Tre Cime di Lavaredo e Croda dei Toni: grandi salite

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Tre Cime di Lavaredo e Croda dei Toni: grandi salite

Messaggioda Franz77 » mer ago 24, 2005 15:24 pm

Ciao tutti,
appena di ritorno dalla Dolomia,
ecco il report delle nostre "imprese"...
eravamo io e i mitici Paglia, Catena e Daverose.

Anche se "solo" dalle normali..per noi è stata una bella cavalcata!!!

Drei Zinnen:
Eccoci finalmente anche quest?anno alla tanto agognata settimana di arrampicate dolomitiche. Dopo il Brenta della passata ??edizione??, la nostra meta è stavolta la zona di Ampezzo e di Sesto a cavallo tra Veneto e Alto Adige. Cambiano i compagni, ma l?entusiasmo e la voglia di conquistare sono sempre al massimo. Partiamo sabato 13. Recuperatomi in quel di Bergamo, col buon Catena siam sotto il sole cocente ad aspettare al casello di Rovato il perennemente ritardatario Paglia. Formata la macchinata a tre siam ora diretti all?Autobrennero. Le previsioni di traffico eran poco rassicuranti nei giorni passati, ma quelle del giorno stesso danno traffico solo fino ad Affi. Una gran bufala: da Affi fino a Trento procediamo a singhiozzo a non più di 30 km/h alternando statale ad austostrada tra le imprecazioni del Catena. Giunti a Trento, non potendone più, optiamo per la Val Sugana, Feltre, Belluno e Auronzo. Viaggio interminabile (400 km in 8 ore!!!!). Quando alle 20 siam al Rifugio Auronzo pagato il profumato pedaggio, sta anche diluviando! Preparatici alla bene meglio, ci incamminiamo: il mio zaino pesa 33,5 kg!!!! Giunti al Rifugio Lavaredo, una veloce cena e siam in branda speranzosi. L?indomani tempo inizialmente discreto (cappa di nuvole oltre i 2500, ma azzurro all?orizzonte), partiamo ben convinti per la CIMA OVEST, 2973 m. Risalito il faticoso canale ghiaioso tra la suddetta e la Cima Grande, giungiamo ai bolli della normale. Ci imbraghiamo e attacchiamo. L?itinerario ben segnalato da bolli arancioni fa degli strani giri su per il canale tra rocce di II e ghiaie. Il percorso è contorto e complicato ma procediamo veloci. Un caminetto di II+ ci richiede un attimo di attenzione in più ma la corda rimane ancora in saccoccia. L?esposizione aumenta creando qualche disagio al buon Paglia. Eccoci con scorci sempre più ampi al muretto di III+. Vengo assicurato e lo supero con facilità, d?altronde gli appigli abbondano. Un altro muro di II definito delicato tuttavia sembra insuperabile senza un cordino in loco. Finalmente alla croce di vetta, la visuale sulla Grande ci è negata, ma a nord godiamo di un buon panorama. Fatte le foto di rito cominciam la discesa. Giunti all?attacco comincia a piovere e siam immersi nella nebbia. Giungiam alla stradina di corsa tra gli occhi atterriti dei vari turisti presenti. Le scarpette sono rimaste nel sacco (inutili). Torniamo al rifugio e ceniamo. Fuori il diluvio. L?indomani tempo sereno, ma già minacciosi nuvoloni all?orizzonte. Siam nel canale tra la CIMA GRANDE 2999 m e la Piccola. L?attacco della rampa è evidente nonostante la mancanza dei ??promessi?? segnali. In breve sempre in libera con passaggi di I, II e II+ siam alla forcella presso la Piramide. Di qui, anzichè proseguire per il sentierino lungo la cengia superiamo la variante di III- sempre in libera. Dopo altri passaggi divertenti siam al passaggio chiave: un umido camino di III+ che superiam tutti con atletico e buffo movimento (stavolta corda d?obbligo, ma scarpette nello zaino). Ancora II e siam alla cengia donde girato un versante per gli ultimi caminetti siamo alla croce. Comincia a nevischiare ma poco ci preoccupiamo e dopo aver sgranocchiato qualcosa cominciam la discesa con il ritorno del sole. Soddisfazione grande anche se il Catena soffre un po? per il modo un po? insicuro del Paglia di superare certi passaggi in libera...Ritornati alla base e al rifugio, al reclamo circa la mancanza di verticali del Paglia, questi risponde con la frase ormai divenuta storica: ??Eran già troppo verticali loro!!!??. In serata giunge anche il grande Daverose. Dopo un diverbio con le rifugiste che con non poco inganno ci fan pagare anche le colazioni non consumate (stava scritto nel regolamento, da noi tacitamente accettato) ci corichiamo. La mattina seguente il cielo è grigio. Al suonar della sveglia, Il Catena, che assalito dagli incubi della salita precedente e dalla ??motosega?? di qualcuno non ben precisato...(ma immaginabile...) non ha chiuso occhio, rimane nascosto sotto le coperte. Il Paglia non si lamenta più di tanto per la mancanza del socio e solo io e Davide ci incamminiamo verso la CIMA PICCOLA 2857 m. Nevischia, ma Davide è fiducioso nel miglioramento che avverrà in giornata; unica nota dolente iniziale un forte vento che non ci tocca perchè quasi sempre protetti che ci infastidisce e deconcentra per l?assordante sibilo. L?attacco è poco oltre quello della Grande e il primo tratto abbastanza facile (I, II), ma una ??variante del Franz?? un po? esposta mi fa utilizzare la corda per assicurare l?entusiastico Davide al motto ??Franz, sapessi quanto mi costa (salire in libera): ho la mia mogliettina a casa!!!??. I passaggi si fan più difficili e le protezioni diventano d?obbligo anche per me. Giunti ad una caratteristica nicchia, uno strapiombetto di III e siam all?inizio della mitica Traversata di Parete, ovviamente ribattezzata Traversata degli Dei. 80 metri di terrazzino orizzontale di mezzo metro senza un granchè di appigli e soprattutto con due soli chiodi e zero possibilità di protezioni volanti. Per evitare un antipatico pendolo (comunque improbabile vista la semplicità del passaggio, ma psicologicamente agghiacciante, viste anche le maledizioni di una persona innominabile...) pianto due chiodi che lasciamo in loco. Il vento poi, pur non creando problemi sbatte contro le pareti della Grande provocando un frastuono altamente deconcentrante. In seguito, dopo un po? di dubbi sulla correttezza dell?itinerario, i muretti di III sono numerosi, in grande esposizione ma facilmente superabili: ovviamente zero chiodi e friends a go-go. Giunti alla base della cuspide sommitale un bel sole caldo ci riscalda finalmente. Un delicato traverso di III+ e siam sotto il famoso camino Zigmondy. Il passaggio di IV+ un po? atletico ma non impossibile ci consegna senz?altro alla vetta dove la soddisfazione è massima. Le 12 doppie di discesa verticali per un itinerario differente e il canale insidioso finale saranno la giusta conclusione di una troppo lunga giornata, dai toni molto esaltanti che vede il battesimo di Davide a difficoltà più alpinistiche che non tecniche. Peccato per i suoi piedi e un po? il suo fisico distrutto da quest?esperienza...Tornati al rifugio dove i nostri due soci ben riposati ci attendono desiderosi del nostro report...ci incamminiamo verso il rifugio Pian di Cengia dove tra una cosa e l?altra giungiamo con una fantastica luna piena alle 22. Il tempo di un panino e tutti in branda. L?indomani (mercoledì 17 agosto) salta la Croda de Toni e si opta per una facile escursione per le ferrate del MONTE PATERNO 2744 m. Peccato che sia proprio (C.V.D.) la giornata più splendente e più a lungo stabile della settimana!!! Il buon Davide tuttavia declina anche questa opzione e si gusta la pace e l?accoglienza del buon rifugio. Il giorno seguente ci aspetterà una dura faticaccia...

Zwolfer:
La sveglia suona molto presto al Rifugio Pian di Cengia. Tutti dormono profondamente, chi al piano superiore chi a quello inferiore. Molta gente si gira dalla parte opposta infastidita dalla luce delle frontali. D?altronde non sono in molti quelli che vengono a questo rifugio per far la Croda dei Toni. La maggior parte sono turisti o trekkers. Ciò non è dovuto alla qualità della meta che è quasi più bella delle vicine e più famose Tre Cime, ma per la complessità della salita, per la lunghezza, per i pericoli oggettivi (vedi un po? il nome...)...In ogni caso siam ben in sette a far colazione fuori (dentro non c?è un buco libero e la gente dorme) al freddo pungente delle 4e30 del mattino. Siam noi 4 (io, Catena, Paglia & Daverose), finalmente tutti assieme dopo le Tre Cime dei giorni scorsi salite alternati, e tre veneti conosciuti la sera prima. La luce delle frontali ci ritorna in faccia per la nebbia fitta. Dopo l?attesa del solito Paglia che ad un certo punto sparisce alla vista...siam lungo il nuovo (3 settimane) sentiero attrezzato che porta all?attacco e al Bivacco De Toni. Ci è da guida in questo tratto Davide che è stato in perlustrazione il giorno prima mentre noi altri eravam al Paterno a far la coda...Camminiamo inconsapevoli del vuoto sotto di noi. Unica percezione di questo qualche sassetto che smuovo e del quale non sento il tonfo. Quando però comincio a veder di più per l?approcciarsi del giorno maledico quel momento e benedico l?oscurità che non mi permetteva di vedere lo strato denso di nubi che copre tutto e non permette di vedere né le cime né le valli. Ma il Davide è fiducioso..e crediamogli. Giungiamo alla cengia di attacco. Sono avanti di qualche decina di metri. Si sale per canaletti e caminetti seguendo il percorso più intuitivo, ometti e bolli sbiaditi. Alla prima vera difficoltà un tiro di corda serve per assicurare colui al quale costa di più (;-)))) ma subito dopo procediamo ancora in libera. Il tempo in tanto è decisamente migliorato (e brao Dave) e il sole, pur non toccandoci mai per l?esposizione, illumina le cime attorno: siamo sicuramente più sereni e convinti della salta. La via è lunga complessa, ambigua a volte. I segni spariscono (come da relazione) e ricompaiono poi. I tiri si susseguono. Io e Marco, capocordata dei veneti, ci alterniamo nella ricerca degli itinerari più logici. A volte sbaglia lui, a volte io. Anche le nostre relazioni sono contraddittorie (a mio avviso la migliore è la Visentin). Nel vallone immenso e nascosto della Croda si sentono solo le nostre voci e il battere sordo dei martelli sui chiodi. Di soste ce ne sono poche, di chiodi meno, a volte la roccia è marcia e nemmeno i chiodi rimangono.... Ma si prosegue e si sale costantemente. Difficoltà sempre contenute (III e III+), ma le difficoltà di questa salita non sono sicuramente tecniche bensì ambientali! I tiri sono 17 quando arriviamo alla grande cengia sotto la vetta e i veneti alle nostre spalle non si vedono da un po?. Intanto i cumuli si sono moltiplicati incredibilmente con il passare del tempo e le nuvole ??torreggiano?? in maniera preoccupante oltre i 2500/3000 metri, ma ancora il sole è presente. La lunga traversata che supera tre versanti del monte (con un caratteristico ??passaggio del gatto??) ci porta agli ultimi 100 metri di II/II+ sul versante Fiscalino e alla croce di vetta. Qui ancora raggi di sole ci rassicurano e gli scorci sulle cime attorno ci regalano attimi indimenticabili. Dei veneti nessuna traccia. Svelti scendiamo con due doppie e arrampicata libera facile alla cengia e torniamo al versante della salita dove si trova anche la via di discesa (la più difficile (IV-V) via Drasch, ma con ottimi anelli di calata) che il Paglia (come fatto dai veneti) avrebbe percorso appena incontrata senza giungere in vetta. Le nuvole si sono organizzate però ora (nel giro di un?ora!!!) in qualcosa di terribile che si scaraventa sopra le nostre teste (o meglio caschi...) quando stiam scendendo lungo le doppie. Grandine e pioggia a secchiate, ma soprattutto, fulmini che creano frastuoni impressionanti e terribili. Le doppie seguono una strana linea obliqua incognita e ogni volta che cerco l?anello successivo ho sempre dei fondati dubbi di perdere la sosta. Ma anche con 4 dita di grandine al suolo non perdiamo un colpo. Tre tiri di doppie sotto vedo finalmente i veneti che procedono lentamente. Ogni tanto devo scuotere il Catena che trema dal freddo. La pioggia, che ad una sosta sotto una cascata ci era ormai entrata fino alle ossa, diminuisce e il più sembra passato. Vedo che il gruppo tutto sommato procede con un buon ritmo e nessuno sbaglia nulla. Non faccio tempo a pensarlo che vedo Davide dietro alle prese con il suono delle campane....la corda si è incastrata sopra uno sperone e non vuole saperne di scendere. All?improvviso un frastuono differente giunge alle nostre orecchie. E? tanto assordante quanto incognito all?inizio. Dietro lo sperone compare un elicottero del Soccorso Alpino che si dirige ai veneti sotto di noi. Vediamo il verricello che uno ad uno li recupera e li trasporta lontani dietro la cima. Pensiam di esser tornati soli (palesemente più affaticati di noi, anche in salita, devono aver chiamato i soccorsi per stanchezza, pensiamo. Ci auspichiamo nessun incidente e così è). Tuttavia, mentre io, il Paglia e il Davide siamo impegnati a liberare la corda che poi taglieremo, al Catena che sta attrezzando la sosta successiva compare la guida del Soccorso Alpino che è rimasta giù dall?elicottero ed è risalita dal punto di aggancio dei veneti. L?altoatesino (Helmut), con tono imperioso gli dice di mettere la corda in saccoccia e di prepararsi seduto al ritorno dell?elicottero. Essendo già in loco e vistici impegnati sulla parete han deciso di trasportare anche noi. Ammissione anche da parte loro dell?imprevista sbuffata di freddo (non prevista dai bollettini) che non ha portato dei semplici temporali estivi, ma qualcosa di ben più potente (Davide era furente). Ho un certo brivido quando vedo il Catena issato appeso al verricello nel vuoto. E? la volta di Davide e l?elicottero riparte dietro le nubi, lasciando me, il Paglia ed Helmut in attesa. Sono un po? scontento dell?intervento del Soccorso, ma lo valuto come positivo soprattutto per i due più provati dalla pioggia (Catena) e dalle difficoltà (Davide). Mentre ho questi pensieri che mi frullano in testa, tuttavia non si sentono più frullare le pale dell?elicottero e una fitta nebbia avvolge tutto. Dai messaggi via ricetrasmittente intuisco che non se ne fa più nulla: Helmut ci scorterà alla base della parete ove troveremo il gestore del rifugio con altri due che ci porteranno al calduccio del rifugio. L?ora di attesa sotto la pioggia non mi ha infreddolito più di tanto e sono ancora tonico. In breve siam alla base e felicemente con gli altri brindare per il buon esito dell?avventura e anche a riflettere su tutti i pro e contro e sui vari ??se?? e i vari ??ma??. A pensare al futuro, all???io vado in cima??..ma un pensiero va anche al povero alpinista che ha trovato la morte proprio sulla Cima Piccola di Lavaredo esattamente in quelle ore. Il giorno dopo, in una giornata fantastica (che nel pomeriggio si tramuterà in temporale ma di dimensioni ben minori) pigramente ci prepariamo e viste le previsioni per il weekend (naufraga il previsto Antelao) e la non voglia dell?ormai demotivato Paglia torniamo alla macchina e a casa in nottata, dopo la piacevole sosta mangereccia a casa di Davide a Vicenza. Ognuno durante il viaggio di ritorno avrà più pensieri del solito e le chiacchiere lasceranno più spazio alla introspezione. In ogni caso grazie Croda dei TUONI. E grazie ai miei validi compagni.


Una bella selezione di foto sul forum di on-ice
per chi non è iscritto ci vuole un attimo!!!!
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Re: Tre Cime di Lavaredo e Croda dei Toni: grandi salite

Messaggioda AlbertAgort » ven ago 26, 2005 13:15 pm

luigi dal re ha scritto:magari se riesci a essere un pò più conciso qualcuno ti risponde.



ho provato a fare un sunto automatico con Microsoft word ®

Cambiano i compagni, ma l?entusiasmo e la voglia di conquistare sono sempre al massimo. Partiamo sabato 13. Recuperatomi in quel di Bergamo, col buon Catena siam sotto il sole cocente ad aspettare al casello di Rovato il perennemente ritardatario Paglia. Quando alle 20 siam al Rifugio Auronzo pagato il profumato pedaggio, sta anche diluviando! Preparatici alla bene meglio, ci incamminiamo: il mio zaino pesa 33,5 kg!!!! Giunti al Rifugio Lavaredo, una veloce cena e siam in branda speranzosi. L?esposizione aumenta creando qualche disagio al buon Paglia. Eccoci con scorci sempre più ampi al muretto di III+. Giungiam alla stradina di corsa tra gli occhi atterriti dei vari turisti presenti. Torniamo al rifugio e ceniamo. Siam nel canale tra la CIMA GRANDE 2999 m e la Piccola. L?attacco della rampa è evidente nonostante la mancanza dei ??promessi?? segnali. In breve sempre in libera con passaggi di I, II e II+ siam alla forcella presso la Piramide. Dopo altri passaggi divertenti siam al passaggio chiave: un umido camino di III+ che superiam tutti con atletico e buffo movimento (stavolta corda d?obbligo, ma scarpette nello zaino). Ancora II e siam alla cengia donde girato un versante per gli ultimi caminetti siamo alla croce. Ritornati alla base e al rifugio, al reclamo circa la mancanza di verticali del Paglia, questi risponde con la frase ormai divenuta storica: ??Eran già troppo verticali loro!!!??. Al suonar della sveglia, Il Catena, che assalito dagli incubi della salita precedente e dalla ??motosega?? di qualcuno non ben precisato...(Giunti alla base della cuspide sommitale un bel sole caldo ci riscalda finalmente. Tornati al rifugio dove i nostri due soci ben riposati ci attendono desiderosi del nostro report...In ogni caso siam ben in sette a far colazione fuori (dentro non c?è un buco libero e la gente dorme) al freddo pungente delle 4e30 del mattino. Siam noi 4 (io, Catena, Paglia & Daverose), finalmente tutti assieme dopo le Tre Cime dei giorni scorsi salite alternati, e tre veneti conosciuti la sera prima. Dopo l?attesa del solito Paglia che ad un certo punto sparisce alla vista...siam lungo il nuovo (3 settimane) sentiero attrezzato che porta all?attacco e al Bivacco De Toni. Camminiamo inconsapevoli del vuoto sotto di noi. Giungiamo alla cengia di attacco. Alla prima vera difficoltà un tiro di corda serve per assicurare colui al quale costa di più ( ))) ma subito dopo procediamo ancora in libera. Nel vallone immenso e nascosto della Croda si sentono solo le nostre voci e il battere sordo dei martelli sui chiodi. La lunga traversata che supera tre versanti del monte (con un caratteristico ??passaggio del gatto??) ci porta agli ultimi 100 metri di II/II+ sul versante Fiscalino e alla croce di vetta. Dei veneti nessuna traccia. Svelti scendiamo con due doppie e arrampicata libera facile alla cengia e torniamo al versante della salita dove si trova anche la via di discesa (la più difficile (IV-V) via Drasch, ma con ottimi anelli di calata) che il Paglia (come fatto dai veneti) avrebbe percorso appena incontrata senza giungere in vetta. Non faccio tempo a pensarlo che vedo Davide dietro alle prese con il suono delle campane....All?improvviso un frastuono differente giunge alle nostre orecchie. Ho un certo brivido quando vedo il Catena issato appeso al verricello nel vuoto. Sono un po? scontento dell?intervento del Soccorso, ma lo valuto come positivo soprattutto per i due più provati dalla pioggia (Catena) e dalle difficoltà (Davide). Dai messaggi via ricetrasmittente intuisco che non se ne fa più nulla: Helmut ci scorterà alla base della parete ove troveremo il gestore del rifugio con altri due che ci porteranno al calduccio del rifugio. A pensare al futuro, all???io vado in cima??..Ognuno durante il viaggio di ritorno avrà più pensieri del solito e le chiacchiere lasceranno più spazio alla introspezione.
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Re: Tre Cime di Lavaredo e Croda dei Toni: grandi salite

Messaggioda Franz77 » ven ago 26, 2005 13:17 pm

luigi dal re ha scritto:magari se riesci a essere un pò più conciso qualcuno ti risponde.


Hai ragione anche tu...
ma quando mi faccio prendere, mi faccio prendere.. :D :D

in ogni caso...

salite le normali di queste fantastiche montagne
la ovest e la grande sono fondamentalmente delle "passeggiate"
con pochi passaggi "impegnativi" al massimo di III
-sulla Ovest un solo passaggio di III assicurandosi con la corda
altri passaggi di II-II+ in libera e in doppia in discesa
-alla Grande: 4 tiri di corda per un passo max di III+ e variante dalla forcella di III- in libera
6 doppie in discesa
sono con me Catena & Paglia.
tempo incerto ma con ampi scorci che non han rovinato assolutamente le salite!!!!
la piccola è un gradino sopra...con le scarpette...molti passi di III
grande esposizione
camino finale di IV esaltante
12 doppie in discesa
mi è è compagno Daverose
alla Croda de Toni in discesa ci coglie un terribile temporale. Tre alpinisti veneti in discesa sotto di noi chiamano i soccorsi. Arriva l'elicottero che riesce a far solo tre voli: in uno prende 2 della nostra comitiva
bollettino meteo ARPA completamente errato per la giornata...oltre ai classici temporali pomeridiani dolomitici, sbuffata di gran freddo
giornata luttuosa per il morto sulla Piccolissima
consiglio vivamente la Piccola
per gli amanti dell'avventura la Toni

spero di esser riuscito a riassumere...
comunque le foto sul forum di on-ice sono moooooolto esplicative!!!

ciauzzzz
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Re: Tre Cime di Lavaredo e Croda dei Toni: grandi salite

Messaggioda Franz77 » ven ago 26, 2005 13:19 pm

AlbertAgort ha scritto:
luigi dal re ha scritto:magari se riesci a essere un pò più conciso qualcuno ti risponde.



ho provato a fare un sunto automatico con Microsoft word ®

Cambiano i compagni, ma l?entusiasmo e la voglia di conquistare sono sempre al massimo. Partiamo sabato 13. Recuperatomi in quel di Bergamo, col buon Catena siam sotto il sole cocente ad aspettare al casello di Rovato il perennemente ritardatario Paglia. Quando alle 20 siam al Rifugio Auronzo pagato il profumato pedaggio, sta anche diluviando! Preparatici alla bene meglio, ci incamminiamo: il mio zaino pesa 33,5 kg!!!! Giunti al Rifugio Lavaredo, una veloce cena e siam in branda speranzosi. L?esposizione aumenta creando qualche disagio al buon Paglia. Eccoci con scorci sempre più ampi al muretto di III+. Giungiam alla stradina di corsa tra gli occhi atterriti dei vari turisti presenti. Torniamo al rifugio e ceniamo. Siam nel canale tra la CIMA GRANDE 2999 m e la Piccola. L?attacco della rampa è evidente nonostante la mancanza dei ??promessi?? segnali. In breve sempre in libera con passaggi di I, II e II+ siam alla forcella presso la Piramide. Dopo altri passaggi divertenti siam al passaggio chiave: un umido camino di III+ che superiam tutti con atletico e buffo movimento (stavolta corda d?obbligo, ma scarpette nello zaino). Ancora II e siam alla cengia donde girato un versante per gli ultimi caminetti siamo alla croce. Ritornati alla base e al rifugio, al reclamo circa la mancanza di verticali del Paglia, questi risponde con la frase ormai divenuta storica: ??Eran già troppo verticali loro!!!??. Al suonar della sveglia, Il Catena, che assalito dagli incubi della salita precedente e dalla ??motosega?? di qualcuno non ben precisato...(Giunti alla base della cuspide sommitale un bel sole caldo ci riscalda finalmente. Tornati al rifugio dove i nostri due soci ben riposati ci attendono desiderosi del nostro report...In ogni caso siam ben in sette a far colazione fuori (dentro non c?è un buco libero e la gente dorme) al freddo pungente delle 4e30 del mattino. Siam noi 4 (io, Catena, Paglia & Daverose), finalmente tutti assieme dopo le Tre Cime dei giorni scorsi salite alternati, e tre veneti conosciuti la sera prima. Dopo l?attesa del solito Paglia che ad un certo punto sparisce alla vista...siam lungo il nuovo (3 settimane) sentiero attrezzato che porta all?attacco e al Bivacco De Toni. Camminiamo inconsapevoli del vuoto sotto di noi. Giungiamo alla cengia di attacco. Alla prima vera difficoltà un tiro di corda serve per assicurare colui al quale costa di più ( ))) ma subito dopo procediamo ancora in libera. Nel vallone immenso e nascosto della Croda si sentono solo le nostre voci e il battere sordo dei martelli sui chiodi. La lunga traversata che supera tre versanti del monte (con un caratteristico ??passaggio del gatto??) ci porta agli ultimi 100 metri di II/II+ sul versante Fiscalino e alla croce di vetta. Dei veneti nessuna traccia. Svelti scendiamo con due doppie e arrampicata libera facile alla cengia e torniamo al versante della salita dove si trova anche la via di discesa (la più difficile (IV-V) via Drasch, ma con ottimi anelli di calata) che il Paglia (come fatto dai veneti) avrebbe percorso appena incontrata senza giungere in vetta. Non faccio tempo a pensarlo che vedo Davide dietro alle prese con il suono delle campane....All?improvviso un frastuono differente giunge alle nostre orecchie. Ho un certo brivido quando vedo il Catena issato appeso al verricello nel vuoto. Sono un po? scontento dell?intervento del Soccorso, ma lo valuto come positivo soprattutto per i due più provati dalla pioggia (Catena) e dalle difficoltà (Davide). Dai messaggi via ricetrasmittente intuisco che non se ne fa più nulla: Helmut ci scorterà alla base della parete ove troveremo il gestore del rifugio con altri due che ci porteranno al calduccio del rifugio. A pensare al futuro, all???io vado in cima??..Ognuno durante il viaggio di ritorno avrà più pensieri del solito e le chiacchiere lasceranno più spazio alla introspezione.


grande albert
grazide per il riass
...non si capisce un c...
buffo però!!!!!!

ciaps
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Re: Tre Cime di Lavaredo e Croda dei Toni: grandi salite

Messaggioda Feo » ven ago 26, 2005 13:53 pm

Franz77 ha scritto:
alla Croda de Toni in discesa ci coglie un terribile temporale. Tre alpinisti veneti in discesa sotto di noi chiamano i soccorsi. Arriva l'elicottero che riesce a far solo tre voli: in uno prende 2 della nostra comitiva
bollettino meteo ARPA completamente errato per la giornata...oltre ai classici temporali pomeridiani dolomitici, sbuffata di gran freddo



Si...si... da la colpa al bollettino! :twisted:
Feo c'è! ... o ci fa?
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Re: Tre Cime di Lavaredo e Croda dei Toni: grandi salite

Messaggioda Franz77 » ven ago 26, 2005 14:40 pm

luigi dal re ha scritto:Sulla Croda dei Toni è molto bella la Drasch,e non arriva al V ma presenta solo due brevi tratti di IV.é sicuramente più veloce della normale.


Promessa che la prossima volta (passerà un bel po' credo poichè raramente ripeto...con tutto quello che mi manca in giro...) la farò...

il problema è che tutte le relazioni che avevamo (da ALP a Visentin) davano la salita per la normale...avevamo solo delle info dal rifugista.
Avessimo avuto più notizie l'avremmo sicuramente percorsa.
In realtà a vederla mi sembrava abbastanza umida (e questo prima dell'arrivo del temporale)

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Re: Tre Cime di Lavaredo e Croda dei Toni: grandi salite

Messaggioda Franz77 » ven ago 26, 2005 14:46 pm

Feo ha scritto:
Franz77 ha scritto:
alla Croda de Toni in discesa ci coglie un terribile temporale. Tre alpinisti veneti in discesa sotto di noi chiamano i soccorsi. Arriva l'elicottero che riesce a far solo tre voli: in uno prende 2 della nostra comitiva
bollettino meteo ARPA completamente errato per la giornata...oltre ai classici temporali pomeridiani dolomitici, sbuffata di gran freddo



Si...si... da la colpa al bollettino! :twisted:


Primo non dò la colpa a nessuno
noi eravmo intenti alla discesa ed eravam ben lontani dal pensiero di chiamare i soccorsi. Eravamo al punto di giunzione inferiore tra la normale e la Drasch. Tre doppie e facili roccette ed eravam alla base.

Secondo: il bollettino dava temporali pomeriggio/sera al 40/60%
quando è arrivato Hemut, del soccorso alpino di Sesto e io gli ho detto che eravam autosufficienti mi ha detto di non discutere che il peggioramento in corso non era stao previsto così forte e poteva divenire pericoloso rimaner in via...

peccato che l'ultimo volo non è stato possibile e abbiam aspettato in vano un'ora sotto l'acqua per poi, giunte le nebbie, farcela comunque con le nostre gambe.
Il peggio era ormai passato (grandine e fulmini). In seguito pioggerella leggera innocua.

Colpe?
magari giunti all'incrocio superiore con la Drasch scendere subito e non andare in cima. Ma le premesse eran ben diverse ed in vetta c'era ancora sole.
Quando vado in montagna tendo a non affidarmi ciecamente a quello che dicono gli altri. Il bollettino era sottostimato. Poco male. Si scende e mosca!!!!

F
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Messaggioda zorro2 » ven ago 26, 2005 22:20 pm

Sapresti dirmi da dove si prende in discesa la variante Drasch (specialmente come si incontra il primo anello). Anni fa sono sceso per la normale e ci ho messo quasi tre ore.
I segni rossi sbiaditi in salita ci sono e poi "spariscono" perchè segnano la vecchia via di discesa (se la segui in salita ci sono alcuni tratti di IV+ abbastanza belli, forse gli unici interessanti della salita per il percorso normale).
In effetti la Croda dei Toni è proprio un bel monte con vie grandiose ma l'arrivare in cima (magari già tardi) e sorbirsi la discesa per la via normale fa sì che, a parte la via normale, sia frequentata quasi solo da "veri" alpinisti, per quelli "falsi" come me sarebbe ben comodo trovare sta discesa che dicono abbastanza più rapida.
ciao
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Messaggioda Franz77 » sab ago 27, 2005 9:02 am

zorro2 ha scritto:Sapresti dirmi da dove si prende in discesa la variante Drasch (specialmente come si incontra il primo anello). Anni fa sono sceso per la normale e ci ho messo quasi tre ore.
I segni rossi sbiaditi in salita ci sono e poi "spariscono" perchè segnano la vecchia via di discesa (se la segui in salita ci sono alcuni tratti di IV+ abbastanza belli, forse gli unici interessanti della salita per il percorso normale).
In effetti la Croda dei Toni è proprio un bel monte con vie grandiose ma l'arrivare in cima (magari già tardi) e sorbirsi la discesa per la via normale fa sì che, a parte la via normale, sia frequentata quasi solo da "veri" alpinisti, per quelli "falsi" come me sarebbe ben comodo trovare sta discesa che dicono abbastanza più rapida.
ciao


ciao
è facilissimo trovare il primo anello
si trova tra il passaggio del gatto della cengia terminale e la forcella alta
unico "neo" è che devi farti una ganda di dieci metri su pietrisco instabile per raggiungerla...
sarebbe più comodo averne uno addossato alla parete...

in ogni caso c'è anche una pseudo traccia che conduce lì

è nero e grosso, impossibile non vederlo!!!!

okkio ke le calate sono tutte da 25 m ma non sono verticali
ce ne è una in particolare ove l'anello è 5 metri a sinistra

bye bye
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Messaggioda fluto » sab ago 27, 2005 11:22 am

il tuo racconto mi interessa molto , perché volevo fare la normale alla croda dei toni in solitaria.

sono ancora un po' indeciso perché, se fatta in autosicura, dovrebbe essere stralunga! (mi è bastata la normale al campanil basso di 15 gg fa 8O)

quanto avete impiegato dal pian di cengia all'attacco?
la colazione alle 4,30, ve l'hanno preparata o vi siete arrangiati con quello che avevate?

ciao
fluto

P.S. qualcuno ha informazioni fresche sulla la Drasch?
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Messaggioda zorro2 » sab ago 27, 2005 14:03 pm

fluto ha scritto:sono ancora un po' indeciso perché, se fatta in autosicura, dovrebbe essere stralunga! (mi è bastata la normale al campanil basso di 15 gg fa 8O)

P.S. qualcuno ha informazioni fresche sulla la Drasch?

ciao
se percorri la via normale "vecchia" non dovrebbe essere troppo problematico salire slegati (se vai sicuro sul III). trovi la mia relazione sul sito www.rampegoni.it. questa riporta la via normale con alcune varianti (il percorso che ho descritto segue sempre i vecchi segni rossi sbiaditi che segnano la vecchia via di discesa lungo la normale) con qualche tiretto più impegnativo (max. IV+) che ti forse ti conviene evitare da slegato.
per la variante drasch avevo trovato in internet un bel racconto di due che l'avevano fatta in salita con alcune piccole foto ma ora non riesco più a rintracciarlo.
se vai in autosicura penso che si perda abbastanza tempo. facendo in cordata una decina di tiri con calma ci avevamo messo circa 5 ore fino in cima.
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Messaggioda fluto » sab ago 27, 2005 14:24 pm

zorro2 ha scritto:se percorri la via normale "vecchia" non dovrebbe essere troppo problematico salire slegati (se vai sicuro sul III). trovi la mia relazione sul sito www.rampegoni.it.

già scaricata, molto dettagliata e precisa, come le altre sul sito, del resto.
infatti penso che fino al IV mi convenga salire slegato, altrimenti non arrivo più.

zorro2 ha scritto:facendo in cordata una decina di tiri con calma ci avevamo messo circa 5 ore fino in cima.


buono a sapersi. :D
ciao
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Messaggioda Franz77 » lun ago 29, 2005 11:12 am

fluto ha scritto:il tuo racconto mi interessa molto , perché volevo fare la normale alla croda dei toni in solitaria.

sono ancora un po' indeciso perché, se fatta in autosicura, dovrebbe essere stralunga! (mi è bastata la normale al campanil basso di 15 gg fa 8O)

quanto avete impiegato dal pian di cengia all'attacco?
la colazione alle 4,30, ve l'hanno preparata o vi siete arrangiati con quello che avevate?

ciao
fluto

P.S. qualcuno ha informazioni fresche sulla la Drasch?


Ciao
45 minuti dal Pian Cengia all'attacco
secondo me la fai tranquillamente tutta slegato...
se hai buona dimestichezza non ci sono problemi
solo assaggia ogni appiglio.... 8O
rispetto al Basso o alla Piccola è molto più facile
e non c'è mai una grande esposizione
l'ultimo caminetto di III è esposto ma appigliatissimo

(noi comunque abbiam seguito la Visentin piuttosto che la rampegoni, comunque complimenti per le relazioni del sito!!!!

in ogni caso per la grande e la piccola per me sovrastimate le difficoltà.


la colazione alle 4:30 , eravam in 7, prevedeva burro, marmellata, sacher, salume, formaggio, the, pane....
e alle 5:15 facevano anche un turno loro...!!!

posto eccezionale quel rifugio!!!!
ciauzzzz
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Re: Tre Cime di Lavaredo e Croda dei Toni: grandi salite

Messaggioda Gian » lun ago 29, 2005 15:14 pm

luigi dal re ha scritto:magari se riesci a essere un pò più conciso qualcuno ti risponde.

infatti par la tre cani
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