Potevo starmene a letto di più, ma volevo andare in montagna, sul Resegone, se aspetto sempre qualcuno non ci andrò mai: vado da solo allora.
Arrivo alle 8.45 alla chiesa di Brumano, boh, provo ad andar su di qua, lo danno per 2 ore e mezza, spero di star sotto le 2 ore.
La giornata è ottima, il sole scalda l'aria fredda ma secca del mattino.
Il sentiero attraversa dapprima un grosso prato: perdo più volte il sentiero, è segnalato male, lo ritrovo dopo circa un quarto d'ora.
Ora la strada si fa a gradini su dei massi, nella valle si sentono le campane delle mucche ma non riesco a scorgerle, sento solo il mio respiro affannato, il passo pesante che schiaccia la foglie secche sul terreno, un piccolo senso si angoscia per il trovarmi solo in un luogo non familiare, la mancanza di sicurezza di dove sto andando, seguo solo un numero 15 segnato su rocce sparse qua e là.
Alcuni persieri mi assalgono: ma cosa sto facendo? dove sto andando? perchè mi trovo qui? perchè non rallento?? Alzo lo sguardo e vedo al vetta, forse è solo il vacuo tentativo di elevare la mia condizione di uomo salendo in altitudine, forse l'espiazione tramite la fatica dei miei peccati, forse un tentativo di raggiungere Dio, o forse solo il tentativo di darmi il merito dell'impresa per uscire dalla banalità.
Arrivo di nuovo ad un prato, dopo 45 minuti trovi il primo essere vivente: un cacciatore. Chiedo conferma a lui del sentiero che sto seguendo e lo saluto. Lui si che si trova qua per un senso: per le sue prede!!
Entro in un bosco fittissimo, l'ambiente ovattato rende il clima ancor più surreale, la luce è poca, i rami sono fitti, le foglie grige degli aceri mi fanno sembrar di camminar sullla cenere, di nuovo pensieri: mi tornano in mente frasi tipo "Vorrei mettere una pallottola in mezzo agli occhi a tutti quei panda che si rifiutano di fottere per salvar la loro specie" oppure "Consuma produci crepa". Guardo l'ora, il tempo scorre per dar spazio a nuovi affanni, la vita che da piccolo sembra non venirti mai incontro, ora mi sta scivolando troppo velocemente tra le mani.
Se fossi in un posto diverso in un ora diversa, sarei un uomo diverso??
Un pensiero negativo mi assale: mi vorrei sedere su quel bel tronco qua sulla sinistra, immerso nel silenzio, tagliarmi le vene e metterglielo in culo io, decidere io quando deve finire, sporcar tutte le foglie secche di sangue, sentire l'anima che lentamente, lentamente esce dal corpo.
Chissà quando mi troverebbero, chissà quanti si accorgerebbero che non ci sono più, chissà se a qualcuno dispiacerebbe o risultassi solo indifferente.
No, troppo facile, continuo a camminare, esco dal bosco, ho la cima proprio sotto di me, inizia la parte finale in ghiaia: ripenso alla poesia di Quasimodo "Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera".
Il silenzio circostante interrotto solo dall'arrivo di un messaggio sul telefono.
10.20 Sono in cima, il paesaggio toglie ogni parola, ogni affanno, ogni pensiero.
Comincio a scendere, non penso più nulla, sbaglio il sentiero nuovamente e mi trovo su una larga strada in ghiaia, finisco il tragitto che conduce alla macchina e torno a casa, alla normalità...
