Con Filippo le scelte sono ormai obbligate ad una stretta logica alpinistica. Ecco una via che lascia il segno.
Complimenti agli apritori che su queste pareti hanno tracciato itinerari di tutto rispetto. Questa via aperta nel 78 esprime un alto livello di arrampicata.
I primi tre tiri noi li abbiamo fatti forse più a destra della via originale, vicino ad un vecchio tondino di ferro che scende dalla terza sosta (vecchia ferrata?) trovando comunque una vecchia sosta attrezzata su albero. Il solito ravanare misto a passi difficili, da proteggere con dadi o cordini su alberi. Dalla terza sosta troviamo il primo chiodo, placca di sesto e via. Il bello arriva nel tiro successivo: bel diedro da proteggere con uscita a destra sotto un tetto, qualche chiodo e passo in uscita dal tetto di VII. La placca dopo è difficile da interpretare: dopo un primo chiodo, con passo di sesto, si devia a sinistra verso un alberello con fettuccia, quindi dritti alcuni metri sul giallo e poi a sinistra, cercando i rari appigli e appoggi su gocce: davvero duro arrivare all?altra protezione (VII) . Il tiro dopo, meno difficile ma comunque sul sesto, con qualche tratto friabile, bel passo di uscita sullo spigolo.
Che dire è sicuramente una via che prepara alle dolomiti, a tratti severa, da consigliare agli amici (o ai nemici come dice Vyger). .
Certo è che qualche ripetizione la ripulirebbe un po?, qualche chiodo in più e l?attrezzatura delle soste, la porterebbe tra le belle della valle, anche se forse questo è il suo fascino ed è giusto che rimanga così.
Ciao, buone arrampicate a tutti
beppe
Tracciato della via
Dalla terza sosta
Il diedro col tetto
Placca
Uscita
Il Baldo oltre la nebbia
Relazione della Via