Ciao,
ieri questo topic mi ha preso talmente tanto che il Torre e Salvaterra me li son pure sognati!
Tornando al topic vorrei prima aggiungere alcune considerazioni su Maestri, e poi chiedere alcune informazioni ad erman.
MAESTRI
Maestri era ed e' una persona molto schietta e senza peli sulla lingua, di un'esibizionismo tale che lo fa apparire come uno sbruffone. Ma dal suo profilo prima del Torre non sembra che saltino fuori bugie di nessun genere. Anzi, io credo che questo suo modo di apparire in fondo faccia parte del mondo colorito delle personalita' dell'alpinismo, e di sicuro ha piu' successo una falsa modestia che una palese arroganza.
Riporto alcuni tratti dal libro Patagonia di Buscaini e Metzelin, uno dei pochi libri portati nella vicina/lontana Grecia.
Cerro Torre: Storia di un mito
"Il Torre si fregava le mani: aveva trovato il sistema per ingrandire il suo mito, per farlo diventare unico al mondo. Ma doveva gestire gli avvenimenti con cura. Naturalmente sapeva che Maestri non amava stendere relazioni tecniche precise, che non riusciva a valutare l'inclinazione del ghiaccio che non gli piaceva per niente, che non sarebbe stato in grado di ricordarsi tutti i passaggi del 1959. [...]
Il Torre sapeva benissimo che a Maestri non restava molto altro da fare, perche' aveva ben visto com'era salito Toni Egger nel 1959 sulle rocce coperte da croste di ghiaccio. Mai piu' Maestri avrebbe trovato fra i suoi compagni uno scalatore altrettanto bravo e soprattutto cosi' follemente audace come Toni Egger. [...]
Alla fine Maestri volle farsi beffe dei suoi detrattori, spezzando in parete i chiodi a espansione piantati nell'ultimo tiro di corda sulla parete di roccia che porta all'uscita sotto il fungo di ghiaccio. E il fungo non lo sali' nemmeno. Che ci provino a salire la via adesso."
Nella parte riportata saltano fuori altri elementi secondo me parzialmente a favore di Maestri:
A. La sua riluttanza ed incapacita' nel relazionare dettagliatamente le descrizioni di una via, che pero' non quadra con la parte descritta bene sino al "Colle della Conquista", ed allo stesso tempo possono essere un comodo alibi.
B. L'impossibilita' di trovare un ghiacciatore bravo come Egger per una ripetizione, in aggiunta alla scarsa probabilita' di trovare condizioni analoghe a quelle affrontate la prima volta. Ricordo di aver letto che Maestri attribui' gran parte del merito ad Egger sulla parte superiore della via.
DOMANDE AD ERMAN
Ieri ho letto l'intervista a Garibotti. Mi ha colpito il fatto che avete usato tecniche come la short-fixing, ben consolidate nelle ascensioni veloci sulle Big Walls. Quello che mi ha colpito e' il fatto che, se queste tecniche funzionano bene in vie stra-conosciute, a mio avviso sono potenzialmente pericolose in apertura, tranne in terreni relativamente facili. Quello che vorrei chiederti e' come gestivate questa tecnica.
Il primo di cordata si portava due corde?
Oppure, quando l'attrito diventava eccessivo, fissava la corda ad una sosta e poi proseguiva autoassicurato sino alla fine dello spezzone mancante, con possibili ritardi nel fissare un'altra sosta vicina?
Cosi', a pelle direi che le mosse piu' convenienti sarebbero le seguenti.
Il primo sale con due mezze. Fissa una sosta, prosegue con una corda in autosicura, mentre nell'altra di servizio sale sia il secondo che il terzo.
Quando il secondo raggiunge la sosta fa sicura al primo, anche se c'e' il rischio di fare grandi voli quando si recupera la corda.
Insomma, potresti delucidare meglio questo aspetto?
Un'altra domanda e': quale attrezzatura avete portato per proteggervi?
Grazie
Ciao
Lorenzo