La via è molto bella e meritevole ma richiede qualche attenzione in più rispetto ad altri percorsi della parete; la chiodatura nei tratti più facili, sotto al 6a, va integrata (sono sufficienti alcuni friend medi, noi li abbiamo impiegati su L1 e L4) e bisogna prestare attenzione ai tratti rotti e infrascati (in particolare L2 e L3 attraversano delle fasce in cui è facile smuovere pietrame). I punti di sosta sono attrezzati con due spit senza catena, è comodo dunque avere con sé un paio di moschettoni e cordini. Il tiro tecnicamente più impegnativo è il primo, un delicato diedro; il più bello senza ombra di dubbio il quarto, 50 m su roccia compatta con difficoltà continue. Una via decisamente meritevole ma sicuramente meno ?plaisir? di altri itinerari della stessa parete e da affrontare con qualche attenzione alpinistica in più.
La relazione di Vigiani consiglia di seguire l?uscita originaria del pilastro del Bunker dopo L4; noi abbiamo invece percorso la più recente Powa (6b?) che esce direttametne sul pianoro sommitale.
fdg sullo strapiombo di roccia conglomerata di L3:
fdg sul tettino finale di Powa: