Valsusa

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Messaggioda Topocane » gio nov 03, 2005 10:29 am

...possibile che nessuno qui ne parli?!?! 8O
non c'è nessuno di quelle zone??? nn interessa a nessuno la cosa??? 8O

ci si scandalizza, infervora disgusta e incazza per la buccia di mela, per il gatto che caga viola... e poi quando ci so' ste cose nessuno dice nulla :evil:

un link, su tutti;
http://www.legambientevalsusa.it/

siamo sempre di più in mano ad uno stato di polizia... sigh...

:(
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valla susa...

Messaggioda brunoz » gio nov 03, 2005 10:47 am

Ciao !! :D

Sì, davvero ràga :evil: un altro stramaledetto scempio :evil: ekkekkàkkio :!: :evil:
Finalizzato a risparmiare una qualche mezz'ora sulla tratta?
Ekkissenestrafrega :!: :evil:
(un eventuale - e auspicabile - sinistra al governo... farà marcia indietro?
Davvero? Davvero-davvero?? Davvero-davvero-davvero??) :?
Miao
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Re: Valsusa

Messaggioda gomo » gio nov 03, 2005 10:53 am

Topocane ha scritto:...possibile che nessuno qui ne parli?!?!


Hai ragione a sollevare il problema. Io non ne so molto e ho anche capito molto poco.
L'unica cosa che ho capito e' che c'e' una gran confusione. I TG ed i giornali presentano solo notizie parziali e fan vedere solo gli aspetti piu' "giornalistici".

Spero che qualcuno ne sappia qualcosa e riesca a farmi(ci) capire.
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Messaggioda Topocane » gio nov 03, 2005 11:00 am

io sapevo, vagamente, la storia.
mi son incaxxato leggendo la testimonianza, diretta, di una persona che conosco virtualmente da tempo, e leggo su ISM.
cito i suoi interventi, fiducioso che nn né abbia a risentirsi
l'autore è Umberto UW, che scrive su ISM;
E' una storia di grande democrazia e partecipazione civile quella che
vede i cittadini della val di Susa opporsi ad un'opera inutile sotto
il profilo trasportistico ma strategica per i costruttori di grandi
opere, facenti capo a società del gruppo Fiat, ancora uno dei poteri
più forti d'Italia, ma anche alla Rocksoil dello stesso ministro
Lunardi, il principale propugnatore dell'opera. Incredibile il
dispiegamento delle forze dell'ordine schierate dai ministeri: si
parlava di 1200 uomini verso le 11 quando continuavano ad affluire
autoblinde di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Tutto ciò per
prendere possesso di tre siti sulle montagne di Mompantero, sopra Susa
(in Piemonte) e iniziare i sondaggi che rappresentano di fatto, nelle
intenzioni del ministero di Lunardi, l'inizio dell'opera. A fermarli
hanno trovato i cittadini della valle, guidati dagli amministratori,
sempre in prima fila per evitare, con fasce tricolori a tracolla, le
cariche più violente. Tutta la montagna era presidiata da gruppi più o
meno nutriti, in grado di spostarsi secondo le comunicazioni degli
avvistamenti di poliziotti, comunicati via cellulare. Già nella notte
molti manifestanti si sono attestati sulla montagna, bloccando in più
punti la stradina, erigendo barriccate e facendo crollare massi ed
alberi per fermare i blindati. Il punto chiave della giornata è stato
un ponticello all'inizio della strada dove per tutto il giorno,
manifestanti e poliziotti si sono spinti, sindaci in prima fila. Il
rischio di cadere dal ponte largo 5 metri, alto una decina, e
soprattutto senza parapetti, e l'interposizione dei sindaci,
coraggiosamente schiacciati tra le due masse che si fronteggiavano,
hanno impedito l'utilizzo massiccio di fumogeni e manganelli. In
seguito il confronto si è spostato sui siti di sondaggio, raggiunti
dai molti manifestanti aggirando i blocchi della polizia sfruttando
abilmente le antiche mulattiere teatro 60 anni fa delle battaglie
partigiane. 500 persone sono riuscite a rimandare indietro, solo a 20
metri dalla meta, i carabinieri della valle, che dopo alcuni inutili
tentativi di carica (arrivavano dal basso per un sentiero stretto)
hanno sciolto la tensione togliendo in parte i caschi ed accettando
dai manifestanti caramelle e dolcini. Altri poliziotti sono stati
bloccati su una strada di accesso al sito da una grande barriccata di
tronchi e rovi, presidiata da un manipolo di sindaci con fascia
tricolore sul lato della polizia. Nel frattempo tutto il territorio
comunale di Mompantero è stato bloccato per impedire l'accesso di
altri valsusini a dare manforte. Tutte le fabbriche della valle sono
state bloccate in segno di solidarietà e la linea ferroviaria è stata
interrotta da altri manifestanti per diverse ore, mentre i comuni di
Carrara e Ferrara sono stati occupati in segno di solidarietà con i
valsusini. Verso le 17 i poliziotti sui due lati si ritirano e si
diffonde la voce secondo cui la delibera di esproprio, non notificata,
non è più valida e ne dovrà essere stilata una nuova con i tempi
tecnici del caso.
Ma il TG3 della notte distrugge ogni speranza: il solito Bianco
annuncia in tono trionfale che le camionatte della polizia hanno
portato i tecnici ad espropriare i siti, ora recintati e pronti alla
partenza dei lavori.
Inutile illudersi: se non fossero scesi i manifestanti sarebbero stati
sopraffatti dai manganelli prima della mezzanotte, comunque è stata
una grande ingenuità credere alle voci secondo cui oltre il tramonto
non potessero più procedere.
Ma che accadrà a Venaus (al TG3 dicono il 20), in campo aperto?
Oggi i manifestanti sembravano aver vinto una battaglia di una lotta
che va avanti da una decina di anni, per difendere il territorio da
un'opera inutile alla collettività, che segnerebbe la fine della
possibilità di vivere nella valle trasformata per venti anni in un
cantiere con 10000 operai e continui trasporti di materiale ricco di
amianto e forse di isotopi di uranio radioattivi, per produrre
un'opera in grado, con rumori e vibrazioni, di rendere la qualità
della vita insostenibile. Con poi evidenti conseguenze per la salute
degli abitanti di una valle che già ora paga un pesante tributo di
vite umane, i dati epidemiologici su vari generi di tumori non
lasciano dubbi, alla causa dei trasporti nazionali. Su giornali e
televisioni un po' di tafferugli, non una popolazione che si batte per
il proprio territorio contro le lobby delle grandi opere, intenzionate
a passare sopra la vita dei cittadini per incassare i soldi pubblici.
Non un ministro che manda 1200 celerini a difendere i suoi interessi
privati. Due parole in più per il disagio della ferrovia bloccata.

e ancora;
Prosegue la militarizzazione dell'intero comune di Mompantero, l'unica
strada di accesso e tutte le vie di Susa che vi adducono sono bloccate
da autoblindi (almeno due) delle forse dell'ordine, con una quindicina
di agenti in assetto antisommossa. Da Susa si può vedere un continuo
andirivieni di camionette delle forze dell'ordine, che si danno
regolari cambi. Solo i residenti possono accedere all'abitazione
passando numerosi posti di blocco e non possono ricevere visite.
L'accesso al cimitero di Mompantero (siamo nella festa dei morti)
obbligava ad essere schedati da una squadra di una decina di
poliziotti posta a presidio del solo cimitero, sito vicino alla strada
che adduce ai siti di sondaggio. Da Avigliana fino a Susa (uno dei
primi paesi della valle) si vedono pattuglie della celere parcheggiate
a tutti gli incroci principali ed in alcune vie. Nel traffico della
valle, prima delle ore del rientro dal ponte, i mezzi della polizia
erano in un rapporto di circa 1:10 con le auto private (le contavo
oggi pranzando in un prato), nelle ore del rientro i mezzi civili
erano in un rapporto consono ad un paese civile in tempo di pace.
Purtroppo chiunque pensi che esageri può percorrere la SS24 o la SS25
da Avigliana a Susa e qui provare, senza troppa convinzione se non
vuol prenderle, ad imboccare la strada o i sentieri per il
rocciamelone. La notizia secondo cui i siti sono stati raggiunti e
delimitati, riportatadal tg3 regionale, che sempre si distingue per
faziosità pro-FIAT e quindi pro-TAV, è smentita da foto prese da un
manipolo di cittadini che sono riusciti a raggiungere e fotografare i
siti, come i manifestanti li hanno lasciati. Un abitante della
frazione chiave della guerriglia di ieri attraverso internet denuncia
però via internet che i siti sono ormai raggiunti, recintati e
picchettati in barba alla legge che impone la presenza del
proprietario per l'esproprio. Lo stesso denuncia anche le pesanti
limitazioni alla libertà personale ed il fatto che anche tutti i
sentieri di accesso sono controllati da agenti in divisa ed in
abbigliamento sportivo. Impossibile avvicinarsi al Rocciamelone. 50
denunce per resistenza a pubblico ufficiale alle persone identificate
ieri filmate a spingere i poliziotti indietro sul ponte. La
popolazione ha messo in atto nuove forme di protesta: ritrovo al
presidio di Bruzolo alle 9:00 con gli amministratori (600-800
persone), blocco della ferrovia a Borgone pagando tutti regolare
biglietto. Ritrovo di nuovo a Bruzolo alle 15 per organizzare nuove
azioni: passeggiata sulla statale e per alcuni sui binari (subito
richiamati all'ordine dagli altri per mantenere la legalità).
Decisione di occupare la stazione di chiusa (presa dall'alto)
comunicata solo con passaparola nell'orecchio di persone conosciute
(era pieno di infiltrati). Ritrovo in almeno un migliaio alla
stazione, blocco delle due statali, della secondaria parallela e della
ferrovia. Quando sta per passare il TGV milano-parigi 4 camionette di
celerini in assetto antisommossa si avvicinano al passaggio a livello.
Scendono e si preparano. Si corre a dire alla gente sulle statali di
riversarsi sui binari. In un attimo la ferrovia è gremita, a passaggio
a livello abbassato, di donne, vecchi, bambini e valligiani di tutte
le età ed estrazioni sociali. Le sbarre si rialzano ed i celerini
rimontano sulle camionette e se ne vanno tra gli applausi (ironici)
della gente. TGV annullato. Ancora blocco fino alle 19, con code
chilometriche per il rientro dal ponte dei santi. Solo l'autostrada è
libera, il blocco sarebbe illegale e troppo pesante come consegenze
giuridiche. Poi il presidente rimanda a casa a riposarsi per
ritemprarsi da due giornate durissime i cittadini, perchè la lotta
sarà lunghissima. Prossimo appuntamento domani sera a Bussoleno con
amministratori, avvocati e cittadini tutti per riorganizzarsi.

Saluti sempre più disgustati e allibiti.
Umberto


spero servan a chiarire un po' il genere di situazione che si sta vivendo in quelle zone

un sempre più disgustato
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Messaggioda pasasò » gio nov 03, 2005 11:03 am

ho qualche problema, leggendo le notizie sui giornali, a capire chi sono in questi casi i famigerati ECOTERRORISTI... cioè, coloro che promuovono azioni dirette contro gli scempi ambientali o chi sacrifica l'equilibrio eco-umano di una vallata intera sull'altare delle ragioni economiche, perchè in fondo è questo di cui si tratta?

E sarò pessimista, ma la sinistra non farà molto meglio sul tema; tanto che una linea del Fassino-pensiero (Corriere di una decina di giorni fa) promuove il dinamismo produttivo a, cito letteralmente, motore della storia.
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Messaggioda Bitot » gio nov 03, 2005 11:19 am

Quello che segue è quanto io sono a conoscenza:


Scrivo queste poche (spero) righe con l'unica intenzione di portare a conoscenza una situazione che la maggior parte dei media cerca di tener nascosta.

Da diversi anni è in corso in ValSusa una manovra di resistenza organizzata contro la linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione (TAV).

Quello che fanno credere i media è che gli oppositori siano pochi e comunque motivati solamente dal fatto che "gli passa il treno sotto casa". Nella manifestazione di giugno c'erano 30000 persone (in tutta la Val Susa ci sono 50000 abitanti).

Non posso di certo smentire questa motivazione, ma in realtà i motivi veri (che vengono metodicamente nascosti dai media) sono ben altri:

1.. La tratta Torino-Lione è completamente inutile: nella Val Susa esiste già una linea ferroviaria sottoutilizzata, in grado di reggere il traffico richiesto (considerando i tassi di crescita) almeno fino al 2050.
Inoltre la valle è già percorsa da due strade statali ed una autostrada (Frejus).

2.. La linea in costruzione è esclusivamente merci, non si avrebbe alcun vantaggio in termini di tempo per la percorrenza da Torino a Lione. I treni passeggeri comunque continuerebbero a transitare nella linea storica con i tempi di percorrenza attuali.

3.. Nel tratto montano (e quindi da Torino alla Francia), comunque non sarebbe una tratta ad alta velocità perchè la conformazione del terreno montano non la rende possibile.

4.. L'amianto sotto al Musinè c'e' veramente (è già ampiamente dimostrato), e nei progetti non c'è il minimo accenno ad un piano di messa in sicurezza dell'amianto estratto (è previsto semplicemente uno stoccaggio in valle a cielo libero), che con i frequenti venti della ValSusa verrebbe distribuito e respirato in tutta la cintura ovest di Torino ed in Torino stessa. Le malattie causate dalla respirazione di anche solo 1 fibra di amianto vengono diagnosticate 15 anni dopo l'inalazione. Dal momento della diagnosi la mortalità è del 100%, ed il tempo di vita medio è di 9 mesi.
Inoltre sulle montagne sopra Venaus, è presente l'uranio.

5.. Il corridoio 5 (tratta Lisbona-Kiev) di cui questa tratta sarebbe parte fondamentale non esiste: da Trieste verso est l'opera è bloccata in tutti i suoi aspetti.

6.. Finanziariamente è un disastro annunciato: perchè vada in attivo, nella tratta dovrebbe passare un treno merci ogni 3 minuti, 24 ore al giorno. Per questo motivo, al momento nessun privato si è impegnato finanziariamente, banche e fondazioni comprese. La tratta è costosissima, ed i soldi non ci sono: è notizia recente che nella finanziaria di questi giorni sono stati tagliati quasi tutti i fondi per le grandi opere. Gli unici soldi su cui si regge l'opera sono i finanziamenti europei.

7.. Se dovessi elencare tutte le implicazioni legali del ministro Lunardi (mi spiace, ma non riesco proprio a dare dell'onorevole ad una persona del genere) questo documento diverrebbe troppo lungo. Dico solo che l'appalto per la costruzione del tunnel di 52Km (7,5 miliardi di euro) è stato vinto da una ditta francese che l'ha subbappaltato alla francese RockSoil, di proprietà della moglie.

Forse ora è più chiaro e motivato perchè nelle proteste dei ValSusini sono presenti sempre, in prima fila, tutti i sindaci e le istituzioni di tutti i paesi della Valle, indipendentemente dal partito politico di appartenenza.

Il CIPE, incaricato di distribuire i fondi italiani, ha già eliminato la tratta Torino-Lione dalle opere da finanziare dallo stato italiano (nonostante quanto riferito dai media). L'unico obiettivo di chi il TAV lo vuole fare è quello di agganciare la pioggia di finanziamenti europei per le grandi opere; per far questo, devono entro fine anno poter dire che i lavori sono iniziati.

Lunedì 1 novembre ho partecipato al blocco dei lavori a Mompantero: in 500 persone (saremmo stati molti di più, ma alla maggior parte delle persone è stato impedito di raggiungere i luoghi della protesta, militarizzando Susa) abbiamo bloccato senza alcuna violenza per un giorno intero 1200 demotivati esponenti delle forze dell'ordine. La notizia che i siti siano poi stati presi in possesso dalle forze dell'ordine in nottata (quando non c'era più nessuno ad opporsi e verificare) sembrerebbe falsa, alcune persone hanno verificato il giorno successivo che i siti erano ancora sgombri.

La questione NoTAV non è una questione di sinistra o destra: l'opposizione è trasversale, ed ogni persona di buon senso che sia informata sul problema non ha difficoltà a capire le nostre ragioni. Il problema è che la voce dei NoTav ciene puntualmente soffocata dai media, per la grande quantità dei finanziamenti europei in gioco. Personalmente penso che anche i più accesi interessati questo lo sappiano benissimo, e dell'opera non gli importi proprio nulla. L'unica loro preoccupazione è farsi rigirare nelle loro casse i soldoni europei.

Non chiedo a chi legge questo messaggio di crederci ciecamente, ovviamente può essere inteso come propaganda di parte, ma di informarsi anche dal altre fonti indipendenti. Purtroppo il quotidiano La Stampa ed il telegiornale regionale di Rai 3 sono le fonti di informazione che si sono rivelati più corrotti e di parte, non solo nei commenti alle notizie ma anche nel continuo riportare notizie false.

Qualche anno fa è venuta una troupe di Report diversi giorni in valle a fare un servizio sul problema. Risultato: il servizio non è mai andato in onda ed il giornalista è stato quasi licenziato.

Il mio intento non è solo di convincervi sulle nostre ragioni, ma prevalentemente di informarvi. Se credete che le informazioni di questo messaggio siano false, vi invito a verificarle. Penso che poi la convinzione venga da sola.

Vi prego di inoltrare questo documento al maggior numero di persone possibile.
Ultima modifica di Bitot il gio nov 03, 2005 12:31 pm, modificato 1 volta in totale.
Per molti mali è una buona medicina, lo sciroppo che vien dalla cantina.
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Messaggioda gomo » gio nov 03, 2005 11:32 am

Comincio a capirci qualcosa. Purtroppo ho ancora aspetti che non capisco (tenete conto che vivo all'estero quindi non ho proprio informazioni complete).

Dal pezzo postato da Topocane e' chiaro che gli interventi di questi sono stati degni (si fa per dire) di uno stato di polizia e non di uno stato di diritto (credo sia superfluo dire che ne penso).

Cionostante non capisco il problema di base. Ho capito che c'e' a piano di fare una linea ferroviaria ad alta velocita' che passi dalla Val di Susa. In linea di principio dovrebbe essere un bene il potenziare il trasporto su ferrovia rispetto al trsporto su gomma (mi immagino, magari ingenuamente che cio' riduca il traffico su strada). Mi immagino anche che si faccia in modo di rendere pressoche' nulli i disagi per la gente durante i lavori (e forse e' qui che sono ingenuo)

Pero' ci deve essere qualcosa di serio dietro per mobilitare tutta questa gente (ed e' cio' che non capisco)

In generale non credo proprio che l'Ulivo cambi questa situazione (ma questo e' un'opinione personale), forse riuscirebbe a renderla un po' piu' "digeribile".
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Messaggioda BBB » gio nov 03, 2005 11:54 am

Purtroppo ho paura che ci sarà poco da fare. :?

L'unica cosa che non mi trova d'accordo con la protesta è questo:

PECORARO SCANIO AL PRESIDIO DI BORGONE.
L'ONOREVOLE È POI ANDATO ALLA SACRA DI SAN MICHELE AD ACCENDERE UN CERO
PERCHÉ L'ARCANGELO MICHELE PROTEGGA LA VALLE DI SUSA DALLA DEVASTAZIONE DEL TAV.


Michele non è mica un cretino. Lo sa che se ci dà un dito gli ciappiamo tutto l'inguine. Non si muoverà. :roll:
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Messaggioda gomo » gio nov 03, 2005 12:03 pm

Ho letto adesso il post di Bitot. Adesso comincio a capirci qualcosa di piu'.
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Messaggioda BBB » gio nov 03, 2005 12:58 pm

Bitot ha scritto:.....
Vi prego di inoltrare questo documento al maggior numero di persone possibile.


Mandato via mail ad alcuni amici. Uno mi ha risposto dicendo che lo ha trovato molto interessante e lo metterà su alcuni forum da lui frequentati.
E' un graffitista (writer) quindi probabilmente lo farà leggere anche a gente che di notte va a "colorire" i treni.

Tranquillo non sei nominato. Né il nick, né il forum. :wink:
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Messaggioda pasasò » gio nov 03, 2005 16:35 pm

Torino, 10:25

TAV: SCIOPERO GENERALE VAL DI SUSA IL 16 NOVEMBRE
La Val di Susa si fermera' il 16 novembre prossimo per uno sciopero generale contro la Tav. Lo ha deciso ieri sera l'assemblea dei sindaci e dei comitati no-tav, riunitasi a Bussoleno, approvando la proposta dei delegati sindacali di numerose aziende, che hanno gia' raccolto duemila firme e che altre ne stanno raccogliendo in queste ore. "Sara' uno sciopero generale - dicono - che coinvolgera' tutte le categorie, il pubblico ed il privato, oltre alla scuola ed al commercio". Sara' fatta la richiesta di un incontro a Cgil, Cisl e Uil di Torino per sostenere lo sciopero. Gli studenti delle scuole superiori della Val di Susa hanno, inoltre, deciso di inviare una lettera al Toroc, il Comitato Olimpico, nella quale annunciano la decisione di rinunciare ad essere volontari delle Olimpiadi Invernali del 2006. Intanto si attende una risposta dal tribunale di Susa all'esposto presentato dai legali Zancan e Lamacchia sui fatti accaduti lunedi' e la decisione di recintare i terreni oggetto dei sondaggi. L'orientamento dei Comitati No tav e' di sospendere in questi giorni le iniziative, che sono state attuate lunedi' e martedi' scorso con i blocchi alla strada e alle ferrovia, "ma - dicono - siamo pronti a riprenderle non appena dovessimo vedere arrivare le trivelle in Valle".

da Repubblica.it

testo di Bitot inviato a 150 contatti circa!

Grazie
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Messaggioda Topocane » ven nov 04, 2005 9:10 am

che *i nostri capi*, da lassù... dall'alto del sito che ci ospita...
che ci leggano?!?! :roll: :?: :roll:
:wink:
http://www.planetmountain.com/home.html ... 53&-search

8)
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Messaggioda geko - luca » ven nov 04, 2005 18:28 pm

A me dispiace molto per la val susa ma secondo me sta tav la faranno lo stesso scioperi o non scioperi... :(

voglio lanciare anche una provocazione...perchè i valligiani non hanno fatto tutto sto casino anche per le strutture olimpiche???

ciauz
essere sul filo è vivere, tutto il resto è attesa

www.findthecure.it
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Messaggioda NormalMan » dom nov 06, 2005 15:24 pm

Il tema dell'alta velocità in ValSusa lascia anche me pieno di dubbi irrisolti...
Dubbi (qualcuno) sulla pretestuosità delle ragioni dei valligiani (l'economia della valle non ha alcun beneficio dall'AV, anzi...)
Dubbi (tanti) sugli interessi economici che una opera di quelle dimensioni muove...(Lunardi and family.....???)
Dubbi (molti) sull'impatto ambientale...mi ricordo le lotte per il tratto autostradale Aosta-Courmayeur (quasi tutto in galleria)...ad oggi non vi sembra che quel tratto di Vallè sia più vivibile? (non lo chiedo certo al panettiere di Avise....)
Dubbi che ho paura rimarranno irrisolti...

Mi sorprende che questo tema che riguarda le nostre montagne (finito a torto o a ragione nelle prime pagg dei giornali) riscuota così poco interesse su qs forum...

Vabbè...non si parla di gradi o di grigri (vi anticipo...modificato e non)

Forse ha ragione chi in altro topic dice.....

Siloga66 ha scritto:Boh. Sai che ti dico? Son problemi che riguardano i diretti interessati. Ad ognuno le sue di rogne.


senza offesa
Parlando e piangendo appese la giacca al muro
poi chiese una birra mettendosi al sicuro
«Questa è una valle di lacrime, acqua che non annega»
poi disse «Ho perso Maria, Maria che mi voleva»
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Messaggioda NormalMan » mer nov 09, 2005 15:34 pm

Come contributo di discussione (e anche per non far morire il topic) riporto fedelmente il testo tratto dal sito http://www.legambientevalsusa.it/



"Nelle ultime settimane gli eventi collegati alla vicenda Tav si sono susseguiti in modo concitato: la commissione Rivalta chiede ai Sindaci di accettare alcuni sondaggi geognostici, i Sindaci chiedono di rinviare la decisione, il ministro sospende la commissione e ordina di iniziare i lavori del tunnel di Venaus, poi ritira la minaccia in cambio dell'accettazione dei sondaggi.

Vittoria del fronte No-Tav? Qualcuno tirerà un sospiro di sollievo di fronte al fatto che è rientrato il rischio, ben più grave, dell'insediamento del cantiere di Venaus; dimenticando che una "mediazione" significa che ognuno fa un passo indietro, non che una parte fa un passo in avanti (una minaccia), poi uno indietro (la ritira), e, rimanendo esattamente sulle posizioni iniziali, dà alla controparte l'illusione di aver ottenuto qualcosa.

Questo dimostra che il ministro non ha mai voluto approfondire le criticità sollevate dagli Enti Locali, ma aveva inteso la commissione come un "cavallo di Troia" atto a garantire un rapido avvio dei sondaggi; e che la minaccia di Venaus serviva solamente a intimidire i Sindaci e strappare loro un assenso. Lo ha dichiarato persino Rivalta a Repubblica: "forse [a Roma] pensavano che la commissione fosse soltanto un paravento per far partire i sondaggi".

E perché il ministro ora ci ha "ripensato"? Ce lo spiega Napoli, da sempre strenuo sostenitore del Tav: perché "avrebbe fatto emergere le spaccature all'interno del movimento No-Tav". Sta ai Sindaci ora non cadere in questa trappola. Esposito, altro sostenitore del Tav, già dice che "ora per i tre carotaggi non ci sono più giustificazioni [per opporsi]".

Invece dobbiamo resistere. Innanzitutto perché, a giugno, i sondaggi sono stati fermati dalla grande partecipazione popolare ai presidi: gente che non voleva certo rifiutarli a Borgone per poi accettarli a Mompantero (dove oltretutto ci sono già i risultati di altri carotaggi). Questi sondaggi non servono per tutelare la salute, né per cercare l'amianto: altrimenti si dovrebbe attendere che RFI sia pronta per farli anche sul Musiné. Servono invece a capire come realizzare meglio l'opera (sono pagati da LTF con i soldi ottenuti per il progetto della Torino - Lione) e a convincere l'Unione Europea ad aprire il portafogli, fingendo che i lavori siano iniziati.

Esposito ha anche spiegato che intendono cercare l'amianto perché sono sicuri di non trovarlo (ed è probabile che riescano a non trovarne anche se ce n'è), di modo che i No-Tav "non avrebbero più argomenti per opporsi e l'opera camminerebbe più spedita". La commissione Rivalta ha simulato di interessarsi alla salute, per concentrarsi sui sondaggi e dimenticare tutto il resto: e cioè che quest'opera è inutile sul piano trasportistico e dannosa per l'economia italiana. Noi saremmo contrari al Tav anche se, per assurdo, l'amianto non ci fosse; anche per questo i sondaggi sono completamente inutili e vanno respinti.

Questo l'ha ben compreso l'amministrazione di Bruzolo, che, all'unanimità, ha ribadito di essere contraria ai sondaggi. Non ci importa di sapere cosa c'è sotto le montagne, dal momento che sappiamo già fin troppo bene i danni che il Tav farebbe in superficie: rumore, smarino, cantieri, traffico di mezzi pesanti, dissesto idrogeologico, depauperamento della qualità della vita. Ci auguriamo che tutti i Comuni della Valle seguano questo esempio, approvando analoga delibera.

La commissione Rivalta è stata ideata fin dall'inizio per confutare, senza nemmeno considerarle, tutte le obiezioni dei valsusini. I Sindaci hanno accettato di farne parte, con la speranza di riuscire a mettere in crisi questo progetto dal punto di vista tecnico. Ora abbiamo visto che questa speranza è vana: non solo gli unici tecnici della commissione sono i nostri (gli altri rispondono a logiche di partito), ma alcuni esponenti sono sotto inchiesta per losche manovre sugli appalti, ed il presidente, favorevole al Tav, ha già dichiarato che, se anche si trovasse l'amianto, prendendo le opportune precauzioni non ci sarebbe nessuna necessità di cambiare il tracciato.

Ce lo hanno spiegato molto bene a Villardora: i nostri tecnici non possono dire di no, se un'indagine può essere valida scientificamente, e demandano ai Sindaci il compito politico di rifiutare le proposte della commissione. Ma gli amministratori a questo punto non possono dire di no senza perdere la faccia, perché i tecnici hanno già detto di sì. E così, dal momento che noi siamo corretti ed attenti ai ruoli, al contrario della controparte, arriveremo al punto di accettare il Tav, un pezzo per volta, non osando dire di no.

I risultati li stiamo già vedendo: abbiamo quasi accettato i sondaggi; i documenti della commissione tecnica -ratificati dall'assemblea dei Sindaci- hanno approvato l'attraversamento in viadotto della Val Cenischia, che a luglio la Regione aveva finalmente accettato di rimettere in discussione; per quanto riguarda l'uranio, già si dice che "il rischio radiologico è del tutto trascurabile". A contrattare con il diavolo, supponendo di saperne più di lui, si finisce con il rimetterci l'anima. Forse sarebbe ora di smettere.

Crediamo che i Sindaci dovrebbero avere più fiducia nella partecipazione popolare, che ha portato a Venaus, nonostante la pioggia e la levataccia, più gente di quanta ce ne fosse a giugno. Il Governo ha dimostrato di non avere il coraggio di sgomberare con la forza un presidio pacifico e nonviolento, con donne, bambini, anziani. Il giorno in cui le forze dell'ordine alzassero le mani su dei Sindaci che difendono il proprio territorio indossando le fasce tricolore, segnerebbe la fine della democrazia; e questo non possono permetterselo, prima delle Olimpiadi e delle elezioni. Se i Sindaci hanno paura che qualcuno si possa fare male, dovrebbero anche pensare che questo può succedere molto più facilmente se loro non cercheranno di fermare i sondaggi; perché noi ci saremo, insieme con tutta la gente di questa valle.


Alla fine di giugno dovevano partire tre sondaggi di LTF, società che si occupa della tratta internazionale dell'opera. Dopo la manifestazione del 4 giugno però la gente aveva preso ancora più coscienza dei pericoli che corre la valle ed i tre sondaggi di Borgone, Bruzolo e Venaus venivano impediti con una barriera umana di persone, sindaci in testa, "presidiando" i siti individuati per i sondaggi.
Comincia così l'estate dei presidi in valle durante la quale centinaia di persone comuni, pensionati, operai, artigiani, commercianti, mamme e figli nelle carrozzine, tutti insieme, hanno presidiato, ovvero occupato lo spazio di quei prati, facendoli divenire un punto simbolo di incontro e di visibilità della lotta.
Un comportamento sempre civile, che ha visto crescere la gente, la partecipazione e l'attenzione al territorio ed alla politica che ci viene calata addosso. Insomma: la gente ha deciso di esserci, controllare, decidere quale deve essere il proprio futuro, prima che qualcuno, o poche persone, che la valle non la conoscono, da Roma o da Torino decidano da soli per loro e per noi e per i giovani della valle.

Questi avvenimenti hanno obbligato i politici romani e torinesi a prendere in considerazione le criticità che i nostri amministratori, i comitati, le associazioni, tra cui Legambiente Valsusa, hanno sempre evidenziato e cercato di mettere all'ordine del giorno.
Dopo vari anni di discussioni inutili si era quindi arrivati verso la fine di luglio all'istituzione
di una Commissione Tecnica (3 su 10 rappresentanti sono tecnici della Comunità Montana).
Sia la CIG (Commissione intergovernativa italo francese sull'opera) che il Ministero delle infrastrutture davano il via alla commissione fortemente voluta da Provincia di Torino e Regione Piemonte.
Tutti avevano assicurato che la Commissione tecnica avrebbe esaminato le 7 criticità relative all'opera in progetto evidenziate dal territorio e raccolte in un ormai famoso documento della Comunità Montana che qui sotto alleghiamo.
Purtroppo le 7 criticità nei vari passaggi sono diventate 3 macropunti, e su questi si è cominciato a discutere all'inizio di settembre (avrebbero dovuto cominciare ad agosto ma i tempi della politica?).
Da subito però si è capito che l'ordine del giorno originale dei vari argomenti non sarebbe stato rispettato (si sarebbe dovuto cominciare affrontando i temi trasportistici e verificare l'utilità dell'opera). Infatti manco a dirlo, si cominciò subito a parlare di Amianto, uno dei materiali pericolosi esistenti nelle aree degli scavi. Naturalmente, con la scusa di tutelare la salute dei valligiani si volle parlare di ciò che premeva di più ai proponenti, al fine di accelerare al massimo i sondaggi, che sarebbero dovuti servire a verificare l'esistenza di materiali pericolosi "per la nostra salute".

Come quasi sempre è accaduto in questi anni, RFI (Rete ferroviaria Italiana) era però in ritardo sugli studi, in questo caso geologici, necessari ai sondaggi dell'area del Musinè, proprio dove di rocce amiantifere è certificata la presenza (come minimo 1.151.000 metri cubi- studi dell'Università di Siena affidati proprio da RFI). A causa di questi ritardi fino alla fine di novembre non si sarebbe potuto cominciare i sondaggi nell'area pericolosa.

Il fatto che finalmente una commissione tecnica superasse il periodo dei "giovedì del ferroviere", decine di giornate di confronto pseudo tecnico, per anni, in cui non si è giunti a nessuna conclusione nè tecnica nè politica (perchè in genere i proponenti non davano le risposte alle domande formulate dal territorio), sarebbe stato comunque positivo poiché tutte le criticità alla fine sarebbero state esaminate seriamente. D'altronde almeno fino a novembre ci sarebbe stato tutto il tempo di affrontare gli argomentirelativi alle 7 criticità. Nel frattempo RFI avrebbe preparato le carte geologiche di superficie, sempre "per tutelare la nostra salute" e cercare l'amianto (che tutti sanno esistere in quantità) si sarebbero fatti i famosi ed immancabili sondaggi.
INSOMMA SEMBRAVA UNA COSA SERIA, O MEGLIO, PIU' SERIA DEL SOLITO, QUASI NON CI SI CREDEVA?.Che qualcosa non funzionasse in quella commissione tecnica era chiaro, gli unici "tecnici puri" erano i 3 nostri rappresentanti, delegati dalla Comunità montana, tutti gli altri 7 erano funzionari meno tecnici e più burocratici, responsabili di società incaricate dell'opera, a presiedere la commissione Gigi Rivalta, anche lui più ex politico amico storico della Bresso, più che tecnico puro? Si rischiava di parlare lingue diverse. Ma qualche rischio lo si poteva affrontare.
I comitati NO TAV hanno peraltro manifestato subito della perplessità rispetto alla composizione della Commissione perché alcuni componenti scelti dai proponenti erano, e risultano ancora oggi, mentre scriviamo, indagati per azioni compiute nelle attività sulla Torino Lyon.
In ogni caso il livello del confronto si era indubbiamente alzato rispetto al passato, almeno finché la commissione è durata.

Già, perché il 27 settembre dopo appena tre o quattro riunioni, la Commissione Tecnica viene praticamente "sfiduciata" dal Ministero di Lunardi, che ritira la sua rappresentante.
Al solito TG3 regionale l'onere di informare i valsusini: la Commissione non ha più senso di esistere, il Ministro vuole cominciare i sondaggi il 6 ottobre!
Il TG3 spiega anche che bisogna cercare l'amianto e si faranno i buchetti a Venaus. Dopo lo sbigottimento per lo strappo ministeriale siamo stati sorpresi perchè avrebbero cercato l'amianto in Val Cenischia, quando tutti sanno che è tra Caselette e Condove che ne esiste una quantità ben più consistente.
Che vogliano comunicarci tramite il TG3 che l'amianto della Val Cenischia non è pericoloso, che si può star tranquilli, e cominciare a scavare le gallerie? Chissà? vedremo. Cercano l'amianto.Chi glielo dice che a Venaus è più probabile trovare roccia uranifera, grisou, roccia inconsistente, laghi sotterranei, acqua in quantità incredibile, calore fino a 50 gradi nella montagna? Eppure tutto ciò l'avevano scritto i tecnici di Alpetunnel che poi dovrebbero aver lasciato le carte a LTF nel "trapasso"?

In ogni caso, per fortuna, leggendo La Stampa dello stesso giorno, si capisce qualcosa di più. L'articolo a firma di Maurizio Tropeano spiega che una lettera giunta a Lunardi in questi giorni dalla UE, intima di cominciare il "cunicolo geognostico" di Venaus entro la fine dell'anno, pena il ritiro di 40 milioni di euro di finanziamento già concesso. Se finora hanno "giocato a fare i buchi" da adesso si fa sul serio, sennò i soldi europei tornano a casa loro.
La realtà è ancora diversa perchè il Ministero potrebbe chiedere una proroga di un anno, non perdere i finanziamenti, e "concedere" un tavolo serio di confronto se solo volesse, ma evidentemente a costoro il confronto fa paura.

I Sindaci e la Comunità Montana intanto in questi mesi vissuti intensamente avevano dovuto subire le "sgridate" dei potenti perché si ostinano ad essere contrari all'opera.
Le pressioni evidentemente sui sindaci, specie quelli appartenenti ai partiti sono fortissime. A dimostrare ciò una dichiarazione (poi semismentita) di un'autorità istituzionale piemontese nella quale si chiariva che i sindaci NO TAV non sarebbero più stati candidati.

Bel problema le candidature, peccato che l'economia faccia paura, la bilancia dei pagamenti pure, le esportazioni anche, lasciamo perdere le banche d'Italia e quelle più o meno popolari, neppure la Ferrari? A parte gli scherzi c'è da aver paura, ma nessuno pare seriamente preoccupato, forse il peggio deve ancora arrivare. Ma non staremo esagerando? Siamo o no in Europa? E allora! Forse non pagheremo noi, ci penserà l'Europa, forse...
Complica però la situazione questa recente dichiarazione della Corte dei Conti:
"Particolare rilevanza poi assume la nuova imputazione del sistema dei finanziamenti per la realizzazione del programma AV/AC stabilito dell'art. 75 della legge 289/2002, per le ripercussioni che certamente avrà sulla finanza pubblica a partire dal 2009, anno a partire dal quale è previsto che lo Stato intervenga con somme considerevoli per integrare l'onere per il servizio del debito nei confronti di infrastrutture S.p.A."
Come se non bastasse cambiano i ministri dell'economia, pardon, cambiano è una parola grossa, diciamo che ritornano. La finanziaria da 50 mila miliardi di vecchie lire è all'orizzonte, da dove possano prendere tutti questi soldi nessuno lo sa, il governo rischia, forse cade, ma prima di cadere forse cambiano ancora la legge elettorale, chissà magari fanno anche un condono?oppure vendono le ultime spiagge che ci restano.
TROPPO COMPLICATO, CAMBIAMO ARGOMENTO, RESTIAMO IN VALLE DI SUSA.
Mentre i Sindaci venivano "mazziati", la commissione tecnica partiva e si inchiodava, il ministro richiamava il suo rappresentante e forse allertava il minintern per usare la forza, costi quel che costi, (ma i soldi ce li hanno ancora?) i presidi continuavano e le associazioni NO TAV facevano nuovamente sentire la loro voce a Bruxelles, dove con l'aiuto dell'Onorevole Monica Frassoni dei Verdi Europei i NO TAV avevano inviato in tempi diversi e con diverse motivazioni ben 3 petizioni contro la Torino Lyon alla Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo.
A seguito di questa iniziativa si è ottenuto che alla fine di novembre i parlamentari europei verranno finalmente in visita nella Valle di Susa (forse anche questa visita spaventa Lunardi?).

La grandiosa partita tra le persone sensibili ed i proponenti continuava:
I proponenti ottenevano il finanziamento dalla UE per 48 milioni di Euro per iniziare il "tunnel geognostico" di Venaus (ben poca cosa 100 miliardi di fronte all'enormità dell'eventuale intervento). Una goccia insomma è arrivata, un'infinitesima parte dei quasi 7.000 milioni necessari
(a preventivo) per realizzare il "Tunnel di Base" tra Italia e Francia.

Poco prima, in tutta fretta, il CIPE aveva trovato (sulla carta) anche le risorse per la parte nazionale dell'opera tra settimo Torinese e Borgone, li aveva trovati stornando oltre 2 miliardi e 300 milioni di Euro dai fondi pubblici già stanziati (ma oggi inesistenti nelle casse pubbliche) per la sistemazione delle linee esistenti. La storia non è nuova, sarà anche per questo che le ferrovie italiane sono ormai allo sfascio?

Insomma: adesso i proponenti dicono che i soldi ci sono, anche se sappiamo tutti che non è vero, e non possono più dire che i sindaci stanno "concertando" per il semplice fatto che il Ministro ha "dato uno strappo". La Commissione tecnica ha iniziato ma già finito i suoi lavori.
Nessuna "pre-conferenza dei servizi", nessun accordo, nessuna discussione sulle criticità, cosa contano le nostre ragioni tecniche di fronte a 40 milioni di euro?

E pensare che fino a pochi giorni fa la maggioranza delle forze politiche cercava di convincere i nostri sindaci a continuare gli incontri tecnici. E pensare che i NOSTRI ELETTI avevano deciso di realizzare una serie di serate informative pubbliche per spiegare che l'iniziativa in corso era la cosa meno peggio?
La prima serata aveva visto una partecipazione enorme nonostante non fosse stata troppo pubblicizzata, alcuni Sindaci ed il presidente della Comunità Montana, speravano che il confronto tecnico in atto potesse portare a qualcosa di buono, ma tra il pubblico c'era chi definiva la commissione "un trappolone" per riuscire in ogni caso a cominciare al più presto i sondaggi, i buchi, così come sembrava volere il ministero presieduto dal Lunardi...Se era una trappola non ha neppure avuto il tempo di funzionare, troppa fratta signor Ministro?
Perfino il Comitato promotore Transpadana, è adesso preoccupato della situazione e vorrebbe che in qualche modo il dialogo continuasse. Se fossimo in un paese normale ci sarebbe perfino da sorridere. Il dialogo va ricercato e continuato ma dovrebbe avere anche le caratteristiche della trasparenza e del rispetto reciproco. I punti da affrontare erano 7, uno di questi era "materiali pericolosi (uranio, amianto, discariche inerti)si è parlato solo di amianto, dunque nepure quel punto è stato sviscerato, mentre degli altri 6 proprio non si è parlato.
NESSUNO HA LA VERITA'IN TASCA MA I FATTI PARLANO CHIARO! Nessuno ha affrontato finora seriamente le criticità del nostro territorio, quel documento comune, in cui come legambienteValsusa ci riconosciamo perfettamente, che abbiamo contribuito a realizzare è carta straccia! Fatica sprecata!

Adesso a preoccupare tutte le persone serie, i giornali, gli amministratori non è più l'amianto o l'uranio, il problema più contingente è un altro ma difficilmente può essere sviscerato a tavolino: tutti si preoccupano dell'ordine pubblico, e di cosa potrebbe succedere se ci fosse un'opposizione dura, evidentemente non quella dei presidi, ai sondaggi. Nessuno sa cosa può frullare nella testa della gente, nessuno in valle vorrebbe ripiombare nel periodo vissuto alcuni anni fa, decine di misteriosi attentati a strutture e cose che spesso col Tav neppure parevano collegate. Tutti sanno bene che se si da il via ai sondaggi il rischio esiste, tutte le persone serie sanno che quella non è una strada percorribile, né tanto meno fruttuosa, anche per questa ragione bisognerebbe evitare i sondaggi in questo momento, anche per questa ragione bisogna sforzarsi con la fantasia per stare tutti uniti.
Il 29 settembre i verdi sono saliti a Borgone per capire, per ascoltarci, c'erano gli Onorevoli Pecoraro Scanio, Anna Donati, Laura Cima, Grazia Francescato e Gian paolo Zancan, quest'ultimo, avvocato, presenzierà alle prossime manifestazioni per garantire sul posto la presenza dei verdi ma anche per garantire sotto l'aspetto legale i manifestanti.

Dunque il 6 ed il 7 ottobre cercheranno nuovamente di appropriarsi dei terreni per realizzare i loro "carotaggi". Il primo appuntamento è a Venaus, già dal giorno precedente per evitare sorprese notturne. Si presidierà paficicamente, come le altre volte, con i sindaci, i nostri parroci,i sindacati, le associazioni, i comitati, la gente, le mamme ed i bambini. La gente ha capito e sarà ancora più numerosa delle altre volte.
Poi la Commissione europea verrà in visita in valle a fine novembre, esporremo ancora i rischi (certi) dell'opera, tutti insieme ci inventeremo di sicuro qualcosa di nuovo, legale, visibile, condiviso dalla gente! La fantasia è stata uno dei punti di forza della nostra gente, perciò non disperiamo neppure adesso. Certo che la democrazia sarebbe una cosa diversa, supplire con la fantasia alla mancanza di democrazia è doveroso ma perché lo dobbiamo fare solo noi?

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Messaggioda NormalMan » mer nov 09, 2005 15:35 pm

Come contributo di discussione (e anche per non far morire il topic) riporto fedelmente il testo tratto dal sito http://www.legambientevalsusa.it/



"Nelle ultime settimane gli eventi collegati alla vicenda Tav si sono susseguiti in modo concitato: la commissione Rivalta chiede ai Sindaci di accettare alcuni sondaggi geognostici, i Sindaci chiedono di rinviare la decisione, il ministro sospende la commissione e ordina di iniziare i lavori del tunnel di Venaus, poi ritira la minaccia in cambio dell'accettazione dei sondaggi.

Vittoria del fronte No-Tav? Qualcuno tirerà un sospiro di sollievo di fronte al fatto che è rientrato il rischio, ben più grave, dell'insediamento del cantiere di Venaus; dimenticando che una "mediazione" significa che ognuno fa un passo indietro, non che una parte fa un passo in avanti (una minaccia), poi uno indietro (la ritira), e, rimanendo esattamente sulle posizioni iniziali, dà alla controparte l'illusione di aver ottenuto qualcosa.

Questo dimostra che il ministro non ha mai voluto approfondire le criticità sollevate dagli Enti Locali, ma aveva inteso la commissione come un "cavallo di Troia" atto a garantire un rapido avvio dei sondaggi; e che la minaccia di Venaus serviva solamente a intimidire i Sindaci e strappare loro un assenso. Lo ha dichiarato persino Rivalta a Repubblica: "forse [a Roma] pensavano che la commissione fosse soltanto un paravento per far partire i sondaggi".

E perché il ministro ora ci ha "ripensato"? Ce lo spiega Napoli, da sempre strenuo sostenitore del Tav: perché "avrebbe fatto emergere le spaccature all'interno del movimento No-Tav". Sta ai Sindaci ora non cadere in questa trappola. Esposito, altro sostenitore del Tav, già dice che "ora per i tre carotaggi non ci sono più giustificazioni [per opporsi]".

Invece dobbiamo resistere. Innanzitutto perché, a giugno, i sondaggi sono stati fermati dalla grande partecipazione popolare ai presidi: gente che non voleva certo rifiutarli a Borgone per poi accettarli a Mompantero (dove oltretutto ci sono già i risultati di altri carotaggi). Questi sondaggi non servono per tutelare la salute, né per cercare l'amianto: altrimenti si dovrebbe attendere che RFI sia pronta per farli anche sul Musiné. Servono invece a capire come realizzare meglio l'opera (sono pagati da LTF con i soldi ottenuti per il progetto della Torino - Lione) e a convincere l'Unione Europea ad aprire il portafogli, fingendo che i lavori siano iniziati.

Esposito ha anche spiegato che intendono cercare l'amianto perché sono sicuri di non trovarlo (ed è probabile che riescano a non trovarne anche se ce n'è), di modo che i No-Tav "non avrebbero più argomenti per opporsi e l'opera camminerebbe più spedita". La commissione Rivalta ha simulato di interessarsi alla salute, per concentrarsi sui sondaggi e dimenticare tutto il resto: e cioè che quest'opera è inutile sul piano trasportistico e dannosa per l'economia italiana. Noi saremmo contrari al Tav anche se, per assurdo, l'amianto non ci fosse; anche per questo i sondaggi sono completamente inutili e vanno respinti.

Questo l'ha ben compreso l'amministrazione di Bruzolo, che, all'unanimità, ha ribadito di essere contraria ai sondaggi. Non ci importa di sapere cosa c'è sotto le montagne, dal momento che sappiamo già fin troppo bene i danni che il Tav farebbe in superficie: rumore, smarino, cantieri, traffico di mezzi pesanti, dissesto idrogeologico, depauperamento della qualità della vita. Ci auguriamo che tutti i Comuni della Valle seguano questo esempio, approvando analoga delibera.

La commissione Rivalta è stata ideata fin dall'inizio per confutare, senza nemmeno considerarle, tutte le obiezioni dei valsusini. I Sindaci hanno accettato di farne parte, con la speranza di riuscire a mettere in crisi questo progetto dal punto di vista tecnico. Ora abbiamo visto che questa speranza è vana: non solo gli unici tecnici della commissione sono i nostri (gli altri rispondono a logiche di partito), ma alcuni esponenti sono sotto inchiesta per losche manovre sugli appalti, ed il presidente, favorevole al Tav, ha già dichiarato che, se anche si trovasse l'amianto, prendendo le opportune precauzioni non ci sarebbe nessuna necessità di cambiare il tracciato.

Ce lo hanno spiegato molto bene a Villardora: i nostri tecnici non possono dire di no, se un'indagine può essere valida scientificamente, e demandano ai Sindaci il compito politico di rifiutare le proposte della commissione. Ma gli amministratori a questo punto non possono dire di no senza perdere la faccia, perché i tecnici hanno già detto di sì. E così, dal momento che noi siamo corretti ed attenti ai ruoli, al contrario della controparte, arriveremo al punto di accettare il Tav, un pezzo per volta, non osando dire di no.

I risultati li stiamo già vedendo: abbiamo quasi accettato i sondaggi; i documenti della commissione tecnica -ratificati dall'assemblea dei Sindaci- hanno approvato l'attraversamento in viadotto della Val Cenischia, che a luglio la Regione aveva finalmente accettato di rimettere in discussione; per quanto riguarda l'uranio, già si dice che "il rischio radiologico è del tutto trascurabile". A contrattare con il diavolo, supponendo di saperne più di lui, si finisce con il rimetterci l'anima. Forse sarebbe ora di smettere.

Crediamo che i Sindaci dovrebbero avere più fiducia nella partecipazione popolare, che ha portato a Venaus, nonostante la pioggia e la levataccia, più gente di quanta ce ne fosse a giugno. Il Governo ha dimostrato di non avere il coraggio di sgomberare con la forza un presidio pacifico e nonviolento, con donne, bambini, anziani. Il giorno in cui le forze dell'ordine alzassero le mani su dei Sindaci che difendono il proprio territorio indossando le fasce tricolore, segnerebbe la fine della democrazia; e questo non possono permetterselo, prima delle Olimpiadi e delle elezioni. Se i Sindaci hanno paura che qualcuno si possa fare male, dovrebbero anche pensare che questo può succedere molto più facilmente se loro non cercheranno di fermare i sondaggi; perché noi ci saremo, insieme con tutta la gente di questa valle.


Alla fine di giugno dovevano partire tre sondaggi di LTF, società che si occupa della tratta internazionale dell'opera. Dopo la manifestazione del 4 giugno però la gente aveva preso ancora più coscienza dei pericoli che corre la valle ed i tre sondaggi di Borgone, Bruzolo e Venaus venivano impediti con una barriera umana di persone, sindaci in testa, "presidiando" i siti individuati per i sondaggi.
Comincia così l'estate dei presidi in valle durante la quale centinaia di persone comuni, pensionati, operai, artigiani, commercianti, mamme e figli nelle carrozzine, tutti insieme, hanno presidiato, ovvero occupato lo spazio di quei prati, facendoli divenire un punto simbolo di incontro e di visibilità della lotta.
Un comportamento sempre civile, che ha visto crescere la gente, la partecipazione e l'attenzione al territorio ed alla politica che ci viene calata addosso. Insomma: la gente ha deciso di esserci, controllare, decidere quale deve essere il proprio futuro, prima che qualcuno, o poche persone, che la valle non la conoscono, da Roma o da Torino decidano da soli per loro e per noi e per i giovani della valle.

Questi avvenimenti hanno obbligato i politici romani e torinesi a prendere in considerazione le criticità che i nostri amministratori, i comitati, le associazioni, tra cui Legambiente Valsusa, hanno sempre evidenziato e cercato di mettere all'ordine del giorno.
Dopo vari anni di discussioni inutili si era quindi arrivati verso la fine di luglio all'istituzione
di una Commissione Tecnica (3 su 10 rappresentanti sono tecnici della Comunità Montana).
Sia la CIG (Commissione intergovernativa italo francese sull'opera) che il Ministero delle infrastrutture davano il via alla commissione fortemente voluta da Provincia di Torino e Regione Piemonte.
Tutti avevano assicurato che la Commissione tecnica avrebbe esaminato le 7 criticità relative all'opera in progetto evidenziate dal territorio e raccolte in un ormai famoso documento della Comunità Montana che qui sotto alleghiamo.
Purtroppo le 7 criticità nei vari passaggi sono diventate 3 macropunti, e su questi si è cominciato a discutere all'inizio di settembre (avrebbero dovuto cominciare ad agosto ma i tempi della politica?).
Da subito però si è capito che l'ordine del giorno originale dei vari argomenti non sarebbe stato rispettato (si sarebbe dovuto cominciare affrontando i temi trasportistici e verificare l'utilità dell'opera). Infatti manco a dirlo, si cominciò subito a parlare di Amianto, uno dei materiali pericolosi esistenti nelle aree degli scavi. Naturalmente, con la scusa di tutelare la salute dei valligiani si volle parlare di ciò che premeva di più ai proponenti, al fine di accelerare al massimo i sondaggi, che sarebbero dovuti servire a verificare l'esistenza di materiali pericolosi "per la nostra salute".

Come quasi sempre è accaduto in questi anni, RFI (Rete ferroviaria Italiana) era però in ritardo sugli studi, in questo caso geologici, necessari ai sondaggi dell'area del Musinè, proprio dove di rocce amiantifere è certificata la presenza (come minimo 1.151.000 metri cubi- studi dell'Università di Siena affidati proprio da RFI). A causa di questi ritardi fino alla fine di novembre non si sarebbe potuto cominciare i sondaggi nell'area pericolosa.

Il fatto che finalmente una commissione tecnica superasse il periodo dei "giovedì del ferroviere", decine di giornate di confronto pseudo tecnico, per anni, in cui non si è giunti a nessuna conclusione nè tecnica nè politica (perchè in genere i proponenti non davano le risposte alle domande formulate dal territorio), sarebbe stato comunque positivo poiché tutte le criticità alla fine sarebbero state esaminate seriamente. D'altronde almeno fino a novembre ci sarebbe stato tutto il tempo di affrontare gli argomentirelativi alle 7 criticità. Nel frattempo RFI avrebbe preparato le carte geologiche di superficie, sempre "per tutelare la nostra salute" e cercare l'amianto (che tutti sanno esistere in quantità) si sarebbero fatti i famosi ed immancabili sondaggi.
INSOMMA SEMBRAVA UNA COSA SERIA, O MEGLIO, PIU' SERIA DEL SOLITO, QUASI NON CI SI CREDEVA?.Che qualcosa non funzionasse in quella commissione tecnica era chiaro, gli unici "tecnici puri" erano i 3 nostri rappresentanti, delegati dalla Comunità montana, tutti gli altri 7 erano funzionari meno tecnici e più burocratici, responsabili di società incaricate dell'opera, a presiedere la commissione Gigi Rivalta, anche lui più ex politico amico storico della Bresso, più che tecnico puro? Si rischiava di parlare lingue diverse. Ma qualche rischio lo si poteva affrontare.
I comitati NO TAV hanno peraltro manifestato subito della perplessità rispetto alla composizione della Commissione perché alcuni componenti scelti dai proponenti erano, e risultano ancora oggi, mentre scriviamo, indagati per azioni compiute nelle attività sulla Torino Lyon.
In ogni caso il livello del confronto si era indubbiamente alzato rispetto al passato, almeno finché la commissione è durata.

Già, perché il 27 settembre dopo appena tre o quattro riunioni, la Commissione Tecnica viene praticamente "sfiduciata" dal Ministero di Lunardi, che ritira la sua rappresentante.
Al solito TG3 regionale l'onere di informare i valsusini: la Commissione non ha più senso di esistere, il Ministro vuole cominciare i sondaggi il 6 ottobre!
Il TG3 spiega anche che bisogna cercare l'amianto e si faranno i buchetti a Venaus. Dopo lo sbigottimento per lo strappo ministeriale siamo stati sorpresi perchè avrebbero cercato l'amianto in Val Cenischia, quando tutti sanno che è tra Caselette e Condove che ne esiste una quantità ben più consistente.
Che vogliano comunicarci tramite il TG3 che l'amianto della Val Cenischia non è pericoloso, che si può star tranquilli, e cominciare a scavare le gallerie? Chissà? vedremo. Cercano l'amianto.Chi glielo dice che a Venaus è più probabile trovare roccia uranifera, grisou, roccia inconsistente, laghi sotterranei, acqua in quantità incredibile, calore fino a 50 gradi nella montagna? Eppure tutto ciò l'avevano scritto i tecnici di Alpetunnel che poi dovrebbero aver lasciato le carte a LTF nel "trapasso"?

In ogni caso, per fortuna, leggendo La Stampa dello stesso giorno, si capisce qualcosa di più. L'articolo a firma di Maurizio Tropeano spiega che una lettera giunta a Lunardi in questi giorni dalla UE, intima di cominciare il "cunicolo geognostico" di Venaus entro la fine dell'anno, pena il ritiro di 40 milioni di euro di finanziamento già concesso. Se finora hanno "giocato a fare i buchi" da adesso si fa sul serio, sennò i soldi europei tornano a casa loro.
La realtà è ancora diversa perchè il Ministero potrebbe chiedere una proroga di un anno, non perdere i finanziamenti, e "concedere" un tavolo serio di confronto se solo volesse, ma evidentemente a costoro il confronto fa paura.

I Sindaci e la Comunità Montana intanto in questi mesi vissuti intensamente avevano dovuto subire le "sgridate" dei potenti perché si ostinano ad essere contrari all'opera.
Le pressioni evidentemente sui sindaci, specie quelli appartenenti ai partiti sono fortissime. A dimostrare ciò una dichiarazione (poi semismentita) di un'autorità istituzionale piemontese nella quale si chiariva che i sindaci NO TAV non sarebbero più stati candidati.

Bel problema le candidature, peccato che l'economia faccia paura, la bilancia dei pagamenti pure, le esportazioni anche, lasciamo perdere le banche d'Italia e quelle più o meno popolari, neppure la Ferrari? A parte gli scherzi c'è da aver paura, ma nessuno pare seriamente preoccupato, forse il peggio deve ancora arrivare. Ma non staremo esagerando? Siamo o no in Europa? E allora! Forse non pagheremo noi, ci penserà l'Europa, forse...
Complica però la situazione questa recente dichiarazione della Corte dei Conti:
"Particolare rilevanza poi assume la nuova imputazione del sistema dei finanziamenti per la realizzazione del programma AV/AC stabilito dell'art. 75 della legge 289/2002, per le ripercussioni che certamente avrà sulla finanza pubblica a partire dal 2009, anno a partire dal quale è previsto che lo Stato intervenga con somme considerevoli per integrare l'onere per il servizio del debito nei confronti di infrastrutture S.p.A."
Come se non bastasse cambiano i ministri dell'economia, pardon, cambiano è una parola grossa, diciamo che ritornano. La finanziaria da 50 mila miliardi di vecchie lire è all'orizzonte, da dove possano prendere tutti questi soldi nessuno lo sa, il governo rischia, forse cade, ma prima di cadere forse cambiano ancora la legge elettorale, chissà magari fanno anche un condono?oppure vendono le ultime spiagge che ci restano.
TROPPO COMPLICATO, CAMBIAMO ARGOMENTO, RESTIAMO IN VALLE DI SUSA.
Mentre i Sindaci venivano "mazziati", la commissione tecnica partiva e si inchiodava, il ministro richiamava il suo rappresentante e forse allertava il minintern per usare la forza, costi quel che costi, (ma i soldi ce li hanno ancora?) i presidi continuavano e le associazioni NO TAV facevano nuovamente sentire la loro voce a Bruxelles, dove con l'aiuto dell'Onorevole Monica Frassoni dei Verdi Europei i NO TAV avevano inviato in tempi diversi e con diverse motivazioni ben 3 petizioni contro la Torino Lyon alla Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo.
A seguito di questa iniziativa si è ottenuto che alla fine di novembre i parlamentari europei verranno finalmente in visita nella Valle di Susa (forse anche questa visita spaventa Lunardi?).

La grandiosa partita tra le persone sensibili ed i proponenti continuava:
I proponenti ottenevano il finanziamento dalla UE per 48 milioni di Euro per iniziare il "tunnel geognostico" di Venaus (ben poca cosa 100 miliardi di fronte all'enormità dell'eventuale intervento). Una goccia insomma è arrivata, un'infinitesima parte dei quasi 7.000 milioni necessari
(a preventivo) per realizzare il "Tunnel di Base" tra Italia e Francia.

Poco prima, in tutta fretta, il CIPE aveva trovato (sulla carta) anche le risorse per la parte nazionale dell'opera tra settimo Torinese e Borgone, li aveva trovati stornando oltre 2 miliardi e 300 milioni di Euro dai fondi pubblici già stanziati (ma oggi inesistenti nelle casse pubbliche) per la sistemazione delle linee esistenti. La storia non è nuova, sarà anche per questo che le ferrovie italiane sono ormai allo sfascio?

Insomma: adesso i proponenti dicono che i soldi ci sono, anche se sappiamo tutti che non è vero, e non possono più dire che i sindaci stanno "concertando" per il semplice fatto che il Ministro ha "dato uno strappo". La Commissione tecnica ha iniziato ma già finito i suoi lavori.
Nessuna "pre-conferenza dei servizi", nessun accordo, nessuna discussione sulle criticità, cosa contano le nostre ragioni tecniche di fronte a 40 milioni di euro?

E pensare che fino a pochi giorni fa la maggioranza delle forze politiche cercava di convincere i nostri sindaci a continuare gli incontri tecnici. E pensare che i NOSTRI ELETTI avevano deciso di realizzare una serie di serate informative pubbliche per spiegare che l'iniziativa in corso era la cosa meno peggio?
La prima serata aveva visto una partecipazione enorme nonostante non fosse stata troppo pubblicizzata, alcuni Sindaci ed il presidente della Comunità Montana, speravano che il confronto tecnico in atto potesse portare a qualcosa di buono, ma tra il pubblico c'era chi definiva la commissione "un trappolone" per riuscire in ogni caso a cominciare al più presto i sondaggi, i buchi, così come sembrava volere il ministero presieduto dal Lunardi...Se era una trappola non ha neppure avuto il tempo di funzionare, troppa fratta signor Ministro?
Perfino il Comitato promotore Transpadana, è adesso preoccupato della situazione e vorrebbe che in qualche modo il dialogo continuasse. Se fossimo in un paese normale ci sarebbe perfino da sorridere. Il dialogo va ricercato e continuato ma dovrebbe avere anche le caratteristiche della trasparenza e del rispetto reciproco. I punti da affrontare erano 7, uno di questi era "materiali pericolosi (uranio, amianto, discariche inerti)si è parlato solo di amianto, dunque nepure quel punto è stato sviscerato, mentre degli altri 6 proprio non si è parlato.
NESSUNO HA LA VERITA'IN TASCA MA I FATTI PARLANO CHIARO! Nessuno ha affrontato finora seriamente le criticità del nostro territorio, quel documento comune, in cui come legambienteValsusa ci riconosciamo perfettamente, che abbiamo contribuito a realizzare è carta straccia! Fatica sprecata!

Adesso a preoccupare tutte le persone serie, i giornali, gli amministratori non è più l'amianto o l'uranio, il problema più contingente è un altro ma difficilmente può essere sviscerato a tavolino: tutti si preoccupano dell'ordine pubblico, e di cosa potrebbe succedere se ci fosse un'opposizione dura, evidentemente non quella dei presidi, ai sondaggi. Nessuno sa cosa può frullare nella testa della gente, nessuno in valle vorrebbe ripiombare nel periodo vissuto alcuni anni fa, decine di misteriosi attentati a strutture e cose che spesso col Tav neppure parevano collegate. Tutti sanno bene che se si da il via ai sondaggi il rischio esiste, tutte le persone serie sanno che quella non è una strada percorribile, né tanto meno fruttuosa, anche per questa ragione bisognerebbe evitare i sondaggi in questo momento, anche per questa ragione bisogna sforzarsi con la fantasia per stare tutti uniti.
Il 29 settembre i verdi sono saliti a Borgone per capire, per ascoltarci, c'erano gli Onorevoli Pecoraro Scanio, Anna Donati, Laura Cima, Grazia Francescato e Gian paolo Zancan, quest'ultimo, avvocato, presenzierà alle prossime manifestazioni per garantire sul posto la presenza dei verdi ma anche per garantire sotto l'aspetto legale i manifestanti.

Dunque il 6 ed il 7 ottobre cercheranno nuovamente di appropriarsi dei terreni per realizzare i loro "carotaggi". Il primo appuntamento è a Venaus, già dal giorno precedente per evitare sorprese notturne. Si presidierà paficicamente, come le altre volte, con i sindaci, i nostri parroci,i sindacati, le associazioni, i comitati, la gente, le mamme ed i bambini. La gente ha capito e sarà ancora più numerosa delle altre volte.
Poi la Commissione europea verrà in visita in valle a fine novembre, esporremo ancora i rischi (certi) dell'opera, tutti insieme ci inventeremo di sicuro qualcosa di nuovo, legale, visibile, condiviso dalla gente! La fantasia è stata uno dei punti di forza della nostra gente, perciò non disperiamo neppure adesso. Certo che la democrazia sarebbe una cosa diversa, supplire con la fantasia alla mancanza di democrazia è doveroso ma perché lo dobbiamo fare solo noi?

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