la demotivazione arrampicatoria....

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Messaggioda Vigorone » mer mar 12, 2014 11:28 am

rocciaforever ha scritto:
Vigorone ha scritto:Parole sagge, conlglio.

A me la cosa che ha fatto calare di piu' la libido arrampicatoria fino ad ora e' stato l'eccesso di plastica (intesa come circuiti, non come corda) nei periodi di scarse possibilita' di toccare la roccia vera.

Bello arrivare a toccare l'ultima presa, ma dopo un po' mi sento come il criceto nella ruota...




...a pensarci bene una cosa simile capita anche a me ma non è "piu voglia di scalare" piuttosto allergia alla plastica...
Tutti gli anni, proprio in questo periodo, quando arrivano le giornate terse e si riesce a fare qualche prima fuga sulla roccia, ripresentarsi la sera in palestrina a fare blocchi mette proprio la nausea.... :smt120


Si, assolutamente... non e' mancanza di voglia di scalare, proprio allergia alla ruotina. Che pero' se uno vuole tenere a bada la dipendenza in certi periodi e' l'unica modo per. A meno che di farsi male, e allora ci si mette in pace la coscienza... 8O 8O 8O 8O
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Messaggioda ciocco » mer mar 12, 2014 13:14 pm

Mah... da ragazzino la mia grande passione era il calcio e ci giocavo in continuazione (anche a discapito dei risultati scolastici...)
Poi a 20 anni ho incontrato l'atletica, il mezzofondo e se non uscivo a correre impazzivo!
A 35 casualmente mi sono avvicinato all'arrampicata e mi è piaciuta subito e gli ultimi 4/5 anni li ho fatti veramente a tamburo battente!
Nel frattempo in mezzo a tutto ciò ho cambiato diverse donne, diversi lavori, mi son sposato e ho divorziato, ma ho sempre seguito e perseguito le mie passioni.
Anche ora che sto per avere un figlio sono comunque molto motivato ad allenarmi, anzi, visto che nascerà ad agosto e dopo fatalmente/giustamente avrò meno tempo per me, voglio fare i prossimi mesi appalla!!
Poi si vedrà...
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Messaggioda Mork » mer mar 12, 2014 13:41 pm

i soliti casini coi compagni bidonari.
Ogni tanto mi son detto che era così bello quando andavo a camminare in montagna o a far ferrate da solo senza dover dipendere da qualcun'altro...

:roll: :roll:
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Messaggioda ncianca » mer mar 12, 2014 14:10 pm

Mork ha scritto:i soliti casini coi compagni bidonari.
Ogni tanto mi son detto che era così bello quando andavo a camminare in montagna o a far ferrate da solo senza dover dipendere da qualcun'altro...

:roll: :roll:

Ecco. Hai fatto centro imho. I soci sono tutto. Ma proprio tutto. Almeno per me. Avere dei soci è condizione necessaria, ma non sufficiente, per tenere accesa la voglia di scalare.
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Messaggioda gug » mer mar 12, 2014 14:17 pm

ncianca ha scritto:
Mork ha scritto:i soliti casini coi compagni bidonari.
Ogni tanto mi son detto che era così bello quando andavo a camminare in montagna o a far ferrate da solo senza dover dipendere da qualcun'altro...

:roll: :roll:

Ecco. Hai fatto centro imho. I soci sono tutto. Ma proprio tutto. Almeno per me. Avere dei soci è condizione necessaria, ma non sufficiente, per tenere accesa la voglia di scalare.


E' assolutamente vero: quando si riesce ad avere una compagnia affiatata la motivazione sale, o perlomeno si scambia da uno all'altro e così viene tenuta sempre viva.
Se si è un pò più scarichi e c'è qualcuno che ti chiama e ti propone qualcosa è molto più facile riattivarsi, piuttosto che dover sempre sforzarsi per organizzare.
In fondo io questa situazione l'ho vissuta saltuariamente nella mia carriera arrampicatoria e credo di essere sopravvissuto negli intermezzi soprattutto grazie a una maggiore motivazione iniziale e anche perchè riesco ad andare molto da solo, perlomeno in falesia.
Però negli utlimi tempi ero caduto un pò in crisi proprio perchè stare troppo da soli alla lunga è controproducente e ne sono uscito proprio grazie a qualche buona compagnia trovata nel frattempo.
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Messaggioda coniglio » mer mar 12, 2014 14:38 pm

gug ha scritto:
ncianca ha scritto:
Mork ha scritto:i soliti casini coi compagni bidonari.
Ogni tanto mi son detto che era così bello quando andavo a camminare in montagna o a far ferrate da solo senza dover dipendere da qualcun'altro...

:roll: :roll:

Ecco. Hai fatto centro imho. I soci sono tutto. Ma proprio tutto. Almeno per me. Avere dei soci è condizione necessaria, ma non sufficiente, per tenere accesa la voglia di scalare.


E' assolutamente vero: quando si riesce ad avere una compagnia affiatata la motivazione sale, o perlomeno si scambia da uno all'altro e così viene tenuta sempre viva.
Se si è un pò più scarichi e c'è qualcuno che ti chiama e ti propone qualcosa è molto più facile riattivarsi, piuttosto che dover sempre sforzarsi per organizzare.
In fondo io questa situazione l'ho vissuta saltuariamente nella mia carriera arrampicatoria e credo di essere sopravvissuto negli intermezzi soprattutto grazie a una maggiore motivazione iniziale e anche perchè riesco ad andare molto da solo, perlomeno in falesia.
Però negli utlimi tempi ero caduto un pò in crisi proprio perchè stare troppo da soli alla lunga è controproducente e ne sono uscito proprio grazie a qualche buona compagnia trovata nel frattempo.



...ecco perchè ho due crash. :lol:
...meglio soli che....
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Messaggioda Vigorone » mer mar 12, 2014 16:31 pm

ncianca ha scritto:
Mork ha scritto:i soliti casini coi compagni bidonari.
Ogni tanto mi son detto che era così bello quando andavo a camminare in montagna o a far ferrate da solo senza dover dipendere da qualcun'altro...

:roll: :roll:

Ecco. Hai fatto centro imho. I soci sono tutto. Ma proprio tutto. Almeno per me. Avere dei soci è condizione necessaria, ma non sufficiente, per tenere accesa la voglia di scalare.



...se frequenti solo posti come il carogne e peggio ne perdi presto uno scarso.... :wink: :wink: :wink: :wink: :wink: :oops: :oops: :oops: :oops: :oops:
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Messaggioda giubi_pd » gio mar 13, 2014 1:22 am

A me capita quando mi accorgo di scalare solo per raggiungere un'obbiettivo, forse come ho detto altrove, è ansia da prestazione, invece se scalo solo per divertirmi torno a sorridere. Quindi fanculo agli obbiettivi, al grado da raggiungere ecc.. sono 2 settimane che non mi alleno e la testa mi si è liberata da paure e da dubbi se riesco o non riesco su un tiro. Scalo e sono felice :lol: :lol:
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Messaggioda dang » gio mar 13, 2014 10:51 am

giubi_pd ha scritto:A me capita quando mi accorgo di scalare solo per raggiungere un'obbiettivo, forse come ho detto altrove, è ansia da prestazione, invece se scalo solo per divertirmi torno a sorridere. Quindi fanculo agli obbiettivi, al grado da raggiungere ecc.. sono 2 settimane che non mi alleno e la testa mi si è liberata da paure e da dubbi se riesco o non riesco su un tiro. Scalo e sono felice :lol: :lol:


Te la appoggio in pieno.
Ormai la roccia (come tutto il resto) e' diventato uno strumento per misurare il valore delle persone.

Lo e' sempre stato, anche in alpinismo, ma lo si ritrovava piu' verso il livello alto.

Adesso in falesia tutti parlano di prestazioni. Dal 5a al 9b+.

Quindi il punto focale, secondo me, e' quello di imparare a mandare affanculo tutto e tutti (il nostro ego in primis), e smetterla di prenderci troppo sul serio.

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Messaggioda Vigorone » gio mar 13, 2014 11:37 am

dang ha scritto:
Te la appoggio in pieno.
Ormai la roccia (come tutto il resto) e' diventato uno strumento per misurare il valore delle persone.

Lo e' sempre stato, anche in alpinismo, ma lo si ritrovava piu' verso il livello alto.

Adesso in falesia tutti parlano di prestazioni. Dal 5a al 9b+.

Quindi il punto focale, secondo me, e' quello di imparare a mandare affanculo tutto e tutti (il nostro ego in primis), e smetterla di prenderci troppo sul serio.

Il succo del mio discorso e': non mi tengo un c***o e me ne vanto! :lol:


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Messaggioda ncianca » gio mar 13, 2014 12:07 pm

Mmm... non condivido.

Se mi dite che scalare solo per il grado e' una cazzata e considerare la scalata come uno specchio della vita e' una cazzata ancora piu' grande, sono d'accordo. Ma non condivido il fatto che non sia importante avere degli obiettivi.

Io scalo perche' mi piace. Punto. Ma sono anche molto ambizioso, nella vita come in parete, che non vuol dire essere competitivo (come mi dice il Drugo), vuol dire provarci. E provarci per me soltanto, non per dimostrare niente a nessuno. Anche perche' competizione e' un'altra cosa. Se esiste una classifica sono piu' vicino all'ultimo degli stronzi che al primo della lista.

Ora per esempio voglio migliorare su placca, placca vera. Il grado su placca e' davvero l'ultima cosa che mi interessa. Ho il 6b, forse 6b+... il 6c e' il mio limite. Al momento e' un gioco piu' mentale che altro. Eccolo il mio obiettivo. Vincere le mie paure e le mie debolezze. Soprattutto quando non hanno fondamento razionale. Non ho l'aspirazione a fare il duro che rischia la vita. Ho l'ambizione a crescere secondo i miei, e miei soltanto, parametri. In parete e non. Se il mondo mi considera un cazzone, mi interessa molto poco. La mia felicita' non dipende dagli altri, come non dipende dall'avere un solido 6c di placca. Scalare per farsi "belli" o sentirsi "brutti" quando non si riesce e' di una tristezza immane. Ci si puo' scherzare, questo si', si puo' stare al gioco a botte di social e forum, ma poi di fatto non cambia la sostanza che se ti senti realizzato nella vita, la scalata (o qualunque attivita' estreanea ai doveri famiglia-lavoro, che anche sarebbe auspicabile rappresentassero momenti piacevoli...) ha l'unica funzione di arricchire ulterioremente la nostra esperienza terrena. Per contro, quando non e' cosi', la scalata rischia di svolgere il compito di rendere sopportabile una vita triste. E sono passato anche da li'.

Che poi tutto questo mi venga piu' facile esprimerlo con un "venga animal", e' solo questione di sintesi, ma la semantica come si evince da quanto sopra, e' un cicinin piu' elaborata.

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Messaggioda nuvolarossa » gio mar 13, 2014 12:37 pm

Vigorone ha scritto:
dang ha scritto:
Te la appoggio in pieno.
Ormai la roccia (come tutto il resto) e' diventato uno strumento per misurare il valore delle persone.

Lo e' sempre stato, anche in alpinismo, ma lo si ritrovava piu' verso il livello alto.

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Messaggioda giubi_pd » gio mar 13, 2014 12:48 pm

ncianca ha scritto:Mmm... non condivido.

Se mi dite che scalare solo per il grado e' una cazzata e considerare la scalata come uno specchio della vita e' una cazzata ancora piu' grande, sono d'accordo. Ma non condivido il fatto che non sia importante avere degli obiettivi.

Io scalo perche' mi piace. Punto. Ma sono anche molto ambizioso, nella vita come in parete, che non vuol dire essere competitivo (come mi dice il Drugo), vuol dire provarci. E provarci per me soltanto, non per dimostrare niente a nessuno. Anche perche' competizione e' un'altra cosa. Se esiste una classifica sono piu' vicino all'ultimo degli stronzi che al primo della lista.

Ora per esempio voglio migliorare su placca, placca vera. Il grado su placca e' davvero l'ultima cosa che mi interessa. Ho il 6b, forse 6b+... il 6c e' il mio limite. Al momento e' un gioco piu' mentale che altro. Eccolo il mio obiettivo. Vincere le mie paure e le mie debolezze. Soprattutto quando non hanno fondamento razionale. Non ho l'aspirazione a fare il duro che rischia la vita. Ho l'ambizione a crescere secondo i miei, e miei soltanto, parametri. In parete e non. Se il mondo mi considera un cazzone, mi interessa molto poco. La mia felicita' non dipende dagli altri, come non dipende dall'avere un solido 6c di placca. Scalare per farsi "belli" o sentirsi "brutti" quando non si riesce e' di una tristezza immane. Ci si puo' scherzare, questo si', si puo' stare al gioco a botte di social e forum, ma poi di fatto non cambia la sostanza che se ti senti realizzato nella vita, la scalata (o qualunque attivita' estreanea ai doveri famiglia-lavoro, che anche sarebbe auspicabile rappresentassero momenti piacevoli...) ha l'unica funzione di arricchire ulterioremente la nostra esperienza terrena. Per contro, quando non e' cosi', la scalata rischia di svolgere il compito di rendere sopportabile una vita triste. E sono passato anche da li'.

Che poi tutto questo mi venga piu' facile esprimerlo con un "venga animal", e' solo questione di sintesi, ma la semantica come si evince da quanto sopra, e' un cicinin piu' elaborata.

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non dico che non è importante avere degli obbiettivi, dico che io se non me ne pongo, ho una leggerezza mentale che non ho quando invece li ho..
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Re: la demotivazione arrampicatoria....

Messaggioda Piero26 » gio mar 13, 2014 13:07 pm

rocciaforever ha scritto:cosa la scatena e come curarla?

a me non è ancora capitata ma vedo che si aggira minacciosa fra gli amici.... :lol:

a parte gli scherzi, quali sono le vostre esperienze?


cosa la scatena? altre cose belle da fare..

come curarla? anche no! la passione difficile che se ne vada.. basta abbassare il tiro e ci si diverte ugualmente, in montagna poi c'è un mondo da divertirsi :wink:
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Messaggioda EvaK » gio mar 13, 2014 13:26 pm

ncianca ha scritto:Mmm... non condivido.

Se mi dite che scalare solo per il grado e' una cazzata e considerare la scalata come uno specchio della vita e' una cazzata ancora piu' grande, sono d'accordo. Ma non condivido il fatto che non sia importante avere degli obiettivi.

Io scalo perche' mi piace. Punto. Ma sono anche molto ambizioso, nella vita come in parete, che non vuol dire essere competitivo (come mi dice il Drugo), vuol dire provarci. E provarci per me soltanto, non per dimostrare niente a nessuno. Anche perche' competizione e' un'altra cosa. Se esiste una classifica sono piu' vicino all'ultimo degli stronzi che al primo della lista.

Ora per esempio voglio migliorare su placca, placca vera. Il grado su placca e' davvero l'ultima cosa che mi interessa. Ho il 6b, forse 6b+... il 6c e' il mio limite. Al momento e' un gioco piu' mentale che altro. Eccolo il mio obiettivo. Vincere le mie paure e le mie debolezze. Soprattutto quando non hanno fondamento razionale. Non ho l'aspirazione a fare il duro che rischia la vita. Ho l'ambizione a crescere secondo i miei, e miei soltanto, parametri. In parete e non. Se il mondo mi considera un cazzone, mi interessa molto poco. La mia felicita' non dipende dagli altri, come non dipende dall'avere un solido 6c di placca. Scalare per farsi "belli" o sentirsi "brutti" quando non si riesce e' di una tristezza immane. Ci si puo' scherzare, questo si', si puo' stare al gioco a botte di social e forum, ma poi di fatto non cambia la sostanza che se ti senti realizzato nella vita, la scalata (o qualunque attivita' estreanea ai doveri famiglia-lavoro, che anche sarebbe auspicabile rappresentassero momenti piacevoli...) ha l'unica funzione di arricchire ulterioremente la nostra esperienza terrena. Per contro, quando non e' cosi', la scalata rischia di svolgere il compito di rendere sopportabile una vita triste. E sono passato anche da li'.

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condivido in pieno.
E' che spesso il confine tra competizione con se stessi e con gli altri è molto labile ed è facile finire nella "trappola" del confronto non costruttivo ma competitivo.

Alla fine tutti scaliamo per il grado nel senso che è umano volersi migliorare inquello che piace, e in questo caso quello che ci piace ha una misura, che si chiama grado... è semplicemente umano.
Perdere lo stimolo di tanto in tanto è altrettanto umano. se c'è vera passione poi torna la voglia e la motivazione, ma non sono d'accordo sul fatto c he siano gli altri a darci motivazione. Un clima amichevole, scalare con amici veri, la può richiamare più facilmente, ma la vera motivazione sta dentro di noi. I compagni si trovano di conseguenza, certo se sono amici veri è più bello. A volte capita anche di andare a scalare con una compagnia diversa per questione di impegni e tempi liberi e poi scoprire che si può costruire un bel rapporto anche con questi.

Discorso diverso per le vie in montagna, ma qui stiamo parlando di falesismo puro...
"Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne" (Immanuel Kant)

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Messaggioda dang » gio mar 13, 2014 13:35 pm

ncianca ha scritto:...
Nic


Dopo aver dato una svolta piuttosto radicale alla mia vita (migliorandola notevolmente) sto cercando di ritornare ad un livello dignitoso di scalata (rispetto alle mie possibilita').

Giusto per fare un esempio mi alleno tre volte a settimana sul pannello in box.
Dalle 6.00 alle 7.30 mar/mer e ven.
Del mattino eh, non alla sera. Sarebbe troppo facile. Quindi ci vuole una bella voglia.
Su roccia scalo molto poco e la cosa si sente.

Sabato ho fatto due 6b di scaldo, un giro su un 7a e due su un 7b. Come ultimo, con le braccia in ghisa, un giro su un 6b+ con un moschettonaggio rognoso.
Il compagno era lento a dare corda cosi' ho preso in mano il rinvio un secondo per moschettonare perche' ero ghiso marcio. Poi sono ripartito subito.
Sono partite subito le prese per il culo, e sul momento la cosa mi ha dato molto fastidio, tanto che mi sono messo a tirare in ballo la scusa della corda che non veniva.

A mente fredda la cosa mi fa sorridere.
Pero' con cazzate di questo tipo in passato mi sono rovinato piu' di una giornata di arrampicata. Non molte in realta', pero' qualcuna si.

Spero di aver reso meglio l'idea di quello che intendevo.
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Messaggioda Vigorone » gio mar 13, 2014 13:42 pm

nuvolarossa ha scritto:
Vigorone ha scritto:
dang ha scritto:
Te la appoggio in pieno.
Ormai la roccia (come tutto il resto) e' diventato uno strumento per misurare il valore delle persone.

Lo e' sempre stato, anche in alpinismo, ma lo si ritrovava piu' verso il livello alto.

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Quindi il punto focale, secondo me, e' quello di imparare a mandare affanculo tutto e tutti (il nostro ego in primis), e smetterla di prenderci troppo sul serio.

Il succo del mio discorso e': non mi tengo un c***o e me ne vanto! :lol:


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Ma in arrampicata un figo di mezza tacca è più figo di un figo da tacca intera! :wink:



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Messaggioda Vigorone » gio mar 13, 2014 13:53 pm

ncianca ha scritto:Mmm... non condivido.

Se mi dite che scalare solo per il grado e' una cazzata e considerare la scalata come uno specchio della vita e' una cazzata ancora piu' grande, sono d'accordo. Ma non condivido il fatto che non sia importante avere degli obiettivi.

Io scalo perche' mi piace. Punto. Ma sono anche molto ambizioso, nella vita come in parete, che non vuol dire essere competitivo (come mi dice il Drugo), vuol dire provarci. E provarci per me soltanto, non per dimostrare niente a nessuno. Anche perche' competizione e' un'altra cosa. Se esiste una classifica sono piu' vicino all'ultimo degli stronzi che al primo della lista.

Ora per esempio voglio migliorare su placca, placca vera. Il grado su placca e' davvero l'ultima cosa che mi interessa. Ho il 6b, forse 6b+... il 6c e' il mio limite. Al momento e' un gioco piu' mentale che altro. Eccolo il mio obiettivo. Vincere le mie paure e le mie debolezze. Soprattutto quando non hanno fondamento razionale. Non ho l'aspirazione a fare il duro che rischia la vita. Ho l'ambizione a crescere secondo i miei, e miei soltanto, parametri. In parete e non. Se il mondo mi considera un cazzone, mi interessa molto poco. La mia felicita' non dipende dagli altri, come non dipende dall'avere un solido 6c di placca. Scalare per farsi "belli" o sentirsi "brutti" quando non si riesce e' di una tristezza immane. Ci si puo' scherzare, questo si', si puo' stare al gioco a botte di social e forum, ma poi di fatto non cambia la sostanza che se ti senti realizzato nella vita, la scalata (o qualunque attivita' estreanea ai doveri famiglia-lavoro, che anche sarebbe auspicabile rappresentassero momenti piacevoli...) ha l'unica funzione di arricchire ulterioremente la nostra esperienza terrena. Per contro, quando non e' cosi', la scalata rischia di svolgere il compito di rendere sopportabile una vita triste. E sono passato anche da li'.

Che poi tutto questo mi venga piu' facile esprimerlo con un "venga animal", e' solo questione di sintesi, ma la semantica come si evince da quanto sopra, e' un cicinin piu' elaborata.

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Quoto abbastanza tutto. L'unico timore e' che a volte mancare gli obiettivi genere depressione. E questo non e' costruttivo...
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Messaggioda coniglio » gio mar 13, 2014 16:36 pm

ncianca ha scritto:Mmm... non condivido.

Se mi dite che scalare solo per il grado e' una cazzata e considerare la scalata come uno specchio della vita e' una cazzata ancora piu' grande, sono d'accordo. Ma non condivido il fatto che non sia importante avere degli obiettivi.

Io scalo perche' mi piace. Punto. Ma sono anche molto ambizioso, nella vita come in parete, che non vuol dire essere competitivo (come mi dice il Drugo), vuol dire provarci. E provarci per me soltanto, non per dimostrare niente a nessuno. Anche perche' competizione e' un'altra cosa. Se esiste una classifica sono piu' vicino all'ultimo degli stronzi che al primo della lista.

Ora per esempio voglio migliorare su placca, placca vera. Il grado su placca e' davvero l'ultima cosa che mi interessa. Ho il 6b, forse 6b+... il 6c e' il mio limite. Al momento e' un gioco piu' mentale che altro. Eccolo il mio obiettivo. Vincere le mie paure e le mie debolezze. Soprattutto quando non hanno fondamento razionale. Non ho l'aspirazione a fare il duro che rischia la vita. Ho l'ambizione a crescere secondo i miei, e miei soltanto, parametri. In parete e non. Se il mondo mi considera un cazzone, mi interessa molto poco. La mia felicita' non dipende dagli altri, come non dipende dall'avere un solido 6c di placca. Scalare per farsi "belli" o sentirsi "brutti" quando non si riesce e' di una tristezza immane. Ci si puo' scherzare, questo si', si puo' stare al gioco a botte di social e forum, ma poi di fatto non cambia la sostanza che se ti senti realizzato nella vita, la scalata (o qualunque attivita' estreanea ai doveri famiglia-lavoro, che anche sarebbe auspicabile rappresentassero momenti piacevoli...) ha l'unica funzione di arricchire ulterioremente la nostra esperienza terrena. Per contro, quando non e' cosi', la scalata rischia di svolgere il compito di rendere sopportabile una vita triste. E sono passato anche da li'.

Che poi tutto questo mi venga piu' facile esprimerlo con un "venga animal", e' solo questione di sintesi, ma la semantica come si evince da quanto sopra, e' un cicinin piu' elaborata.

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