capo-spedizione (non fu l'unica da lui guidata in cui alcuni componenti morirono...), ebbe grossi meriti soprattutto come concezione.



Vero - ma:

Questi esempi "alternativi" erano la sparuta eccezione, non la regole. Sono abbastanza vecchio da ricordare l'impatto che fece la salita di Messner e Habeler al Gasherbrum (qualcosa che adesso farebbe poca o nulla notizia). Allora fu qualcosa di analogo all'idea di un nuovo sbarco sulla Luna. Era un'era in cui QUALSIASI salita su un 8000 era un fatto remoto, enorme - il K2 e il Kangchenjunga non era stato ancora ripetuti, sull'Everest saliva un pugno di alpinisti ogni anno (tutti parte di spedizioni a carattere nazionale), sugli 8000 "minori" si contavano poche salite distanziate di anni l'una con l'altra... e di salite techiche su cime da 6000 / 7000 metri non si parlava ancora. Certo, c'era stata la sud dell'Annapurna, ma anche quella sembrava "pesante" come spedizione - e in effetti lo era, quello che ci fu di nuovo fu il livello tecnico affrontato.

Il 1975 fu veramente l'anno spartiacque. Nel giro di due-tre anni successe di tutto - ma successo DOPO, e immediatamente capirono in pochi. Ricordo bene quando Machetto e Calcagno salirono il Tirich Mir - io ero presente alla conferenza che Machetto tenne subito dopo la salita, e ti posso assicurare che (complice anche la modestia enorme di Machetto stesso) ben pochi dei presenti in sala, e sicuramente nessuno di quelli senza esperienza himalayana (tipo il sottoscritto!) capirono realmente la cosa enorme che avevano fatto. Era una cosa che non aveva termini di paragone a cui fare riferimento - in due, su una montagna a 7800 metri, in puro stile alpino, niente ossigeno ne portatori. Machetto apparentemente se ne risentì moltissimo, ma devo dire che, in un certo senso, non poteva che essere così (per triste che possa sembrare) - era una salita troppo fuori da qualsiasi logica alpinistica (soprattutto Italiana!) di allora, perchè qualcuno potesse capirla.

In altre parole - pur nel disagio che sicuramente creò, e pure nell'evidente cattiva gestione - la spedizione Monzino era, nel 1975, "quasi" normale. Giudicarla con il metro di adesso porta inevitabilmente a giudicarla male.

A quei tempi vent'anni erano veramente un lasso di tempo enorme. Pensa solo a cosa è significato in termini di sviluppo dei materiali. Chiodi, moschettoni, tende e tessuti di abbigliamento non erano nemmeno confrontabili con quelli adoperati prima.


Meno di quello che pensi. L'immenso salto qualitativo avvenne dal 1975 in poi. Simultaneamente furono immessi sul mercato tre elementi che cambiarono tutto, ovvero

- la "ferraglia" in lega più leggera (che veniva dall'industria aeronautica americana!)
- le becche corte e ricurve per il piolet traction (che comunque non furono usate "in massa" fino al 1976-77)
- le microfibre (il gore tex incominciò ad essere usato commercialmente nel 1976)

I materiali che si usavano generalmente fino al 1975 erano rimasti abbastanza invariati dalla metà degli anni '50 (acciaio per la "ferraglia", picche a manico lungo, piumino e nylon per i vestiti). Le uniche grosse innovazioni erano state l'introduzione di caschi e imbragature, che però impattavano relativamente meno in una salita come l'Everest. Era cambiato sicuramente il contesto - salire al Khumbu nel 1975 non era la stessa cosa di vent'anni prima, c'erano radio portatili disponibili dov'unque, le bombole d'ossigeno erano più leggere e affidabili, etc.
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Messaggioda lucasignorelli » gio giu 01, 2006 0:32 am

pisolomau ha scritto:Le sue capacità vanno ben oltre le sue imprese. Certo ognuno ha i suoi miti, Simone è indiscutibilmente il mio, come lo era Anatoly Bukreev, da cui Simone ha imparato molto. Guarda caso anche Anatoly era stato infamato da un famoso libro, scritto da uno che le montagne le aveva viste solo attraverso il filtro distorto del proprio interesse economico.


Amen. Il modo con cui Simone continua a portare avanti la memoria di Boukreev è uno dei tanti motivi per cui lo apprezzo - oltre alle capacità e alla simpatia.
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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » gio giu 01, 2006 1:19 am

beh io non ci vedo niente di male nel discutere e anche criticare le verie salite dei big.....

non vedo perchè bisogna sempre e solo applaudire senza per questo passare alla disitima o peggio

uno, parlo in generale, può fare delle belle salite e ogni tanto fare cose banali (per moro salire l'everest in quelle condizioni è banale per mè sarebbe la salita della vita...)

poi, e sarà sicuramente una gran cazzata, mi son fatto l'idea che alison possa essere bergamasco anche lui e che si tenga dabbestia (magari dalle parti del veneto nei regni delle zecche)
semplici sensazioni da topic...(e comunque non cambiano gnente di quello che lui ha detto)
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Messaggioda clod » dom giu 04, 2006 21:48 pm

Qualcuno ha visto il tgr lombardia di oggi che parlavano della straordinaria impresa di simone moro, prima persona a compiere la traversata dell'everest? A me sinceramente ha fatto un pelino ridere.... :roll:
Ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole non c'è che da guardarsi allo specchio.



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Messaggioda mrt 88 » dom giu 04, 2006 22:18 pm

clod ha scritto:Qualcuno ha visto il tgr lombardia di oggi che parlavano della straordinaria impresa di simone moro, prima persona a compiere la traversata dell'everest? A me sinceramente ha fatto un pelino ridere.... :roll:


visto.
boh non saprei che dire, so solo che è seguito un servizio sul kite-surf :roll:
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