
Si scriveva il 1987: insieme a Klaus andai a ripetere la via Steinkötter al Mur del Piscadù, una salita allora (e anche adesso...) pochissimo frequentata, pur offrendo una sostenuta arrampicata su roccia eccellente...
Nella stessa estate Walde e Hainz tracciarono una via sul estremità destra della parete, percorrendo in alto lo spigolo del pilastro...
Con il mio amico Stefan ci interessammo al settore centrale del muro - fra le due vie, per intendersi - dove ci sembrava di scorgere un'intrigante linea di salita...


In quegli anni l'arrampicata libera era intesa come superamento di difficoltà con il supporto possibilmente ridotto di materiale... anche per le protezioni...


Un bel muro quella parete... dritto e senza interuzioni, dall'attacco fin su all'uscita...

Per farla breve, nel autunno del '91 attaccammo la parete, salendo con entusiasmante arrampicata per sette lunghezze...



Questa fessura, come controindicazione, è spesso bagnata... quindi aspetta che si asciughi... aspetta e spera... e in tanto passa il tempo...

prima di scomodarsi...

Come a volte accade, nel frattempo fummo impegnati da altri progetti, tentativi e appassionate dedizioni...


Però succedeva che ogni volta che da Corvara salivo al Passo Gardena, sbirciavo quella parete... con occhio velleitario...

Nel frattempo furono realizzate altre vie: Oro e carbone (che ricalcava il primo tiro del nostro tentativo, tenendosi poi immediatamente a destra di esso), Anton aus Tirol ed altre ancora.
La nostra linea ipotizzata era rimasta intosa, anche se la maglia di vie si stringeva in modo inquietante...

Così, fine luglio di quest'anno, decidemmo di 'posare' il cappello sulla via iniziata... ben 14 anni prima... meglio tardi che mai...

Ed è stato divertente quella mattina, mettersi in coda sulla prima lunghezza di Oro e carbone...

Un simpatico ragazzo austriaco, vedendoci tirare fuori chiodi, mezzo metro di legna, ganci... e tutto ciò che serve per andare in avanscoperta... ci chiese incuriosito cosa intendavamo fare...

Nella penultima lunghezza uno strapiombo per niente banale, su roccia strana e difficile da proteggere, che Stefan superò brillantemente con due chiodini a pressione...
Unica nota dolente... la discesa... lungo la Val Setùs...


Ohi.. ohi... che male ai piedini...



Sono stato prolisso stavolta...
I.
Sulla prima lunghezza di Oro e carbone (che ricalca il tentativo del'91).
Stefan nel secondo tiro.
Lo strapiombo delicato nel penultimo tiro.