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Messaggioda coniglio » lun lug 08, 2013 17:18 pm

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Messaggioda nuvolarossa » mer lug 10, 2013 1:16 am

[youtube]http://www.youtube.com/v/VhpHNfyajLg[/youtube]

IL "DATAGATE" E' UN SINTOMO. CIO' CHE SI PREPARA E' LA GUERRA


Per favore, niente indignazione! Sul Datagate si sapeva quasi tutto. C'è una risoluzione del Parlamento Europeo del 6 luglio 2006 che già indica con grande precisione quello che stava accadendo. E anch'essa arrivava in ritardo, perché si trattava di fatti che andavano avanti da oltre un decennio. Io me la ricordo bene perché la votai. Anzi fu votata a grande maggioranza dall'intero Parlamento. Risultati? Nemmeno una virgola si mosse.

La risoluzione aveva un titolo inequivoco: "Intercettazione di dati sui trasferimenti bancari del sistema SWIFT da parte dei servizi segreti americani". Cosa sia la SWIFT è utile spiegarlo, perché fa piazza pulita di ogni illusione circa le intenzioni di Washington nei nostri riguardi. Altro che caccia ai terroristi! SWIFT significa "Society for Worldwide Interbanking Financial Telecommunications". Società interamente controllata dal governo statunitense sebbene con sede in Belgio, ma in grado di tenere sotto strettissimo monitoraggio 8000 banche e istituti commerciali di 200 paesi, incluse varie banche centrali.

SWIFT non agiva (non agisce tuttora) di propria iniziativa. Esisteva (esiste) un programma denominato "Terrorist Finance Tracking Program", dell'Amministrazione americana dell'epoca. Programma deciso a Washington e mai discusso o concordato con l'Europa. La risoluzione del Parlamento Europeo parte proprio da questo punto. State controllando tutto e tutti - dicevano in sostanza i parlamentari europei - a vostro piacimento. Il terrorismo è una scusa. Bisogna rivedere gli accordi e, dove non ci sono, bisogna fissarli ex novo. Anche perché - così suonava il testo della risoluzione -"le informazioni registrate dalla SWIFT, alle quali le autorità statunitensi hanno avuto accesso, riguardano centinaia di migliaia di cittadini dell'Unione Europea, visto che le banche europee utilizzano il sistema di messaggistica SWIFT per i trasferimenti interbancari di fondi a livello mondiale, e che da SWIFT passano quotidianamente milioni di bonifici e di transazioni bancarie".

Un tale potere, come può capire chiunque dotato di un minimo di discernimento, dovrebbe consentire controlli molto raffinati su tutti i movimenti di riciclaggio di denaro sporco, che invece sembrano miracolosamente esenti da ogni rischio d'indagine. SWIFT controlla le banche svizzere, dove passa di tutto; controlla i trasferimenti che riguardano l'Iran, la Russia, la Cina, il Brasile. Controlla tutto ciò che entra ed esce dagli offshore (quasi tutti britannici), ma non ha dato alcun contributo a fermare i capitali provenienti dal commercio della droga. Analogo silenzio riguarda le fughe di capitali, l'evasione fiscale, inclusa quella dei contribuenti americani più importanti. Dunque un controllo - per usare un eufemismo - molto "selettivo".

Per questo la risoluzione concludeva dichiarando la "ferma opposizione" nei confronti di "qualsiasi tipo di operazione segreta sul territorio dell'Unione Europea che si ripercuota sulla privacy dei cittadini europei", aggiungendo la propria "profonda preoccupazione" che "operazioni di questo tipo avvengano senza che ne siano informati i cittadini europei e i loro rappresentanti parlamentari". Esortando infine "gli Stati Uniti e i loro servizi di intelligence e di sicurezza ad agire in uno spirito di fattiva collaborazione e a notificare ai loro alleati le operazioni di sicurezza che intendono condurre sul territorio europeo".

Quanto "fattiva" e "collaborativa" sia stata la risposta lo possiamo misurare nel 2013, alla luce di quanto sta emergendo dopo le rivelazioni di Edward Snowden. E questo non può che gettare un'ombra scura sul negoziato interatlantico che sta per cominciare - per altro circondato da troppi misteri - con l'obiettivo dichiarato di creare sviluppo nell'area occidentale. L'obiettivo non dichiarato è invece molto più politico che commerciale: è l'intesa tra gli Stati Uniti e gli alleati europei degli Stati Uniti per rafforzare ancor più tutti i legami di subordinazione europea in una fase in cui gl'interessi europei sempre più visibilmente cominciano a dissociarsi da quelli americani.

Ma lo scandalo del "Datagate" mette tutti in difficoltà. Perfino Hollande, maggiordomo francese, è costretto a dichiarare che sarà difficile trattare con chi ci spia. Un diplomatico occidentale, che desidera mantenere l'anonimato, si è espresso nei giorni scorsi in una felice battuta all'interno di un quadro piuttosto fosco: "E' come se due ladri decidessero di scambiarsi le chiavi dei rispettivi appartamenti. Solo che, mentre avviene lo scambio, uno dice all'altro: scusa ma devo avvertirti che le chiavi del mio sono false".

In realtà la faccenda è assai più complicata e grave dei soli controlli bancari e queste reazioni europee di finto stupore non fanno che alimentare la sottovalutazione. I controlli rivelati da Snowden riguardano infatti praticamente tutte le comunicazioni, interne ed esterne agli Stati Uniti. Non è la vita privata dell'uomo della strada ad essere messa sotto osservazione: sono le vite private di tutti i dirigenti politici a essere oggetto dello spionaggio. E sapere tutto di loro significa poterli ricattare in ogni momento, visto che di santi, in questa valle di lacrime, ce ne sono davvero pochi. Ecco perché i Napolitano e i Van Rompuy, i Barroso e gli Schultz, gli Hollande e i D'Alema fanno le sante madonnine indignate. Perché sanno di essere sotto ricatto, dal primo all'ultimo. Ecco da dove deriva la nostra sovranità limitata, anzi limitatissima: dal fatto di essere una colonia dell'Impero, retta da maggiordomi in livrea che preferiscono salvaguardare carriera e privilegi piuttosto che dire la verità ai loro sudditi inebetiti.

E ci sono ancora due risvolti da esaminare, che sono rimasti fuori dall'obiettivo delle telecamere. E non per caso. Il primo è che l'Impero in declino non è più in grado di controllare il mondo. Non lo è più dal momento che altri protagonisti emergono sulla scena mondiale, al di fuori dell'Occidente, dove l'Impero continua a dominare. Ecco dunque che possiamo osservare con precisione come le classi dirigenti esterne all'Occidente, determinate a non lasciarsi trascinare nel suo collasso, cercano di costruirsi una via autonoma di uscita dalla crisi planetaria. E, poiché non si fidano di Washington, e poiché hanno leadership non subordinate (o non del tutto condizionate) agl'interessi di Wall Street e Londra, eccoli cercare altre soluzioni.

Sto parlando del cosiddetto BRICS Cable, un progetto davvero strategico il cui obiettivo primario è appunto quello di sottrarsi al controllo e al condizionamento (leggi al ricatto) di Washington. E' un progetto che entrerà già in funzione nel 2014, che costerà 1,5 miliardi di dollari e che sarà pagato dai cinque paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina, Sud-Africa), ai quali è già previsto si assoceranno, dividendosi spese e vantaggi, altri dodici paesi tra quelli che, un tempo, si chiamavano i "non allineati". Comunque al di fuori dell'OCSE, cioè dell'Occidente.

Un cavo lungo 34.000 chilometri, che permetterà collegamenti diretti, senza intermediari, tra i cinque nuovi giganti emergenti, anzi già abbondantemente emersi. Essi hanno capito (e nel vertice di Nuova Delhi del 2012 hanno tirato le somme) che era impellente prendere decisioni strategiche proprio in tema di comunicazioni. Non solo per evitare di essere banalmente derubati di informazioni sensibili e cruciali, ma per poter impedire a eventuali nemici di "disconnetterli". Insomma: più reti altrui sei costretto ad attraversare, più è probabile che tu sia intercettato. Più sono gli "hubs", i nodi da superare, più saranno i controllori che guarderanno ciò che stai facendo e potranno prendere le loro eventuali contromisure. Per esempio una comunicazione tra Cina e Brasile, in questo momento, deve attraversare due "nodi" americani. Pensa che festa negli uffici della National Security Agency!

La festa finirà tra non molto, anche se i sistemi tipo MUOS, che gli USA stanno installando in quattro continenti (uno di questi è in costruzione a Niscemi, in Sicilia), uniti a una rete di satelliti geostazionari, stanno già studiando i modi per penetrare anche in eventuali nuove reti comunicative indipendenti. Insomma, la battaglia è aperta e sarà durissima. L'unica cosa certa, al momento, è che l'Europa, - questa Unione Europea, che abbaia al padrone, ma morde i suoi popoli -se ne sta accucciata nel proprio canile, incapace di reagire e di difendersi.

Infine c'è un aspetto che è decisivo e che, appunto per questo, viene ignorato dal mainstream. I sistemi di controllo e di ascolto planetario di cui ormai dispongono gli Stati Uniti e solo loro, hanno anche un altro risvolto: quello direttamente militare. Si tratta di armi, vere e proprie. Probabilmente le più importanti armi per la terza guerra mondiale che si sta velocemente approntando. Perché è già evidente che gli strumenti di controllo sul nemico sono tutti "multi-uso". Puoi ascoltare, ma puoi anche interferire. Puoi leggere ciò che gli altri scrivono ma puoi anche cancellare. Puoi impedire al nemico di ascoltare, di sentire, di vedere. Puoi bloccare le sue difese. Puoi costringerlo a difendersi da attacchi che prima erano impossibili, e che vanno da improvvise epidemie, a modificazioni climatiche violentissime. Tutto questo è già possibile e il "Datagate" che qui stiamo analizzando altro non è che la pellicola protettiva che trovi sullo schermo del cellulare quando è ancora nuovo di zecca.

Noi tutti stiamo vedendo solo la pellicola di plastica, ma non ci è dato capire cose sta davvero accadendo. Qui sta la differenza tra il caso "Echelon", o il caso SWIFT, e oggi. In questi anni le tecnologie di comunicazione-interferenza-attacco hanno avuto sviluppi mostruosamente veloci. Il progetto HAARP è in piena funzione (ricordo di nuovo il MUOS di Niscemi), lo spazio che circonda la terra è ormai sede di sistemi d'arma che sono stati approntati in vista di uno scontro planetario. E' possibile entrare in un computer nemico e far esplodere a distanza ogni ordigno, e ogni centrale nucleare. E' possibile impedire al nemico, magari nemmeno ancora dichiarato, di realizzare un suo progetto qualsivoglia. E' possibile avvelenare i corpi, oltre che le menti dei sudditi altrui.

E tutti guardano il dito, mentre non vedono la Luna. Il pifferaio magico suona il suo strumento, come un rumore di fondo che impedisce di percepire l'uragano che arriva. La Luna è già scura e sta entrando in una eclisse fatale. Il giovane Snowden è una Cassandra che giunge in ritardo.

Giulietto Chiesa
Fonte: http://megachip.globalist.it
Link: http://megachip.globalist.it/Detail_New ... n-sintomo-
3.07.2013
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Messaggioda nuvolarossa » mer lug 10, 2013 15:51 pm

[youtube]http://www.youtube.com/v/WOldYr1jVnw[/youtube]
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Messaggioda MarcoS » ven lug 12, 2013 12:54 pm

http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/07/bye-bye-cara-cupola-mediatica-crolla-in.html

Bye bye cara cupola mediatica. Crolla in Italia il mercato dell'editoria, dell'informazione cartacea e dell'ascolto televisivo. Questa è la ragione della virulenza del cavaliere Silvio Berlusconi.

La giustizia non c'entra affatto.

Il disgustoso cancan allestito dalle truppe berluskiane, con la complicità piddina, poco ha che vedere con problemi di merito o di sostanza legati a questioni dello Stato di Diritto, tutela, rapporti con la magistratura, ecc.

E' semplicemente un banale problema di introito pubblicitario.
Tutto qui.
Nè più nè meno.

......
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Messaggioda coniglio » gio lug 18, 2013 16:45 pm

DI VALERIO LO MONACO
ilribelle.com

Quasi oscurata dalle altre notizie che hanno occupato le prime pagine dei giornali la settimana scorsa, la tematica più importante è un'altra: il nostro Paese si prepara a svendere immobili e altri gioielli di famiglia, oltre a varare nuove norme, per un totale, parziale quanto si vuole eppure niente affatto modesto, di 400 miliardi.

Lo scenario è pertanto inequivocabile: come era facile prevedere stiamo entrando in una nuova fase dello smantellamento del nostro Stato. Dopo l'ondata delle misure di austerità imposte da Monti, una delle ultime importanti cose che il governo del professore del Bilderberg e di Goldman Sachs non aveva fatto in tempo a mettere in pratica è ora nelle mani di Enrico Letta, anch'egli, come sappiamo, degli ambienti del "Gruppo".

Stiamo parlando delle privatizzazioni e della messa all'asta di ciò che è nostro onde far fronte ai debiti accumulati nel tempo.

Il governo vorrebbe, con questa operazione, tagliare appunto 400 miliardi di debito pubblico, facendo fede così al Fiscal Compact in "partenza" dal 2015. Secondo Brunetta, 100 miliardi arriverebbero dalla vendita dei beni pubblici, 40-50 dalla costituzione e cessione di società per le concessioni demaniali (chi saranno i proprietari di tali società?), 25-35 miliardi dalla tassazione ordinaria delle attività finanziarie detenute in Svizzera (come se la cosa fosse facile da applicare?) e ulteriori 215-235 miliardi da questa "operazione choc" di svendita. Appunto.

Operazione choc: già la si chiama nel modo adatto a farla digerire all'opinione pubblica come una cosa indispensabile, necessaria, e non procrastinabile. "L'Europa ce lo chiede", ricordate?

Questa operazione, a quanto pare, dovrebbe essere confezionata nel modo seguente: si vuole individuare una porzione di beni patrimoniali e diritti dello Stato, sia a livello centrale sia a livello strategico, e venderli a una società di diritto privato di nuova costituzione. Questa - attenzione che si arriva facilmente al punto - sarebbe costituita e partecipata da Banche, Assicurazioni, fondi bancari e altri soggetti. Ripetiamo: banche, assicurazioni e fondi bancari, oltre a qualche soggetto privato evidentemente facoltoso. Chiaro il punto?

Ma non solo: tale società emetterebbe obbligazioni a 15-20 anni garantite dai beni. E siccome si tratta di un soggetto privato, questi titoli non andrebbero a ingrassare il debito pubblico. Lo Stato incasserebbe il corrispettivo e lo porterebbe a riduzione del debito. Ma i beni, ovviamente, non sarebbero più "nostri".

Si tratta, con tutta evidenza, di un furto in piena regola. Con una aggravante decisiva: chi sarà in grado di andare a comperare i nostri immobili e i nostri terreni è lo stesso soggetto che attraverso la speculazione e la crisi ci ha indotto a metterli in vendita. Anzi in svendita.

Il processo è certamente chiaro a tutti i lettori del Ribelle. Se dai primi anni ottanta siamo stati costretti - per via delle leggi che i politici italiani hanno approvato senza che nessuno di noi, ipnotizzato negli anni del boom economico se ne rendesse pienamente conto - a offrire nelle mani della speculazione internazionale il finanziamento dei nostri titoli di Stato, è esattamente da allora che abbiamo iniziato ad accumulare debito pubblico in maniera abnorme. Conti alla mano, la cosa non è in discussione. Sino a un anno addietro eravamo "appena" al doppio di allora, cioè a circa il 120 per cento. Complici la crisi indotta dalla finanza sovranazionale e i governi che attraverso tale crisi ci hanno imposto le misure che non hanno fatto che aggravarla ulteriormente ai nostri danni, oggi siamo arrivati, in tema di debito pubblico, a circa il 130 per cento. E probabilmente a fine anno si andrà ben oltre. Per risolvere la situazione, visto che con le misure adottate non si può che continuare a farla incancrenire, adesso si arriva dunque alla svendita di noi stessi. Cioè del nostro patrimonio pubblico.

Chi ha guadagnato da tutta l'operazione mediante i tassi di interesse crescenti che siamo stati costretti a pagare e che saremo costretti a pagare anche in futuro si trova dunque oggi con un gruzzolo cospicuo in tasca. E questo, sempre da parte degli stessi soggetti, sarà dunque utilizzato, a breve, per venire a fare spese in casa nostra. A prezzi di realizzo, ovviamente. E con un allibratore di provata fiducia, visto che Letta proviene dagli stessi ambienti.

Prima ci hanno "creato" il debito, poi ci hanno fatto aumentare i tassi di interesse, quindi ci hanno imposto le condizioni per ripagarlo, e adesso ci requisiscono il patrimonio a prezzi da "monte dei pegni". Una operazione di strozzinaggio legalizzato insomma.

La lista degli immobili e del patrimonio in svendita non è ancora completa. E si tratta, ribadiamo, di una lista parziale ancora da approvare. Ma è certo che verso quella direzione si sta andando e che quella si proseguirà. Come peraltro già avvenuto in altri Paesi, vedi ad esempio la Grecia e la svendita di aziende pubbliche quando di non vere e proprie isole. Per ora la Banca d'Italia, dalla quale è necessaria l'autorizzazione (che ovviamente non mancherà, visto che è di proprietà delle Banche e dunque dei banksters stessi) ha inviato una prima lista di 350 immobili per un valore di un miliardo e mezzo.

A fronte di questo, il peggio è però l'aspetto che riguarda lo scenario nel suo complesso, cioè europeo e mondiale. Che non sta cambiando di un millimetro se non in peggioramento. La seconda ondata di crisi, ampiamente prevista anche nei tempi, cioè per il tardo autunno di quest'anno, inizia ad arrivare. La situazione di Portogallo e Grecia sta nuovamente avendo una nuova fase di peggioramenti. E anche le notizie in merito a queste due situazioni sono state nascoste dietro i fatti d'Egitto nei giorni scorsi.

Mario Draghi ha dichiarato che la Bce continuerà a intervenire e che non pensa affatto, come invece si suppone stia facendo la Fed dopo le parole di Ben Bernanke delle settimane passate, a una exit strategy. Ma non è una buona notizia: perché se da un lato la cosa ci evita il tracollo totale e repentino, dall'altro non fa che spostare in avanti i termini di una questione già scritta. Peraltro, prendendo tempo, consente alla deriva predatoria dei mercati di continuare ad andare avanti e a percorrere i propri scopi. La svendita dell'Italia della quale abbiamo parlato è una ulteriore tappa di tale percorso.

Valerio Lo Monaco
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8.07.2013
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Messaggioda coniglio » ven lug 19, 2013 10:36 am

Siccome i ?maltrattamenti? alla Carta continuano, ci tocca disturbare di nuovo ? a poche settimane dall?ultima volta ? Gustavo Zagrebelsky.

Professore, negli ultimi tempi abbiamo assistito a numerosi episodi di natura politica e costituzionale che hanno suscitato discussioni e polemiche. Lei che ne pensa?
Prima che dagli episodi, iniziamo da un dubbio, da un interrogativo di portata generale, di cui vorremmo non si dovesse parlare. E, invece, dobbiamo.

Cosa intende?
Una cosa angosciante. Si tratta solo di singoli episodi, oppure di manifestazioni di qualcosa di più profondo, che non riusciamo a vedere e definire con chiarezza, ma avvertiamo come incombente e minaccioso? Qualcosa in cui quelli che altrimenti sarebbero appunto solo episodi isolati, assumono un significato comune. Li dobbiamo trattare isolatamente o come sintomi d?un generale e pericoloso malessere?

Dica lei.
Guardi: può darsi ch?io pecchi in pessimismo. Mi sembra che sulla vita politica, nel nostro Paese, in questo momento, gravi un ?non detto? che spiegherebbe molte cose. Si fa finta di vivere nella normalità della vita democratica, ma non è così. È come se una rete invisibile avvolgesse le istituzioni politiche fossilizzandole; imponesse agli attori politici azioni e omissioni altrimenti assurdi e inspiegabili; mirasse a impedire che qualunque cosa nuova avvenga. Questa è stasi, situazione pericolosa. Se qualche episodio, anche grave o gravissimo, sfugge alla rete, l?imperativo è sopire, normalizzare. Ciò che accade sulla scena politica sembra una messinscena. Ci si agita per nulla concludere. Ma la democrazia, così, muore. Lo spettacolo cui assistiamo sembra un gioco delle parti, oltretutto di livello infimo. Il numero degli appassionati sta diminuendo velocemente. L?umore è sempre più cupo. Bastava guardare i volti e udire il tono di alcuni che hanno preso la parola nel dibattito sulla vicenda della ?rendition? kazaka. Sembravano tanti ?cavalieri dalla trista figura?. Non si respirava il ?fresco profumo della libertà?, di cui ha scritto ieri Barbara Spinelli. Né v?era traccia di quella ?felicità? che è l?humus della democrazia, di cui abbiamo ragionato Ezio Mauro e io, in contrasto con l?atmosfera stagnante dei regimi del sospetto, dell?intrigo, della libertà negata.

Si riferisce alla maggioranza modello ?larghe intese??
Innanzitutto: è una maggioranza contro natura; contraria alle promesse elettorali e quindi democraticamente illegittima, anche se legale; che pretende di fare cose per le quali non ha ricevuto alcun mandato. Ricorderà che è stata formata pensando a poche e chiare misure da prendere insieme: governo ?di scopo? (come se possa esistere un governo senza scopi!), ?di servizio? (come se ci possa essere un governo per i fatti suoi!) e, poi, ?di necessità?. Ora, sembra un governo marmorizzato il cui scopo necessario sia durare, irretito in un gioco più grande di lui. La riforma elettorale, bando alle ciance, non si fa, perché in fondo, oltre che essere nell?interesse di molti, nel frattempo, con l?attuale, non si può tornare a votare. Perfino l?abnorme procedimento di revisione della Costituzione è stato pensato a questo scopo, come si ammette anche da diversi ?saggi? che pur si sono lasciati coinvolgere. E, in attesa che la si cambi, la si viola.

Così arriviamo agli episodi. Il caso F-35?
Incominciamo da qui. Il Parlamento è stato esautorato quando il Consiglio supremo di difesa ha scritto che i ?provvedimenti tecnici e le decisioni operative, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell?esecutivo?, sottintendendo: ?responsabilità esclusive?. Chissà chi sono i consulenti giuridici che hanno avallato queste affermazioni, che svuotano i compiti del Parlamento in materia di sicurezza e politica estera? Un regresso di due secoli, a quando tali questioni erano prerogativa regia. Del resto, lei sa che cosa è questo Consiglio? Qualcuno si è ricordato che la sua natura è stata definita nel 1988 da una relazione della Commissione presieduta da un grande giurista, Livio Paladin, istituita dal presidente Cossiga per fare chiarezza su un organo ambiguo (ministri, generali, presidente della Repubblica)? Fu chiarito allora che si tratta di un organo di consulenza e informazione del presidente, senza poteri di direttiva. D?altra parte, chi stabilisce se certi provvedimenti e certe decisioni sono solo tecniche e operative, e non hanno carattere politico? I sistemi d?arma, l?uso di certi mezzi o di altri non sono questioni politiche? Chi decide? Il Parlamento, in un regime parlamentare. Forse che si sia entrati in un altro regime?

L?affaire kazako è una ?brutta figura internazionale? o una violazione dei diritti umani?
Una cosa e l?altra. Ma non solo: è l?umiliazione dello Stato. Ammettiamo che nessun ministro ne sapesse qualcosa. Sarebbe per questo meno grave? Lo sarebbe perfino di più. Vorrebbe dire che le istituzioni non controllano quello che accade nel retrobottega e che il nostro Paese è terreno di scorribande di apparati dello Stato collusi con altri apparati, come già avvenuto nel caso simile di Abu Omar, rapito dai ?servizi? americani con la collaborazione di quelli italiani e trasportato in Egitto: un caso in cui s?è fatta valere pesantemente la ?ragion di Stato?. Non basta, in questi casi, la responsabilità dei funzionari. L?art. 95 della Carta dice che i ministri, ciascuno personalmente, portano la responsabilità degli atti dei loro dicasteri. Se, sotto di loro, si formano gruppi che agiscono in segreto, per conto loro o in combutta con poteri estranei o stranieri, il ministro non risponderà penalmente di quello che gli passa sotto il naso senza che se ne accorga. Ma politicamente ne è pienamente responsabile. Troppo comodo il ?non sapevo?. Chi ci governa, per prima cosa, ?deve sapere?. Se no, dove va a finire la nostra sovranità? Chi, dovendola difendere, in questa circostanza, non l?ha difesa?

Che dire del blocco del Parlamento decretato per protesta contro l?Autorità giudiziaria?
Che, anche questa, come la manifestazione di decine di parlamentari scalpitanti dentro e fuori il Tribunale di Milano, è una vicenda inconcepibile. Altrettanto inconcepibile è che l?una e l?altra non siano state oggetto di puntuale e precisa condanna. Anche qui: ammettiamo per carità di Patria che l?una sia stata una normale sospensione tecnica e l?altra una visita guidata a un palazzo pubblico. Non basta, però, averli ?derubricati?, per poter dire che non è successo nulla. La questione è che non s?è detto autorevolmente che l?intento e i mezzi immaginati sono, sempre e comunque, inammissibili perché contro lo Stato di diritto.

C?è una logica che spiega i singoli episodi?
Potrei sbagliare, ma a me pare che su tutto domini la difesa dello status quo e del governo che lo garantisce. In stato di necessità, si passa sopra a tutto il resto. L?impressione, poi, è che in quella rete invisibile di connivenze, di cui parlavo all?inizio, si finisca per attribuire a un partito e al suo leader un plusvalore che non corrisponde al loro consenso elettorale e alla rappresentanza in Parlamento. Come se toccarne gli interessi possa determinare una catastrofe generale. Sembra che tutti siano utili, ma qualcuno sia necessario e, per questo, si debbano tollerare da lui cose che, altrimenti, sarebbero intollerabili.

Così si è corrivi nei confronti di una parte politica, anche se c?è di mezzo la Costituzione. A chi spetta difenderla?
In democrazia, a tutti i cittadini, che nella Costituzione si riconoscono. Poi, a chi occupa posti nelle istituzioni, subordinatamente a un giuramento di fedeltà. Infine, salendo più su, a colui che ricopre il ruolo comprensivamente detto di ?garante della Costituzione?, il presidente della Repubblica.


Da Il Fatto Quotidiano del 18 luglio 2013
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Messaggioda PIEDENERO » ven lug 19, 2013 10:56 am

ma:
NAPOLITANO??
NAPOLITANO??
NAPOLITANO??
NAPOLITANO??
NAPOLITANO??

è garante della costituzione?

e poi le ultime dichiarazioni sul caso half Ano e quindi sulla tenuta o meno del governo, gli competono?
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Messaggioda coniglio » ven lug 19, 2013 11:19 am

PIEDENERO ha scritto:ma:
NAPOLITANO??
NAPOLITANO??
NAPOLITANO??
NAPOLITANO??
NAPOLITANO??

è garante della costituzione?

e poi le ultime dichiarazioni sul caso half Ano e quindi sulla tenuta o meno del governo, gli competono?



la sua condotta potrebbe essere
irrituale e invasiva, valicando le sue prerogative.
anzi, se si vuole, addirittura una turbativa
alla libera deteminazione democratica del Parlamento, influenzandone
l'odierno voto.
il pdr , come noto, è un organo apolitico che non può esercitare funzioni attive di governo (remember Monti?).
deve solo vigilare sull'osservanza della Costituzione.e degli equilibri
in essa contenuti fra le varie istituzioni.
restiamo e dobbiamo rimanere una repubblica con forma di governo puramente Parlamentare.
ma si sa, amico mio, noi siamo prevenuti.
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Messaggioda coniglio » ven lug 19, 2013 12:15 pm

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Oggi è il 21° anniversario dell' attentato di via d'Amelio
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Messaggioda Franz the Stampede » ven lug 19, 2013 14:39 pm

nuvolarossa ha scritto:IL "DATAGATE" E' UN SINTOMO. CIO' CHE SI PREPARA E' LA GUERRA
[?]


Bel post. Questa storia del datagate poteva essere l'occasione giusta per l'Europa per dare pacco agli USA sciogliendo la NATO. E invece... :(
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Messaggioda Sbob » ven lug 19, 2013 18:04 pm

Franz the Stampede ha scritto:
nuvolarossa ha scritto:IL "DATAGATE" E' UN SINTOMO. CIO' CHE SI PREPARA E' LA GUERRA
[?]


Bel post. Questa storia del datagate poteva essere l'occasione giusta per l'Europa per dare pacco agli USA sciogliendo la NATO. E invece... :(

http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_military_expenditures
Abbiamo un esercito che e' la meta' di quello USA per spese, e in piu' siamo divisi in venti microesercitini.
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Messaggioda nuvolarossa » sab lug 20, 2013 11:13 am

GUSTAVO ZAGREBELSKY: ?F35, GIUSTIZIA E KAZAKISTAN. E? L?UMILIAZIONE DELLO STATO? (Silvia Truzzi)
18 luglio 2013

Siccome i ?maltrattamenti? alla Carta continuano, ci tocca disturbare di nuovo ? a poche settimane dall?ultima volta ? Gustavo Zagrebelsky.

Professore, negli ultimi tempi abbiamo assistito a numerosi episodi di natura politica e costituzionale che hanno suscitato discussioni e polemiche. Lei che ne pensa?
Prima che dagli episodi, iniziamo da un dubbio, da un interrogativo di portata generale, di cui vorremmo non si dovesse parlare. E, invece, dobbiamo.

Cosa intende?
Una cosa angosciante. Si tratta solo di singoli episodi, oppure di manifestazioni di qualcosa di più profondo, che non riusciamo a vedere e definire con chiarezza, ma avvertiamo come incombente e minaccioso? Qualcosa in cui quelli che altrimenti sarebbero appunto solo episodi isolati, assumono un significato comune. Li dobbiamo trattare isolatamente o come sintomi d?un generale e pericoloso malessere?

Dica lei.
Guardi: può darsi ch?io pecchi in pessimismo. Mi sembra che sulla vita politica, nel nostro Paese, in questo momento, gravi un ?non detto? che spiegherebbe molte cose. Si fa finta di vivere nella normalità della vita democratica, ma non è così. È come se una rete invisibile avvolgesse le istituzioni politiche fossilizzandole; imponesse agli attori politici azioni e omissioni altrimenti assurdi e inspiegabili; mirasse a impedire che qualunque cosa nuova avvenga. Questa è stasi, situazione pericolosa. Se qualche episodio, anche grave o gravissimo, sfugge alla rete, l?imperativo è sopire, normalizzare. Ciò che accade sulla scena politica sembra una messinscena. Ci si agita per nulla concludere. Ma la democrazia, così, muore. Lo spettacolo cui assistiamo sembra un gioco delle parti, oltretutto di livello infimo. Il numero degli appassionati sta diminuendo velocemente. L?umore è sempre più cupo. Bastava guardare i volti e udire il tono di alcuni che hanno preso la parola nel dibattito sulla vicenda della ?rendition? kazaka. Sembravano tanti ?cavalieri dalla trista figura?. Non si respirava il ?fresco profumo della libertà?, di cui ha scritto ieri Barbara Spinelli. Né v?era traccia di quella ?felicità? che è l?humus della democrazia, di cui abbiamo ragionato Ezio Mauro e io, in contrasto con l?atmosfera stagnante dei regimi del sospetto, dell?intrigo, della libertà negata.

Si riferisce alla maggioranza modello ?larghe intese??
Innanzitutto: è una maggioranza contro natura; contraria alle promesse elettorali e quindi democraticamente illegittima, anche se legale; che pretende di fare cose per le quali non ha ricevuto alcun mandato. Ricorderà che è stata formata pensando a poche e chiare misure da prendere insieme: governo ?di scopo? (come se possa esistere un governo senza scopi!), ?di servizio? (come se ci possa essere un governo per i fatti suoi!) e, poi, ?di necessità?. Ora, sembra un governo marmorizzato il cui scopo necessario sia durare, irretito in un gioco più grande di lui. La riforma elettorale, bando alle ciance, non si fa, perché in fondo, oltre che essere nell?interesse di molti, nel frattempo, con l?attuale, non si può tornare a votare. Perfino l?abnorme procedimento di revisione della Costituzione è stato pensato a questo scopo, come si ammette anche da diversi ?saggi? che pur si sono lasciati coinvolgere. E, in attesa che la si cambi, la si viola.

Così arriviamo agli episodi. Il caso F-35?
Incominciamo da qui. Il Parlamento è stato esautorato quando il Consiglio supremo di difesa ha scritto che i ?provvedimenti tecnici e le decisioni operative, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell?esecutivo?, sottintendendo: ?responsabilità esclusive?. Chissà chi sono i consulenti giuridici che hanno avallato queste affermazioni, che svuotano i compiti del Parlamento in materia di sicurezza e politica estera? Un regresso di due secoli, a quando tali questioni erano prerogativa regia. Del resto, lei sa che cosa è questo Consiglio? Qualcuno si è ricordato che la sua natura è stata definita nel 1988 da una relazione della Commissione presieduta da un grande giurista, Livio Paladin, istituita dal presidente Cossiga per fare chiarezza su un organo ambiguo (ministri, generali, presidente della Repubblica)? Fu chiarito allora che si tratta di un organo di consulenza e informazione del presidente, senza poteri di direttiva. D?altra parte, chi stabilisce se certi provvedimenti e certe decisioni sono solo tecniche e operative, e non hanno carattere politico? I sistemi d?arma, l?uso di certi mezzi o di altri non sono questioni politiche? Chi decide? Il Parlamento, in un regime parlamentare. Forse che si sia entrati in un altro regime?

L?affaire kazako è una ?brutta figura internazionale? o una violazione dei diritti umani?
Una cosa e l?altra. Ma non solo: è l?umiliazione dello Stato. Ammettiamo che nessun ministro ne sapesse qualcosa. Sarebbe per questo meno grave? Lo sarebbe perfino di più. Vorrebbe dire che le istituzioni non controllano quello che accade nel retrobottega e che il nostro Paese è terreno di scorribande di apparati dello Stato collusi con altri apparati, come già avvenuto nel caso simile di Abu Omar, rapito dai ?servizi? americani con la collaborazione di quelli italiani e trasportato in Egitto: un caso in cui s?è fatta valere pesantemente la ?ragion di Stato?. Non basta, in questi casi, la responsabilità dei funzionari. L?art. 95 della Carta dice che i ministri, ciascuno personalmente, portano la responsabilità degli atti dei loro dicasteri. Se, sotto di loro, si formano gruppi che agiscono in segreto, per conto loro o in combutta con poteri estranei o stranieri, il ministro non risponderà penalmente di quello che gli passa sotto il naso senza che se ne accorga. Ma politicamente ne è pienamente responsabile. Troppo comodo il ?non sapevo?. Chi ci governa, per prima cosa, ?deve sapere?. Se no, dove va a finire la nostra sovranità? Chi, dovendola difendere, in questa circostanza, non l?ha difesa?

Che dire del blocco del Parlamento decretato per protesta contro l?Autorità giudiziaria?
Che, anche questa, come la manifestazione di decine di parlamentari scalpitanti dentro e fuori il Tribunale di Milano, è una vicenda inconcepibile. Altrettanto inconcepibile è che l?una e l?altra non siano state oggetto di puntuale e precisa condanna. Anche qui: ammettiamo per carità di Patria che l?una sia stata una normale sospensione tecnica e l?altra una visita guidata a un palazzo pubblico. Non basta, però, averli ?derubricati?, per poter dire che non è successo nulla. La questione è che non s?è detto autorevolmente che l?intento e i mezzi immaginati sono, sempre e comunque, inammissibili perché contro lo Stato di diritto.

C?è una logica che spiega i singoli episodi?
Potrei sbagliare, ma a me pare che su tutto domini la difesa dello status quo e del governo che lo garantisce. In stato di necessità, si passa sopra a tutto il resto. L?impressione, poi, è che in quella rete invisibile di connivenze, di cui parlavo all?inizio, si finisca per attribuire a un partito e al suo leader un plusvalore che non corrisponde al loro consenso elettorale e alla rappresentanza in Parlamento. Come se toccarne gli interessi possa determinare una catastrofe generale. Sembra che tutti siano utili, ma qualcuno sia necessario e, per questo, si debbano tollerare da lui cose che, altrimenti, sarebbero intollerabili.

Così si è corrivi nei confronti di una parte politica, anche se c?è di mezzo la Costituzione. A chi spetta difenderla?
In democrazia, a tutti i cittadini, che nella Costituzione si riconoscono. Poi, a chi occupa posti nelle istituzioni, subordinatamente a un giuramento di fedeltà. Infine, salendo più su, a colui che ricopre il ruolo comprensivamente detto di ?garante della Costituzione?, il presidente della Repubblica.


http://giacomosalerno.com/2013/07/18/gustavo-zagrebelsky-f35-giustizia-e-kazakistan-e-lumiliazione-dello-stato-silvia-truzzi/
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Messaggioda nuvolarossa » dom lug 21, 2013 13:03 pm

Caso Alfano: il Presidente vero e quello innominabile
di Peter Gomez | 20 luglio 2013

Angelino Alfano è salvo, il governo Letta pure, la democrazia italiana un po? meno. Venerdì 19 luglio, durante il dibattito sulla sfiducia (mancata) al ministro per il caso kazako, Palazzo Madama compie un ulteriore passo verso il basso. Non l?ultimo, visto che, come è ormai perfettamente intuibile, i nostri sedicenti rappresentanti quando toccheranno il fondo si metteranno alacremente a scavare.

Tra le cosiddette alte cariche dello Stato va pericolosamente di moda la giurisprudenza costituzionale creativa. Tanto che il presidente del Senato, Piero Grasso, sceglie il palcoscenico della discussione in diretta tv per enunciare, di fatto, due nuovi, rivoluzionari, principi: la censura preventiva sui discorsi dei parlamentari e il divieto di nominare pubblicamente Giorgio Napolitano.

Tutto accade quando Grasso stoppa il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Nicola Morra che, ricostruendo il caso kazako, sta per citare una frase dell?Eterno Presidente: ?Ieri è intervenuto nel dibattito politico chi sta sul Colle??. Apriti cielo: ?Non sono ammessi riferimenti al Capo dello Stato. Lasciamolo fuori da quest?aula?, interviene fulmineo e autoritario Grasso. Morra prova a chiarire: ?dicevo il presidente della Repubblica?. Lui lo riprende di nuovo: ?L?ho invitata a lasciarlo fuori, lei non può nominarlo (sic)?.

A vederla con ironia, ci sarebbe da stare tranquilli. In fondo questa è la migliore dimostrazione di come sbagli chi pensa che la democrazia italiana, guidata da Re Giorgio, si stia trasformando in monarchia. Ad ascoltare Grasso l?obbiettivo ? tragicomico ? pare diventare un altro: la teocrazia, nel senso letterale del termine. La transmutazione, forse anche a causa dell?età, del vetusto Presidente in sovrano di natura divina (un Faraone) con l?obbligatorio corollario di comandamenti.

Da sempre irresponsabile per i reati commessi nelle sue funzioni e da qualche tempo non intercettabile, Napolitano esce ora dall?aula della discussione su Alfano come non nominabile e, in fondo, pure infallibile.

Davanti all?articolo 95 della Costituzione che testualmente recita: ?I ministri sono responsabili collegialmente degli atti del consiglio del ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri?, i senatori, con poche eccezioni, non si limitano infatti a seguire i suoi diktat sul governo Letta. Applaudono pure ogni sua (per molti sconcertante) interpretazione della Carta .

?Anche, ma non solo per dei ministri, è assai delicato e azzardato evocare responsabilità oggettive o consustanziali alla carica che si ricopre? aveva detto Napolitano appena 24 ore prima. E adesso il capogruppo del Pdl, Renato Schifani, lo elogia. Poi, quasi da moderno aruspice, lo interpreta: ?Non esiste il principio di responsabilità oggettiva nelle istituzioni. Chi sbaglia paga, ma se il ministro non è stato informato dalla catena di comando non vedo in forza a quale principio politico, istituzionale, etico o sociale, debba pagare?.

Dopo l?intervento del Colle l?articolo 95 non sembra più in vigore. La Casta del ?a mia insaputa? vince. E tra gli applausi che celebrano il redivivo Alfano la mente va a un altro Presidente. A Luigi Einaudi, un Presidente vero. Uno che tanti anni fa avvertiva: ?Non le lotte o le discussioni devono impaurire, ma la concordia ignava e l?unanimità dei consensi?.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/20/caso-alfano-presidente-vero-e-quello-innominabile/661625/
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Messaggioda coniglio » lun lug 22, 2013 16:06 pm

L'Italia è a soli due gradini dal livello junk (spazzatura)

By Edoardo Capuano - Posted on 11 luglio 2013

ItalyAll'indomani del recente downgrade sull'Italia da parte di S&P che ha portato il rating a BBB da BBB+, a soli due gradini dal livello junk (spazzatura), l'Istat ci comunica i dati impietosi sulla produzione industriale nel mese di maggio, che si porta a quasi il 25% dai massimi di aprile 2008, segnando, ormai, un inesorabile declino del tessuto produttivo nazionale, che è ben lontano da una svolta che possa essere accolta come un pallido segnale di ripresa.

A maggio 2013 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,1% rispetto ad aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio l'indice ha registrato una flessione dell'1,3% rispetto al trimestre precedente.

C l'indice è diminuito in termini corretto per gli effetti di calendario, in maggio 2013,tendenziali del 4,2% (i giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2012). Nella media dei primi cinque mesi dell'anno la produzione è scesa del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a maggio 2013, diminuzioni tendenziali in tutti i comparti. Calano in modo significativo l'energia (-5,7%) e, in misura minore, i beni intermedi (-4,8%) e i beni strumentali (-4,1%). Registrano una flessione più contenuta i beni di consumo (-3,0%).

Nel confronto tendenziale, a maggio 2013 i settori in crescita sono quelli della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+3,3%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,3%) e delle industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,0%).

Il settore che, in termini tendenziali, registra in maggio la più ampia variazione negativa è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,3%).

Autore: Paolo Cardenà / Fonte originale: Istat / Fonte: vincitorievinti.com
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Messaggioda coniglio » lun lug 22, 2013 16:16 pm

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Messaggioda MarcoS » mar lug 23, 2013 7:56 am

forse si capisce finalmente perché si vogliono a tutti costi sti dannati f35...
Due giuristi e uno scienziato, impegnati nel movimento per il disarmo, avanzano una chiave di lettura molto interessante sulla decisione degli Stati Uniti di imporre il programma di acquisto e di operatività degli F 35: aggirare le limitazioni del trattato strategico sulle armi nucleari.

In questi giorni assistiamo a un nuovo conflitto tra i poteri dello stato, tempo fa si é trattato di far distruggere intercettazioni relative all'indagine sulle trattative stato/mafia, oggi di porre l'acquisto degli F35 al riparo dai rischi di una discussione parlamentare. Ma se è chiaro perché si vuole sottrarre al dibattito parlamentare la questione degli F35, non é affatto chiaro perché gli Usa ci tengano tanto a vendere gli F35 all'Italia, e meno ancora perché l'Italia ci tenga tanto ad acquistarli.

La semplice questione economica non può, a nostro giudizio, spiegare la fortissima pressione degli Usa sull?alleato più ubbidiente per ?vendere? questo aereo. Non risulta, infatti, un?analoga pressione sul Canada quando ha rinunciato all?acquisto. Ci viene in mente che potrebbe esserci una ragione molto più sottile, e più grave, legata alla presenza delle....


http://www.contropiano.org/archivio-news/documenti/item/17972-gli-f35-in-italia-servono-per-aggirare-il-nuovo-start?
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Messaggioda coniglio » mar lug 23, 2013 12:48 pm

[youtube]http://www.youtube.com/v/qfupV8x3C50[/youtube]
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Messaggioda coniglio » mer lug 24, 2013 15:02 pm

MarcoS ha scritto:...


la META' di tutte quelle distribuite su tutto il territorio europeo.
la metà.
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Messaggioda coniglio » gio lug 25, 2013 12:03 pm

dal blog di Buzz che a sua volta rilinka a sdcm

I detrattori del M5s, che sostenevano l?inutilità del lavoro in parlamento degli eletti del movimento, e che per mesi ci hanno spiegato quanto fosse irrisoria la loro presenza -se non per il chiasso gossip alimentato dalla stampa- purtroppo avevano torto.
E? il paradosso dei nostri tempi: magari avessero avuto ragione.
Se così fosse stato, allora avrebbe voluto dire che avevamo mandato in parlamento un?allegra combriccola di inutili chiacchieroni, nè dannosi nè utili, e i loro colleghi dei partiti avrebbero potuto serenamente sbeffeggiarli, irriderli, e magari finirci a prendere una pizza insieme.

Se fosse andata così, allora avrebbe voluto dire che chi gestisce il governo, invece, lavora, si preoccupa e si occupa dei guai della collettività, lavorando sodo per noi.

di Sergio Di Cori Modigliani
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... te-il.html 24.07.2013

Non è andata così.

Negli ultimi due giorni, insieme, i deputati del PD e del PDL si sono letteralmente scatenati alla tivvù, sui giornali e sui social networks (pagine vere e finte su facebook, troll a pagamento, servi sciocchi e clientele varie) per attaccare il M5s con toni sempre più virulenti, sempre più aggressivi. Ieri, in ?transatlantico?, verso le ore 11, l?on. Boccia del PD dichiarava come la sola presenza dei colleghi del M5s è una minaccia per la stabilità della democrazia, mentre, al suo fianco, la deputata del PDL Manuela Repetti sosteneva che i deputati del M5s sono degli irresponsabili che stanno trascinando il paese alla rovina.

Queste due affermazioni sono utili. Ci avvertono della scelta di comunicazione che stanno cercando di allestire per il prossimo autunno, in modo tale da poter sostenere che il dissesto economico, politico, etico, culturale, morale del paese, è il frutto del comportamento degli eletti M5s e che loro è la responsabilità.

Più tardi, nel corso della trasmissione ?Transatlantico? in onda su Rainews24, alle ore 19, l?onorevole Giorgio Scanu, eletto nella Regione Sardegna nelle fila del PD, diceva, a proposito dei suoi colleghi del M5s, che non si può rimanere in silenzio, per dovere civico, di fronte a un atteggiamento rivolto soltanto a uno scopo: la balcanizzazione dell?aula, dato che l?unico obiettivo di questi deputati consiste nel gridare a uno scandalo che non c?è, con un atteggiamento che va detto, perchè è il momento di dirlo, che è sempre costantemente offensivo e perfino violento, denunciando pertanto la propria posizione anti-democratica.

Apprendiamo, così, che oltre a essere irresponsabili, sono anche violenti.

Accanto a lui, l?on. Prestigiacomo del PDL ha suggerito anche la soluzione. Dopo aver applaudito il collega sostenendo di sottoscrivere ogni sua parola, ha dichiarato che è necessario attuare immediatamente ogni dispositivo che la Legge mette a disposizione in aula e nelle commissioni per mettere questi qua (ndr. i loro colleghi, parlamentari dell?opposizione) nelle condizioni di non poter più intervenire, nè fare danno inceppando il meccanismo.

La massima perla è stata prodotta da Mariano Rabino, eletto nella Lista Civica Monti, il quale, questa mattina, nel corso della trasmissione coffeebreak in onda su La7, ha definito il M5s una compagine di irresponsabili gestita da un ayatollah.

Abbiamo quindi avuto un?altra informazione, di cui già stavano arrivando dei chiari echi: siamo passati dalla fase della denigrazione, calunnia, diffamazione, isolamento, a quella della identificazione degli attivisti di M5s come soggetti irresponsabili, violenti, e forse anche terroristi, dato che sono guidati da un ayatollah, termine questo che in Asia Minore e nelle nazioni mussulmane indica semplicemente ?un religioso di professione? ma da noi, invece, nell?immaginario collettivo è immediatamente incorporato come sinonimo di terrorismo talebano.

L?intervista a Scanu ha toccato un livello di così profonda degradazione (il deputato è un omone fisicamente molto corpulento, quindi le sue parole avevano un impatto ancora più forte) da spingere il moderatore a intervenire per calmarlo, cercare di annacquare questa aggressività inconsulta, e alla fine gli ha tolto la parola. E? un professionista di lungo corso, una persona per bene, forse vicino alla pensione, e la sua aria mesta e afflitta era un chiaro indice dello stato della comunicazione in questo paese. Mi ha fatto pensare che neppure lui si aspettava di vedere, insieme, deputati del PDL e del PD abbracciati amorevolmente nel sostenere la ?vergognosa immoralità? del comportamento pentastellato.

Ma perchè tutto ciò?

Per un motivo molto semplice: si sta discutendo in aula il cosiddetto ?Decreto Legge del Fare per il rilancio dell?economia e dello sviluppo?. Un nome bellissimo, da fare invidia a John Maynard Keynes.
Se avesse anche un solo rigo dedicato alla realtà del paese, varrebbe la pena votarlo.
Il problema è che, in tale decreto, non mi pare che esista nulla che affronti o risolva nessuno -in nessun campo, segmento, àmbito, dimensione- dei seri problemi della nazione: lavoro, occupazione, welfare, povertà, tasse, gestione del credito, sistema bancario.
Come prevede la Legge, il governo ha redatto un testo e lo ha sottoposto allo studio e al vaglio della specifica commissione parlamentare, il cui compito consisteva nell?accettarlo così com?era oppure immettere degli emendamenti suggeriti dai membri della commissione. A quel punto, il testo finiva in aula e il governo apriva un dibattito tra tutte le forze presenti in parlamento per chiedere una discussione e un voto su quegli emendamenti. Il M5s, dopo aver letto queste paginette piene di nulla ha proposto 803 emendamenti. ?Troppi, ragazzi, voi siete matti!? hanno risposto dalla presidenza del consiglio. In realtà è vero. E così sono stati ridotti a 75. ?Ancora troppi, non ci stiamo nei tempi?. Qualche mugugno, ma ha vinto l?efficienza pragmatica. Sono stati ridotti a 8, ciascuno dei quali lungo dieci/venti righe. Per poterli presentare in aula era necessario un tempo tra i 7 e i 17 minuti complessivi. Da 803 a 8 si era arrivati dopo una trattativa tra eletti di M5s e governo: erano state date ampie garanzie.
Una volta che sul suo tavolo è arrivata la delibera ufficiale che cancellava 795 emendamenti proposti dalla più grossa forza di opposizione parlamentare, lasciandone soltanto 8, Enrico Letta si è consultato con Alfano e alla fine ha dichiarato e ha fatto dichiarare a Dario Franceschini, che questo decreto del fare è talmente importante che non si può correre il rischio di rimanere ingabbiati nelle pastoie dell?iter parlamentare; di conseguenza, nel nome della responsabilità nazionale -perchè noi siamo al servizio del paese- sul decreto del fare chiederemo la fiducia alla Camera, cancellando quindi automaticamente ogni emendamento ed evitando perdite di tempo per inutili discussioni bizantine. Noi qui lavoriamo.

Fine.

Se la Democrazia Cristiana si fosse comportata così nel 1973 nei confronti di 8 emendamenti proposti dal PCI, sarebbero scesi in piazza i sindacati, ci sarebbe stato uno sciopero generale a tutti i livelli, e alla fine sarebbe stata costretta, almeno, a discuterne in aula.

In questo ?decreto del fare? ci sono pagine e pagine di parole ampollose, vuote e inutili.

E? meglio che dica ciò che, secondo me, NON c?è:

1). Non esiste nessun dispositivo, norma, progetto, legge, che dichiari e garantisca che verrà rispettato il decreto del precedente governo Monti, varato lo scorso aprile, che annunciava l?immediato pagamento di 40 miliardi di euro alle aziende PMI creditrici, alcune delle quali in attesa di essere saldate da 30 mesi. Ci si rimette a Saccomanni.
2). Non esiste nessun dispositivo, norma, progetto, legge, che prenda atto e parli dell?esistenza della povertà in Italia, e si occupi dello stato di indigenza di quasi 10 milioni di italiani, proponendo uno straccio di idea che vada a migliorare le esistenze di questi nostri concittadini di un angolo, di un grammo o di un euro. Nulla.
3). Non esiste nessun dispositivo, norma, progetto, legge, che parli di investimenti da parte dello Stato al fine di produrre lavoro e occupazione e quindi mostrando e dimostrando come avviene e si verifica la ripresa.
4). Non esiste neppure menzione sull?annoso problema dell?Iva, poichè ?come stabilito la decisione è stata rinviata al 15 settembre?.
5). Non esiste neppure menzione sulla spada di Damocle dell?aumento dell?Iva al 22% poichè ?come stabilito la decisione è stata rinviata al 1 ottobre?.
6). Non viene neppure menzionata, e quindi non sottoposta all?attenzione pubblica, la necessità di varare un piano di sostegno socio-economico relativo alla costituzione del varo di un piano preventivo del reddito di cittadinanza per cercare di arginare, contenere, affrontare l?enorme disagio sociale che esploderà il prossimo autunno.
7). Non esiste nessun dispositivo, norma, Legge, che abbatta gli esorbitanti costi della burocrazia statale, della politica istituzionale, tesa ad arginare la voragine dei conti pubblici che aumenteranno.
8 ). Non esiste nessun riferimento alla necessità impellente di varare una nuova Legge elettorale ?poichè è stato precedentemente stabilito di affidare un mandato di esplorazione costitutiva a uno specifico comitato di saggi, composto da 38 membri, che dovranno esprimersi in materia entro e non oltre il 3o novembre del 2014″.
9). Non esiste nessun riferimento, dispositivo, norma, Legge, che affronti la necessità inderogabile di affrontare in sede parlamentare ed esecutiva la gestione del sistema bancario italiano.
10). Non esiste neppure un riferimento nè un?analisi, nè un dato nè una informazione, relativa ai 2.356 enti statali inutili che assorbono ogni anno la spesa corrente di circa 40 miliardi di euro, senza produrre alcun risultato, alcun effetto, nessuna soluzione, se non per gli assunti e le loro famiglie.
11). Non esiste nessun dispositivo, riferimento, norma, Legge che vari un ?piano Lavoro? al fine di aggredire la malapianta della disoccupazione.
12). Non esiste nessun dispositivo, riferimento, norma, Legge che affronti il problema del costo esorbitante dello Stato (circa 3 miliardi di euro all?anno) derivante dalla sovvenzioni nei confronti dell?editoria, della comunicazione mediatica, di enti culturali che esistono soltanto sulla carta.
13). Non esiste nessun dispositivo, riferimento, norma, Legge che affronti e si occupi del sistema turistico-alberghiero dell?Italia, considerandolo un settore strategico e trainante dell?economia nazionale.

Gli 8 emendamenti di M5s parlavano, invece, di tutto ciò.
L?obiettivo degli eletti consisteva nell?inchiodare tutti i deputati alle loro singole responsabilità dinanzi al paese. Costringere i deputati di ogni partito a spiegare in aula dinanzi al paese perchè non vogliono varare un reddito di cittadinanza, perchè non vogliono abolire le fondazioni bancarie, perchè non vogliono dividere il sistema bancario tra banche d?affari speculative e banche commerciali creditizie, perchè non vogliono neppure intaccare il problema della disoccupazione, perchè non vogliono investire risorse dello Stato per rilanciare l?economia, perchè non si vogliono occupare dell?esistenza della povertà, perchè non vogliono investire nel turismo, nella cultura, nell?istruzione.

Su tutto ciò, ci sarà soltanto un macabro silenzio.
?Il mio governo si distinguerà per il fatto che non procederà, come gli altri governi che mi hanno preceduto, a suon di fiducia, perchè la trasparenza e il dibattito in aula sarà il motore principale del mio esecutivo?.
Così, aveva dichiarato Enrico Letta presentando il suo governo il giorno della sua nascita.
Così stanno le cose.
La responsabilità, a questo punto, è al 100% -in sede parlamentare- nelle mani di coloro che lo sostengono.
A livello di cittadinanza, la responsabilità è, al 100%, nelle menti di coloro che ancora credono a queste persone.

Sulla prima pagina del mio quotidiano surreale, oggi, la notizia che viene dall?Onu, a New York, dall?Organizzazione Mondiale della Sanità, che recita così:

?E? ufficiale. L?Oms dichiara che l?aria fritta è dannosa per la salute: procura cancro sociale terminale?.

Buona televisione a tutti.
E pensiamo alla nostra salute.
La libertà è tutto ciò che dobbiamo a noi stessi
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Messaggioda Sbob » gio lug 25, 2013 13:34 pm

sono stati ridotti a 75. ?Ancora troppi, non ci stiamo nei tempi?. Qualche mugugno, ma ha vinto l?efficienza pragmatica. Sono stati ridotti a 8, ciascuno dei quali lungo dieci/venti righe.

Ci sono fonti al riguardo, a parte il blog di Grillo? Il Fatto Quotidiano dice questo:
Il governo aveva chiesto così ai partiti di maggioranza e alle opposizioni di tagliare le proprie richieste di modifica del testo uscito dalle commissioni. Lega e Sel hanno accettato, la maggioranza ha ridotto gli emendamenti a 10, ma la trattativa con i deputati ?grillini? è saltata e i Cinque Stelle hanno mantenuto tutte le proposte di modifica, cioè oltre 400.
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