
purtroppo si sa che c'è gente che ci vive sulle polemiche, e non è Alberto che deve starci attento...
da quilodicoequilonego » lun ott 01, 2007 11:25 am
da alberto60 » lun ott 01, 2007 15:09 pm
da SCOTT » lun ott 01, 2007 15:18 pm
alberto60 ha scritto:Va bene.
Non sono certo qui a polemizzare ne mi voglio accanire contro Ermanno, ci mancherebbe altro che predicassi bene e razzolassi male.
Ho solo espresso una mia sensazione.
Sono convito che ad Ermanno il Torre sta a cuore (come sta a cuore a Maestri) però mi sembra un pò strano che scriva sul forum solamente del Torre . Un alpinista come lui, con la sua esperienza, con le sue capacità, sono convinto possa dire la sua su molti altri argomenti che ci sono su questo forum .
da alberto60 » lun ott 01, 2007 15:32 pm
SCOTT ha scritto:alberto60 ha scritto:Va bene.
Non sono certo qui a polemizzare ne mi voglio accanire contro Ermanno, ci mancherebbe altro che predicassi bene e razzolassi male.
Ho solo espresso una mia sensazione.
Sono convito che ad Ermanno il Torre sta a cuore (come sta a cuore a Maestri) però mi sembra un pò strano che scriva sul forum solamente del Torre . Un alpinista come lui, con la sua esperienza, con le sue capacità, sono convinto possa dire la sua su molti altri argomenti che ci sono su questo forum .
io sono convinto che Ermanno si prenda il tempo di scrivere sul forum riguardo al Torre SOLO perchè l'argomento gli sta infinitamente a cuore...
...per il resto probabilmente ha di meglio da fare...![]()
Al contrario di me...![]()
![]()
Scott.
da creccoz » mer ago 26, 2009 0:22 am
da ZioDino » mar set 15, 2009 13:00 pm
da marcov » dom nov 22, 2009 14:05 pm
da Slowrun » dom nov 22, 2009 14:44 pm
èrman ha scritto:Ormai sono anni che si parla di 'sta storia. Mi sembra però che del libro di Messner non si dica niente. Come mai? Ciao ermanno
da èrman » dom nov 22, 2009 15:02 pm
da marcov » dom nov 22, 2009 17:33 pm
da Yota » lun feb 20, 2012 12:02 pm
da sergio-ex63-ora36 » lun feb 20, 2012 16:09 pm
Yota ha scritto:Grandissimo Salvaterra, sei una persona meravigliosa e fantastica sia come alpinista che come persona. Mi dispiace per le cose spiacevoli che ti hanno detto perché sei degno del massimo rispetto e della massima considerazione.
Ciao, carissimi salutoni da un alpinista che ti ammira tantissimo!!!!!!!!!!!!
Saluti da Gigi
da Enzolino » mar feb 21, 2012 10:01 am
Yota ha scritto:Grandissimo Salvaterra, sei una persona meravigliosa e fantastica sia come alpinista che come persona. Mi dispiace per le cose spiacevoli che ti hanno detto perché sei degno del massimo rispetto e della massima considerazione.
Ciao, carissimi salutoni da un alpinista che ti ammira tantissimo!!!!!!!!!!!!
Saluti da Gigi
da èrman » ven apr 06, 2012 21:57 pm
da joecasello » mer feb 04, 2015 10:58 am
da undertaker777 » mer feb 11, 2015 14:25 pm
da joecasello » mer feb 11, 2015 14:37 pm
Addendum: Maestri’s Response
07/02/2015
Cesare Maestri's response has been predictable, if not sad. Over the course of three phone calls with Italian journalist Alessandro Filippini, Maestri went from abject denial (I never visited that area, it must be somebody else's photo), to more denial (I never visited that area or the west side of the massif) and naiveté (the editor must have messed up the caption), and then, finally, to "remembering something." He conceded that, during the '57/58 expedition, he once went in that direction to have “a look at the Ice Cap.”
Details of the ’57/58 expedition, led by Bruno Detassis, were meticulously recorded. They christened every small summit and every col they visited, including minute geographic features. The sojourn identified above, which would have been a significant exploratory outing, filling in what was then a blank in the map, was never mentioned.
Maestri's book went through four editions in ten years, without any correction to the photo or caption. He presented the photo as evidence of his climb, but when finally questioned he pleads ignorance.
The photo in his book, labeled as Toni Egger on Cerro Torre, but actually taken on the west face of Perfil del Indio, suggests he had much more than “a look at the Ice Cap.”
Even in his old age, the truly sad thing — bordering on unintentionally malicious — is that his fifty-six year charade continues to outweigh the truth at the expense of a dead man’s family.
da undertaker777 » mer feb 11, 2015 15:00 pm
Quella salita del versante Nord compiuta nel 1959 da Cesare Maestri e da Toni Egger, e conclusasi con la morte del fortissimo ghiacciatore austriaco.
Spreafico dice che dubitare è un modo per sentirsi liberi. Per i due che accusano è però anche un modo per potersi accreditare una prima. La prima di una parete impossibile di un monte impossibile. Saremmo, alla fin fine, all'oste secondo il quale il vino buono è quello suo, non quello dell'esercizio dirimpetto.
D'accordo, a dubitare non sono stati soltanto i due alpinisti che nel 2005 hanno ripetuto la via (o più probabilmente una variante, un'altra salita che interseca la prima).
Ma l'insistenza sul fatto che, in assenza di prove materiali, si debba dare per non fatta la salita, è cosa francamente sgradevolissima.
E siamo assolutamente allo stomachevole quando Salvaterra, con aria saputa, rivela all'intervistatore: «A me Cesare una volta l'ha persino detto». Detto che? «Che in cima forse non c'è andato». Dunque Maestri non è degno di fede quando dice di avere salito la parete Nord del Torre, cosa che ha fatto anche recentemente, quando è stata ventilata la possibilità di attribuire il Piolet d'oro, all'Arca dei Venti, la via del lecchese. A quest'ultimo invece si deve credere, perché lui non solo sache il trentino non è passato, in quanto non ha riconosciuto la descrizione dell'itinerario, non ha trovato chiodi, ma è anche il depositario di una confessione, fatta privatamente.
Senza prove, naturalmente. In questo caso vale la parola di re, alla Faruk.
Qui i casi sono due. Il primo è che veramente Salvaterra si sia esposto in questo modo, e allora, poiché siamo in libertà di opinione, ci possiamo permettere di ritenerlo un grande alpinista, ma un ancora più grande contaballe. Ricordiamo la già invocata sacra assenza di prove: c'è chi crederà solo quando vedrà i chiodi, chi quando avrà la registrazione o un documento scritto attestante con certezza l'ammissione. L'altra possibilità è che Spreafico abbia forzato la mano un po' troppo, trasformando in una rivelazione a sorpresa cose che Maestri ha già detto: per esempio che il fungonon lo ha salito, ai tempi della via del compressore, considerandolo una mutevole superfetazione del monte. Probabilmente ambedue le spiegazioni sono in parte valide. Perché questa è, sostanzialmente, una guerra di Ragni.
Il Ragno delle Dolomiti contro quelli di Lecco, sino dai tempi di Carlo Mauri, che nel 1958 tenta la cima, assieme a Walter Bonatti, da Ovest, mentre Bruno Detassis guida i trentini da Est. Entrambe le spedizioni falliscono l'obiettivo della prima assoluta.
Ma l'anno dopo Maestri è di nuovo lì. Lo accompagna all'attacco Cesarino Fava, il trentino emigrato in Sudamerica, suo ispiratore, con una lettera di alcuni anni prima. Compagno di cordata è Toni Egger, grande esperto di ghiaccio. Proprio le sue qualità, e lo stato della parete, consentono una salita relativamente rapida.
Nella discesa, con il tempo in peggioramento, la tragedia: Egger è spazzato via da una valanga, Maestri riesce faticosamente a calarsi con un pezzo di corda, vola a pochi metri dalla crepaccia terminale sotto la parete, ormai incosciente, è tratto in salvo da Fava.
A insinuare dubbi sulla riuscita dell'impresa, si diceva, è il 'Bigio". Dopo i 37 inutili giorni di lotta sulla cresta Sud-Est di una spedizione inglese («Fuggimmo come soldati sconfitti dopo una battaglia perduta, giù nelle tenebre patagoniche», scrisse Dougal Haston), dopo vani tentativi di giapponesi e argentini, i lecchesi ritornano al Torre nel '59-60. Casimiro Ferrari e Piero Ravà si innalzano sul versante Ovest sino a 250 m dalla vetta. Poi rinunciano. «Montagna impossibile», sentenzia Mauri, senza neppure citare Maestri. Ma se si tratta di una vetta che nessuno può scalare, è chiaro che nessuno ce l'ha fatta.
Il Ragno delle Dolomiti replica: «È impossibile solo per chi non ne è all'altezza». E ha l'idea infelice di tornarci anche lui, con il famoso trapano ad aria compressa: «Ho paura del Torre. Ma ritornerò. Maledetto Torre, maledetta la volta che sono andato in Patagonia. Basta, sono stufo ne ho piene le balle di questo alpinismo di merda». E qui ci va messo il carattere di scavalcamontagne dell'uomo. Maestri non ha mai fatto nulla per rendersi simpatico, anzi. E la scalata con il compressore non è la cosa più carina da farsi, in questo momento. L'issare in parete la macchina dell' Atlas Copco non piace ai più. Si tratta di un esercizio di faticosissima e rischiosa acrobazia, che più che alpinismo appare una vendetta, uno sfregio, e probabilmente lo è. Una risposta feroce ai detrattori, ma anche alla più fascinosa cima del mondo. Così la rivista britannica Mountain, fieramente ostile a Maestri, e convinta della falsità delle sue dichiarazioni in merito alla prima salita, titola Rape of Torre, stupro, e di una montagna vergine.
Di qui un susseguirsi di polemiche, fomentate anche dalla stampa, sino all'impresa di Casimiro Ferrari, che arriva in vetta al Torre, con Mario Conti, Daniele 'Ciapin" Chiappa e Pino Negri.
È il '74, e, pur nei grandi festeggiamenti la salita non viene accreditata come una prima.
Ma lo scorso anno Salvaterra e Garibotti salgono dalla parte di Maestri ed Egger, dichiarano che di chiodi non ne hanno visti, che la morfologia della parete, specie per quanto attiene al ghiaccio, non conferma le dichiarazioni rese dal trentino, e che quindi si tratta di prima ascensione di versante.
Ma anche, suggerisce l'autore, di prima assoluta per Ferrari: pur se la via del compressore, odiosa o no, rimane inconfutabile, Maestri ha rinunciato agli ultimi metri di ghiaccio.
E qui corre l'obbligo di ricordare che Giorgio Spreafico è un bravo giornalista – davvero, non nel senso dell' honorable manshakespeariano – che scrive però su La Provincia, giornale di Lecco e Como, curando una Pagina della montagnasettimanale che è un po' la Pagina dei Ragni. Che ha scritto Orme su vette lontane, la storia dell'alpinismo lecchese nel mondo. Che, insomma, è naturalmente orientato (così come certamente l'estensore di questo pezzo guarda positivamente a Maestri, che pure trenta-quarant'anni fa trovava caratterologicamente insopportabile).
Certo, l'autore può dire: io ho studiato a lungo, approfondito, ho parlato con tutti (non con Maestri che continua ad averne le scatole piene di questa storia), ma il fatto è che Spreafico monta i pareri alternando i pro ai contrari, ma rievocando e ridando potentemente voce a questi ultimi ( Le voci dal silenzio titola un capitolo, per non parlare dell'ignobile A me l'ha detto, altro capitolo).
Ricorda, un po' random, i tanti grandi oggetto di polemiche, da Mallory a Bonatti, Messner, Cesen, Bukreev, ma soprattutto fa lavorare il dubbio. Qualcosa resterà, diceva Voltaire.
E così quei lecchesi che nel '70 sono tornati con le pive nel sacco (ma gridando in coro «Sìììì!!», alla domanda: «È sicuro che Maestri il Torre non l'ha fatto?», svela Spreafico), quei lecchesi che nel '74 sono arrivati in cima su un monte dalle altezze dolomitiche con una spedizione degna dei colossi himalaiani per tempi e spiegamenti di forze, quei lecchesi che hanno salito la faccia Nord, otterrano in qualche modo il riconoscimento delle prime, almeno sub condicioneo a pari merito.
Torniamo all' incipit: Dubitare delle parole di un alpinista è da vigliacchi? Lecito scegliere: a livello di opinione personale diremmo di sì.
Il Forum è uno spazio dincontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dellalpinismo, dellarrampicata e dellescursionismo.
La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.