Bergsteigerin ha scritto:Linkeresti la suddetta giacca della bailo, stef? grazie

http://www.bailo.com/born-in-the-alps/bailo-world/prodotti/estate/outdoor/niagara-9/
pagata 70 euros in saldo a canazei a fine agosto!
per quanto riguarda la cina, purtroppo è vero, non sempre è possibile farne a meno, ma è perchè non siamo più abituati a dare il giusto valore ai soldi e alle cose.
io odio la cina.
odio è una parola brutta.
per questo la uso.
mio nonno faceva i guanti da lavoro in pelle, distribuiva in tutte le acciaierie bresciane e le imprese edili, fino su a trento.
questo 15 anni fa. singnifica che 15 anni fa in fonderia o nei cantieri gli operai indossavano guanti ed accessori in pelle 100% made in italy (le pelli aquistate rigorosamente nel vicentino), su cui erano pagate regolarmente le tasse.
quei guanti erano spettacolari, davvero.
ne ho ancora via qualche scatolone, ma mi spiace quasi usarli.
erano morbidi ma allo stesso tempo robusti, profumavano di buono.
da piccolo, d'estate, mi sdraiavo sulle pelli accatastate al fresco nel suo laboratorio e lo guardavo lavorare. era davvero bravo. fino a quarant'anni ha fatto il fisarmonicista nelle balere.
poi è sono arrivati i dischi e gli impianti, i musicisti hanno iniziato ad essere soppiantati, ovviamente in nome del profitto dei bettolieri.
ha iniziato a fare i guanti per una famosa ditta desenzanese, ora in mano a salcazzo quale multinazionale che ogni due anni cambia nome e che ormai ha delocalizzato la produzione.
mai avrebbe pensato che 25 anni più tardi, sempre in nome del profitto, anche questa professione sarebbe risultata fallimentare. per fortuna mio nonno aveva già 70 anni e si è finalmente deciso a fare il pensionato.
a me è dispiaciuto molto, per me mio nonno era ed è un idolo, il mestiere lo avevo imparato, lo seguivo sulla R4 a fare le consegne, conoscevo i clienti.
insomma, ero il suo erede naturale...rimasto fottuto!
mi ricordo quando abbiamo visto in una ferramenta che rifornivamo i primi guanti cinesi...chemmerda.
più di tutto, mi ricordo la puzza di materiale infiammabile. un guanto (seh guanto...5 tubetti cuciti tra loro...) di tela impregnato di plastica nera.
il prezzo non era nemmeno così inarrivabile come si suol credere, era semplicemente disonesto. il ferramenta aveva deciso di speculare su quel poco di agio che mio nonno otteneva tramite la sua professione (e si parlava di 2 settimane ad alassio all'anno...).
nessuno dei due era disperato. semplicemente, uno ha deciso di fare il salto, ha deciso che il ceto medio (borghesia?uhm...bah!) che ha fatto il Paese dal dopoguerra gli andava stretto, mentre l'altro non ha voluto svendere la sua dignità.
questo è per la nostra società la cina, il profitto a tutti i costi. la possibilità di trascendere dai limiti della propria classe sociale diminuendo i costi e fottendosene della qualità.
la cina è la possibilità di rifarsi il guardaroba ogni due anni, l'illusione di potersi comprare un capo per ogni venerdì sera da H&M.
sostanzialmente, l'illusione di essre socialmente ciò che non siamo.
in realtà siamo sempre più poveri e vestiamo con roba infiammabile, scarti della produzione petrolifera.
prima di consumare meno, bisognerebbe consumare meglio.