Parole profetiche... che pesano come pietre

Spazio per messaggi e discussioni a tema libero.

Messaggioda sax » gio ott 05, 2006 0:01 am

Un piccolo contributo.............


Senza voler esprimere pareri su chicchessia.


Ho avuto la fortuna di arrampicare con Giampiero nel 1979 in valle dell'Orco, avevo 16 anni e sapevo a grandi linee chi fosse ma naturalmente alla mia eta' lo potevo paragonare a un Istruttore del corso roccia da cui ero appena uscito.............

Che dire? Mi sembro' una persona innamorata della montagna a cui piaceva trasferire a modo suo, quello che aveva da dire........
Forse da lui ho capito che il trasferire emozioni e' importante e forse da li e' cominciata la mia voglia di trasferire le mie esperienze anche agli altri.....

Ho scelto la strada delle scuole di alpinismo del CAI che e' una strada come tante......ma ho scelto questa.

naturalmente non posso dire che sia stata l'arrampicata di un giorno con lui (seppure in amicizia con altri compagni) che mi abbia illuminato! Ho conosciuto gente che meritava altrettanta stima! pero' col senno del poi e analizzando la cosa a mente fredda.....

Nello stesso periodo (o poco dopo...) mi e' capitato di arrampicare a Foresto con Bassi e Bechoud e............ho percepito che le cose cambiavano molto in fretta! Ma mooooolto in fretta!

Non c'era piu' la visione idealista del nuovo mattino, gia' sui Nani Verdi le cose erano cambiate.......si andava alla ricerca della difficolta' come limite e non del limite dell'inconscio........

Non so perche' Giampiero ha fatto la scelta che ha fatto....e non lo voglio sapere! So solo che si e' trovato insieme a pochi altri in un terreno di confine..........e ha cavalcato finche' a voluto e potuto!



poi............


Ciao Giancarlo!



Scusate........




.
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Messaggioda Silvio » gio ott 05, 2006 0:44 am

grazie sax, certe cose non possono restare private, DEVONO essere pubbliche.


grazie a te e a chi ti ha preceduto.


lo scambio di emozioni di questo 3D è altissimo.
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Messaggioda Enzolino » gio ott 05, 2006 9:11 am

Ma questo "Nuovo Mattino" ha portato a qualche cambiamento o e' una delle tante mitizzazioni del passato?

Cosa potrebbe essere oggi un "Nuovo Mattino"?

Non si rischia di mitizzare eccessivamente i personaggi del passato?

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda sax » gio ott 05, 2006 9:47 am

Enzolino ha scritto:Ma questo "Nuovo Mattino" ha portato a qualche cambiamento o e' una delle tante mitizzazioni del passato?

Cosa potrebbe essere oggi un "Nuovo Mattino"?

Non si rischia di mitizzare eccessivamente i personaggi del passato?

Ciao :wink:

Lorenzo




BEH.........


Direi che l'arrampicata sportiva e' cominciata da li.......


Oggi nn saprei!
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Messaggioda .:eZy:. » gio ott 05, 2006 10:04 am

Payns ha scritto:Francamente pensavo che sarebbe passato inosservato.... :roll:

beh, dai, un po' di considerazione nelle qualità di questo forum ... soprattutto di quel laboratorio che è 'Parole in libertà' ... :roll: 8)

comunque sia, topic da top ten :P
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Messaggioda biemme » gio ott 05, 2006 10:08 am

sax ha scritto:Un piccolo contributo.............Nello stesso periodo (o poco dopo...) mi e' capitato di arrampicare a Foresto con Bassi e Bechoud e............ho percepito che le cose cambiavano molto in fretta! Ma mooooolto in fretta!.........


ehilà sax,

scusa la curiosità : roberto bassi a foresto nei primi anni 80 ? (o intendevi grassi?)

ciao
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Messaggioda sax » gio ott 05, 2006 10:18 am

biemme ha scritto:
sax ha scritto:Un piccolo contributo.............Nello stesso periodo (o poco dopo...) mi e' capitato di arrampicare a Foresto con Bassi e Bechoud e............ho percepito che le cose cambiavano molto in fretta! Ma mooooolto in fretta!.........


ehilà sax,

scusa la curiosità : roberto bassi a foresto nei primi anni 80 ? (o intendevi grassi?)

ciao
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Bassi, confermo! su i Nani verdi........

A quei tempi si dedicava alle ripetizioni in libera di vie in valle dell'Orco, (Itaca nel sole ecc.) ma e' a Foresto che si sperimentava gia' il limite.
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Messaggioda fausto1 » gio ott 05, 2006 12:00 pm

Qualcuno (che sà) ha voglia di dirmi la sua su "lo scisma di Foresto"?
3D fantastico! Grazie a tutti ma a Maurizio in particolare, che non disdegna di "scendere tra i mortali" a raccontaRSI. Ero rimasto molto colpito dalle sue parole a riguardo al periodo delle solitarie a Piantonetto.
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Messaggioda Maurizio » gio ott 05, 2006 13:38 pm

mah, io che devo dire...leggo le risposte fiume di LucaS e più lui scende nei dettagli e meno mi trovo d'accordo... Premetto che io sono convinto, per ribaltare la celebre frase morettiana, che "chi scrive bene pensa bene", per cui Signorelli fin dall'inizio mi è stato simpatico :wink: :D questo per allontanare l'idea che io sia geloso o prevenuto nei suoi confronti. Tuttavia evidentemente abbiamo feeling diversi, a me non paiono futili dettagli, ad esempio, il fatto che lui straveda per il metal, che invece io considero un'imbarbarimento dell'hard rock (scusami, ma sono un convinto Scaruffiano :lol: 8O )...ora mi stronca senza mezzi termini anche il Rock Story, che è stato il libro più importante dei miei vent'anni, e anche Gogna lo sa bene, vero Sandro :wink: :wink: :wink: ...evidentemente queste non sono solo coincidenze, voglio dire! Abbiamo probabilmente sensibilità e metodi differenti nel valutare le cose!

Ma per ritornare al tema alpinismo... (ma anche per la musica è così, solo lasciamola a quando ci incontreremo, magari da Fiorio...), io tendo basarmi, sul "corpo", sullo "spessore" delle cose se proprio devo farne una valutazione...non a simpatia. Per cui mi piacerà sempre di più la fiorentina del cheesburger, anche se so che ci sarà sempre qualcuno che dirà "beh, sai, è questione di gusti...". Così in alpinismo tu potrai sempre muovere un'obiezione a chi considera un'impresa, dicendo "epperò, io valuto altri criteri, per cui per me si ribalta la situazione..."...oppure dirmi che io considero solo le vie difficili, o solo quelle "belle" secondo la mia personale visione delle cose, o solo quelle "moderne"...

Credimi, a me è sempre stato simpatico Giancarlo, se non altro per quel suo soprannome. Ho sempre preso la parte dei deboli e degli sfigati, pur non avendo mai avuto tessera in nessun partito... e forse, senza saperlo, sono stato assai più schierato di tanti di quei tempi...pur disertando per scelta le elezioni sino all'età matura. Mi ero fatto addirittura licenziare, per non tradire un collega che aveva fatto un imbroglio...sono sempre stato un'idealista ed oggi ne pago le conseguenze. Finirò probabilmente un giorno anche io a coltivare patate e olio come Gobetti. Ma parlando di vie che fanno sognare intendo capolavori, vie che tutti vogliono andare a fare, non certo la sud delle Jorasses o quelle che tu mi citi. Io penso che tu, come del resto hai detto all'inizio, sia eccessivamente sbilanciato da una parte e manchi pertanto di obiettività e ti prego di non offenderti, lo sto dicendo con tutta la simpatia possibile. Come si fa a valutare una salita come la Cascata del Freney, oppure il couloir sulla sud delle Jorasses? Obiettivamente non si può, perchè come tu ben sai sono salite mai uguali a se stesse...un anno ci sono, l'altro anno sono diverse, sempre che esistano. Come si fa a dire, oggi, in anni così secchi...che qualcuno ci è andato ed è dovuto tornare indietro??? Dai Luca, siamo seri! Penso tu non sia solo il massimo esperto vivente delle Jorasses, ma tu conosca anche bene, molto meglio di me, la storia delle aperture nel Bianco degli ultimi 20 anni. Il caso di Beyond god and evil alle Aig de Chamonix, ad esempio, è emblematico. Ricordo che qualche anno fa facemmo un sacco di discussioni con Vegetti che stravedeva per Parkin... Beh, da via più dura del bianco a salitella che fanno in giornata, relativamente in facilità.
E allora, è stata impresa o non lo è stata? Tu pensi veramente sia solo questione di picche? Non voglio poi addentrarmi su Repetance...perchè ne uscirei male, credo che Matteo, ad esempio, sia molto più ferrato di me...
Francamente poi non capisco certe "boutade" come quella su Marchand de sable. Io ho avuto l'onore di essere uno dei primi ripetitori italiani di quella via e, considerato che avevo già nel carniere quasi tutte le vie di Grassi nelle palestre torinesi e non + tutti i massi), ti posso assicurare che Giancarlo non era assolutamente in grado di aprire una placca così dal basso. Io non sono un fan di Piola, ma se ti capita vai a vedere Folies bergeres e ti fai un'idea... Quindi certe cose è meglio non arrischiarsi a tirarle in mezzo, se non ci hai messo su le suole...
Ora tu mi dirai che non c'è solo la difficoltà...va bene, da che piano allora la vogliamo vedere? da quello dell'esplorazione? Della grandezza e dell'estetica di una linea? O da quale?

Mi spiace in fondo che alpinisti come Gogna, uno dei più importanti del nostro tempo, pur non avendo fatto cose difficilissime come Manolo o altri vengano liquidati con una battuta...e che nessuno ne parli mai, in qs forum. Ma si sa, del resto è difficile parlare di alpinisti in vita****. E mi spiace che altri, come Gabarrou, ad esempio, non vengano neppure citati. Ma tu hai presente quante salite ha fatto Gabarrou? Io e Canepazzo :lol: :lol: appunto, non dormimmo per due anni all'idea di fare il Supercouloir...fino a che non ci ho spaccato su le mie picche ed i miei ramponi... questo sono le salite che fanno sognare e restano...
Ti sei chiesto perchè certe restano ed altre passano? Non mi puoi, porta pasiensa, dire che è perchè uno è nato a Condove! Ma dove è nato Gabarrou o Berhault. Io manco lo so e manco me ne importa, sinceramente

Io ho detto, che l'importanza di Grassi è stata soprattutto come ghiacciatore, come scopritore di quella bellezza effimera ed evanescente che è il ghiaccio. Al di là di questo non me la sentirei di andare! Io non sono un ghiacciatore e non vorrei dire cazzate, anche se un po' di cascate a quei tempi le ho fatte anche io, ed allora non c'erano tanti numeri, ma solo una E ed una D, tanto bastava a fartela nei pantaloni, soprattutto se avevi 17 anni e non avevi i soldi per comprarti un attrezzo in grazia di dio... Per cui mi fermo qui.

Maurizio

**** io racconto sempre un bell'aneddoto a riguardo. Verso la metà degli anni novanta mi venne in mente di scrivere una storia dell'alpinismo italiana degli ultimi vent'anni, un capitolo per ogni personaggio. Ero in quei giorni a casa di Gobetti e gli confidai il progetto. Avevo dei dubbi e cominciai a pensare a voce alta ...allora, un capitolo su Gogna, uno su Grassi, uno su Casarotto...poi arrivammo ai nodi. Gli dissi: "Tu Perlotto lo metteresti?" Lui mi guardava dubbioso e non rispondeva "Ehi, che ci scrivo su Perlotto?" Oppure metto Massarotto...metto Guerini o metto Vitali? Ero in crisi... Lui mi guardò e poi mi disse: "Per scrivere un libro di questo tipo devi aspettare che tutti questi, di cui vuoi parlare, siano tutti morti!"

Ebbene, accantonai subito l'dea :lol: :lol: :?
Ultima modifica di Maurizio il gio ott 05, 2006 14:16 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Maurizio » gio ott 05, 2006 14:08 pm

fausto1 ha scritto:Qualcuno (che sà) ha voglia di dirmi la sua su "lo scisma di Foresto"?
3D fantastico! Grazie a tutti ma a Maurizio in particolare, che non disdegna di "scendere tra i mortali" a raccontaRSI. Ero rimasto molto colpito dalle sue parole a riguardo al periodo delle solitarie a Piantonetto.


beh, lo "scisma di Foresto" è un'invenzione mia 8O :evil: che è, Gobetti si può permettere di inventare "il circo volante" e far sognare grandi e piccini per anni...sino a quando payns ci dice che è tutto un bluff, che il mondo delle fiabe in realtà non esiste :D :D ed io non posso inventare niente? 8) 8)

Io comunque volevo riferirmi al fatto che ad un certo punto molti cominciarono a scalare soprattutto a Foresto e a "credere" nella nascente arrampicata sportiva. Molti tra questi erano alpinisti del giro di Motti e di Grassi, delle sorte di rinnegati, che cominciarono a vivere la montagna in modo professionistico. Grassi pensava al professionismo solo per non dover lavorare e stare in montagna, almeno questo mi diceva lui nelle lettere, ma questi giovani in montagna non volevano più andarci! Questo scandalizzò non poco "i maestri". Celebri sull'argomento furono ad esempio gli articoli "Settimogradisti parassiti sociali" di Ugo Manera e la monografia di Caprie, dello stesso Motti.

ciao e grazie per la stima

Maur izio
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Messaggioda fausto1 » gio ott 05, 2006 15:12 pm

Questo 3D non lo salvo...






LO STAMPO E LO RILEGO IN PELLE!
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Messaggioda Maurizio » gio ott 05, 2006 15:56 pm

Payns ha scritto:
Mah?.qui entriamo nel relativo. Relativo nel senso che ognuno di noi si crea i suoi sogni, che non necessariamente (anzi quasi mai) coincidono nei sogni degli altri.
Nel mio caso molte vie di Grassi mi hanno fatto sognare e sono grandi imprese. Restano un sogno. Soprattutto perché non ho il livello tecnico per farle. Oggi come allora. Con la differenza sostanziale che oggi non ho neanche la motivazione psicologica ad affrontare grandi rischi come ho affrontato fino al 1987, con una ricerca, mica tanto inconscia, della morte.

Grassi nel suo imponente lavoro di ricerca ed apertura ha lasciato una traccia secondo me fondamentale anche da un punto di vista intellettuale. Se ben guardiamo quel periodo e ancora di più oggi, nessuno come lui è stato in grado di interpretare l?alpinismo di ricerca e di scoperta, passando dai massi della Val di Susa, alle proto-falesia, alle grandi aperture nella vetrina del Bianco, alla valorizazione di valli sconosciute.

Certo per quel che riguarda le vie di montagna, le sue realizzazioni non saranno mai popolari. Il livello di ingaggio sia tecnico che psicologico non le rende di certo appetibili. Ma la dice lunga sulla grandezza di chi le ha ideate.


Payns, rispondo a questo tuo inciso che mi era sfuggito e che mi sembra molto interessante, poi notoriamente mi sta a cuore.

ma io non parlo di popolarità, non fraintendermi! Altrimenti dovrei eleggere a "via che fa sognare" la Ottoz alla Pyramid. E' ovvio e sacrosanto che è una questione soggettiva, altrimenti saremmo tutti uguali, ma esistono alpinisti che sono in grado di lasciare qualcosa di più, al di là della difficoltà e al di là dello stile con cui hanno fatto certe salite. E non parlo nemmeno di vie che sono impopolari, povere loro, per l'ingaggio... che so, come il seracco della Poire. Ci sono vie famose, delle pietre miliari, che lo sono per la bellezza e l'estetica, altre perchè sono tetre e repulsive.
A me affascina questa cosa che solo alcuni alpinisti, una sorta di eletti, abbia saputo lasciare un segno immortale in questo nostro piccolo mondo. Alcuni hanno aperto un migliaio di vie, come il sottoscritto, e non ci sono riusciti. Ad altri ne sono bastate una decina per riuscirci. E tra questi non vedo sikuramente Motti, ma neanche Grassi...che ne dica Signorelli! sarà forse perchè io non sono uno che vede capolavori da tutte le parti, come altri critici... I capolavori, per loro stessa definizione, si debbono contare sulle dita di una mano... Guarda, anche io sono stato innamorato di Noaschetta, anche a me piace (va) andare dove non va nessuno. Però da lì a riconoscere le vie dei Prosces come capolavori dell'alpinismo del novecento...ce ne vuole!
Spero ora di essermi spiegato un po' meglio...

ciao

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Messaggioda bummi » gio ott 05, 2006 16:11 pm

Questa interessante discussione sta lentamente scivolando verso una contrapposizione Grassi / Motti, che onestamente mi trova un po' perplesso. Ma forse sono io che, non conoscendo bene l'ambiente torinese, non riesco a comprendere bene la portata di questo presunto antagonismo.
In particolare mi suonano un po' strani certi paragoni sul terreno letterario, avendo letto entrambi mi sembra che le differenze siano palesi anche dal punto di vista dell'approccio alla penna ed alla cultura in generale.
Non so forse mi sbaglio...
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Messaggioda Payns » gio ott 05, 2006 17:51 pm

Maurizio

in linea di massima siamo d'accordo, ci sono alpinisti che hanno lasciato una traccia epocale, magari con poche realizzazioni, altri con migliaia di cui alcune che passeranno alla storia.

E certamente Grassi verrà ricordato per il ghiaccio più che per la roccia, anche se secondo me resta un'imperfezione storica.

Nel dettaglio potremmo parlare anche solo della Grassi-Re alla Tribolazione, ma non è lo specifico che ho voluto affrontare, ma la complessità dell'opera di Grassi.

Per questo affermo che il valore intellettuale del personaggio è altissimo per la capacità di spaziare da un terreno ad un altro dando a tutto dignità, la caratura del personaggio è ben diversa da come viene descritta.

Lo dimostra lo scritto che ho riportato in cui sono convinto anche tu, in parte, ti rispecchi.
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Messaggioda Payns » gio ott 05, 2006 18:27 pm

bummi ha scritto:Questa interessante discussione sta lentamente scivolando verso una contrapposizione Grassi / Motti, che onestamente mi trova un po' perplesso. Ma forse sono io che, non conoscendo bene l'ambiente torinese, non riesco a comprendere bene la portata di questo presunto antagonismo.
In particolare mi suonano un po' strani certi paragoni sul terreno letterario, avendo letto entrambi mi sembra che le differenze siano palesi anche dal punto di vista dell'approccio alla penna ed alla cultura in generale.
Non so forse mi sbaglio...


No bummi, perlomeno non voglio che quanto da me scritto possa far intravvedere una contrapposizione Grassi/Motti.

Semmai, ed è questo che va chiarito la contrapposizione era fra Grassi e Motti (ma anche altri) e l'establishement alpinistico torinese, arroccato su posizioni arcaiche se non, in alcuni casi, assolutamente ipocrite.
Poi se vogliamo usare dei neologismi con Grassi in ottica "antagonista" e Motti un pò più "moderato"

Per farti capire cosa era l'ambiente torinese di quegli anni Giancarlo Grassi, allievo della "mitica" scuola Gervasutti di Dionisi, giovane ma già forte, venne ampiamente dileggiato e si vide appioppato un non gentile nomignolo, e colmo dei colmi non ammesso al "secondo corso".

Io alla scuola Gervasutti arrivai ovviamente molti anni dopo nel 1978, sedicenne. Il direttore non era più Dionisi ma Manera.
Come ho scritto, ancora oggi nonostante l'età, il tempo passato, la consapevolezza che nella vita ci sono cose ben più importanti, resta una delle mie esperienze più negative in assoluto.
Per la pochezza umana delle persone conosciute.
Di quell'ambiente, di quel periodo salvo poche persone, Sant'Unione un vero signore. Marone, una boa di sensibilità umana in una tempesta di umana meschinità, e pochi altri.
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Messaggioda Maurizio » gio ott 05, 2006 18:52 pm

Payns ha scritto:Lo dimostra lo scritto che ho riportato in cui sono convinto anche tu, in parte, ti rispecchi.


E dopo questa mi hai messo in scacco matto, e non parlo più :D :D :D

una curiosità, che magari non interesserà a molti. Anche mio padre fece il corso con Dionisi e rimase scottato dalla Gerva. Per tutta la vita non arrampicò più, cioè arrampicò solo durante quel corso. Ma credo che oggi sia molto cambiata! Io invece rimasi scottato dal corso di sci-alpinismo dell'UGET. Avevo 12 anni...un inferno, al confronto in caserma erano rose e fiori! :D 8O
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Messaggioda Enzolino » gio ott 05, 2006 18:55 pm

mmm ... :? :roll: ... da quello che sto leggendo ho sempre piu' l'impressione che l'ambiente torinese sia stato una sorta di ghetto ed il Nuovo Mattino abbia avuto solo una valenza provinciale ... sbaglio? :roll:
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Messaggioda Payns » gio ott 05, 2006 19:02 pm

Enzolino ha scritto:mmm ... :? :roll: ... da quello che sto leggendo ho sempre piu' l'impressione che l'ambiente torinese sia stato una sorta di ghetto ed il Nuovo Mattino abbia avuto solo una valenza provinciale ... sbaglio? :roll:


Dire che il Nuovo mattino ha avuto una valenza provinciale è come dare del Frocio Falesista a Bonatti.... 8)
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Messaggioda Enzolino » gio ott 05, 2006 19:13 pm

...
Ultima modifica di Enzolino il gio ott 05, 2006 19:15 pm, modificato 2 volte in totale.
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Messaggioda Enzolino » gio ott 05, 2006 19:13 pm

Payns ha scritto:
Enzolino ha scritto:mmm ... :? :roll: ... da quello che sto leggendo ho sempre piu' l'impressione che l'ambiente torinese sia stato una sorta di ghetto ed il Nuovo Mattino abbia avuto solo una valenza provinciale ... sbaglio? :roll:


Dire che il Nuovo mattino ha avuto una valenza provinciale è come dare del Frocio Falesista a Bonatti.... 8)
Beh, ho chiesto quali cambiamenti ha portato il Nuovo Mattino ma l'unica risposta e' stata l'arrampicata sportiva.
Altrove l'arrampicata sportiva e' nata e si e' sviluppata comunque.
Dai vostri discorsi quindi mi vien quasi da pensare che sia stato un fenomeno circoscritto all'ambito torinese, per uscire da una situazione stagnante, fossilizzata su vecchi miti e ideali, e con un forte senso di superiorita'. Allora cerco di capire se e' proprio cosi' oppure no.

Di Motti ho letto solo un libro ed un'articolo e li ho trovati entrambi originali e profondi nella loro analisi, e a mio avviso vanno ben al di la' dell'ambito torinese, ma io vedo la cosa da "fuori". Questo thread mi fa capire che c'erano ingranaggi nella storia alpinistica torinese (e in che misura italiana?) di cui non si e' a conoscenza.
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