Allora...
Maurizio ha scritto:mah, io che devo dire...leggo le risposte fiume di LucaS e più lui scende nei dettagli e meno mi trovo d'accordo... Premetto che io sono convinto, per ribaltare la celebre frase morettiana, che "chi scrive bene pensa bene",
Ti ringrazio, ma io non ne sono invece affatto convinto, anche perchè in realtà scrivere bene è facile (lo fanno in tanti - non io, tanto per essere chiari), pensare bene è affare per pochissimi (di nuovo - non io).
per cui Signorelli fin dall'inizio mi è stato simpatico

questo per allontanare l'idea che io sia geloso o prevenuto nei suoi confronti.
....il che sarebbe quantomeno curioso - cioè, sarebbe curiosa l'idea che il pionere delle Gole del Gorropu (cioè tu) possa essere geloso del mancato ripetitore del Monte dei Cappuccini (cioè io).
Tuttavia evidentemente abbiamo feeling diversi, a me non paiono futili dettagli, ad esempio, il fatto che lui straveda per il metal, che invece io considero un'imbarbarimento dell'hard rock (scusami, ma sono un convinto Scaruffiano

)...
Ashpett, che qui si tocca il mio ex pane e salame...
Scaruffi può andare a raccontare quello che vuole, ma la nuda e cruda verità è che hard rock e heavy metal sono due generi diversi, per inciso nati contemporaneamente (intorno al 1970), con antesignani diversi e vite separate fino almeno la fine degli anni '80 (quando i generi classici in quanto tali hanno fondamentalmente tirato le cuoia). Dire che il metal sia l'imbarbarimento di dell'hard rock è un po' come dire che l'arrampicata su ghiaccio è un'evoluzione dello sci di fondo (tutti e due sport invernali, spesso fatti dalla stessa gente, ma c'entrano proprio gniente gniente. Fine del pistolotto da ex critico musicale.
Tanto per essere onesti, non ho stroncato "Rock Story" - ho solo detto che non mi piace, e a dirla tutta non solo non mi piace, ma ha un qualche cosa che mi respinge (il che non significa che sia un libro brutto o mal scritto). Tieni presente che non l'ho letto da gagno, ma appena un anno fa, e l'ho riletto più volte negli ultimi mesi per una serie di motivi. La reazione istintiva che mi ha creato è stata (per la millesima volta) "Dio ti ringrazio che all'epoca facevo altro", il che per inciso è probabilmente ingiusto, anche perchè all'epoca se avessi imparato ad arrampicare invece di fare il pirla con la ragazza ai concerti punk e andare su e giù (soprattutto giù) per la Val Veny in moto, adesso Andrea Giorda sulla Est delle Giorasse ci verrebbe con me e non con te!
Scherzi a parte - "Rock Story" mi da la stessa sensazione che mi diede all'epoca il famoso "Porci Con le Ali" - mi sembra il tentativo da parte di qualcuno della generazione precedente di mettersi nei panni di coloro che sono venuti dopo, con un risultato che è - almeno, sulla base del mio vissuto - un misto di alcune cose reali, un miliardo di luoghi comuni, e il tentativo di buttarla in filosofia senza avere la lucidità necessaria per cavarne qualcosa . Ti dico, più che sembrarmi brutto, mi respinge, mi da fastidio ma non in quel modo "intrigante" con cui ti danno fastidio le cose che inevitabilmente finiranno per attrarti.
Ma per ritornare al tema alpinismo... (ma anche per la musica è così, solo lasciamola a quando ci incontreremo, magari da Fiorio...), io tendo basarmi, sul "corpo", sullo "spessore" delle cose se proprio devo farne una valutazione...non a simpatia. Per cui mi piacerà sempre di più la fiorentina del cheesburger, anche se so che ci sarà sempre qualcuno che dirà "beh, sai, è questione di gusti...". Così in alpinismo tu potrai sempre muovere un'obiezione a chi considera un'impresa, dicendo "epperò, io valuto altri criteri, per cui per me si ribalta la situazione..."...oppure dirmi che io considero solo le vie difficili, o solo quelle "belle" secondo la mia personale visione delle cose, o solo quelle "moderne"...
Temo che qui ci sia un brutto equivoco che bisogna immediatamente chiarire. La simpatia non centra nulla, ma proprio proprio nulla. Non ho frequentato abbastanza Grassi per decidere se era veramente ?simpatico? o meno (al di la dell?apparenza, che era certo piacevole). Per quel che mi riguarda, e per quel che riguarda le mie valutazioni sul suo operato, poteva anche squartare neonati per colazione ed essere il più grande sostenitore economico di Maurizio Costanzo, non potrebbe calarmene di meno. Sono molto, molto amico di chi era molto, molto amico di Giancarlo, ma sono anche sufficientemente vecchio per distinguere (in modo sufficiente, diciamo) quello che fa dire l?amicizia o il ricordo nostalgico rispetto a quello che una valutazione razionale dell?operato. Ci sono un sacco di alpinisti di cui ammiro incondizionatamente il curriculum e che considero, allo stesso tempo, dei miserabili imbecilli. E ci sono invece persone che mi sono simpaticissime ma che, secondo me, meno vanno a scalare, meglio è per l?umanità tutta. (Fortunatamente ci sono grandi alpinisti che sono pure ottime persone? ma sono pochi).
In altre parole, non sto facendo un?apologia di Grassi il ?brav?uomo che meritava più stima?. Sto facendo una valutazione (secondo me obbiettiva, almeno secondo i miei canoni) di Grassi l?importante alpinista che è stato sfortunato abbastanza da crescere alpinisticamente in un ambiente tutto sommato provinciale, nel quale quello che veniva da fuori veniva sempre esaltato fuori misura, e quello che veniva da "dentro" ignorato oppure sminuito, perchè senno nel soffriva il "decoro"...
Credimi, a me è sempre stato simpatico Giancarlo, se non altro per quel suo soprannome. Ho sempre preso la parte dei deboli e degli sfigati, pur non avendo mai avuto tessera in nessun partito...
Apprezzo moltissimo questo atteggiamento, ma la mia sensazione è che Giancarlo, quando l'ho conosciuto, fosse tutto tranne che debole e sfigato. Di sicuro aveva avuto inizi molto difficili, e di sicuro farsi chiamare "Calimero" non gli aveva fatto piacere... ma (mia fallibile opinione once again) "Calimero" non c'era più da un bel po' di tempo quando Grassi ha cominciato a girare alla grande.
E poi, permettimi una considerazione - com'è che prima o poi tutti quelli che hanno conosciuto Giancarlo nel "giro" torinese incominciao a tirare fuori la storia dell'infanzia sfigata, delle prese in giro, di "Calimero"... ma quelli che invece lo hanno conosciuto "sul campo" magari in Scozia, in Canada, sul Kilimanjaro o in California (o sul Bianco) 'ste storie non le tirano fuori mai? Bah...
Ma parlando di vie che fanno sognare intendo capolavori, vie che tutti vogliono andare a fare, non certo la sud delle Jorasses o quelle che tu mi citi.
Scusa Maurizio, ma io la storia che i capolavori sono le vie che tutti vogliono andare a fare no, non la accetto proprio. Tanto per parlar chiaro, e rimanendo sulla Giorasse senza tirare in ballo Giancarlo:
La Desmaison-Claret-Bertone '73 alla parete nord (la cosidetta "Gousseault") dal 73 al 99 è stata considerata dagli "esperti" una specie di sotto-via, un dinosauro, un relitto storico, neanche una curiosità. Se andavi a chiedere informazioni ti beccavi un sorrisetto sarcastico e cose del tipo "è una merda, una pista da bowling, la roccia è tutta marcia, l'arrampicata orribile, Desmaison l'ha sopra-gradata in modo scandaloso, non frega niente a nessuno etc etc etc". Pensa che in 25 anni fu ripetuta una sola volta, da Tobin Sorenson (che era un maniaco religioso americano con l'hobby delle vie dove non andava nessuno) e Gordon Smith. E, detta fuori dai denti, tutti hanno sempre saputo che molta antipatia di Chamonix nei confronti di 'sta via era, diciamo "extra alpinistica" (per via della storia del '71)
Poi nel 2000 Patrice Glairon-Rappaz e Stephane Benoist (che, per inciso, vengono da "fuori") la ripetono e BINGO! improvvisamente dal giorno alla notte diventa una via "in", anzi, praticamente LA via "in" delle Jorasses assieme a No Siesta per quelli che voglio fare curriculum, viene ripetuta una volta l'anno, tutti incominciano a dire quanto è bella, quanto è elegante, quanto è sostenuta, che genio era Desmaison, Marsigny ci vuole portare i clienti...
Posso anche sbagliarmi, ma nessuno mi toglierà mai l'idea che la maggior parte delle vie "che tutti vogliono fare" sono le vie che hanno buona stampa... il che poi rende l'alpinismo e l'arrampicata non tanto dissimili da qualsiasi altra attività...
Io penso che tu, come del resto hai detto all'inizio, sia eccessivamente sbilanciato da una parte e manchi pertanto di obiettività e ti prego di non offenderti, lo sto dicendo con tutta la simpatia possibile.
Non offenderti neppure tu, ma uno portebbe dire lo stesso nei tuoi confronti...
Come si fa a valutare una salita come la Cascata del Freney, oppure il couloir sulla sud delle Jorasses? Obiettivamente non si può, perchè come tu ben sai sono salite mai uguali a se stesse...un anno ci sono, l'altro anno sono diverse, sempre che esistano. Come si fa a dire, oggi, in anni così secchi...che qualcuno ci è andato ed è dovuto tornare indietro???
A parte il fatto che io non stavo parlando della Cascata del Freney, che, essendo a 4600 metri di quota d'inverno c'è sempre (e infatti Berhault l'aveva ripetuta e gli era pure piaciuta), ma dell'Ypercouloir alle Jorasses, che sta mille metri sotto ed è tutto un'altro affare....
A parte il fatto che il tentativo di ripetizione al Phantom Couloir della SSE nel 1995 è andato a buca non perchè "fosse secco", ma perchè c'erano metri di neve e stava venendo giù l'apocalisse, e dato che la traversata centrale da 200 metri non è percorrible all'indietro se non lasciando delle corde fisse o con un aggiramento senza senso lungo la Gogna-Machetto , e considerato che per fare le goulotte inferiori (che sono "solo" 500 metri tutti di grado 5 e 6 - 'na sciocchezza!) la cordata ci aveva messo il doppio del tempo previsto...
...non pensi che con questo tuo ragionamento un prende tutte le vie di ghiaccio esposte a sud del Bianco e le butta nella spazzatura? Hypergoulotte, Notre Dame, Hypercouloir, Frenesye Pascale... tanto non sono gradabili! Scusa, ma Patrick Berhault quel giro di due settimane "da quelle parti" non penso l'avesse fatto perchè non aveva di meglio da fare!

(e non venirmi a dire che "tutti vogliono fare Frenesye Pascale", perchè non è vero - ma questo non la rende meno mitica... tanto per dimostrarti che qui non c'è nessun sbilanciamento "grassiano")
Dai Luca, siamo seri! Penso tu non sia solo il massimo esperto vivente delle Jorasses,
Ti ringrazio moltissimo del complimento, ma sarebbe sacrilego da parte mia accettarlo. Non sono neanche nella top ten! Il massimo esperto vivente delle Jorasses è il signor Patrick "Sono un tremendo biciapile e non rispondo alla posta esattamente come Matteo Giglio che però non sembra un baciapile" Gabarrou, "Le Gab"... oppure, a essere romantici, Renè Desmaison, che la storia delle Jorasses ce l'ha marchiata addosso, marchiata a fuoco
ma tu conosca anche bene, molto meglio di me, la storia delle aperture nel Bianco degli ultimi 20 anni. Il caso di Beyond god and evil alle Aig de Chamonix, ad esempio, è emblematico. Ricordo che qualche anno fa facemmo un sacco di discussioni con Vegetti che stravedeva per Parkin... Beh, da via più dura del bianco a salitella che fanno in giornata, relativamente in facilità. E allora, è stata impresa o non lo è stata? Tu pensi veramente sia solo questione di picche?
Qui mi sa che hai sbagliato esempio, perchè non solo credo benissimo che potresti fare (adesso!) "Beyond Good and Evil" in giornata, ma (e se chiedi a Gardien te lo confermerà!) la storia di quella via è assolutamente cambiata, per via degli spit e per via del modo in cui viene salita adesso - e anche perchè, diciamocelo chiaro, è stata una via che doveva essere all'altezza dei proclami di Twight. Ma quando è stata aperta, e a parità di situazione, sicuramente non era una "salitella che fanno in giornata"!!!
Chiunque fa ghiaccio e misto ad un certo livello ti dirà, comunque, che l'arrivo delle picche con il manico curvo ha rappresentato una rivoluzione enorme nel campo (basta prendere un paio di vecchie, gloriose "Super Courmayeur" contro un paio di "Alp Wing" per vedere la differenza sul verticale e strapiombante). Gli attrezzi con cui Comino e Grassi salirono nel 1978 erano antidiluviani, eppure la via fu salita in un tempo relativamente breve, che corrisponde a quello della terza e quarta salita, dove la gradazione iniziale è stata confermata.
non voglio poi addentrarmi su Repetance...perchè ne uscirei male, credo che Matteo, ad esempio, sia molto più ferrato di me...
Io per inciso non ho solo citato Repentance, ma tante altre....
Francamente poi non capisco certe "boutade" come quella su Marchand de sable. Io ho avuto l'onore di essere uno dei primi ripetitori italiani di quella via e, considerato che avevo già nel carniere quasi tutte le vie di Grassi nelle palestre torinesi e non + tutti i massi), ti posso assicurare che Giancarlo non era assolutamente in grado di aprire una placca così dal basso. Io non sono un fan di Piola, ma se ti capita vai a vedere Folies bergeres e ti fai un'idea... Quindi certe cose è meglio non arrischiarsi a tirarle in mezzo, se non ci hai messo su le suole...
Maurizio, non ho dubbi sul fatto che le vie di Piola e di Grassi e di chiunque altro dell'epoca tu te le mangi in insalata, il tuo curriculm parla chiaro, insomma, non credo nessuno possa avere dubbi a proposito sul fatto che sei uno degli arrampicatori italiani più forti e con maggior esperienza, e che se tu mi vieni a dire "quella via è un capolavoro", dal punto di vista tecnico di un arrampicatore del tuo calibro quello E' un capolavoro.
Ma detto questo, a me sembra che la discussione iniziale fosse sulle vie che
fanno sognare - e a me di "Merchant De La Table" non potrebbe fregarmi di meno. Sono sicuro che è una salita favolosa, e che se fossi all'altezza delle sue difficoltà sarebbe la classica danza su roccia baciata dal sole sopra altezze vertiginose etc etc etc. Peccato che non abbia il minimo effetto sul sottoscritto, non accenda la mia immaginazione, non sia la tipica via per cui mi alleno come una bestia e rompo le scatole a mezzo mondo perchè mi portino a ripeterla (notare il "portino"). Il libro di Piola l'ho letto da cima a fondo e ritorno, e sai qual'è la via che mi ha colpito di più (io le Aiguilles le conosco poco): la Ryan-Lochmatter alla Plan. Pensa un po'...
E tanto perchè tu desista nella tua convinzione che io ho sono parziale nei confronti di Giancarlo - sai qual'è attualmente la mia via "sogno", quella che ha acceso di più la mia immaginazione ultimamente, quella che voglio a tutti i costi ripetere l'anno prossimo? La parete l'ho vista finalmente da vicino mentre ero con gli inglesi ad Agosto - la Est delle Aiguilles di Pra Sec. Ma non la Grassi alla Aiguille Meridionale, bensì la Manera alla Centrale - su placconi completamente spiallati di ghiaccio, che però una volta secchi devono essere bellissimi. Come vedi, sono un caso disperato...
Ora tu mi dirai che non c'è solo la difficoltà...va bene, da che piano allora la vogliamo vedere? da quello dell'esplorazione? Della grandezza e dell'estetica di una linea? O da quale?
Perchè non da un misto di tutti? O perchè non dalla magia, dal mito, dal senso di mistero e di attrazione che una via o una parete o una montagna ti può dare? Perchè volere a tutti i costi ridurre l'esperienza dell'"andare su" (qualsiasi sia il modo) ad un valore di tipo quantitativo, ad una performance, and un "questo è più duro di quest'altro?" E non è forse così per la stragrande maggioranza di chi arrampica? La gente fa la coda per andare sulla Walker alle Jorasses perchè è una bella salita (e spesso non lo è) oppure perchè è quella roba mostruosa li che è stata salita da Cassin ed è una delle tre grandi pareti nord? Che senso avrebbe se tutti quanti si chiedessero "no, insomma, la roccia è quello che è, i gradi sono stati abbassati da Damilano, insomma, ripensandoci non vale la pena"...
Te la giro ancora in un'altro modo - adesso vado sul balcone, alzo gli occhi al cielo e dico "Giancarlo, ovunque tu sia, ascolta, sai tutte quelle salite nuove, quelle vie che hai fatto nel gruppo del Bianco? Sì, circa 50, tutte in zone remote e poco battute, tutte piuttosto estreme, le salite per cui venivi chiamato "Il Maestro" in Francia e in Inghilterra c'è ancora un sacco di gente che strabuzza gli occhi pensando alle tue perfomances? Beh, ho una notizia per te - non ti qualificano per il grado di "grande alpinista", perchè la Gestapo del Buon Gusto Arrampicatorio ha deciso che, sulla base di chissà quale legge non scritta, non sono "belle". Quinci ciccia, scordatille. Tu per il mondo devi solo essere ricordato come "Calimero", quello che facevo lo skilifista, il capellone che apprezzava Tolkien e non riusciva a fare la grana con gli sponsor...."
Dubito fortemente, caro Maurizio, che perfino a te un discorso del genere possa garbare...
E poi, se questo discorso vale per Grassi, perchè non farlo anche per Manera, che è (secondo me) l'altro grande esploratore torinese di cui non si è mai parlato abbastanza... "Carissimo sig. Manera, volevo informarla che tutte quelle salite che ha fatto nel Bianco, il pilone dei Dilettanti, la via alla Noire, la diretta alla Tronchey, il Greuvetta, tutto l'ambaradan, ecco, guardi, può anche far finta di non averle fatte, non vale per la qualifica a grande alpinista, ma sa, è colpa sua, doveva dedicarsi all'apertura dal basso con il trapano nelle Aiguilles, invece di baloccarsi insieme a Isidoro sulle Jorasses e sul Greuvetta e in altri posti dal suono ValFerrettesco, ad aprir vie che poi non sono diventate di moda... neh?" SBEEEEENG (suono del manico della picozza di Manera che si abbatte sul cranio di Signorelli)
Mi spiace in fondo che alpinisti come Gogna, uno dei più importanti del nostro tempo, pur non avendo fatto cose difficilissime come Manolo o altri vengano liquidati con una battuta...e che nessuno ne parli mai, in qs forum.
Su Gogna concordo alla grande, al di la della mia opinione sui alcuni dei suoi libri. Un'altro che non è riuscito ad essere profeta in patria, il naso di Zmutt lo conoscono perfino negli States!
Ma si sa, del resto è difficile parlare di alpinisti in vita****. E mi spiace che altri, come Gabarrou, ad esempio, non vengano neppure citati. Ma tu hai presente quante salite ha fatto Gabarrou?
Senti Maurizio, cos'è, pigli in giro? Gabarrou? Ma tu hai presente quante volte nomino Gabarrou invano durante il giorno? Secondo me gli sta venendo la labirintite a forza delle orecchie che fischiano! Guarda che stai parlando con uno che ha trascorso NOTTI insonni cercando di ricostruire l'esatto tracciato della Direttissima alla Walker su gigantografie formato king-size! Ho scambiato DECINE di mail con alpinisti polacchi per avere oscure fotografie delle esatte varianti su "Alexis" o lo sperone Margherita! Ho trascorso MESI... (ok, ok, la smetto)
Io e Canepazzo

appunto, non dormimmo per due anni all'idea di fare il Supercouloir...
Il giorno che ci siete riusciti sarete stati due stracci!
fino a che non ci ho spaccato su le mie picche ed i miei ramponi... questo sono le salite che fanno sognare e restano...
...ma non capisco come mai tu poi avere il Supercouloir ma io non posso tenermi la Sud delle Jorasses...
Ti sei chiesto perchè certe restano ed altre passano? Non mi puoi, porta pasiensa, dire che è perchè uno è nato a Condove! Ma dove è nato Gabarrou o Berhault. Io manco lo so e manco me ne importa, sinceramente
Sono nati in Francia e tanto basta. Anzi, sai qual'è il problema? NON sono nati a Torino! Nascere o rimanere o trasferisi a Torino è, dal punto di vista di un alpinista di successo, un errore terribile. Pensa a Gervasutti... migliore alpinista "occidentalista" italiano fra le guerre, assieme a Cassin... e qui tutti lo citano solo per quella c***o di storia della tipa a Courmayeur e dei mirtilli...
Io ho detto, che l'importanza di Grassi è stata soprattutto come ghiacciatore, come scopritore di quella bellezza effimera ed evanescente che è il ghiaccio. Al di là di questo non me la sentirei di andare!
Al di là del fatto che comunque non è vero, ed al di là del fatto che anche fosse vero la risposta che mi viene istintiva è "scusa se è poco!", ma vorrei farti notare che aprire 100 cascate in 100 giorni oppure aprire (slegato!) la via di ghiaccio tecnico più lunga del Bianco, 1600 metri in 16 ore nette, beh, non è esattamente la stessa cosa che vincere il torneo provinciale di scopa a baraonda... diciamo che dal punto di vista della storia alpinista forse un tantinello conta?