da Andrea Orlini » ven apr 30, 2004 14:13 pm
L'ho scritta per Sara, sei anni, e la sua sorellina, che scalpitava per vedere la vita, quando papà Niki ha intrapreso il suo viaggio.
Sento di dedicarla adesso a Patrick e a tutti i miei, i vostri amici lassù.
C'era una volta una valle? E già, le storie iniziano sempre così, ma questa volta bisognerebbe dire?C?è una valle? perché la storia sta continuando da tanto tempo.
E allora ricominciamo.
C'è una valle in cui, contrariamente a tante favole, non vivono draghi, né buoni né cattivi, ma è abitata da tanti Elfi un pò bricconi e chiassosi. In genere gli Elfi, come i loro cugini gnomi, cercano le pentole d?oro là dove l?arcobaleno bacia il terreno, oppure scavano diamanti e pietre preziose negli anfratti della terra, oppure ancora ne fanno di tutti i colori agli uomini. Ma questi no, non fanno tutte queste cose, ma si trovano in gruppo, fanno baldoria, cantando e ridendo, eppoi, la loro più grande passione è quella di arrampicarsi sulle rocce.
In questa valle, chiamata Rosandrella, attraversata da un bellissimo torrente e tante cascatelle, ce ne sono tanti di questi Elfi e tutti con nomi strani; ma si sa, gli Elfi sono creature un pò particolari.
In genere si incontrano in un posto chiamato ?casello? ma anche in tanti altri. Quando si trovano, all?inizio non hanno molta voglia di fare qualcosa, e allora, posate le loro gerle piene di corde e ferri strani, iniziano a prendersi in giro e a cantare. C?è sempre Jubel che con Tart tira fuori una bellissima chitarra, ovviamente piccola ma magica, e iniziano a suonare per tutti. Gli altri prima li guardano sorpresi e insonnoliti, ma poi si fanno prendere dalle note che si spargono nell?aria e iniziano a cantare, un po? stonati a dire il vero. Anche Baldo è un musicista ma è più riservato degli altri e inizia a suonare sempre più tardi. Le femminucce di questi Elfi, dopo aver tirato fuori tanti manicaretti preparati per i loro compagni, iniziano anche loro a cantare e saltare e, a dire il vero, talvolta sono veramente ridicole.
Pian pianino però, le note scemano, e i nostri Elfi allora iniziano ad arrampicarsi sulle rocce, la loro passione più grande. Se ne vanno a gruppetti di due o più, ognuno su qualche paretina, ridendo e scherzando anche quando volteggiano alti nel cielo. Purgo, un Elfo che mangia tante molle e si muove continuamente, si arrampica annusando e accarezzando tutti i chiodini che trova nelle fessure delle roccie; ma preferisce solo guardarli senza toccarli, perché così, dice, non può fargli del male. Da sotto, Resira lo guarda poco convinto, ma sa che Purgo è molto bravo e così rimane lì, paziente.
Ovviamente ce ne sono tanti altri lì attorno; Sirocan lo si nota benissimo visto il suo stravagante abbigliamento come anche Turki. Baldo in genere se ne va a salire con Andrean e qualche volta con Gnanetto. Aldin si sforza di insegnare ad arrampicare al suo cagnetto Edin, ma senza grande risultato.
Lady Marin, lady Liscan, come anche lady Sbrisan, lady Manu e tante altre ancora si accodano ai nostri Elfi bricconi, ma quando questi diventano troppo scherzosi, allora se ne vanno da sole e ne combinano anche loro di tutti i colori.
Gli animaletti del bosco attorno li guardano divertiti. Sanno che questi piccoli Elfi fanno tanta confusione con il loro vociare, chiamandosi di continuo, ma che non sono pericolosi come i cacciatori. Il capriolo, come anche il passero e il suo amico pettirosso, li spia da vicino, nascosto da qualche cespuglio, pronto ad andare a prendersi le briciole che i nostri amici lasciano sul terreno dopo i loro pasti. Lady Lucertola e Mister Ramarro hanno imparato a farsi da parte quando le manine degli Elfi si spingono sulle roccie fino ad arrivare talvolta dove ci sono le loro tane, ma non sono preoccupati perché sanno che non vogliono fargli del male.
Eppoi dall?alto Sir Falco Hawk controlla tutto e se c?é qualche problema con un rapido grido mette in allarme tutti gli abitanti del bosco.
Così le giornate trascorrono allegre.
In alto il sole riscalda tutti, ma alla fine del suo volo, anche lui, stanco, si abbassa per far posto alla sorella Luna.
Bisogna sapere che questa allegra compagnia alla fine della giornata ama ritrovarsi per festeggiare, e allora tutti gli scherzi e divertimenti fatti finora sono niente rispetto a quello che riescono a combinare.
In genere si ritrovano al Castello del conte Moccò, chiamato così perché ha sempre il raffreddore e dal naso gli cola sempre un moccolone grande, proprio come ai bambini.
Accendono un gran fuoco, e vi cuociono una quantità enorme di cibo. Non si riesce mai a capire come nelle loro pancine ci stia tutto quel ben di Dio. E poi aprono una gran numero di botticelle di un liquido di color bruno o anche giallino. Quando ne bevono troppo allora si che diventano ancora più scherzosi. Giocano tra loro, saltando sulle note che Baldo, Tart e Jubel seminano nell?aria, continuando a mangiare e a bere.
Quando la sera è piena delle note della musica, tanto che sbattono sulla testa dei nostri, allora l?aria diventa magica e frizzante.
Come per magia dalla penombra si vedono arrivare le corte ombre, visto che gli Elfi sono piccoli, degli Elfi Speciali. Arrivano solo quando c?è grande allegria e tutti si sentono bene nell?essere accanto ai propri amici. Li precede quasi sempre Rikki ma saltellandogli dietro ecco apparire Pastoliv, Tuddi e Nicchi e tanti altri ancora.
Abbiamo detto che sono gli Elfi Speciali, speciali in tutto, bravissimi ad arrampicarsi sulle roccie, e soprattutto a stare in compagnia con gli altri.
Allora la festa diventa ancora più grande, fino a quando tutti presi dall?euforia lasciano il loro cibo e gli strumenti musicali e ritornano ad arrampicarsi al chiaro della luna.
Dobbiamo essere sinceri, Nicchi e Pastoliv sono i più belli a vedersi quando volteggiano alti sulle pareti, sembrano non fare mai fatica, e sempre lì a scherzare anche quando la roccia sembra essersi stancata del loro solletico e vuole scrollarseli da dosso.
Sono davvero bellissime queste feste. E ci sono anche tanti umani che le vengono a vedere e, sebbene i nostri Elfi sono un?po? riservati, li accettano ugualmente.
Poi la festa si conclude con una grande bevanda, il Gran Pampurio, che fatta con fuoco e fiamme manda tutti a nanna.
Il mattino, che fa sentire il cuculo svegliare tutti assieme ai raggi timidi del sole, rende però un?pò tristi gli Elfi.
Gli Elfi Speciali se ne sono dovuti andare, loro non possono rimanere alla luce del sole.
Di Elfi Speciali ce ne sono pochi, e lo si diventa per meriti particolari che però non tutti possono capire, e allora loro che sono un pò timidi cercano di nascondersi.
Ma qualcuno dei loro amici ha scoperto che anche gli Speciali si possono vedere di giorno, mentre arrampicano sempre o se ne stanno fermi a chiacchierare.
Basta mettersi buoni, fermi fermini in certi punti della valle, in silenzio ad ascoltare, chiudendo magari anche gli occhi. Allora pian pianino si iniziano a sentire le loro vocine e dopo un pò si possono anche aprire gli occhi, e pure vederli.
Nicchi, Pastoliv, Tuddi e Ricchi e tutti i loro compagni, non lasciano mai la valle quando vedono un loro amico Elfo seduto su un masso con gli occhi chiusi.
Arrampicano anche per il loro amico, ma lo seguono sempre, anche quando alla sera ritorna nella propria casetta.
Li ritrovi vicini quando guardi una vecchia corda e annusi il suo odore, oppure mentre giochi con i cuccioli dei tuoi amici Elfi.
Sono gli Elfi Speciali, quelli che non ci lasciano mai soli.
Mio piccolo lettore, questa favola, come tutte del resto, è proprio vera. Però bisogna fare in modo di rileggerla spesso, per ricordarsela sempre e così i nostri amici Elfi Speciali potranno continuare ad arrampicare anche di giorno e seguirti ovunque tu vada. Se poi non ricorderai tutto, allora chiedi a chi questi Elfi li conosce bene.
Ti racconteranno tante altre belle storie.
Buone storie a te.