bravi boci, questo è andare in montagna

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda Pié » gio ott 24, 2013 15:43 pm

Rutto ha scritto:Il problema non è essere diversi, il problema è non ragionare per compartimenti stagni. E' dai tempi di Kant e Schiller che si cerca di rifuggire dalla parcellizzazione dell'attività umana.

Quando mi si chiede se sono uno scalatore, un rocciatore, un alpinsta o che, io non so cosa rispondere, perché a me piace fare normali comode, vie a chiodi, a spit, cascate, normali rognose, traversate escursionistiche, e compagnia cantante. Per me tutto è parte di un'unica attività/passione, un unico comune denominatore. Che magari era partito, tanti anni fa, come "conquista della vetta", e che ora, dopo varie esperienze e consocenze, come un piacevolissimo modo di stare all'aria aperta, vedere posti, stare nella natura in maniera esclusiva. Non cerco distinzioni settarie. L'avventura uno se la crea nella sua testa. La Torre Trieste può sotto quest'ottica diventare un palestrone come il Cimo. O un posto di grande ingaggio, come il Cimo. Dipende da noi. Chi al giorno d'oggi vive ancora i libri di Buhl e Bonatti come l'essenza stessa dell'esperienza alpinistica si è indubbiamente richiuso in un comodo guscio.


Pienamente d'accordo questa volta (purtroppo però, e lo dico sinceramente, i miei ricordi di filosofia sono troppo remoti per poterne disquisire). mi permetto solo di correggerti in modo pignolo sull'indubbiamente, ricordandoti che come non vuoi che sia assolutizzata l'opinione su quei due ragazzi che si son beccati 8 pagine di topic, non credo sia giusto da parte tua assolutizzare il tuo parere. Detto questo io penso che chi pratichi solo un'attività in montagna, sia essa falesia, alpinismo, cascate, boulder, ecc.. si perda tanto di quello che la montagna può offrire, ma non lo giudico migliore o peggiore: probabilmente ha sensibilità diverse dalle mie o magari non ha mai provato a fare dell' altro o invece magari a provato e non gli è piaciuto, o magari chi lo sa.

Certo che devi esser un bel peperino eh ;-)
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Messaggioda Pié » gio ott 24, 2013 15:44 pm

e comunque - 9 -
e comunque sempre in ritardo.. :(
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Messaggioda alberto60 » gio ott 24, 2013 15:48 pm

Rutto ha scritto:
Pié ha scritto:
alberto60 ha scritto:quelli che vanno solo al Cimo magari cercano soprattutto il gesto, il grado, la roccia ottima: arrampicata

Quelli che preferiscono l'Agner non disdegnano la roccia rotta e bagnata. Sono maggiormente attratti dalla severità dell'ambiente, dall'isolamento. Insomma dalla dimensione avventurosa: alpinismo

non è che uno è meglio dell'altro. E' solo diverso.

E' un male essere diversi?


concordo in pieno


E io in pieno dissento.
Perché sta tutto nella testa di chi si approccia. Se si è in confidenza con l'ambiente, e non si pensa alla competizione, e ad altro, per me l'attività in montagna, né sport puro, ma neppure eroica missione o bolla dove crediamo di essere migliori, diventa un diletto, nella consapevolezza dei pericoli e delle difficoltà che si scelgono. Ricordo che ci si può benissimo ammazzare anche in falesia a 5 minuti dall'auto. Il discorso è ovviamente molto più complesso di cosi, ma per motivi di tempo stringo. E seguo con interesse la tenzone su Ulisse, Aiace e Achille.

Opinioni personali, ovviamente. Che non hanno la pretesa di sminuire le vostre.


Ruttina, su questo non avevo dubbi
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Messaggioda il Duca » gio ott 24, 2013 16:48 pm

sö drèc ha scritto:
funkazzista ha scritto:I complimenti ai ragazzi vengono per l'impegno globale e per le
difficoltà che si affrontano in salite del genere...non certo
perchè hanno fatto una bella avventura....


Però l'avventura, intesa come "infilarsi in un posto in cui anche solo raggiungerlo è dura, dove non c'è passato nessuno, una parete selvaggia e immensa", beh aggiunge impegno al tutto. Non accrescerà la difficoltà strettamente tecnica, ma certo accresce la difficoltà generale (se non altro mentale e fisica).
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Messaggioda funkazzista » gio ott 24, 2013 16:57 pm

Quote sbagliato.
Quello giusto è:
il Duca ha scritto:
sö drèc ha scritto:I complimenti ai ragazzi vengono per l'impegno globale e per le
difficoltà che si affrontano in salite del genere...non certo
perchè hanno fatto una bella avventura....


Però l'avventura, intesa come "infilarsi in un posto in cui anche solo raggiungerlo è dura, dove non c'è passato nessuno, una parete selvaggia e immensa", beh aggiunge impegno al tutto. Non accrescerà la difficoltà strettamente tecnica, ma certo accresce la difficoltà generale (se non altro mentale e fisica).
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Messaggioda sö drèc » gio ott 24, 2013 17:07 pm

"infilarsi in un posto in cui anche solo raggiungerlo è dura, dove non c'è passato nessuno, una parete selvaggia e immensa"

questo lo chiamo impegno globale....

l'avventura sta dentro di noi :smt033

:lol:
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alpinismo

Messaggioda emanuele » gio ott 24, 2013 18:19 pm

Rutto:Chi al giorno d'oggi vive ancora i libri di Buhl e Bonatti come l'essenza stessa dell'esperienza alpinistica si è indubbiamente richiuso in un comodo guscio.
e continuerà a credere all'alpinismo come scuola di vita; se sei un tipo equilibrato e fai alpinismo resti tale, se sei un pirla e fai alpinismo resti un pirla, se sei depresso e fai alpinismo resti un depresso, non riesco a capire come si possa pensare che una attività(di diletto) come l'alpinismo possa modificare e migliorare la personalità di chiunque, semmai tende ad acuire gli aspetti di mistificazione e sicumera che sono in ciascuno di noi
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Messaggioda Rutto » gio ott 24, 2013 19:30 pm

Pié ha scritto: mi permetto solo di correggerti in modo pignolo sull'indubbiamente, ricordandoti che come non vuoi che sia assolutizzata l'opinione su quei due ragazzi che si son beccati 8 pagine di topic, non credo sia giusto da parte tua assolutizzare il tuo parere.


Non è un parere, è una constatazione: chi si fissa su un tipo "vecchio" di alpinismo, farà riferimento solo ed esclusivamente ad esso in maniera piuttosto acritica, senza valutare possibili scale di valori altre.

E son d'accordo anche con l'ultimo intervento qui sopra di emanuele.
Rutto
 

Messaggioda VECCHIO » gio ott 24, 2013 19:45 pm

Alcuni commenti........ e non chiamatele sentenze, sono mie opinioni...... stiamo scrivendo di tutto.
-dire prima invernale non ha nessun significato: le condizioni sono determinanti.
-la roba del grandissimo Bee non la fa nessuno perchè o è franata o è troppo un casino
-io ho cominciato a scalare seriamente a 22 anni quando è morto mio papà, mi sentivo responsabile come capofamiglia e avevo bisogno di essere sicuro di me stesso
-competere è umano e sbagliare pure, ma anche nascondere gli errori ed i fallimenti
-le classifiche in alpinismo son scemate per ignorantotti, in alpinismo c'è solo il riconoscimento di chi è competente e i premi servono per far capire qualcosa agli incompetenti, se non sono loro stessi, gli incompetenti, a dare i premi
-ora vado più in falesia che in montagna, è più comodo e si chiacchiera benissimo
-Ueli è un mostro, tutti quelli che fanno le normali degli 8000 da ieri sono degli escursionisti e quelli che ripetono le vie sono EE; sui 7000 e sui 6000 se si aprono vie nuove difficili come fa sempre Fowler si è forti !!!
-Ueli ha fatto una via nuova !!! su un 8000 molto pericoloso, da solo e quasi in giornata !!! Esplorativo, ingaggiante, performante, ?........ SUPERLATIVO, la moderna scalata alla Buhl e ci vorranno anni per rivedere roba così
-Aiace Achille è un aggancio forse poco felice per spiegare che il mio bestiale individualismo viene limitato benissimo dall'andare in montagna coi miei amici e questo è il mio alpinismo: è l'unica realizzazione che conosco per fondere la spinta sociale con quella individuale che è nella testa di ogni uomo.....per questo motivo continuo a parlare di alpinismo: si va dappertutto, non ci si fissa in una sola attività, altrimenti non è alpinismo.

Forse ho messo troppi spunti, ma non c'è da preoccuparsi, sono i miei soliti, continuerò a ripeterli, altro non ho...... per ora !
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
Scalare con gli esperti del cai... son sempre dei grossi guai...... questa mi piace
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Re: alpinismo

Messaggioda sergio-ex63-ora36 » gio ott 24, 2013 20:07 pm

emanuele ha scritto:
Rutto:Chi al giorno d'oggi vive ancora i libri di Buhl e Bonatti come l'essenza stessa dell'esperienza alpinistica si è indubbiamente richiuso in un comodo guscio.
e continuerà a credere all'alpinismo come scuola di vita; se sei un tipo equilibrato e fai alpinismo resti tale, se sei un pirla e fai alpinismo resti un pirla, se sei depresso e fai alpinismo resti un depresso, non riesco a capire come si possa pensare che una attività(di diletto) come l'alpinismo possa modificare e migliorare la personalità di chiunque, semmai tende ad acuire gli aspetti di mistificazione e sicumera che sono in ciascuno di noi


non passerei da un estremo all'altro...da attività che cambia solo in meglio ad attività che ci peggiora per forza...mah...

ci cambia come qualsiasi attività della nostra vita...qualche attività ci cambia di più altre di meno...in meglio o in peggio...ma anche questo è relativo...

più che altro mi pare che in qualche modo ci cambi quello che facciamo con "passione", che ci coinvolge, che ci fa "pensare" e far scelte non solo tecniche anzi...l'alpinismo, in senso lato, per chi lo ha nel sangue mi pare che incarni bene quanto sopra....

scuola di vita è un termine un po' troppo pomposo... :roll:
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Re: alpinismo

Messaggioda Odin Eidolon » gio ott 24, 2013 20:09 pm

emanuele ha scritto:
Rutto:Chi al giorno d'oggi vive ancora i libri di Buhl e Bonatti come l'essenza stessa dell'esperienza alpinistica si è indubbiamente richiuso in un comodo guscio.
e continuerà a credere all'alpinismo come scuola di vita; se sei un tipo equilibrato e fai alpinismo resti tale, se sei un pirla e fai alpinismo resti un pirla, se sei depresso e fai alpinismo resti un depresso, non riesco a capire come si possa pensare che una attività(di diletto) come l'alpinismo possa modificare e migliorare la personalità di chiunque, semmai tende ad acuire gli aspetti di mistificazione e sicumera che sono in ciascuno di noi


Questa è una tua opinione che però non si verifica sempre. La mia esperienza personale, così come quella di altri (ad esempio del vecchio, vedi ultimo messaggio), mostra come l'alpinismo possa insegnare qualcosa. Poi magari non a te, ad altri sì.
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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » gio ott 24, 2013 20:13 pm

Rutto ha scritto:Il problema non è essere diversi, il problema è non ragionare per compartimenti stagni. E' dai tempi di Kant e Schiller che si cerca di rifuggire dalla parcellizzazione dell'attività umana.

Quando mi si chiede se sono uno scalatore, un rocciatore, un alpinsta o che, io non so cosa rispondere, perché a me piace fare normali comode, vie a chiodi, a spit, cascate, normali rognose, traversate escursionistiche, e compagnia cantante. Per me tutto è parte di un'unica attività/passione, un unico comune denominatore. Che magari era partito, tanti anni fa, come "conquista della vetta", e che ora, dopo varie esperienze e consocenze, come un piacevolissimo modo di stare all'aria aperta, vedere posti, stare nella natura in maniera esclusiva. Non cerco distinzioni settarie. L'avventura uno se la crea nella sua testa. La Torre Trieste può sotto quest'ottica diventare un palestrone come il Cimo. O un posto di grande ingaggio, come il Cimo. Dipende da noi. Chi al giorno d'oggi vive ancora i libri di Buhl e Bonatti come l'essenza stessa dell'esperienza alpinistica si è indubbiamente richiuso in un comodo guscio.


quoto completamente...
aggiungerei anche gli sci... :lol:
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Messaggioda Drugo Lebowsky » gio ott 24, 2013 20:30 pm

alberto60 ha scritto:
Due palle di libri ma che ti hanno fatto sognare e magari pensare di essere li a vivere una certa esperienza/avventura che naturalmente non deve essere per forza tragica.
Oggi non li leggeresti ma per dire questo li hai dovuti prima leggere.


VECCHIO ha scritto:

Ammettiamo che l'abbiamo letto con interesse da giovani e che c'è quasi tutto ciò che è il grande alpinismo.


si, avete ragione, è vero.
e non mi lamento di averlo fatto

però proprio perchè sono invecchiato (ben dopo la loro lettura) oggi come oggi sono scettico e non so se il fatto di averli letti da cèo abbia comportato o meno certe scelte nel modo di andare per crode.
non lo so
quindi, ritornando a bomba, ammetto che la legittima trasposizione di esperienze personali possa trasmettere stimoli, anche onirici, al lettore
ma dubito che la letteratura di montagna possa divenire scuola di vita nel senso più pieno del termine

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Messaggioda Drugo Lebowsky » gio ott 24, 2013 20:37 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:www.youtube.com/watch?v=K3yz2KTfL6Y

Per noi diversamente ggiovani

Ex demenziali saluti
TSdG


sai bene che sfondi una porta aperta 8) 8) 8)



... ma impara a postare, 'cramento! :mrgreen:

... La cultura
cia cia cia
poi ti cura
con premura
con premura
La cultura
poi ti cura
con premura
la cultura




[youtube]http://www.youtube.com/v/K3yz2KTfL6Y[/youtube]
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Messaggioda Drugo Lebowsky » gio ott 24, 2013 20:44 pm

sergio-ex63-ora36 ha scritto:
Rutto ha scritto:...


quoto completamente...
aggiungerei anche gli sci... :lol:


e non solo! :mrgreen:


[youtube]http://www.youtube.com/v/ePiGVI2Hs-g[/youtube]
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Re: alpinismo

Messaggioda alberto60 » ven ott 25, 2013 7:33 am

emanuele ha scritto:
Rutto:Chi al giorno d'oggi vive ancora i libri di Buhl e Bonatti come l'essenza stessa dell'esperienza alpinistica si è indubbiamente richiuso in un comodo guscio.
e continuerà a credere all'alpinismo come scuola di vita; se sei un tipo equilibrato e fai alpinismo resti tale, se sei un pirla e fai alpinismo resti un pirla, se sei depresso e fai alpinismo resti un depresso, non riesco a capire come si possa pensare che una attività(di diletto) come l'alpinismo possa modificare e migliorare la personalità di chiunque, semmai tende ad acuire gli aspetti di mistificazione e sicumera che sono in ciascuno di noi


perfettamente d'accordo con Emanuele.
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Messaggioda Rutto » ven ott 25, 2013 7:44 am

VECCHIO ha scritto:-dire prima invernale non ha nessun significato: le condizioni sono determinanti.


Sempre detto

-la roba del grandissimo Bee non la fa nessuno perchè o è franata o è troppo un casino


Sono abbastanza d'accordo; molte vie vecchie sono certamente alla portata di molti ma la loro fama di "rogna", non la difficoltà intrinseca, tiene lontana la gente

-io ho cominciato a scalare seriamente a 22 anni quando è morto mio papà, mi sentivo responsabile come capofamiglia e avevo bisogno di essere sicuro di me stesso



-competere è umano e sbagliare pure, ma anche nascondere gli errori ed i fallimenti


Competere è umano, perseverare è però diabolico; cioé, puoi competere, come fa giustamente notare drugo lebowsky, agli inizi, ma poi, se ti svegli, capisci che la competizione non ha senso. E' ridicolo proiettare la competitività all'esterno. Se proprio vogliamo, nell'andare per monti possiamo trovare spunti per migliorare noi stessi. Un pò come in un'arte marziale.

-le classifiche in alpinismo son scemate per ignorantotti, in alpinismo c'è solo il riconoscimento di chi è competente e i premi servono per far capire qualcosa agli incompetenti, se non sono loro stessi, gli incompetenti, a dare i premi


Anche qui sono d'accordo; sono contro le classifiche, i club, e tutte quelle cose che la gente fa non per sé bensì per uno spasmodico bisogno di riconoscimento, sia essa una patacca o degli applausi su un forum. E' la stessa cosa, cambia solo la modalità della gratifica. Tipo l'asino e la carota.

-Ueli è un mostro, tutti quelli che fanno le normali degli 8000 da ieri sono degli escursionisti e quelli che ripetono le vie sono EE; sui 7000 e sui 6000 se si aprono vie nuove difficili come fa sempre Fowler si è forti !!!
-Ueli ha fatto una via nuova !!! su un 8000 molto pericoloso, da solo e quasi in giornata !!! Esplorativo, ingaggiante, performante, ?........ SUPERLATIVO, la moderna scalata alla Buhl e ci vorranno anni per rivedere roba così


Su Steck non ho nulla da obbiettare, così come non ho niente da dire di negativo sui ragazzi del topic. (infatti non ero interevenuto se non sul titolo)
Quel che non ho da fare sono i complimenti, per i motivi che ho spiegato qualche commento indietro. E' un'attività personale e deve bastare per noi stessi.

-Aiace Achille è un aggancio forse poco felice per spiegare che il mio bestiale individualismo viene limitato benissimo dall'andare in montagna coi miei amici e questo è il mio alpinismo: è l'unica realizzazione che conosco per fondere la spinta sociale con quella individuale che è nella testa di ogni uomo.....per questo motivo continuo a parlare di alpinismo: si va dappertutto, non ci si fissa in una sola attività, altrimenti non è alpinismo.


Sull'Ulisse antico non sono molto ferrato, posso dire però che per quel che ho capito io il moderno Ulisse/Leopold di Joyce è la parodia di un eroe. Non parodia alla Abrahm/Zucker, ovviamente, bensì perché, dopo tutta l'esperienza umana che ci è passata in mezzo, l'epos originario non è più possibile, diventa anacronistico. Una specie di catarsi dove la retorica resta tagliata fuori.

Sui commenti al commento di emanuele: penso che si riferisse al fatto che chi già è di suo con il suo determinato carattere (di merda), non potrà che peggiorare. In questo senso l'alpinismo è come una buona canna: acuisce gli stati d'animo (riso isterico se sei di buon umore, umor nero se hai la giornata melanconica, per esempio).
Credo emanuele volesse dire qualcosa del genere.

alberto60 ha scritto:Ruttina


Forse che l'alpinismo da chiodi marci e uomini duri è spesso un refugium, oltre che peccatorum, anche finocchiorum?
Rutto
 

Messaggioda alberto60 » ven ott 25, 2013 7:46 am

Drugo Lebowsky ha scritto:
alberto60 ha scritto:
Due palle di libri ma che ti hanno fatto sognare e magari pensare di essere li a vivere una certa esperienza/avventura che naturalmente non deve essere per forza tragica.
Oggi non li leggeresti ma per dire questo li hai dovuti prima leggere.


VECCHIO ha scritto:

Ammettiamo che l'abbiamo letto con interesse da giovani e che c'è quasi tutto ciò che è il grande alpinismo.


si, avete ragione, è vero.
e non mi lamento di averlo fatto

però proprio perchè sono invecchiato (ben dopo la loro lettura) oggi come oggi sono scettico e non so se il fatto di averli letti da cèo abbia comportato o meno certe scelte nel modo di andare per crode.
non lo so
quindi, ritornando a bomba, ammetto che la legittima trasposizione di esperienze personali possa trasmettere stimoli, anche onirici, al lettore
ma dubito che la letteratura di montagna possa divenire scuola di vita nel senso più pieno del termine

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dubbio più che giusto.

Scuola di vita semmai è stare 8 ore sotto il sole su una strada col badile e rastello a sparge catrame.
E il giorno dopo ricominciare!
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Messaggioda VECCHIO » ven ott 25, 2013 8:18 am

Drugo Lebowsky ha scritto:.......
però proprio perchè sono invecchiato (ben dopo la loro lettura) oggi come oggi sono scettico e non so se il fatto di averli letti da cèo abbia comportato o meno certe scelte nel modo di andare per crode.
non lo so
quindi, ritornando a bomba, ammetto che la legittima trasposizione di esperienze personali possa trasmettere stimoli, anche onirici, al lettore
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Io dico in modo semplice che invecchiando si diventa arterios in positivo ed in negativo, la fantasia sembra dominante e la realtà o la storia del vissuto spesso sfuggono, però è bello.
----------------------
Più sotto dici che c'è dell'altro, ma sono almeno due
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Messaggioda Pié » ven ott 25, 2013 8:33 am

Rutto ha scritto:
Pié ha scritto: mi permetto solo di correggerti in modo pignolo sull'indubbiamente, ricordandoti che come non vuoi che sia assolutizzata l'opinione su quei due ragazzi che si son beccati 8 pagine di topic, non credo sia giusto da parte tua assolutizzare il tuo parere.


Non è un parere, è una constatazione: chi si fissa su un tipo "vecchio" di alpinismo, farà riferimento solo ed esclusivamente ad esso in maniera piuttosto acritica, senza valutare possibili scale di valori altre.

E son d'accordo anche con l'ultimo intervento qui sopra di emanuele.


quindi stringi stringi gli stai dando del caiano.
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