da funkazzista » gio lug 14, 2016 14:02 pm
da funkazzista » gio lug 14, 2016 14:07 pm
da funkazzista » mer ago 10, 2016 13:59 pm
Hans Florine ha scritto:Alex was rock climbing’s biggest star, while I was the Nose Guru, the guy who’d climbed it 83 times. Yet on a clear fall day in El Cap Meadow, we were just two guys sorting gear and debating the rack.
Alex Honnold ha scritto:Your hand. It’s the same size as a number-two Camalot. Turn your hand to the side, and it’s the size of a three. Make a fist, and it’s a four. So there you have three pieces of gear that you are already equipped with since birth.
da PIEDENERO » mer ago 10, 2016 14:31 pm
da funkazzista » mer ago 10, 2016 14:53 pm
da funkazzista » mar set 06, 2016 10:46 am
da funkazzista » gio set 29, 2016 11:46 am
da PIEDENERO » gio set 29, 2016 13:38 pm
funkazzista ha scritto:Pensa te che casino per 'ste cacchio di prese:
http://www.climbingbusinessjournal.com/what-happened-to-the-speed-holds/
da funkazzista » gio set 29, 2016 14:24 pm
da PIEDENERO » gio set 29, 2016 15:11 pm
funkazzista ha scritto:La sintesi è una tipica scusa da climber: "queste prese dovrebbero essere identiche a quelle su cui mi sono allenato, ma non lo sono"
E' vero che oggidì devi ringraziare se ti fanno lavorare aggratisse, ma per la traduzione è buona educazione pagare
da funkazzista » mer nov 16, 2016 13:03 pm
Chris Hamper ha scritto:No one was impressed with our climbing but I think we made an impression with our continual banter and ever expanding stories.
da funkazzista » ven nov 18, 2016 12:49 pm
Emilio Previtali ha scritto:Ieri sono stato ad allenarmi al velodromo ed è stato bellissimo, non parlo solo dell’esperienza sportiva, parlo dei pensieri che mi sono portato a casa dopo l’allenamento, oltre alle gambe a pezzi ovviamente. Mentre me ne tornavo a casa in macchina guardando fuori dal finestrino pensavo che è sempre più frequente parlando di sicurezza - in valanga, in montagna ma più in generale nella vita - imbattersi in esperti o presunti tali che pensano in nome della sicurezza di potere avere sempre e comunque un buon motivo per mettere dei divieti o per complicare le cose. Soggetti abbastanza ottusi e retrogradi che si credono invece all’avanguardia e che pensano che la sicurezza abbia sempre e soltanto a che fare con l’aggiungere e con il complicare, quasi mai con il levare o con il semplificare. Persone che assegnano grande valore agli oggetti e alla tecnologia, alle cose e ai gingilli tecnologici e quasi nessun valore alle persone, alla abilità, alla creatività e alla fantasia individuale. A queste persone pensavo ieri, tornerebbe molto utile qualche giro di pista in un velodromo, per certi versi è una esperienza illuminante. Le bici da pista sono semplicissime nella costruzione e nel funzionamento, sono tutte rigorosamente senza freni e questa è paradossalmente la condizione essenziale per la sicurezza di tutti i ciclisti nel gruppo: non frenare. Mai. Pedalare in pista avendo a disposizione i freni consentirebbe sempre a qualcuno di sentirsi autorizzato ad usarli, in caso di emergenza. Ognuno ha una idea propria, soggettiva e arbitraria di emergenza e la sicurezza è per natura una questione relativa, legata ai punti di vista. Alcuni di noi pretendono invece di pensarla come un valore assoluto o un diritto, la sicurezza, come una serie di limiti fissi da non oltrepassare mai, però non è così. Non basta, non funziona. La sicurezza è un fatto personale e non è mai un diritto, è una scelta. Una possibilità. E’ la somma algebrica di un calcolo che tiene conto di costi e benefici, di metodo e casualità, di abilità e di incapacità. I velodromi come le montagne non sono luoghi esenti da rischi, si pedala veloci, a distanza molto ravvicinata, ci si sorpassa e ci si insegue e le curve sono piuttosto inclinate, andando piano è perfino difficile restare in equilibrio. Pedalare in pista per un neofita è piuttosto destabilizzante, difficile. E poi appunto, le bici sono senza freni. Per pedalare in un velodromo bisogna accettare un certo grado di rischio e farlo proprio, prendere o lasciare. Minimizzare i rischi vuol dire in realtà accoglierli e gestirli, non eluderli. Non aggirarli. Non eliminarli. Si fa sempre fatica a dire a certi che pretenderebbero di decidere per tutti che non è vero che in nome della sicurezza tutto è lecito. Leggi, regolamenti, divieti, norme restrittive, accessori, modalità, tecnologie, controllo, limiti. Freni sulle bici. Se chiedete a uno che non ha mai pedalato in un velodromo se è più sicura una bici senza freni o una con i freni cosa volete che vi risponda? Percezione e realtà non sono la stessa cosa. La sicurezza certe volte - certe volte soltanto - ha a che fare con con il fare-di-più e con l’aggiungere, e certe altre volte ha a che fare con il non-fare e con il togliere. I freni, ad esempio.
da Pié » ven nov 18, 2016 13:30 pm
funkazzista ha scritto:Parole sante
[...]
da scairanner » ven nov 18, 2016 15:53 pm
funkazzista ha scritto:Parole sante
[...]
da funkazzista » ven nov 18, 2016 15:59 pm
scairanner ha scritto:dipende qual'è l'ambito di applicazione
da funkazzista » mer nov 30, 2016 9:48 am
da funkazzista » mar gen 03, 2017 18:04 pm
da funkazzista » ven gen 27, 2017 12:03 pm
‘The birds would fly around and land on Roland’s shoulder while he was climbing. They wouldn’t necessarily land on another climber, but they would land on their leading ropes and they were quite skilled at unclipping ropes from karabiners. They could actually hold the gate open with one claw and take the rope out with the other claw. They did that a couple of times. They were diabolical. Another time I was belaying Roland in the Wolgan and these birds were on this ledge about 20 metres above me and they were picking up rocks in one claw and then they would hop along the ledge until they were above – very deliberate – and then drop them off, trying to hit me.’
da otttoz » ven gen 27, 2017 16:23 pm
da funkazzista » ven feb 10, 2017 10:02 am
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